Titolo originale | Singin' in the Rain |
Anno | 1952 |
Genere | Musical |
Produzione | USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Stanley Donen, Gene Kelly |
Attori | Gene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds, Donald O'Connor, Jean Hagen, Millard Mitchell Dawn Addams, Ray Milland, Douglas Fowley, Rita Moreno, Bobby Watson. |
Tag | Da vedere 1952 |
MYmonetro | 4,55 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 aprile 2012
Hollywood 1927. Don Lokwood, attore del cinema muto, è l'idolo degli spettatori che amano l'avventura. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar,
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Hollywood 1927. Don Lokwood, attore del cinema muto, è l'idolo degli spettatori che amano l'avventura. Ma la Warner ha prodotto Il cantante di jazz, primo film parlato, e, improvvisamente, attori e storie diventano superati. Occorre dunque correre ai ripari. Dopo il fiasco colossale dell'ultimo "muto" gli attori prendono lezioni di dizione. Qualcuno ha attitudine, qualcun altro no, come la prima diva, viziata e cattiva, che ha la voce stridula. Fra le tante invenzioni ecco il doppiaggio, una vera e brava cantante darà la sua voce alla diva. In tutto questo Gene Kelly balla col suo amico Donald O'Connor e amoreggia con Debbie Reynolds. Questo film viene ritenuto da molti il più bel musical di tutto il cinema, per ironia, fantasia, intelligenza e qualità musicale. Insieme a Un americano a Parigi (dell'anno prima e vincitore di ben 9 Oscar) è la massima espressione di Gene Kelly - attore, regista, cantante, coreografo e ballerino - che deve essere considerato il più grande uomo-spettacolo del cinema per somma di attitudini. Sono presenti molte scene entrate nel mito: dal fantasmagorico ballo di O'Connor che si arrampica sui muri alla tenda che smaschera il trucco del doppiaggio davanti a centinaia di persone, al numero centrale di Cyd Charisse moderna e sexy, allo strepitoso "a solo" di Gene Kelly nella pioggia, che canta e balla Singin' in the Rain. Il film, che a più di quarant'anni di distanza, non ha perso nulla della sua freschezza, impreziosendosi anzi per la nostalgia... di quei film che non si fanno più.
Nel gennaio del 1952 la Metro Goldwyn Mayer distribuiva, anche da noi, Singin' in the Rain. In tutta la storia del cinema e dello spettacolo non esiste espressione che abbia rappresentato la gioia di vivere con altrettanta felicità. Gene Kelly che balla e canta sotto la pioggia non è solo una sequenza, ma un disegno d'evasione che non era mai stato, e non sarà più, riscontrabile. La storia non ha alcuna pretesa, parla dell'invenzione del doppiaggio. Che i grandi musicals non avessero trama era una regola d'oro, assolutamente aderente alla prima opzione del cinema, che è il disimpegno. Ma all'interno di questo quadro «Singing» è un'opera d'arte autentica. Lo scopriamo adesso che il cinema è stato legittimato verso l'alto; adesso che ci accorgiamo che i passi di Kelly non sono meno rigorosi di quelli di Nureyev; adesso che sentiamo che le arie di Nacio Herb Brown (chi era costui? ecco chi è) non avranno la costruzione melodica di un classico, ma sono infinitamente più divertenti; adesso che scopriamo quanto ci sia indispensabile divertirci. Con la qualità. Quando Donald O' Connor, lo straordinario furetto che fa i salti mortali sulle pareti, canta "Make 'Em Laugh" (falli ridere), non fa altro che avallare quel concetto, sacrosanto e benemerito. Viva qualcosa che fa ridere in quel modo, senza rutti, peti e ghigni da horror. Il film era firmato da Kelly e da Stanley Donen, magnifico profeta di quell'evasione. Un nome meno mitizzato di altri, come Welles o Kubrick, ma che meriterebbe di esserlo. "Singing" non è solo il trionfo della felicità, ma un film perfetto. In cinquant'anni non ha perso un punto di vedibilità (Welles ne ha persi, e come). E questo è quasi un miracolo. Tutto è attuale, il sapore, i contenuti, l'ironia, i tempi. Soprattutto la tecnica, incredibilmente, non appare obsoleta. A un certo punto assistiamo al "montaggio di un film parlato", uno zibaldone di canzoni classiche del musical montate con effetti che danno davvero la sensazione della computer grafica. E Donen non disponeva che di una moviola. La memoria del cinema rimanda, fra le tante sequenze degne di esser ricordate, quella della prima del film "parlato", coi disastrosi disguidi relativi, come il sincrono che salta. E poi i balletti, come, Moses Supposes, e poi il numero centrale «The Broadway Melodies Ballet», con Syd Charisse e le sue movenze davvero troppo sexy per l'epoca. Ribadisco dunque la definizione di Cantando sotto la pioggia opera d'arte felice, dove l'aggettivo "felice" è solo un'appendice sdrammatizzante per non disturbare i puristi. Un film come questo fa bene.
Nel 1927 a Hollywood un famoso attore che fa coppia sullo schermo con un'attrice antipatica supera il difficile passaggio dal muto al parlato con l'aiuto di un amico e l'amore di una cantante. Una delle migliori commedie musicali nella storia di Hollywood, meno pretenziosa di Un americano a Parigi e meno spettacolare di Un giorno a New York , ma superiore a entrambi per vivacità, umorismo, armonia tra le parti. Grande classe a livello coreografico, molte invenzioni a quello registico, memorabili numeri comici di D. O'Connor. Nemmeno un Oscar.
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Cantando sotto la pioggia rivela al mondo cinematografico la bravura e l'abilità non solo di G. Kelly ma pure di D. O. Connor, simpatico e brillante attore/ballerino noto per la serie di film su Francis, il mulo parlante. Il cast femminile non è da meno, con Jean Hagen - brava a interpretare la star svampita e doppiata in modo sublime dalla stessa doppiatrice della nera Prissy di Via col Vento, una [...] Vai alla recensione »
TRAMA: La storia si svolge durante il periodo di transizione dal cinema muto a quello sonoro e un gruppo di personaggi si ritrova "coinvolto" in questo passaggio:un famoso divo del cinema(Gene Kelly,anche regista insieme a Stanley Donen),la sua compagna dalla voce orrida(Jean Hagen),la sua futura fidanzata(Debbie Reynolds) e un suo compagno(Donald O'Connor)che si ritrovano a fronteggiare [...] Vai alla recensione »
Negli USA della fine degli anni '20 due famosi attori del muto cercano di adattarsi all'imminente arrivo del cinema sonoro. Questo porta dei problemi specialmente alla protagonista femminile che non ha esattamente una voce da usignolo. Un ottimo musical giustamente pluripremiato che, oltre alle belle musiche e ai meravigliosi balletti e costumi, offre non solo una serie di divertenti battute [...] Vai alla recensione »
The sun's in my heart è una frase della canzone Cantando sotto la pioggia che dà il titolo al film, che era considerato il capolavoro dei film musicali, dico era perché questo titolo spetta a ormai a La La Land. Chazelle ha saputo ispirandosi ai vecchi musical tra cui questo rinnovare profondamente il genere, approfondendo la trama spesso molto esile in questi film, amalgamando [...] Vai alla recensione »
I fratelli Lumiere nel 1888 realizzano la prima proiezione che apre il mondo al cinema muto,da Chaplin a Rodolfo Valentino e tanti altri. Nel 1927 il primo film sonoro “Il cantante di Jazz” manda a casa tanti attori del muto. Quella che sembrava una crisi per le case cinematografiche, si rileva invece, per Hollywood, quella fortuna nota come “la mecca del cinema”.
Quanto è bello questo film! E dire che l'ho sempre evitato con un certo "timore" perchè temevo che un film musicale mi avrebbe annoiata! Invece l'ho trovato allegro e brioso! I pezzi musicali sono azzeccati, ben eseguiti, ben ballati e coinvolgenti (mi è piaciuto in particolare "Good Morning": è un pezzo che mette davvero allegria!); la trama [...] Vai alla recensione »
non sono un'amante del genere ma mi è cmq piaciuto, ottimo film.
Belle canzoni, straordinari numeri musicali, invenzioni scenografiche da capogiro, magistrale abilità di Gene Kelly, anima e corpo di questo memorabile e coinvolgente omaggio a Hollywood.
è uno dei capisaldi del musical. secondo me va visto e rivisto, e non stantga mai. nonostante il tempo è uno dei rari esempi di film che non stanca mai, e lo puoi vedere e rivedere tranquillamente.
Non c'è dubbio: il più grande musical di tutti i tempi!Splendidi i numeri musicali entrati nella storia, inarrivabili gli interpreti (e Kelly è un angelo giunto sulla terra direttamente dal Paradiso per rendere un pò più bello questo mondo), sorprendentemente originale la trama, gustosa ironia. Non stanca mai e lo si vedrebbe con piacere anche tutti i giorni.
Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto
Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto
Commedia musicale come non se ne fanno più, questo film gioca con il mondo del cinema. Ambientato nel 1927, nel momento in cui le pellicole scoprivano il sonoro, l'opera analizza in chiave scherzosa il modo in cui i divi dell'epoca sono stati costretti a confrontarsi con un mondo diverso. Abituati alla grande gestualità, dover affrontare una recitazione più posata dev'essere stato un trauma per nulla [...] Vai alla recensione »