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Lupita Nyong'o

Lupita Nyong'o (Lupita Amondi Nyong'o) è un'attrice messicana, produttrice, è nata il 1 marzo 1983 a Città del Messico (Messico). Al cinema il 10 ottobre 2024 con il film Il Robot Selvaggio.
Nel 2014 ha ricevuto il premio come miglior attrice non protagonista al SAG Awards per il film 12 anni schiavo. Lupita Nyong'o ha oggi 41 anni ed è del segno zodiacale Pesci.

Preparata al fallimento, ma non al successo

A cura di Fabio Secchi Frau

È il 2014 quando Lupita Nyong'o si impone all'attenzione di tutti ricevendo, dalle mani di Christoph Waltz, l'Oscar alla migliore attrice non protagonista, ottenuto grazie alla sua performance in 12 anni schiavo, all'86° Edizione degli Academy Awards.
Diventa così la prima attrice keniota-messicana a ottenere il tanto ambito riconoscimento.
Lei, figlia del politico keniota Peter Anyang' Nyong'o, nata in Messico, ma cresciuta in Africa, amante del cinema più che della recitazione tanto da laurearsi in Studi cinematografici e teatrali all'Hampshire College, è stata eletta una piccola stella hollywoodiana di prim'ordine, entrando in quella New Black Generation che ha infiammato il cambiamento dell'industria cinematografica americana e che comprende: Zoë Kravitz; John Boyega; Letitia Wright; Cynthia Erivo; Daniel Kaluuya; LaKeith Stanfield e John David Washington. Entrata sancita anche dalla sua partecipazione a Black Panther e del suo sequel, che porta il peso di tante altre celebrità globali di colore.
Nonostante la laurea in Studi cinematografici e teatrali, la Nyong'o non è mai stata del tutto priva di basi sull'arte drammatica. Ha imparato tantissimo dalle molte e preziose lezioni come studentessa di recitazione alla Yale School of Drama, concentrandosi sulle opere di Shakespeare, sull'importanza degli accenti e sul Metodo Alexander.
"Mi ripetevano che se avessi scelto la strada dell'attrice sarebbe stato un viaggio lungo, solitario, duro e spesso infruttoso, che sarei stata la Poliziotta N° 3 per molto tempo prima di poter arrivare da qualche parte e, per questo motivo, ci hanno aiutato a prepararmi mentalmente al fallimento. Peccato che non mi avessero preparata al successo!", scherza l'attrice. Ma non lo ha detto per vantarsi. Oggettivamente, il successo di Lupita Nyong'o è stato un caso cinematografico rarissimo.
La fama è arrivata rapidamente, non appena uscita da Yale, quando aveva accettato il ruolo di una schiava nel già citato film di Steve McQueen, che le ha permesso di ricevere premi di gigantesca importanza e di venire acclamata dai critici per quella grazia con la quale ha saputo interpretare il tumulto emotivo di una donna intrappolata in un'esistenza terribile.
Non essendo abituata a tutto questo, ha vissuto la fama con un duraturo stress cronico, che ha indebolito la sua salute e che, a fatica, è riuscita a recuperare. Ma non senza l'inaspettato aiuto di alcune sue colleghe. Una fra tutte, Emma Thompson, che l'ha sostenuta nella demistificazione di un premio come l'Oscar, nel diminuire la sua sindrome dell'impostore e le ha consigliato di non seguire ciò che produttori, agenti e altre personalità dell'industria hollywoodiana le suggerivano di fare, vale a dire più film e zero teatro. L'ha invece incoraggiata a fare ciò che pensava fosse il meglio per se stessa e a usare l'Oscar come strumento per forzarsi e forzare il mondo dello spettacolo alla ricerca di nuove esperienze e sfide.
Effettivamente, dopo l'Oscar, ha detto molti no e si è regalata personaggi interessanti come il terrificante e straordinario doppio ruolo da protagonista in Noi di Jordan Peele, unica gemma in parti poco incisive sui set di saghe Marvel e Star Wars. Poi è tornata al palcoscenico con "Eclipsed", che da Broadway l'ha fatta schizzare a una candidatura ai Tony Awards.
Attribuisce gran parte della sua passione per lo spettacolo alla zia, Amondi Buyu, attrice teatrale keniota, che si è ribellata a un ambiente molto conservatore con un atteggiamento aperto verso l'arte e verso l'esplorazione della femminilità e delle sue condizioni. La Buyu ha avuto il suo peso nella crescita della Nyong'o, insegnandole a riconoscere i momenti in cui spingersi professionalmente oltre e quelli in cui era più saggio fare marcia indietro. Difatti, si è volutamente allontanata dalla sua partecipazione al film The Woman King, lasciando il ruolo da protagonista all'amica Viola Davis, mentre ha scelto di prendere parte a una piccola commedia horror australiana, Little Monsters, nella quale interpretava un'allegra maestra d'asilo che combatte contro gli zombi.

Studi
Lupita Nyon'go nasce nel 1983 a Città del Messico, dove suo padre aveva una cattedra come professore universitario. La sua famiglia era scappata dal natio Kenya tre anni prima, a causa delle violente repressioni politiche che la nazione stava subendo e durante le quali la Nyong'o aveva perso uno zio paterno. Cresciuta coi suoi cinque fratelli, godendo della cittadinanza messicana e keniota, si trasferisce in Africa quando la situazione politica si stabilizza e al padre viene offerto un posto da professore all'Università di Nairobi.
Appartenendo alla middle class, frequenta le esclusive Rusinga International School del Kenya e la St. Mary's School, entrando a soli 14 anni nella compagnia Phoenix Players, grazie alla quale quale interpreterà Giulietta in "Romeo e Giulietta", prendendo poi parte ad altri spettacoli come "On The Razzle" e "There Goes The Bride". Ritornata in Messico a sedici anni, si trasferisce a Taxco, dove si iscrive alla Universidad Nacional Autónoma de México's Learning Centre for Foreigners, poi vola in America per frequentare l'Hampshire College, laureandosi in Studi cinematografici e teatrali.

La brevissima gavetta
Avvicinatasi a Hollywood, prende parte a The Constant Gardener - La cospirazione (2005) di Fernando Meirelles, Il destino nel nome - The Namesake (2006) di Mira Nair e Where God Left His Shoes (2007) di Salvatore Stabile.
Dopo il cortometraggio East River nel 2008, torna in Africa per entrare nel cast della serie tv africana Shuga. Lì, scrive, produce e dirige il documentario In My Genes, sui trattamenti discriminatori che gli albini subiscono dalla popolazione keniota, che le farà ottonere diversi premi in vari festival. Dirige anche il videoclip musicale di Wahu e Bobi Wine "The Little Things You Do", che viene nominato come miglior video musicale all'MTV Africa Music Awards nel 2009.

L'Oscar nel 2013
Decisa a specializzarsi nella recitazione, segue i corsi di recitazione della Yale School of Drama, terminati i quali viene scelta da Steve McQueen per entrare nel cast del dramma storico 12 anni schiavo (2013), basato sulla vita di Solomon Northup, un afro-americano nato libero che viene rapito e venduto come schiavo nel 1841. A lei va il difficile ruolo di Patsey, una schiava che diventa amica di Northup in una piantagione di cotone della Louisiana e alla quale sono riservate le più feroci torture.
La Nyong'o dà del filo da torcere a un'altra giovane competitor di quella stagione, Jennifer Lawrence, ma è lei alla fine a spuntarla con l'Oscar alla miglior attrice protagonista di quell'anno, commossa e stupita per aver battuto un mostro sacro come Julia Roberts.

Protagonista assoluta a Broadway
Seguirà, nel 2014, un piccolo ruolo nell'action thriller Non-Stop, di non particolare rilievo. Poi presterà la sua voce alla piratessa spaziale aliena Maz Kanata in Star Wars - Il risveglio della forza (2015) e Star Wars: Gli Ultimi Jedi (2017). Non volendo però rimanere unicamente nell'ombra ed essere etichettata come mera attrice non protagonista, rifiuta categoricamente qualsiasi altra proposta cinematografica e accetta di interpretare una ragazza senza nome nella Seconda Guerra civile Liberiana nel dramma di Danai Gurira "Eclipsed" a Broadway. Lo fa con un'intensità tale che viene candidata ai Tony Awards come miglior attrice in un dramma. La critica è unanime: la compassione che si prova nel guardarla recitare brilla di pura pena ed empatica sofferenza. Lo spirito della Nyong'o diventa lo spirito indomito di un'umanità che lotta per rimanere tale. Un trionfo.

Snobbata agli Oscar per Noi
Ritornerà a Hollywood, ancora una volta in veste di doppiatrice, per prestare la sua voce alla mamma lupa Raksha nell'adattamento CGI/live action del "Libro della giungla" di Kipling, diretto da Jon Favreau nel 2016. Poi ritorna sotto l'occhio vigile e attento di Mira Nair per Queen Of Katwe (2016), biopic su Phiona Mutesi, prodigio ugandese degli scacchi, all'interno del quale la Nyong'o è la giovane e protettiva madre. Lodata dalla critica, abbraccia il pubblico partecipando a Black Panther come Nakia, spia e membro di una squadra di guerriere di Wakanda, guardie del corpo di Re T'Challa. Alternerà il grande successo del film al divertente Little Monsters (2019), grazie al quale riuscirà a mettersi in luce anche come attrice comica, fino a raggiungere punte di angoscia insuperabili con il difficilissimo ruolo simil Dottor Jekyll e Mister Hyde nell'horror psicologico di Jordan Peele Noi.
Come la nervosa e protettiva casalinga Adelaide e il suo doppelgänger omicida Red, riesce a creare una fortissima connessione emotiva con il pubblico, sfruttando al massimo la comunicabilità della mimica facciale, anche lì dove appare fredda e disconnessa. Per perfezionare l'interpretazione, inoltre, lavora con un coach vocale, creando una voce profonda e terrificante per l'antagonista, che non la mettesse a rischio di danneggiare le corde vocali. La critica è unanime e il pubblico pienamente convinto: la sua è una performance da Oscar, che però non viene neanche presa in considerazione dall'Academy.
Nel 2019, lavora con Discovery Channel come narratrice dei documentari sull'ecosistema del Serengeti della serie Serengeti e poi entra nel cast della spy-story Secret Team 355 (2022), accanto a Jessica Chastain, Penélope Cruz e Diane Kruger.

Vita privata
Attivista e animalista, Lupita Nyong'o ha pubblicamente accusato Harvey Weinstein di molestie sessuali in ben due separate occasioni nello stesso anno, il 2011, quando lei era ancora una studentessa a Yale.

Prossimi film

Ultimi film

Azione, Thriller - (USA - 2021), 122 min.
Horror, Thriller - (USA - 2019), 116 min.

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