Il destino nel nome - The Namesake

Film 2006 | Commedia, +13 122 min.

Titolo originaleThe Namesake
Anno2006
GenereCommedia,
ProduzioneIndia, USA
Durata122 minuti
Regia diMira Nair
AttoriKal Penn, Tabu, Irrfan Khan, Jacinda Barrett, Zuleikha Robinson .
Uscitavenerdì 1 giugno 2007
Distribuzione20th Century Fox Italia
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 2,77 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Mira Nair. Un film con Kal Penn, Tabu, Irrfan Khan, Jacinda Barrett, Zuleikha Robinson. Titolo originale: The Namesake. Genere Commedia, - India, USA, 2006, durata 122 minuti. Uscita cinema venerdì 1 giugno 2007 distribuito da 20th Century Fox Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,77 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 4 dicembre 2014

Dal romanzo del premio Pulitzer Jhumpa Lahiri, un film sull'integrazione. In Italia al Box Office Il destino nel nome - The Namesake ha incassato 414 mila euro .

Consigliato sì!
2,77/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,90
PUBBLICO 3,41
CONSIGLIATO SÌ
Mira Nair firma un film incolore sulle nuove generazioni di immigrati.
Recensione di Tirza Bonifazi
lunedì 16 ottobre 2006
Recensione di Tirza Bonifazi
lunedì 16 ottobre 2006

Dopo essere sopravvissuto a un incidente ferroviario, Ashoke (Irrfan Khan) cambia la sua personale visione della vita; inizia a viaggiare - prima in Inghilterra e poi in America - e torna in India solo per sposare secondo la tradizione bengalese una giovane donna scelta dai genitori. Ashima (Tabu) decide che è l'uomo per lei ancor prima di conoscerlo, nel momento in cui prova le sue eleganti scarpe europee lasciate nell'atrio, e con qualche timore, ma piena di speranze, lascia la patria e il calore della famiglia per seguire il marito a New York. Nonostante i contrasti climatici e culturali, Ashima trova conforto nel compagno che imparerà ad amare e rispettare. Alla nascita del primogenito i due giovani sposi lo chiamano Gogol, in onore dello scrittore russo al quale Ashoke imputa la sua salvezza ("Il cappotto" di Nikolaj Gogol è il pretesto per creare il legame tra padre e figlio sul quale si basa il film tratto dal romanzo omonimo di Jhumpa Lahiri).
Premessa necessaria, perché The Namesake gira intorno a questo nome bizzarro - prima voluto e in seguito ripudiato dal bambino - per raccontare la storia di una famiglia e le difficoltà di adattamento in un paese straniero. Lo scontro fra le culture si manifesta con più evidenza quando Gogol (Kal Penn) e la sorella Sonia (Sahira Nair) crescono: attraverso il taglio di capelli, l'abbigliamento, e le musiche dell'anglo-indiano Nitin Sawhney che si sovrappongono a quelle dei Pearl Jam a sottolineare anche il divario tra due generazioni. L'India è appena accennata nel film (nella primissima parte e quando i ragazzi si recano nel paese di origine insieme ai genitori), ed è allo stesso tempo una presenza costante e necessaria ai fini della narrazione. La fotografia dai colori tipicamente indiani diventa così una silenziosa voce fuori campo - descrivendo il passato e le persone che presto ne faranno parte attraverso un filtro che attutisce i toni sgargianti - e accompagna lo spettatore lungo il cammino dolce, amaro, intenso di una famiglia che cresce e si forma secondo le dure regole del destino.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 23 aprile 2012
MidnightMoonlight

Gogol è un giovane come tanti della sua generazione, figlio di immigrati bengalesi a New York. Studente di architettura, ribelle, imprevedibile, che si dimentica di chiamare sua madre e suo padre quando è lontano da casa, impegnato a sbaciucchiarsi con la sua fidanzata americana, Maxime. Nihkki-Gogol rappresenta un miscuglio di due culture che combattono tra loro; da un lato, la variopinta, [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 maggio 2012
giovj

  Due colti Bengalesi Ashok e Ashima si sposano - partono verso un paese straniero - e qui      inizieranno a conoscersi,innamorarsi ed amarsi per sempre.   L'India e L'America - Calcutta e New York -  dove i ponti evocano l'unione e la separazione.   La regista Mira Nair non racconta la storia ma ci accompagna in essa con grazia [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 agosto 2011
annarella06

Bel film, profondo. Sicuramente i film che sottolineano la profondità dei legami familiari sono quelli che giungono dritti dritti al cuore. E questo film è uno di quelli. Gli ultimi minuti mi hanno commossa veramente e se ora mi ritrovo a lasciare un commento dopo ben 3 giorni dalla visione del film, vuol dire che ha lasciato un segno nel mio cuore. Ciao a tutti

Frasi
"Forse non basta che io e te siamo bengalesi!"
"Non è per questo che ti amo!"
Dialogo tra Gogol Ganguli (Kal Penn) - Ashima Ganguli (Tabu )
dal film Il destino nel nome - The Namesake - a cura di livia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alessandra Levantesi
La Stampa

Fra tanto parlare di famiglia, ecco un film che narrando una vicenda familiare sull'arco di due generazioni induce gli spettatori a identificarsi con i personaggi e i loro problemi. Che sono uguali ovunque, riguardando i rapporti fra moglie e marito, fra genitori e prole. Tutto come a casa nostra, insomma, tranne che i freschi sposi Ashoke e Ashima sono due bengalesi trapiantati a New York, dove vede [...] Vai alla recensione »

Alessandra De Luca
Ciak

Tradizioni e nuove identità, caso e destino a cavallo tra due culture, due generazioni e due continenti, l'Asia e l'America. Dopo Vanity Fair, Mira Nair, leonessa d'oro con Monsoon Wedding, torna a calcare terreni a lei più congeniali e a partire dal romanzo di Jhumpa Lahiri, L'omonimo (ma c'è qualcosa anche dell'altro libro della scrittrice Pulitzer, L'interprete dei malanni), affronta tra spettacolari [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

È la storia di un'integrazione, Il destino nel nome (The Namesake, India e Usa, 2006). A partire da un libro di Jhumpa Lahiri, la regista Mira Nair e la sceneggiatrice Sooni Taraporevala raccontano di Ashoke Ganguli (Irfan Khan) e della suaAshima (Tabu), che da Calcutta arrivano a New York nel 1977, decisi a "diventare" americani. E però il film è anche la storia di un'educazione alla libertà, al di [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Il Manifesto

India anni '70. Un giovane sta viaggiando seduto nello scompartimento di un treno. Sta leggendo Gogol, il suo scrittore preferito. All'improvviso il disastro. Un incidente spaventoso. Ma lui si salva miracolosamente e attribuisce il merito a quella lettura. Passa qualche tempo, nonostante abbia studiato e lavori in America, quel giovane, rispettoso delle tradizioni, torna in India per sposarsi.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Provateci voi, a chiamarvi Gogol.Il destino nel nome, di Mira Nair, ha per protagonista un giovanotto che si chiama proprio così. E se ne vergogna. Non sa che alla sua nascita i genitori, appena giunti in America dall'India, si sono trovati impreparati alla domanda dell'ufficiale d'anagrafe, e così papà ha tirato fuori la prima parola che gli è venuta in mente.

Boris Sollazzo
Rolling Stone

Gogol. Il destino del bizzarro nome di un indoamericano sta in una catastrofe ferroviaria da cui il padre si salvò grazie a un libro, Il cappotto. Un nome pretestuoso specchio delle contraddizioni di una famiglia indiana emigrata negli Usa, piccola epopea di una famiglia simbolo del meticciato. Mira Nair, priva dei toni saturi e un po' kitsch di Monsoon Wedding e Salaam Bombay racconta con la malinconica [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

In India i nomi ai bambini si danno con tutta calma, anche parecchi mesi dopo la nascita. Il compito e l'onore toccano alla nonna materna, dopo attenta valutazione. Negli Stati Uniti, i neonati devono aver già un nome quando lasciano il reparto maternità. Preso alla sprovvista, senza poter contare sulla suocera rimasta a Calcutta, l'indiano Ashoke – immigrato negli anni 70 a New York – decide di chiamare [...] Vai alla recensione »

Steve Rose
The Guardian

Dopo Monsoon wedding, Mira Nair ha dato l'impressione di imbarcarsi in progetti non troppo adatti a lei. Ma con Il destino nel nome torna prepotentemente nel suo territorio: un adattamento del realistico romanzo di Jumpha Lahiri in cui vengono seguite le vicende di due generazioni di una famiglia di origine bengalese che si è trasferita a New York. E al cuore della storia ci sono questioni di identità [...] Vai alla recensione »

Serafino Murri
XL

Gogol (nome ispirato al romanziere) è figlio di un matrimonio combinato in India e consumato in America. Lui rinnega le radici, ascolta i Pearl Jam e s'accompagna a una simil Barbie, finché il destino non presenta il conto e gli apre gli occhi sulle disperate utopie paterne. Con grazia a metà tra stile visivo di Bollywood e pudore sentimentale struggente, Mira Nair (Monsoon Wedding) cita il romanzo [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Mentre in treno sta leggendo Il cappotto di Gogot, Un uomo di Calcutta scampa miracolosamente a un terribile incidente ferroviario. Un po' come l'unbreakable di un altro indiano (M. Night Shyamalan), anche lui ci vede un segno del destino, e una volta trasferitosi a New York con la moglie decide di chiamare il primogenito Gogol. Solo che il ragazzo cresce americano, ascolta i Pearl Jam e non ne vuole [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

L'India e l'America, il calore della madre patria e il gelo del paese d'adozione, il pudore affettuoso dei genitori emigrati e l'aria di sufficienza dei figli cresciuti a New York che considerano padre e madre buffi reperti di una civiltà tramontata. Con The Namesake (Il destino nel nome) , dal romanzo dell'indiana americanizzata Jhumpa Lahiri, Mira Nair racconta le famiglie della diaspora, i conflitti [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Due generazioni, due culture, due modi di vivere: l'american e l'indian way of life. Questo ci racconta Mira Nair in The Namesake - Il destino nel nome, commovente e sobria storia di una famiglia che vive due immigrazioni più difficili e dolorose: quelle di prima e seconda generazione. La cineasta, abituata a toni saturi per colori, musiche e narrazione (basta ricordare Salaam Bombay e il sopravvalutato [...] Vai alla recensione »

Natalino Bruzzone
Il Secolo XIX

Se un padre chiama suo figlio Gogol ci sarà pure un motivo più serio dell'ammirazione sconfinata per il grande romanziere russo. Il destino nel nome lo spiega, o almeno lo lascia intuire, sin dalla prima sequenza: il genitore, da studente, sopravvisse a un incidente ferroviario stringendo nel pugno le pagine strappate e bruciacchiate del “Cappotto', il libro che stava leggendo al momento del disastro. Ques [...] Vai alla recensione »

Federico Chiacchiari
Nick

Ecco un altro viaggio verso la felicità, verso la "terra dell'abbondanza", l'America dove tutti i sogni sono (o sembrano) possibili, un tragitto della speranza, da Calcutta a New York. Una storia che sembra voler tracciare attraverso un passato più o meno lontano, delle linee ben marcate di un presente dove milioni di persone bussano continuamente alle porte dei paesi occidentali.

Paolo D'Agostini
La Repubblica

La regista di "Salaam Bombay", "Mississippi Masala" e "Monsoon Wedding" torna con Il destino del nome a raccontare il proprio vissuto nell'incontro, non facile ma animato da curiosità e apertura, tra radici, tradizioni e identità indiane e mondo occidentale moderno. Lo fa attraverso l'adattamento di un romanzo di Jhumpa Lahiri che in "The Namesake" (l'omonimo) racconta la propria esperienza di sradicata [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Dal film tipicamente europeo al film multietnico indiano: Mira Nair, specialista in esotismi liofilizzati che abbindolano le giurie dei festival (inclusa quella che a Venezia presiedeva Nanni Moretti), ha distillato la solita miscela di India tradizionale in contrasto con gli Stati Uniti pragmatici nel Destino nel nome, anch'esso presentato alla Festa di Roma nella rassegna di punta, Première.

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giovedì 31 maggio 2007
Chiara Renda

Dopo tanta attesa, torna lo scatenato Tarantino! Ci ha fatto aspettare quattro anni dopo la sanguinosa e geniale vicenda pop della Sposa vendicativa, ma ecco finalmente tornare il re della citazione, questa volta in puro stile b-movie.

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