Titolo originale | Us |
Anno | 2019 |
Genere | Horror, Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Jordan Peele |
Attori | Lupita Nyong'o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II Anna Diop, Evan Alex Cole, Shahadi Wright Joseph, Madison Curry, Cali Sheldon, Noelle Sheldon, Kara Hayward, Evan Alex, Madison Curry (II), Ashley McKoy, Napiera Groves, Lon Gowan, Alan Frazier, Duke Nicholson, Dustin Ybarra, Nathan Harrington. |
Uscita | giovedì 4 aprile 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,64 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 aprile 2019
Una famiglia decide di trascorrere un po' di tempo al mare ma dovrà fare i conti con alcuni malintenzionati. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a ADG Awards, In Italia al Box Office Noi ha incassato 1,3 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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In Tv uno spot pubblicizza l'iniziativa di beneficenza "Hands Across America", siamo infatti nel 1986, quando sei milioni e mezzo di americani si tennero per mano e fecero donazioni per combattere fame e miseria. Un'immagine che colpisce la piccola Adelaide e che colpirà anche il suo doppio, incontrato una notte in una casa degli specchi in un Luna Park. Ai giorni nostri Adelaide è cresciuta, ha più o meno superato il trauma, e ha una famiglia, ma di nuovo una vacanza alla spiaggia scatena minacciosi doppi e questa volta non solo suoi, bensì di tutta la sua famiglia.
Fin dal titolo Noi implica un Loro e del resto la locandina stessa evoca la dualità con i cerchi di un paio di forbici, perché il nuovo film di Jordan Peele è un horror politico sulle disparità e le specularità e, come i migliori film sul doppio, è un crudele gioco di ribaltamenti.
Ultracorpi, zombie, Jekyll e Hyde, ma pure ricchi e poveri, profezie apocalittiche e inni alla gioia, le mani che si stringono e quelle fameliche e tese di "Thriller" di Michael Jackson: nel film di Peele c'è tutto questo e ovviamente pure il divario sociale tra bianchi e neri, perché anche se questo secondo l'autore è un film sull'America e non sulla questione razziale, quest'ultima è tanto radicata nel Paese che semplicemente non se ne può prescindere.
Se Scappa - Get out affrontava un tema frontalmente e ne faceva il fulcro del film, portando l'esperienza di essere neri negli Stati Uniti al centro di un'opera di intrattenimento ma pure mostrandone i lati più inquietanti e spaventosi, Noi è invece più ambizioso e allegorico, alla fine forse meno immediatamente entusiasmante ma profondamente stratificato e condotto con grande personalità e non senza ironia.
La messa in scena ha riferimenti usuali come il Luna Park ma anche originali come le scenografie che guardano - si legge - ai toni neutri e alle piastrelle dei centri commerciali nord coreani degli anni 80. Allo stesso modo il balletto (sì, come in Suspiria, ma in modo meno gridato e più convincente) usato per una scena di corpo a corpo, colpisce nel segno. Coreografata sul tema dello "Schiaccianoci", ma pressoché irriconoscibile nel sinistro arrangiamento musicale, la lotta conclusiva è anche una rappresentazione concretissima del contrasto tra libertà del benessere e la prigionia della povertà, dove non servono le parole e basta la diversità degli spazi. Del resto anche la classe media dei protagonisti finisce presto contrapposta alla ricchezza e ai comfort di un'altra famiglia, non a caso bianca, dove l'assistente domestica Ophelia, versione hi-tech della Mami di Via col vento, verrà imbrattata di sangue. Il tutto mentre al posto di chiamare la polizia suona "Fuck Tha Police", brano di protesta degli N.W.A. e ironicamente nella playlist dei bianchi, per cui diventa una sorta di letale contrappasso.
Di questi tocchi il film abbonda, per esempio il dialogo mentre i protagonisti in auto cantano "I Got 5 on It", che per la figlia è un testo sulla droga con connotazione negativa, ma per il padre è un canzone "dope", ossia sulla marijuana ma pure, in uno slang ormai canonizzato, anche "molto buona". Il brano finale poi, a immagini tutt'altro che rassicuranti, giustappone "Les Fleurs" di Minnie Riperton (che allora si firmava Ripperton) dove si canta in coro "Suonate tutte le campane e dite ovunque, a tutte le genti, che il fiore è sbocciato - Illuminate il cielo delle vostre preghiere di felicità e gioia perché l'oscurità se n'è andata". Oltretutto in aperto contrasto al versetto di Geremia 11:11 (di nuovo un doppio), che appare più volte nel film e recita: "Perciò, così parla l'Eterno: Ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò".
Noi è così un'opera dove le opposizioni sono incise in profondità, nei dettagli delle immagini, delle citazioni e della colonna sonora, a volte con toni da commedia ma più spesso inseriti in un horror profondamente efficace, con sequenze suggestive e lucidamente messe in scena. Inoltre, in linea con il risorgere del movimenti femministi e black americani, è la donna nera a sovvertire il luogo comune del "salvatore bianco" e a farsi sempre più protagonista, mentre affronta gli incubi del proprio passato.
Nel tentativo di seguire la tradizione allegorica di Romero, dove gli zombie sono una massa implicitamente proletaria, in cerca di una sorta di rivalsa post-mortem, Peele finisce per prendere il loro punto di vista. Noi è allora quasi una versione degli ultracorpi siegeliani dove sono i doppioni a conservare ancora il sogno, la preoccupazione per la giustizia, mentre i borghesi, come intontiti dalle proprie possibilità, sono chiusi in un egoismo che gli impedisce di agire in modo coordinato e alla fine, giustamente, li condanna.
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A scanso di equivoci, intanto bisogna dire che non ci troviamo di fronte a un horror. Dell'horror mancano il coraggio e la radicalità in termini di cattiveria e sfrontatezza. Immagino sia per la fascia di pubblico a cui si rivolge. Ma le ambizioni autoriali cozzano con la volontà di rimanere mainstream, e il livello ironico-parodistico che tanto funzionava in Get Out qui stona, trasforma la pellicola [...] Vai alla recensione »
Questa pellicola del regista Jordan Peele è un horror che si basa su un tipo di argomentazione diversa e assolutamente orginale rispetto ai classici temi su cui si sono sviluppati tantissimi film del passato relativi a questo genere cinematografico. Questa volta, infatti, l'effetto che determina le nostre paure più profonde non scaturisce dalle solite case infestate da fantasmi, da [...] Vai alla recensione »
Dati i commenti superlativi che pubblico e critica hanno dato al film, sembra quasi impossibile schierarsi dall'altra parte della trincea, ma io ci provo. Premetto che anche la prima opera di Jordan Peele mi lasciò perplesso, quanto meno per il fatto che decisi di vederla dopo la vittoria dell'oscar alla migliore sceneggiatura originale: «però, un film horror premiato con la concorrenza di "tre manifesti [...] Vai alla recensione »
"Noi" è uno spaccato sulla paranoia che aleggia ed in maniera assai decisa negli USA di Trump, realmente e radicalmente divisi. E quale migliore parabola se non quella che ci ricorda che il primo, vero nemico, il peggiore di tutti, siamo noi stessi. Ma il processo qui è molto raffinato, più bilanciato, capace di evocare senza però imporre una visione univoca [...] Vai alla recensione »
Ho recuperato questa pellicola in seguito alle bellissime recensioni da 4 stelle messe in bella luce su queste pagine. Mi sono quasi sentito offeso dopo aver visto questo film mediocre e banale e anche raccontato e scritto davvero male. I gusti personali vanno rispettati tutti, tuttavia la recensione di un portale punto diriferimento del settore come questo, deve (o dovrebbe) tener conto oggettivamente [...] Vai alla recensione »
Al secondo film,Peele(sceneggiatore e sempre co-produttore con la Blumhouse)amplia il discorso iniziato con "Scappa".In questo caso a dispetto dell'inizio ambientato nell'86 dell'"Hands Across America"(che si rivelerà decisivo nello svolgimento)non è più una questione razziale o classista(i protagonisti sono benestanti e i "cattivi" sono [...] Vai alla recensione »
Spesso il genere Horror è stato utilizzato per trattare tematiche sociali in modo diverso e originale. Non patetico o scontato.Dopo Get out, Jordan Peele ci riprova. Spingendo maggiormente su questo genere abbinandolo al Thriller psicologico e lasciando meno spazio all'ironia. Il messaggio è però sempre lo stesso: la vita ovattata, normale e ben inserita nel consumismo moderno, fa da tappeto sotto [...] Vai alla recensione »
Vero"monumento al doppio, al "DOppelga"nger", in questo"Us"di Jordan Peele, 2019). C'è , appunto, il tema ossessivo e ossessionante del"Doppelgaenger", del"doble", in questo film), a iniziare da una vicenda di trent'anni prima, dove la madre, ancora giovane, di familgia, a suo tempo brava danzatrice, si tritrova ributtata, dopo che il [...] Vai alla recensione »
La vancanza estiva nella casa di villeggiatura è l'occasione per Adelaide di rilassarsi insieme al marito e ai due figli, ma anche quella per il riaffiorare di un oscuro e mai risolto trauma d'infanzia subito all'interno della 'camera degli specchi' di un luna park sulla spiaggia. Quando delle figure minacciose si presentano di fronte al vialetto d'ingresso della loro abitazione, i fantasmi del passato [...] Vai alla recensione »
Jordan Peele, dopo Scappa - Get Out, ci ripropone con Noi di nuovo una forma di realtà distopica, e anche questa volta utilizza una trama, intrisa di humor nero, da horror fantascientifico, con un inizio che ricorda scenograficamente Stephen King, per comunicare altro, forse un messaggio non tanto criptico di critica sociale, una denuncia della condizione dei neri [...] Vai alla recensione »
Film molto interessante, brillante vivo, fresco e molto intelligente. Siamo veramente noi, gli uomini, che si specchiano e vedeno se stessi sotto la luce oscura della pazzia e della anormalità. Un film da vedere con leggerezza ed ironia ma importante per la solidità generale. Un film a mio parere di confine anche con lo spirito immaginifico della fantascienza [...] Vai alla recensione »
Noi. "US", come nelle mostrine dei militari. Richiesto che ci facessero a circolare in un'atmosfera di terrore quei conigli, bestie notoriamente pavide, il Nostro ha risposto che lo hanno ispirato le lunghe orecchie a forma di forbici. D'ora in poi gli horror lasciamoli fare ai comici. Occorrono leggerezza di spirito e ironia nel dna per accedere alle metafore dell'angoscia, [...] Vai alla recensione »
"Noi" andrebbe visto,ma anche rivisto. Si presta a più letture,anche personalizzabili. La grande metafora è lì,specchio pronto a riflettere il mostro che abita in tutti noi. Davvero originale,interessante,persino educativo. Volendo evidenziarne i difetti,e qulcuno si coglie,da spettatore europeo ho provato un po' fastidio ad ascoltare dialoghi e battute talvolta stupidi,qu [...] Vai alla recensione »
Dopo un inizio interessante, il film sbraga in una sarabanda di ideuzze che vorrebbero sembrare geniali ed invece sono solo dei post it appiccicati in fase di sceneggiatura. L'unico mistero è la morbidezza della critica verso un prodotto che, firmato da un altro regista, sarebbe stato massacrato. Evidentemente a Peele il bluff funziona.
Film di una noia mortale e quando un film è noioso non ci sono pregi che tengano. Per essere un horror non fa paura. Per essere un thriller non ha tensione. Per essere un film di fantascienza fa acqua da tutte le parti. Tutta questa "originalità" di cui molti critici hanno scritto io non l'ho vista da nessuna parte. Se proprio volete andarlo a vedere al cinema buttate direttament [...] Vai alla recensione »
L'horror è, forse, il genere più complicato da affrontare e la penuria di esempi importanti degli ultimi anni ne è, infatti, una prova. Questo non fa eccezione. Nelle ultime scene, l'importante esplicazione dei motivi delle azioni terrificanti data dall'alter ego della protagonista è resa nulla, pochi minuti dopo, dal colpo di scena finale.
Un penoso canovaccio in questo pseudo thriller-horror basato su una storia ridicola nei contenuti oltre che nella recitazione dei personaggi. Quasi due ore dedicate a riprerse lente e prive di interesse tanto da non vedere l'ora di andare via per la "stanchezza" visiva che ne deriva.
Il film è davvero brutto. Fotografia 2 è adatta ad un telefilm scadente. Sceneggiatura 0 fa acqua da tutte le parti pensabili, anche se si prendesse in considerazione la spiegazione che sia una trama molto simbolica e concettuale.Recitazione degli attori 3 non commentabileRegia 0 tempi completamente sbagliati.questo film è davvero tempo perso della propria vita.
Non fa ridere. Non fa paura. Non fa riflettere. Non fa emozionare. Non fa pensare. è un'accozzaglia mal riuscita di riferimenti cinematografici casuali, di moralismo di quart'ordine, di dialoghi estenuanti nella loro lentezza e di un finale prevedibile fin dalla prima scena.
Dopo le critiche buone qui e altrove mi aspettavo qc di piu' profondo (p.e. un messaggio chiaro che ti fa pensare) e meno splatter. Volevo uscire gia' durante l'intervallo, ma sono rimasto per uscire alla fine comunque insoddisfatto e deluso: direi che e' un B-Movie con tante scene e momenti gia' viste, troppo gonfiato e troppo lungo e con un messaggio confuso.
Dopo trenta estenuanti minuti dedicati alla descrizione sociale dei personaggi arrivano quindici minuti di risveglio della tensione e di coinvolgimento in coincidenza della comparsa delle famiglia "doppia". Di lì in poi, per tutta la eccessiva lunghezza del film si procede a randellate in testa ed a pugnalate nello stomaco e di mostruoso resta solo la noia.
Senza trama, privo di vera interpretazione, misero nella sceneggiatura. Un vuoto assoluto.
Un film in cui perdino l'orrore è banale. Un qualunque film sugli zombie sarebbe stato più convincente. La vita è fuori dal cinema che lo proietta. Tempo sprecato!
"Noi" è probabilmente il film più brutto che abbia mai visto. Noioso, lentissimo, adrenalina e ansia zero, prevedibile, a tratti ridicolo, con una recitazione monocorde e assolutamente non coinvolgente. Ho resistito fino alla fine solo perchè avendo letto qualche recensione ho sperato fino all'ultimo in qualcosa di buono, un guizzo. Invano
Internet non è solo fucina di balletti idioti o haters o chat o rapper bambini improvvisati, ma è INFORMAZIONE più di qualsiasi altra cosa, per questo provo tenerezza verso chi ha espresso giudizi negativi per troppa fretta e che non si è preso la briga di informarsi anche solo su Wikipedia, perché l'ignoranza cinematografica é perdonabile, mentre la superbia [...] Vai alla recensione »
Un trauma infantile ha da sempre accompagnato la vita di Adelaide, quando nel 1986,in vacanza a Santa Cruz, entrando nel gioco degli specchi, vide la sua stessa figura in carne ed ossa. A distanza di 30 anni, Adelaide si è fatta una famiglia, ed è pronta a passare l'ennesima vacanza estiva, ritornando sul famoso luogo dello strano incidente, riaccendendo vecchi ricordi, e scaturendo [...] Vai alla recensione »
Ciao ragazzi, da piccolo (ho 22 anni) ho visto un film il quale non ricordo più il nome: il film parla di una coppia, lei di colore e lui bianco che vanno a vivere in una nuova casa (con piscina mi pare) il loro vicino di casa è un uomo di colore che MI PARE facesse il poliziotto di lavoro all'inizio tutto bene, ma questo vicino di colore non sopporta l'idea che un uomo bianco [...] Vai alla recensione »
Ciao cerco un film in cui uno ruba lingotti d'oro poi li nasconde in una terra seppelliti e va in prigione e poi deve evadere e uno con il melone grasso lo aiuta....Questo ricordo...Grazie
Blumhouse production, una delle poche case di produzione che si sta imponendo nell' immaginario collettivo, grazie a film dal forte impatto emotivo, con l horror nuovamente indirizzato ad un ruolo politico, si potrebbe ricordare che "il privato è politico", specie nei soggetti che Jordan Peele traduce in immagini.Gioco di specchi di struggente contemporaneità che lascia ampi margini interpretativi [...] Vai alla recensione »
Tutte le recensioni che ho letto finora dicono, giustamente, che vi sono metafore sociali e politiche, ma nessuno le spiega. Ma le avete capite? Io solo molto molto vagamente
Salve, sono nuovo nel forum piacere. Mi sono iscritto, perchè da un po' di tempo sto cercando un film di cui però non so il nome, il regista e gli attori. L'unica cosa che ricordo è una scena in particolare: c'è questo uomo seduto in chiesa che sembra in attesa ma all'improvviso una persona si siede dietro di lui e lo minaccia, puntandogli una pistola alla [...] Vai alla recensione »
Confesso che io (ma non sarò il solo) dopo la visione del film avevo capito la metà. Le certezze sono che il secondo film di Peele, 40 anni, ex comico, dopo "Get out" (Scappa!) lo conferma come un autore formidabile. Perché sa girare e tiene tutto sotto controllo, dalla musica alla recitazione, alle citazioni, alla fotografia.
Vi ricordate i fasti del miglior Night Shyamalan nel film "Il sesto senso?". Bene: qui capita più o meno la stessa cosa, solo con l'aggiunta di un piccolo particolare: non è il film di esordio ma il secondo film di Jordan Peele, cosa piuttosto rara nella storia del cinema. Oltretutto il paragone con Shyamalan non è certo fatto a caso, giacché le strizzatine [...] Vai alla recensione »
Certamente vi sono elementi di satira che in Italia sfuggono: nel 1986 oltre 6 milioni di americani si posero in catena da una costa all’altra per raccogliere milioni in beneficenza, e questi replicanti in tunica rossa, messi in fila nella panoramica finale, appunto sono detti i “tethered” / incatenati, ma hanno massacrato ciascuno il proprio originale, come ad affermare che ciascuno, buono o cattivo [...] Vai alla recensione »
La strada per l'inferno è lastricata di buoni intenti così come la strada che conduce una famiglia in "vacanza" che si ritroverà ad ingaggiare una vera e propria lotta contro.. i loro demoni. Che dire o non dire? A questo giro di giostra Peele mette da parte l'ironia sporadica che fu un arma a doppio taglio del precedente film anch'esso degno di nota e.
Peeble costruisce un gran bel horror...la storia molto bella ricca di significati che si snoda in una tensione ben articolata in colpi di scena,.Grande sceneggiatura e regia,dove si muove Nyong'O Lupita da Oscar. Non per tutti i palati ma un gran film....Assolutamente consiglio..ma perchè le sale a Roma lo proiettano solo alle 23....Una distribuzione di questo film da scemi....
Una famiglia decide di trascorrere una giornata di relax al mare, di rientro si ritroverà ad affrontare una famiglia di psicopatici di rientro da.... qualche altro luogo. A questo giro di giostra Jordan Peele mette da parte l'ironia (qui moltosporadica,), che fu arma a doppio taglio del precedente film creando una pellicola "fresca" e originale (pur attingendo da [...] Vai alla recensione »
inizio col dire che la prima parte é stata una bomba, suspense perfetta. Intendo fino all'apparizione della famiglia "ombra" (non so come erano definiti col doppiaggio italiano) e qui, intrigata, mi sono detta: "Bene... E ora come proseguirá?" Il film é stato basato troppo sulla fuga dei protagonisti, troppo poco sullo spiegare chi erano [...] Vai alla recensione »
Non mi è sembrato geniale come la recensione letta induce a pensare. Guadagna molto nella versione originale. Il doppiaggio penalizza molto i dialoghi ironici. Interessante ma non illuminante,
Per chi pensa che faccia paura se lo veda.in streaming.davvero.Non fa per niente paura. È un.horror solo perché ci sono delle uccisioni ma fatte in.modo divertente. La trama è buona da capire.
etichettarlo o farlo passare come un film horror sarebbe superficiale.questo film è molto più difficile e complesso di get out,è un film importante che parlà delle diversità,non ci sono esseri umani di serie b siamo tutti uguali ,ottimi i tempi narrativi nonostante 2 ore di film, strepitosa la recitazione (gli sguardi della bambina sono fantastici).
Giù nella tana del coniglio e poi all'inferno. Quando la piccola Adelaide (Madison Curry), durante una serata al luna park allestito sulla spiaggia di Santa Cruz, si allontana dai genitori, attratta dall'oscuro antro di una spettrale casa degli specchi, si imbatte in una bambina identica a lei. Con un primo piano che raggela il sangue, Jordan Peele mostra il terrore sul volto della piccola e la narrazione [...] Vai alla recensione »
Con buona pace di quanti ritengono i film dichiaratamente di genere meri lavori commerciali, li smentisce per la seconda volta (dopo l'esordio con Scappa - Get Out, Oscar per la migliora sceneggiatura originale) Jordan Peele con Noi, di cui è regista, sceneggiatore e coproduttore). Peele, afroamericano, noto come attore comico e coproduttore di BlacKKKlansman di Spike Lee - usa i canoni dell'horror, [...] Vai alla recensione »
1986, Stati Uniti: un'iniziativa popolare benefica dal titolo Hands Across America coinvolge circa 6,5 milioni di persone, che per quindici minuti, mano nella mano, formano una catena umana lungo un percorso attraverso tutta la Nazione. Molti partecipanti donano dieci dollari per prenotare il loro posto in fila; il ricavato viene devoluto agli enti di beneficenza locali per combattere lo stato di assoluta [...] Vai alla recensione »
L'apparente contraddizione insita nel fatto che un ex comico come Jordan Peele sia oggi uno dei nomi più quotati nel campo dell'horror può cogliere di sorpresa solo chi non ha capito come proprio gli stand-up comedians e gli onscreen performer rappresentino la novità più dirompente del cinema americano contemporaneo (si pensi anche a Adam McKay, solo per citare un altro nome).
Opera seconda (dopo il premiatissimo Get Out) di Jordan Peele, sceneggiatore e regista newyorkese, Noi è un horror sul tema del ritorno del rimosso, della coazione a ripetere. Nell'antefatto datato al 1986, e ambientato in una cittadina californiana, padre e madre neri stanno trascorrendo una serata al Luna Park quando la loro figlia Adelaide si allontana, e s'inoltra nella casa degli specchi.
I sosia esistono. E ci odiano tutti. È questo che traspare in modo evidente da "Noi", horror sociopolitico diretto da Jordan Peele, al suo secondo film dopo "Scappa - Get out". Ambientato tra il 1986 e i giorni nostri, lungo la costa della California, il film ha come protagonista Lupita Nyong'o, nel ruolo di Adelaide, una donna che torna nella casa d'infanzia al mare con il marito Gabe e i due figli [...] Vai alla recensione »
Dopo l'acclamato "Get Out", Jordan Peele torna con un secondo horror e dimostra quanto il successo del film d'esordio non sia stato casuale. Molto più serrato della pellicola precedente, "Noi" (titolo originale "Us", non a caso come la sigla di United States), è un'opera ipertestuale che appare allo stesso tempo elegante e brutale. California. I coniugi Wilson, Gabe (Winston Duke) e Adelaide (Lupita [...] Vai alla recensione »
Pure gli Oscar hanno vinto il disprezzo per l'horror, premiando l'anno scorso la sceneggiatura di Jordan Peele per "Get Out Scappa". Il film era in effetti astutissimo, spaventoso, spietato verso i bianchi "vogliosi di votare per Barack Obama una terza volta, se avessero potuto". Neanche cinque milioni di dollari spesi, oltre 250 milioni incassati nel mondo: la condizione ideale per un regista che [...] Vai alla recensione »
La sequenza di apertura di Us è un virtuosismo horror perfettamente confezionato. Mentre è in un parco di divertimenti in riva al mare, una bambina si allontana dai genitori e finisce in una casa spaventosa. Si potrebbe pensare che dopo il successo di Get out, Jordan Peele si sia rilassato, lasciando da parte la satira sociale per abbracciare il genere, ma non è così.
Già il titolo è da Oscar: US, sovrano di tutte le sintesi, che sta per "noi" e per United States, il luogo dove l'ignoto, il "diverso" equivale a crisi di panico. Jordan Peele, l'esordiente dell'esilarante Scappa - Get out (già un cult), l'ha scelto per siglare il suo secondo lungo, un nuovo horror squisitamente politico a tratti ancor più folgorante del primo.
Dal "ka" egizio alle paranoie terroristiche di Trump, le paure primordiali hanno sempre la stessa faccia: la nostra. Ma volumi di filosofia e psicologia sembrano non bastare a ricordarci che il socratico "conosci te stesso" inevitabilmente lì va a sbattere, contro il peggiore dei nemici. E l'oracolo di Delfi, come lo specchio di casa, difficilmente dicono bugie.
È spaventoso da morire, tanto per cominciare. Ma Noi, il nuovo ipnotizzante rompicapo dello scrittore-regista-produttore Jordan Peele, si porta dietro il peso di parecchie aspettative. Scappa - Get Out, lo straordinario debutto di Peele dal 2017, è una satira brillante e caustica sulla percezione della razza in America, con cui Peele ha vinto un Oscar come miglior sceneggiatura originale (è il primo [...] Vai alla recensione »
Proveniente dalla tv, Jordan Peele, nato a New York da padre di colore e madre bianca, è entrato di prepotenza nell'immaginario del pubblico e della critica con Scappa - Get out, thriller a sfondo politico che (cosa singolare per il genere) è stato nominato ai maggiori Oscar del 2018 vincendo quello per la miglior sceneggiatura originale. Chi fa un exploit di tale portata al primo film, poi è atteso [...] Vai alla recensione »
Nel 1986, aggirandosi in un Luna Park di Vera Cruz, la piccola Adelaide entra come in stato di trance in un padiglione di specchi dove intravede terrorizzata un'altra se stessa. Taglio all'oggi, con Adelaide adulta (l'ottima Lupita Nyong' o) che approdata per una vacanza con la famigliola in quel lido dell'infanzia subito avverte un'inquietante sensazione di nubi scure in arrivo.
Il 25 maggio del 1986 6,5 milioni di americani formarono una catena umana tenendosi per mano. La manifestazione coinvolse diverse città, in un tracciato ideale che collegava le due coste: da Santa Monica a New York City. Lo scopo dell'evento era solidarizzare con gli affamati e i senza tetto. Erano gli anni del presidente Reagan, quelli dei tagli alle istituzioni pubbliche e assistenziali.
Nel 1986 oltre sei milioni di americani si tennero per mano in un'iniziativa di beneficienza chiamata "Hands Across America". E fecero cospicue donazioni per lottare contro la fame nel mondo e le diseguaglianze. Nella prima scena di Noi, secondo film del regista nero Jordan Peele dopo l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale conquistato nel 2017 grazie a Scappa - Get Out, vediamo in tv lo spot [...] Vai alla recensione »
Cosa vi spaventa di più in assoluto? A terrorizzare di più Jordan Peele, il regista rivelazione di Scappa - Get out (2017), vincitore dell'Oscar alla sceneggiatura, è l'idea di vedere il suo alter-ego. "Forse perché nessuno vuole mettersi a confronto con le proprie colpe, con le proprie responsabilità, con i propri demoni", ha detto. Da questa riflessione è nato il suo nuovo horror psicologico, Noi [...] Vai alla recensione »
Non c'è dubbio che Noi sia un film politico, come più o meno chiunque ha detto e scritto a proposito del secondo film di Jordan Peele. Non c'è dubbio, perché il film stesso lo dice chiaramente a ogni passaggio, senza paura di passare per ridondante o puntiglioso. Anche Get Out - Scappa lo era, e anche in quel caso in modo manifesto; siccome però all'epoca pochi o nessuno si aspettavano da Jordan Peele [...] Vai alla recensione »
C'è genere e genere. E nel genere, è noto, la libertà non è un ospite inatteso e tollerato, ma un'istituzione da riconoscere e a cui si deve rispetto. Poi c'è l'autore, che nel genere entra a gamba tesa o, nei casi migliori, il genere lo fa suo in modo trasparente, nel tempo, con il tempo. Infine c'è la critica, che nel genere sembra sempre alla ricerca della stessa cosa, da anni e anni, da decenni, [...] Vai alla recensione »
1986. Sul piccolo schermo passa lo spot-propaganda di "Hands Across America", finito il quale scorgiamo il (primo) riflesso della piccola Adelaide. La stessa sera, al Luna Park della spiaggia di Santa Cruz, la bambina sfugge al controllo dei genitori, entra nella casa degli specchi ("trova la visione"...) e si imbatte in un'altra da sé, che la attende di nuca.
Noi è la traduzione letterale dell'originale Us, e pure al contempo ne disperde gran parte del potenziale. Us è "noi", ma funge anche inevitabilmente da acronimo di United States, vale a dire gli Stati Uniti. Non ha timori il quarantenne Jordan Peele a prendere di petto questioni sociali tra le più rilevanti per utilizzarle a mo' di grimaldello e scassinare il marchingegno infernale del cinema di genere, [...] Vai alla recensione »
Due anni fa la sua opera prima, "Scappa-Get out", gli dette immediata fama mondiale e non pochi scorsero in lui un nuovo cantore di una rappresentazione politica ed economica, dove diversità di classe e razza definivano, in chiave thriller con sfumature horror, le attuali criticità sociali negli Stati Uniti (non a caso il titolo originale "Us" si legge anche come "United States") e di conseguenza nel [...] Vai alla recensione »