Noi |
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Un film di Jordan Peele.
Con Lupita Nyong'o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker.
continua»
Titolo originale Us.
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2019.
- Universal Pictures
uscita giovedì 4 aprile 2019.
- VM 14 -
MYMONETRO
Noi
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un grosso punto interrogativodi giangixzFeedback: 217 | altri commenti e recensioni di giangixz |
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domenica 14 aprile 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A scanso di equivoci, intanto bisogna dire che non ci troviamo di fronte a un horror. Dell'horror mancano il coraggio e la radicalità in termini di cattiveria e sfrontatezza. Immagino sia per la fascia di pubblico a cui si rivolge. Ma le ambizioni autoriali cozzano con la volontà di rimanere mainstream, e il livello ironico-parodistico che tanto funzionava in Get Out qui stona, trasforma la pellicola in un ibrido mal riuscito, nel quale i mancati affondi di coltello non permettono mai di scalfire la superficie. Ed è impossibile non usare i migliori home invasion come pietre di paragone. Gli esempi sono numerosi, ma mi viene da citare su tutti Funny Games e A L'Interieur, pensando alla radicalità dell'impianto e alla fondamentale cattiveria degli invasori che non ha soluzione di continuità e che non lascia scampo. Qui gli invasori si trasformano presto in macchiette che vogliono e non vogliono, che desiderano uccidere ma non sono mai abbastanza efficaci, che sono spietati ma un po' così, per gioco. E va bene, la famiglia doveva salvarsi per salvaguardare la metafora, ma potevano essere utilizzati stratagemmi narrativi più efficaci, e si poteva affondare molto più di così in termini di cattiveria e di crudezza del sentimento (anche da parte dei protagonisti). Peraltro molte uccisioni avvengono fra parentesi, del tutto fuori campo o in secondo piano e sfocate. E non che si debbano per forza usare ettolitri di sangue per essere spietati, ma la sensazione generale è che il regista abbia voluto ammorbidire la messinscena per renderla appetibile a quanti più palati possibile, e questo a parer mio cozza con le sue ambizioni autoriali. Andando oltre, credo che Scappa - Get Out funzionasse perché la metafora era funzionale alla trama. L'impressione qui invece è che la metafora sociale (nemmeno banale) si faccia troppo invadente rispetto alla trama, fino a soffocarla e cannibalizzarla. In più la metafora non è usata dal regista come pretesto per costruire un film efficace, invece è da lui così pedissequamente seguita da trasformare il film in una sorta di pamphlet didascalico. Non si può pensare che un film di genere (e sottolineo film di genere) possa essere importante solo per il messaggio che veicola. Un film di genere, come questo vuole essere, deve poter essere goduto di per sé, in seconda battuta far riflettere. In questo caso mi pare che la ricerca di una riflessione sia anteposta alla costruzione filmica, col risultato che si rischia di rimanere confusi a fine visione, e di non capire se il film non ci è entrato dentro per un nostro difetto o per un difetto del film stesso. Non che non ci siano buone cose, il regista non fa certo difetto di inventiva e di talento visionario, e qua e là affiorano piccole sequenze memorabili: la sigla con le gabbie dei conigli, lo smarrimento della bambina nel labirinto di specchi, il viaggio in auto della famiglia verso il mare, il "ritratto di famiglia" dei doppi di fronte al focolare, la discesa nel sottosuolo, e sicuramente altro. Quindi l'interrogativo finale che mi viene da pormi è: Peele è tanto bravo da essere "oltre" e sono io che (ancora) non ci sono arrivato e non l'ho capito fino in fondo, oppure è fin troppo sicuro di sé e delle proprie capacità autoriali (peraltro notevoli) da aver compiuto un mezzo passo falso dopo l'azzeccatissimo Get Out? Possiamo proseguire col ragionamento immaginando che forse i dubbi ce li toglierà il suo prossimo film, ma è sempre un forse, per cui ce ne rimaniamo in speranzosa attesa.
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