alexei
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mercoledì 22 marzo 2023
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pessimo
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"Noi" è probabilmente il film più brutto che abbia mai visto. Noioso, lentissimo, adrenalina e ansia zero, prevedibile, a tratti ridicolo, con una recitazione monocorde e assolutamente non coinvolgente. Ho resistito fino alla fine solo perchè avendo letto qualche recensione ho sperato fino all'ultimo in qualcosa di buono, un guizzo. Invano
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mondolucio
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sabato 30 luglio 2022
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allora c''è speranza per il cinema
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Internet non è solo fucina di balletti idioti o haters o chat o rapper bambini improvvisati, ma è INFORMAZIONE più di qualsiasi altra cosa, per questo provo tenerezza verso chi ha espresso giudizi negativi per troppa fretta e che non si è preso la briga di informarsi anche solo su Wikipedia, perché l'ignoranza cinematografica é perdonabile, mentre la superbia NO.
Detto questo, non trovo altro termine più adatto di GENIALE.
Come ogni film del mitico Peele, qui si segue una linea semplice che però trae ispirazione da avvenimenti "sommamente sconcertanti" e, sopratutto, VERI:
1) Nel 1986 si provò a lanciare la HAA (Hand Across America), ossia una enorme catena umana di beneficenza costata 10 dollari a partecipante, ma che fu un insuccesso mostruoso.
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Internet non è solo fucina di balletti idioti o haters o chat o rapper bambini improvvisati, ma è INFORMAZIONE più di qualsiasi altra cosa, per questo provo tenerezza verso chi ha espresso giudizi negativi per troppa fretta e che non si è preso la briga di informarsi anche solo su Wikipedia, perché l'ignoranza cinematografica é perdonabile, mentre la superbia NO.
Detto questo, non trovo altro termine più adatto di GENIALE.
Come ogni film del mitico Peele, qui si segue una linea semplice che però trae ispirazione da avvenimenti "sommamente sconcertanti" e, sopratutto, VERI:
1) Nel 1986 si provò a lanciare la HAA (Hand Across America), ossia una enorme catena umana di beneficenza costata 10 dollari a partecipante, ma che fu un insuccesso mostruoso.
2) Esiste un'isola nel Giappone, Okonushima, dove eseguivano test di Iprite e altri gas velenosi che ora è totalmente disabitata (tranne il museo dei gas velenosi), ma che è interamente abitato da conigli (cavie o inseriti da alcuni studenti giapponesi come protesta).
Ecco, con questi due spunti si è creata una linea semplice (cloni, esperimenti, sopravvivenza) che evolve in qualcosa di più "impegnato" soprattutto politicamente parlando (rovesciamento della realtà, anti populismi, rivoluzioni, altre facce della democrazia) dove vittime incolpevoli riescono dove si fallisce e che vogliono occupare il posto di supremazia che spetta al più forte. I conigli, oltre che rafforzare il concetto di cavia ed essere il nutrimento di questi dopelangher, rappresentano il Bianconiglio di Alice che ti porta nel "paese delle meraviglie", rimasto "stabile" sino a quel fatidico esito finale che lo ha reso instabile.
I riferimenti sono multipli, è un film da studiare e studiare, livello tecnico altissimo, interpretato magistralmente, e che si colloca di diritto nel olimpo dei film horror.
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dandy
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venerdì 29 gennaio 2021
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incatenati
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Al secondo film,Peele(sceneggiatore e sempre co-produttore con la Blumhouse)amplia il discorso iniziato con "Scappa".In questo caso a dispetto dell'inizio ambientato nell'86 dell'"Hands Across America"(che si rivelerà decisivo nello svolgimento)non è più una questione razziale o classista(i protagonisti sono benestanti e i "cattivi" sono sia neri che bianchi)ma di un'intera popolazione chiamata a fare i conti con gli orrori di un passato segreto,e dei quali la protagonista si è resa involontariamente detonatrice.Se il cast è sempre ottimo e l'inquetudine non manca(anche qui senza quasi ricorrere a sangue o effettacci)i clichè sono più presenti e andando verso la conclusione non tutti i nodi vengono al pettine(le allusioni religiose e l'uso ricorrente del numero 11:11,che allude al versetto di Geremia).
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Al secondo film,Peele(sceneggiatore e sempre co-produttore con la Blumhouse)amplia il discorso iniziato con "Scappa".In questo caso a dispetto dell'inizio ambientato nell'86 dell'"Hands Across America"(che si rivelerà decisivo nello svolgimento)non è più una questione razziale o classista(i protagonisti sono benestanti e i "cattivi" sono sia neri che bianchi)ma di un'intera popolazione chiamata a fare i conti con gli orrori di un passato segreto,e dei quali la protagonista si è resa involontariamente detonatrice.Se il cast è sempre ottimo e l'inquetudine non manca(anche qui senza quasi ricorrere a sangue o effettacci)i clichè sono più presenti e andando verso la conclusione non tutti i nodi vengono al pettine(le allusioni religiose e l'uso ricorrente del numero 11:11,che allude al versetto di Geremia).Ma il regista dimostra nuovamente il proprio talento rinnovando il tema del doppio e della fine del mondo,e riesce ancora a non essere scontato affrontando temi come il soggiogamento dei più deboli e l'emarginazione degli "imperfetti".Il colpo di scena finale sorprende davvero,ed è suggestiva l'ultima immagine con la catena umana.Il regista afferma di essersi ispirato a un episodio di "Ai confini della realtà" ma l'insieme nel suo pessimismo totale sembra anche memore dei migliori film di John Carpenter("Il seme della follia" in primis).Sempre belle le musiche di Michael Abels.Anche qui gran seccusso di pubblico e critica.
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martedì 12 gennaio 2021
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ma lei per caso ha bevuto prima di fare questa recensione?
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Non se ne può più, francamente, di letture politically correct e sessantottine di film che non hanno nulla a che vedere con la lotta di classe marxista o con il razzismo. Get out, dello stesso regista, era un film improntato sul razzismo in America, ma come si fa a dire la stessa cosa di questo Us? Il regista qui ha cambiato registro. Cosa c’entrano in questo film le discriminazioni razziali o in base alla ricchezza??! La famiglia di colore mostrata è di classe media e non è discriminata da nessuno (forzoso anche notare che i loro amici bianchi abbiano una casa più hi-tech). I cloni del sottosuolo hanno la loro rivalsa sui loro doppi terreni, che non sono certo tutti borghesi, come da lei definiti facendo di tutta l’erba un fascio (nel film vengono mostrati anche senzatetto trucidati dal loro clone- sa com’è, l’umanità è varia).
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Non se ne può più, francamente, di letture politically correct e sessantottine di film che non hanno nulla a che vedere con la lotta di classe marxista o con il razzismo. Get out, dello stesso regista, era un film improntato sul razzismo in America, ma come si fa a dire la stessa cosa di questo Us? Il regista qui ha cambiato registro. Cosa c’entrano in questo film le discriminazioni razziali o in base alla ricchezza??! La famiglia di colore mostrata è di classe media e non è discriminata da nessuno (forzoso anche notare che i loro amici bianchi abbiano una casa più hi-tech). I cloni del sottosuolo hanno la loro rivalsa sui loro doppi terreni, che non sono certo tutti borghesi, come da lei definiti facendo di tutta l’erba un fascio (nel film vengono mostrati anche senzatetto trucidati dal loro clone- sa com’è, l’umanità è varia). Non capisco, con tutto il rispetto, come si possa dare una lettura così falsata e parziale - ma anche fuori tema- di un film ben riuscito e sicuramente metaforico, ma non certo con gli intenti con cui viene da lei dipinto. Cordialmente.
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luca scialo
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domenica 29 novembre 2020
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un thriller-horror metafora della società consumistica
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Spesso il genere Horror è stato utilizzato per trattare tematiche sociali in modo diverso e originale. Non patetico o scontato. Dopo Get out, Jordan Peele ci riprova. Spingendo maggiormente su questo genere abbinandolo al Thriller psicologico e lasciando meno spazio all'ironia. Il messaggio è però sempre lo stesso: la vita ovattata, normale e ben inserita nel consumismo moderno, fa da tappeto sotto il quale viene depositata la polvere dell'indigenza e del malessere sociale in cui vivono milioni di persone. Gli invisibili e gli emarginati, trattati come fossero qualcosa di cui vergognarsi. Un altro Noi, col quale però potremmo prima o poi fare i conti. La pellicola vive di alti e bassi, quasi fosse un titolo in Borsa.
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Spesso il genere Horror è stato utilizzato per trattare tematiche sociali in modo diverso e originale. Non patetico o scontato. Dopo Get out, Jordan Peele ci riprova. Spingendo maggiormente su questo genere abbinandolo al Thriller psicologico e lasciando meno spazio all'ironia. Il messaggio è però sempre lo stesso: la vita ovattata, normale e ben inserita nel consumismo moderno, fa da tappeto sotto il quale viene depositata la polvere dell'indigenza e del malessere sociale in cui vivono milioni di persone. Gli invisibili e gli emarginati, trattati come fossero qualcosa di cui vergognarsi. Un altro Noi, col quale però potremmo prima o poi fare i conti. La pellicola vive di alti e bassi, quasi fosse un titolo in Borsa. Con ottime trovate che alternano cadute di stile e banalizzazioni. Il risultato finale risulta comunque un buon investimento di tempo. Un ulteriore spunto di riflessione.
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onufrio
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domenica 21 giugno 2020
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benvenuti tra noi
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Un trauma infantile ha da sempre accompagnato la vita di Adelaide, quando nel 1986,in vacanza a Santa Cruz, entrando nel gioco degli specchi, vide la sua stessa figura in carne ed ossa. A distanza di 30 anni, Adelaide si è fatta una famiglia, ed è pronta a passare l'ennesima vacanza estiva, ritornando sul famoso luogo dello strano incidente, riaccendendo vecchi ricordi, e scaturendo nuovi sviluppi. Horror abbastanza particolare che pecca in un un'analisi poco valida ed accurata del "sottomondo".
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mcgreygor
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giovedì 21 maggio 2020
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non ricordo titolo film
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Ciao ragazzi, da piccolo (ho 22 anni) ho visto un film il quale non ricordo più il nome:
il film parla di una coppia, lei di colore e lui bianco che vanno a vivere in una nuova casa (con piscina mi pare)
il loro vicino di casa è un uomo di colore che MI PARE facesse il poliziotto di lavoro
all'inizio tutto bene, ma questo vicino di colore non sopporta l'idea che un uomo bianco abbia sposato una donna di colore e quindi tenta di ucciderlo.
però non ricordo se ci riesce o meno (credo di si)
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manu00
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giovedì 23 aprile 2020
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aiuto cerco un film
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Ciao cerco un film in cui uno ruba lingotti d'oro poi li nasconde in una terra seppelliti e va in prigione e poi deve evadere e uno con il melone grasso lo aiuta....Questo ricordo...Grazie
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ninocos
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martedì 14 aprile 2020
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116 minuti della mia vita buttati nel cesso!!!
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Senza trama, privo di vera interpretazione, misero nella sceneggiatura. Un vuoto assoluto.
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(di alexei)
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wolvie
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venerdì 10 aprile 2020
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new black horror
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Blumhouse production, una delle poche case di produzione che si sta imponendo nell' immaginario collettivo, grazie a film dal forte impatto emotivo, con l horror nuovamente indirizzato ad un ruolo politico, si potrebbe ricordare che "il privato è politico", specie nei soggetti che Jordan Peele traduce in immagini. Gioco di specchi di struggente contemporaneità che lascia ampi margini interpretativi sulla coerenza del racconto (dubbi), racconto che invece, proprio nella sua narrazione favolistica, riesce a farci abbandonare il senso di disagio di fronte a qualche buco narrativo, il doppio è la' fuori, ci aspetta per fare i conti, per scindere con le forbici il filo che ci lega, si vuole riappropiare dell' anima che gli è stata negata.
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Blumhouse production, una delle poche case di produzione che si sta imponendo nell' immaginario collettivo, grazie a film dal forte impatto emotivo, con l horror nuovamente indirizzato ad un ruolo politico, si potrebbe ricordare che "il privato è politico", specie nei soggetti che Jordan Peele traduce in immagini. Gioco di specchi di struggente contemporaneità che lascia ampi margini interpretativi sulla coerenza del racconto (dubbi), racconto che invece, proprio nella sua narrazione favolistica, riesce a farci abbandonare il senso di disagio di fronte a qualche buco narrativo, il doppio è la' fuori, ci aspetta per fare i conti, per scindere con le forbici il filo che ci lega, si vuole riappropiare dell' anima che gli è stata negata. La strage della famiglia white class è esemplare, girata con maestria, trova nella brava Elisabeth Moss l interpre che solo con lo sguardo rende le emozioni del doppio davanti allo specchio con i cosmetici a disposizione. Forse il film non è perfetto, ma lo scetticismo si spegne di fronte all' originalità della messa in scena. Questa volta gli anticorpi siamo noi, ma ancora non lo sappiamo
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