Noi |
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Un film di Jordan Peele.
Con Lupita Nyong'o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker.
continua»
Titolo originale Us.
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2019.
- Universal Pictures
uscita giovedì 4 aprile 2019.
- VM 14 -
MYMONETRO
Noi
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La nuova paura dopo "Get out": i cattivi siamo noi
di Roberto Nepoti La Repubblica
Proveniente dalla tv, Jordan Peele, nato a New York da padre di colore e madre bianca, è entrato di prepotenza nell'immaginario del pubblico e della critica con Scappa - Get out, thriller a sfondo politico che (cosa singolare per il genere) è stato nominato ai maggiori Oscar del 2018 vincendo quello per la miglior sceneggiatura originale. Chi fa un exploit di tale portata al primo film, poi è atteso al varco sia dagli estimatori sia dai detrattori. Ebbene, la sua opera seconda da regista si è rivelata un completo successo: non solo lo scorso weekend Noi ha fatto il miglior boxoffice di sempre (70 milioni di dollari) negli Usa per un horror originale ma ha alzato addirittura la barra rispetto al precedente, del quale è ancor più padroneggiato e dosato, meglio montato e musicato. I Wilson, famiglia black borghese, vanno a villeggiare sulla costa californiana: padre superficiale, mamma traumatizzata da piccola, due bambini. Sarà una vacanza di paura, nel corso della quale incontreranno sé stessi. Dopo una giornata di spiaggia, i Wilson intravedono sul vialetto di casa una famigliola che è la loro fotocopia, ma ha intenzioni tutt'altro che amichevoli. Tra i temi portanti della psicanalisi (e poi del cinema), quello del Doppelgänger, il "doppio" malefico che minaccia gli umani, è uno dei più spaventosi. Sigmund Freud gli dedicò un intero libro, Il perturbante, definendolo come un sentimento di "infamiliarità del familiare": allorché la creatura più amata e innocente (un bambino, un parente) ti appare improvvisamente estranea e macabra, se non ostile e minacciosa. Adottando un soggetto che è una miniera per l'inconscio, Peele rende meno esplicita la nota politica di Get out, che era una parabola sul razzismo (e tuttavia il prologo, collocato nel 1986, rende esplicito l'inizio della divaricazione tra benestanti e dannati della terra) però prende di petto un tema universale, complesso da far tremare i polsi. Che cosa conosciamo davvero di chi ci è vicino? Qual è il confine tra amore e paura dell'altro? Il talento di Peele consiste nel far scivolare la situazione dal reale quotidiano al fantastico, caricando le scene di un senso di inquietudine crescente senza ricorrere - ecco il "perturbante" - a jumpscare (i "salti di paura") o altri trucchetti del genere. E, soprattutto, avendo ben cura di non fornire spiegazioni. Con lui, il riscatto del film di paura da genere minore è cosa fatta. E del resto, non era un horror anche Shining del maestro Kubrick, che Jordan sembra conoscere molto bene?
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