Il film traccia la vita di Giacomo Leopardi; dall'infanzia infelice a Recanati fino alla morte a Napoli.
Martone realizza un'impresa che potremmo definire storica; non era affatto facile rendere visivamente non solo la vita di Leopardi ma anche le sue opere principali. Questo è reso possibile dal fatto che i momenti in cui Leopardi recita parti o intere sue opere lo fa in momenti perfetti. Eccolo allora giovane stretto dentro Recanati che a suo dire lo sa solo apostrofare con nomignoli di scherno quali filosofo ad esempio. Il padre Monaldo gli mette a disposizione una biblioteca fantastica per i tempi sia per la quantità che per la qualità dei testi. Egli però vuole che tutti i suoi figli, e specialmente Giacomo, rimangano perennemente chiusi nella biblioteca marchigiana rifiutando qualsivoglia lusinga o rivoluzione. La madre è bigotta e distaccata e cura le finanze della famiglia e così per Giacomo saranno vere e proprie ancore di salvezza i suoi fratelli e in special modo Paolina. Leopardi riuscirà disperatamente a fuggire ma ovunque si trovi e sempre pieno di irrequietezza dovuta al rifiuto delle lusinghe dei letterati del tempo sulle "splendide sorti e progressive" dell'umanità. Purtroppo la sua salute debole non gli sarà d'aiuto specialmente nel rapporto con le donne mentre di grande aiuto sarà l'amicizia con Ranieri. E allora se nell'Ottocento era molto più facile rifugiarsi nella Provvidenza manzoniana, ecco che a noi abitanti del Novecento e Duemila suonano quasi profetiche le parole del poeta marchigiano. Chi non ha mai provato quel senso di smarrimento provato dal pastore errante? Chi non vorrebbe fare i conti con la "Natura matrigna" per chiedere spiegazioni dei tanti dolori e delle mille ingiustizie che attanagliano il mondo? Fra l'altro è meravigliosa la resa in immagini del dialogo principe delle Operette Morali ovvero quello tra la Natura e l'Islandese. Eppure, al contrario di quella che è ormai la vulgata scolastica e non solo, Leopardi era anche speranzoso e carico di voglia di vivere. Non per niente il suo testamento letterario che chiude il film è la Ginestra dove oltre alle consuete note dolorose sull'esistenza umana, Leopardi ci indica una via di salvezza e cioè quella di unirci tutti insieme per cercare almeno di contrastare la Natura. Elio Germano è perfetto nel dare vita ad un giovane favoloso e geniale che, come gran parte dei fenomeni, non venne particolarmente apprezzato dai suoi contemporanei ma da noi è considerato un pilastro della letteratura mondiale. Davvero un peccato che sia uscito da Venezia senza alcun riconoscimento; speriamo che la mancanza possa essere presto sanata in altri concorsi.
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