Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
continua»
Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Favoloso il giovane ma anche il filmdi jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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domenica 19 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Elio Germano riesce nel ruolo non facile del poeta Giacomo Leopardi negli anni che vanno dall'adolescenza a Recanati (l'infanzia ci viene mostrata in pochi attimi all'inizio e in rari flashback), la giovinezza con i primi successi (e insuccessi) letterari a Firenze e, infine, l'ultimo grande anelito di vita a Napoli con la declamazione dell'ultima grande poesia, "La Ginestra". Il film di Martone ha un tono e un ritmo molto teatrali e le sequenze della vita leopardiana sembrano proprio tre atti teatrali. Lo stile registico in compenso è molto postmoderno con alcune scene che assomigliano molto a dei "videoclip poetici", essenziali per dare corpo a ciò che di più astratto non può esserci cioè la poesia, soluzione che potrebbe fare scuola ed essere presa ad esempio per ulteriori lavori biopic come questo. Tutta la storia d'altronde è presa direttamente dagli scritti leopardiani e mescola continuamente finzione letteraria e realtà tanto che non è semplice capire il confine tra i due mondi. Da qui il titolo stesso dell'opera e il senso del Leopardi-pensiero che mescola le carte e fa della vita un immenso teatrino di cui farsi gioco ("non ero fatto per l'industria... ma per il sollazzo, il gioco"). Emblematica in questo senso anche la locandina del film che mostra il Germano-Leopardi con la testa capovolta creando così un senso di spaesamento nello spettatore già prima di vedere il film. Leopardi è "favoloso" in quanto sfuggente, dotato di una mente prodigiosa e di una profonda conoscenza dell'animo umano nonché di una grande ironia che il film mostra continuamente facendoci scoprire un lato del poeta non molto conosciuto così come la sua grande gioia di vivere, molto diversa dall'immaginario scolastico con cui siamo abituati a giudicare l'autore dell'"Infinito". è lui stesso a suggerirci di non giudicarlo dalle apparenze esteriori ma dal suo pensiero che non deriva necessariamente dalle sue condizioni fisiche. Se proprio dobbiamo trovare una pecca nel film potremmo dire che la divisione teatrale delle fasi della vita di Leopardi, operata da Martone, lascia talvolta da parte alcuni aspetti che potrebbero essere approfonditi meglio come il rapporto tra Leopardi e la madre, lasciata sullo sfondo rispetto al padre, mentre altre volta l'attenzione su aspetti non proprio rilevanti prevale sulla trama. ma a parte questi dettagli il film rimane anche l'affresco di un epoca evidenziata, in primo luogo, dai dialoghi che ricalcano il pensiero del tempo (non tanto diverso dal nostro) e la ricostruzione delle case, dei borghi, degli oggetti che fanno parte del mondo leopardiano. e, per ultimo, lo splendido paesaggio marchigiano dove possiamo anche noi vedere letteralmente la siepe "dove da tanta parte il guardo esclude", dovee "sedendo e mirando" possiamo contemplare "gli infiniti spazi e i sovrumani silenzi" e perderci naufragando dolcemente in questo mare.
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