Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
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Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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L'infinito Leopardi di Martone
di Cress95Feedback: 6405 | altri commenti e recensioni di Cress95 |
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giovedì 16 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Breve quanto fondamentale premessa: "Il giovane favoloso", ultima fatica del regista di "Noi credevamo" Mario Martone si presenta come un'opera più poetica che cinematografica, la quale non è, e non vuole essere, accessibile ai più.
La pellicola ripercorre la vita del "sommo poeta italiano" (con buona pace dell'Alighieri) dalla spensierata gioventù fino agli anni dello studio "matto e disperatissimo". In un così lineare contesto spiccano grandi nomi del calibro di Massimo Popolizio (Monaldo Leopardi, severo padre del poeta), Raffaella Giordano (nella parte di Adelaide Antici, l'inflessibile madre del poeta) e, ovviamente, del grande Elio Germano, la cui evocativa recitazione da nuova vita a Leopardi, attualizzandone il pensiero senza per ciò snaturarlo.
L'andamento del film rende lo spettatore partecipe in prima persona dell'angoscia e della cupa disperazione dell'anima del poeta, il cui estro è protagonista assoluto della pellicola. Nonostante siano numerosi, i momenti di stanca vengono messi in ombra dalla stupefacente attualità dei versi del poeta, che intervenendo quasi in modo salvifico, catturano lo spettatore in un magico giogo.
Forse un po' troppo repentini i tentativi di alternare il "Leopardi poeta" al "Leopardi uomo", mediante il susseguirsi di scene squisitamente poetiche ed erudite e di contesti più umani, diciamo di ricerca del bello: insomma un passaggio dall'"erudito al bello" (al quale segue un inevitabile cambiamento "dal bello al vero", saggiamente rappresentato dal regista nelle scene del finale declino fisico del poeta).
La colonna sonora, firmata Sascha Ring, fa il suo dovere nell'accompagnare l'andamento malinconico e quasi claustrofobico della vicenda, pur restando lontana, a mio avviso, dagli apici dell'eccellenza.
In conclusione "Il giovane favoloso" si presenta, agli occhi del sottoscritto, non certo come un capolavoro, ma sicuramente come la (attuale) migliore pellicola ispirata all'immortale poeta di Recanati: un film più onirico che materiale, più trascendente che immanente.
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