Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
continua»
Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
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Il giovane favoloso e i Leopardi
di ennasFeedback: 3051 | altri commenti e recensioni di ennas |
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martedì 28 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tre ragazzi, due maschi e una femmina, si rincorrono in un giardino: il più “grande” ha il capo cinto da un serto di alloro. La scena di apertura di “Il giovane favoloso” di Martone mi ricorda subito qualcosa. Quello splendido ragazzo biondo e snello l’ho già visto al cinema. E’ simile, direi uguale al giovane Tadzio, il bellissimo adolescente del film “La morte a Venezia” di Luchino Visconti.
E’ un omaggio del regista Martone ad un genio della vecchia guardia del cinema italiano? Oppure un richiamo simbolico e letterario : creatività-bellezza-poesia-amore-morte, temi di fondo anche per un’opera ambiziosa e impegnativa come questo “giovane favoloso”? Forse entrambe le cose o questa può essere soltanto una mia idea sulle suggestioni alla base del progetto del regista. Certamente io non mi aspettavo di vedere in questo film il “vero” Leopardi bensì un Leopardi immaginato e proposto da un regista di oggi. Che ha avuto certamente coraggio a maneggiare e proporre un personaggio complesso da far tremare anche maestri più navigati ed esperti di regia.
La prima parte del film ha quasi un ritmo documentaristico: l’infanzia e la giovinezza a Recanati, in un ambiente chiuso e repressivo ma anche aristocratico ed esclusivo.
Diversi elementi rendono efficace l’atmosfera del film: una sceneggiatura accurata (aver potuto girare in luoghi originari è fondamentale, casa Leopardi in primis) una fotografia molto bella e suggestiva, una buona colonna sonora, un’ottima prestazione degli attori, anche non protagonisti.
E’ nel proseguire del film che, a mio parere l’efficacia si inceppa : la regia e la prestazione pur lodevole di Elio Germano non riescono a fare del “giovane favoloso” un personaggio a tutto tondo: una fisicità problematica posta sempre più in primo piano va a scapito dell’insieme del personaggio, rendendone poco incisivo il tentativo di attualizzarlo anche attraverso aspetti accennati, (ad es. l’omosessualità latente nel suo rapporto con Ranieri, l’individualismo pessimista
ma anche aristocratico).
La personalità complessiva anziché approfondirsi evapora ed il “giovane favoloso” e il contesto del film assumono contorni macchiettistici.
Stando ai dati positivi del botteghino un pregio indotto di questo film è secondo me, far ricordare, riscoprire o scoprire agli spettatori il loro Leopardi: chi lo studiato di malavoglia, chi l’ha amato oppure odiato, chi l’ha dimenticato o non lo ha conosciuto.
Se avverrà questa circolazione di adrenalina letteraria ( che forse sarebbe piaciuta anche al vero Leopardi) dovremo rallegrarcene vivamente,anche qualora avessimo trovato, come me, il film , un po’ noioso.
Al “giovane favoloso” si riconoscono pregi e difetti e gli spettatori che hanno visto il film, avranno
il piacere, per suo tramite, della riscoperta: i loro Leopardi. A ciascuno il suo.
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