Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
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Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Controcorrentedi francesca meneghettiFeedback: 7486 | altri commenti e recensioni di francesca meneghetti |
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domenica 9 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo aver letto commenti del pubblico e recensioni ufficiali, a cui si deve senz'altro rispetto, sento però il bisogno di dire che vado tendenzialmente controcorrente. Favolosa l'interpretazione di Elio Germano, ok. Buona la contestualizzazione, storica e familiare, funzionale forse a delle intenzioni didascaliche da parte di Martone, ma non strettamente necessarie ad afferrare la grandezza di Leopardi. Anzi, non trovo motivato questo eccessivo radicamento nel suo tempo, che non gli apparteneva proprio, perché Leopardi ironizzava sia sulla cultura spiritualista del romanticismo italiano, sia sui facili miti del progresso tecnico-scientifico, con straordinaria profondità e modernità di pensiero, non riconducibile semplicemente alla malattia. Che viveva con coraggio e ironia (questa sì, invece, è colta da Martone). In questo modo, il regista ha impedito, a mio avviso, di cogliere il valore universale delle riflessioni e della poesia leopardiane. Personalmente avrei visto bene un film decontestualizzato, o trapiantato altrove, magari in India, a contatto con il buddismo, con il quale Leopardi, al pari di Shopenauer, filosofo del dolore, aveva delle affinità (ad es. il rispetto di ogni essere vivente; l'individuazione dell'amore di sé come fonte di dolore, nella fase giovanile; il senso della compassione, in età adulta). In secondo luogo, si vede poco nel film l'innamoramento di Leopardi per la natura e le sue illusioni (l'altra faccia della natura matrigna). I paesaggi leopardiani, notturni e no, sono scarsi. La bellezza della gioventù, ridotta al caso di Teresa Fattorini, alias Silvia (ma si insegna che l'identificazione tradizionale con Teresa è superflua e convenzionale! SIlvia è simbolo di tutte le speranze e le illusioni giovanili, non conta l'identificazione). Infine, attraverso un'operazione poco condivisibile di "spionaggio" nella sfera privata di Leopardi, facendo passare per verità anche elementi che sono di dubbia ricostruzione, ne esce un personaggio più caricaturale di quanto sia nella vulgata scolastica (degli studenti. Ci mancava anche l'episodio con il femminiello. Ma la vita di Leopardi non ci appartiene! Ci appartiene invece la sua opera. Si propone questo film alle scuole (sono arrivate promozioni in tal senso), ma non vorrei che finisse come il film "la marchesa von O di Romher". film tragico, accompagnato in diversi punti da grasse risate del pubblico per l'eccesso di pathos o di sfortuna . Non vorrei che gli studenti se ne uscissero con la convinzione che da uno sfigato come lui non ci si poteva aspettare che una visione così tragica della vita da non essere sostenibile.
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