onufrio
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martedì 11 giugno 2013
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le donne di virgil oldman
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Virgil Oldman è un famoso battitore d'asta,un signore ormai in là con gli anni che si è affermato nel suo campo come il migliore, tutto lo cercano infatti, tutti vogliono lui per le aste più importanti, per la valutazione di qualsiasi oggetto d'arte,ed egli vive la sua tranquilla vita tra lussuosi ristoranti e la solitudine della sua vita privata; un solo vizio lo tormenta, ovvero quello d'impossessarsi di ritratti di donne che, grazie al suo fidato amico Billy (D.Sutherland) riesce a comprare svalutando l'oggetto che a lui interessa, per poi appunto comprarlo durante le aste ad un prezzo diciamo di convenienza; quadri che tiene segretamente nascosti in una stanza della sua casa, con tanto di codice segreto.
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Virgil Oldman è un famoso battitore d'asta,un signore ormai in là con gli anni che si è affermato nel suo campo come il migliore, tutto lo cercano infatti, tutti vogliono lui per le aste più importanti, per la valutazione di qualsiasi oggetto d'arte,ed egli vive la sua tranquilla vita tra lussuosi ristoranti e la solitudine della sua vita privata; un solo vizio lo tormenta, ovvero quello d'impossessarsi di ritratti di donne che, grazie al suo fidato amico Billy (D.Sutherland) riesce a comprare svalutando l'oggetto che a lui interessa, per poi appunto comprarlo durante le aste ad un prezzo diciamo di convenienza; quadri che tiene segretamente nascosti in una stanza della sua casa, con tanto di codice segreto. L'incontro con la misteriosa Claire stravolge la sua routine quotidiana, Claire è una giovane ragazza da poco orfana dei genitori e vive nella villa di famiglia, una villa piena di opere d'arte, ma a causa delle ristrettezze economiche è costretta a vendere, e perciò si rivolge a Virgil, sempre però rigorosamente via telefono, il che insospettisce Virgil, attratto da questa donna invisibile così misteriosa, verrà a conoscenza della sua malattia, ovvero l'agorafobia e si prenderà a cuore questa ragazza. Continuare a sviluppare la trama sarebbe riduttivo, poichè toglierebbe il piacere della visione di questo film; Tornatore mantiene un livello sempre alto delle sue opere, La migliore offerta la possiamo associare per alcune situazioni al film La sconosciuta, infatti in entrambi i casi è la presenza di una donna dal passato misterioso a fare da filo conduttore per la trama del film. Citiamo anche Hugo Cabret di Scorsese che, come il film di Tornatore, si serve di un automa per svelare un segreto chiave per lo svolgimento della storia.
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plania
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venerdì 25 gennaio 2013
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osessione ragione di vita?
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Film fantastico, elegante, curatissimo e dalla regia geniale. Una chicca che sfugge a qualsiasi tipo di catalogazione: un giallo psicologico che vira a metafora strada facendo e che sorprende ad ogni inquadratura. In qualche modo struggente la figura del protagonista (bravissimo Rush) che segreta le sue ossessioni per poi vestirsene e farne ulteriore ossessione. Film assolutamente da non perdere!
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rosalba bilotta
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domenica 3 novembre 2013
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recensione - film “la migliore offerta” di giusepp
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Virgil Oldman, di professione battitore d’aste, compra a prezzi ribassati e colleziona, negli anni di carriera, diversi dipinti autentici di donne, uniche compagne virtuali di vita, che abbandona quando incontra la bella e introspettiva Claire, affetta da agorafobia, di cui si innamora, con l’idea di salvarla dalla sua malattia. Ma sarà Claire che infliggerà un dolore grande a Virgil, simulando il suo status agorafobico, per farlo innamorare e derubarlo di tutti i dipinti di donna collezionati da lui, con la complicità dell'amico.
La finzione di essere chi non si è, per circuire, indurre ad amare, per poi infliggere il colpo di grazia, inaspettato dall’altro, può devastare e cambiare l’ottica personale nei confronti della vita, soprattutto quando si crede nell’amore e ci si evolve, maturando e uscendo da sé, per andare verso l’altro e cercare di costruire un rapporto saldo e vero.
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Virgil Oldman, di professione battitore d’aste, compra a prezzi ribassati e colleziona, negli anni di carriera, diversi dipinti autentici di donne, uniche compagne virtuali di vita, che abbandona quando incontra la bella e introspettiva Claire, affetta da agorafobia, di cui si innamora, con l’idea di salvarla dalla sua malattia. Ma sarà Claire che infliggerà un dolore grande a Virgil, simulando il suo status agorafobico, per farlo innamorare e derubarlo di tutti i dipinti di donna collezionati da lui, con la complicità dell'amico.
La finzione di essere chi non si è, per circuire, indurre ad amare, per poi infliggere il colpo di grazia, inaspettato dall’altro, può devastare e cambiare l’ottica personale nei confronti della vita, soprattutto quando si crede nell’amore e ci si evolve, maturando e uscendo da sé, per andare verso l’altro e cercare di costruire un rapporto saldo e vero.
Fingere, forse, potrebbe arrecare al soggetto agente una soddisfazione momentanea data dalla convinzione di avere un potere sull’altro. Ma a quale pro? E a discapito di chi? Solo di chi subisce?
La finzione, prima o poi, viene smascherata o si manifesta per ciò che è nella realtà.
Più volte, nel corso del film, viene pronunciata questa frase: “Dietro una finzione, si cela una parte di verità”. Questa parte di verità potrebbe essere percepita da chi ama, ma potrebbe anche essere disconfermata da chi tende ad omettere o a vittimizzarsi per attirare, egoisticamente, a sé l’altra persona, solo per poterne disporre a suo piacimento, per utilizzarla con secondi fini, fingendo poi che non esista più, che non ci sia, pur notando la sua presenza anche in mezzo a tanta gente.
Quanto coraggio è necessario per fidarsi dell’altro, per considerare l’idea che chi si ama può anche tramutarsi in “mostro”. Ma l’amore, se sincero, non dovrebbe arrecare dolore. Purtroppo, sono la pochezza umana, la superficialità e l’egoismo a macchiare ciò che di spontaneo e vero può nascere nel cuore di chi riesce ad amare.
Nel film si evidenzia il cambiamento evolutivo del protagonista che, scoprendo nel suo cuore un sentimento, pur avendo vissuto per anni senza relazionarsi con nessuna donna, ha il coraggio di amare e di rompere alte barriere divisorie, mutando le sue abitudini e priorità di vita, dedicandosi totalmente al benessere della donna amata.
Virgil si fida di Claire, ma Claire tradisce la sua fiducia. Lui rischia di impazzire quando scopre che l’agire della donna amata è mosso da leve economiche e manipolative, tese a creare un meccanismo perfetto per dar vita all’arte dell’inganno, della menzogna, del non detto, che possono indurre alla follia chi ama qualcuno che non sa amare se non se stesso.
Eppure i segni, le percezioni, le indicazioni non verbali avrebbero potuto condurre Virgil alla realtà degli intenti di Claire e del team di ladri, ancor prima che accadesse l’epilogo della storia. Ma, a volte, si preferisce non vedere ciò che si manifesta, perché si vuol dar fiducia all’altro, si crede nell’altro, non ci si aspetta il peggio da chi si ama, si da più valore all’amore che al preservarsi.
Dopo aver vissuto l’esperienza dell’essere ingannati, si può rischiare di perdersi, ci si scoraggia, la speranza può venir meno, si può cedere alla follia, oppure si può cercare di trovare un significato dato dall’evento, riscoprendo dentro di sé la forza necessaria a tramutare il negativo in positivo, lasciando andare via chi non è in grado di amare e di restare.
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luigi chierico
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domenica 6 aprile 2014
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delirante - e’ meglio non fidarsi di nessuno
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Il film è terribilmente bello. Bello perché nuovo, interpretato magistralmente da Geoffrey Rush, elegante negli ambienti, le musiche impagabili di Morricone, la vicenda accattivante. Terribile per il vuoto che ti lascia dentro. La violenza della carpita fede, il travaglio di una speranza uccisa, l'inganno della vita. I sentimenti di lui in contrasto con la cattiveria dei suoi amici. Un giallo colorato di rosa. Un battitore d’asta elegante, raffinato, all’apice del successo vive la sua vita tra gli oggetti più belli di cui la gente si vuole o si deve disfare. Per sua scelta è scapolo ma il dardo di Cupido è sempre pronto a scoccare e a colpire. Chi è convinto di esserne immune è invece il più vulnerabile.
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Il film è terribilmente bello. Bello perché nuovo, interpretato magistralmente da Geoffrey Rush, elegante negli ambienti, le musiche impagabili di Morricone, la vicenda accattivante. Terribile per il vuoto che ti lascia dentro. La violenza della carpita fede, il travaglio di una speranza uccisa, l'inganno della vita. I sentimenti di lui in contrasto con la cattiveria dei suoi amici. Un giallo colorato di rosa. Un battitore d’asta elegante, raffinato, all’apice del successo vive la sua vita tra gli oggetti più belli di cui la gente si vuole o si deve disfare. Per sua scelta è scapolo ma il dardo di Cupido è sempre pronto a scoccare e a colpire. Chi è convinto di esserne immune è invece il più vulnerabile. Una voce lo chiama da lontano, cede ancora dinanzi ad un’ offerta di oggetti di valore, ma cosa si nasconde dietro l’angolo, chi dietro una porta chiusa ? Il noto battitore, capace di individuare l’inganno della merce da vendere ad un pubblico, ciecamente interessato all’acquisto del pezzo di valore, cieco, per così dire, non si accorge dell’inganno degli amici, suoi complici sin che fa comodo.
E’il prezzo dell’amore. Credere è bene, ma non credere è meglio. L'uomo sta per raccogliere i frutti di quanto pazientemente ha seminato, ma gli dei gli hanno riservato una sorpresa terribile, come ho detto, agghiacciante, da lasciare senza respiro. Siamo alla fine, alla fine della ricchezza, della gioia, della soddisfazione, dell’amicizia. Non resta che vivere nella desolazione con sé stesso, nella solitudine, unici compagni i ricordi e i rimpianti. Nel bel libro “Un cuore così bianco” di Javier Marìas si legge, riferito ad un noto competente d’opere d’arte :“non gli telefonavano quasi più, anche se il suo occhio e le sue competenze erano le stesse di sempre o forse maggiori, raramente si consultano i vecchi o solo per cose molto importanti.
Il film è finito, lo spettatore muto, attonito ancora non trova la forza e il coraggio di abbandonare, anche lui, il grandissimo Geoffrey Rush.
Così sera dopo sera per settimane, mesi c’è stata gente che è andata a fargli compagnia, ed è questo il vero successo del battitore d’asta. Chigi
chibar22@libero.it
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mareincrespato70
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mercoledì 16 aprile 2014
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arte: passione e/o inganno?
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Un altro piccolo grande capolavoro di Giuseppe Tornatore, nostro regista di fama internazionale, talento eccelso mai troppo apprezzato in Italia.
Film gioiello sul tema del doppio e della immagine finzione/realtà che caratterizza le nostre relazioni, il rapporto con noi stessi e con l'altro e quindi la vita nella sua inncomensurabilità; ma anche thriller appassionante, intellettualmente colto, con tempi cinematorgrafici e sceneggiatura di notevole livello, regia che richiama certi bei film americani.
Figure femminili intriganti che "complicano", virtuosamente e non, lo scorrere ordinario della quotidianità maschile, la metodicità di chi ha programmato di isolarsi dalle passioni avvolgenti della relazione con l'altro sesso: ma l'inganno è dietro l'angolo e la passione è multiforme nelle sue insidiose apparizioni.
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Un altro piccolo grande capolavoro di Giuseppe Tornatore, nostro regista di fama internazionale, talento eccelso mai troppo apprezzato in Italia.
Film gioiello sul tema del doppio e della immagine finzione/realtà che caratterizza le nostre relazioni, il rapporto con noi stessi e con l'altro e quindi la vita nella sua inncomensurabilità; ma anche thriller appassionante, intellettualmente colto, con tempi cinematorgrafici e sceneggiatura di notevole livello, regia che richiama certi bei film americani.
Figure femminili intriganti che "complicano", virtuosamente e non, lo scorrere ordinario della quotidianità maschile, la metodicità di chi ha programmato di isolarsi dalle passioni avvolgenti della relazione con l'altro sesso: ma l'inganno è dietro l'angolo e la passione è multiforme nelle sue insidiose apparizioni.
Tanti riferimenti colti, attori a attrici bravi, e ispirati nei loro ruoli, con un ispiratissimo Geoffrey Rush a farla da padrone, con il suo ghigno ineffabile, con la sua inadeguatezza alle relazioni con l'altro sesso che cerca di combattere con un cinismo di maniera, attraverso una maschera un po' misogina, e un po' misantropa (Geppy Gambardella?), ma quanto autentica?
L'arte come passione e come inganno in un crudele gioco, amaro come a volte sa esserlo solo il destino: "Vivere con una donna è come partecipare ad un'asta. Non sai mai se la tua è l'offerta migliore".
Ciò che è vero non sempre è reale. Tornatore ai suoi massimi, ci regala un altro grandissimo film che idealmente rimando/a al bellissimo "La sconosciuta". Da vedere e rivedere.
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michael di renzo
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giovedì 8 maggio 2014
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stereotipo artistico
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La critica è d'accordo, il pubblico no. Credo che alla fine lasciare questo film nelle mani del pubblico e come dare la democrazia al popolo cinese, non serve a nulla. La perfezione e l'imperfezione sono un connubio vincente, Tornatore lo sa e lo sa anche Dio. Per questo partiamo col dire che il personaggio di Virgil Oldman è la caratterizzazione di questa voluta compiacenza artistica. Un malato che aiuta i malati perché li vede come unica cura del suo animo. Ma pensare che quest'ultimi gli facciano persino paura perché gli mostrano se stesso, è follia!
Follia adornata di immagini, pregne di arte, pensieri, logiche di dissimulazione. E' la bellezza miei cari. Una bellezza soggettiva dettata in questo caso dalla simulazione.
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La critica è d'accordo, il pubblico no. Credo che alla fine lasciare questo film nelle mani del pubblico e come dare la democrazia al popolo cinese, non serve a nulla. La perfezione e l'imperfezione sono un connubio vincente, Tornatore lo sa e lo sa anche Dio. Per questo partiamo col dire che il personaggio di Virgil Oldman è la caratterizzazione di questa voluta compiacenza artistica. Un malato che aiuta i malati perché li vede come unica cura del suo animo. Ma pensare che quest'ultimi gli facciano persino paura perché gli mostrano se stesso, è follia!
Follia adornata di immagini, pregne di arte, pensieri, logiche di dissimulazione. E' la bellezza miei cari. Una bellezza soggettiva dettata in questo caso dalla simulazione. L'opera vi pone e si pone domande e poi ne da una risposta qualunquista. L'amore fa male e lo sappiamo tutti. Ma facciamo finta di niente che vuoi farci?!. La fotografia è impeccabile ma come detto, non troppo. La sceneggiatura è un pregio da dare, la perfezione della storia zoppicante e cattiva colpisce gli animi più deboli. La lacrima scappa per colpa dell'inganno, e chi non si sa emozionare non ha cuore. Toccare i cuori di tutti e impossibile quindi miei recensori d'avanguardia non atterrate il film. L'unica truffa che c'è è proprio quella a discapito del buon Oldman. Un saluto.
M.
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rocketman
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venerdì 4 gennaio 2013
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un film perfetto nell'ambientazione e stile
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Ottimo film: l'ambientazione è perfetta e lo stile degli attori nell'immedesimarsi nelle loro parti è molto buono. Un film che, a mio parere, gioca molto sull'immedesimazione dello spettatore nella parte di Virgil (uno splendido Geoffrey Rush). La trama è perfettamente scorrevole e, in maniera impeccabile, mantiene lo spettatore con il fiato sospeso, fino all'immancabile finale, degno della trama scritta da Tornatore. Ben strutturata la storia, con il protagonista che soffre sentimentalmente e che vive solo per l'arte, che improvvisamente si trova coinvolto in una storia d'amore che non avrebbe mai immaginato, con una ragazza che lo seduce solo con la sua voce e con il mistero della sua esistenza.
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Ottimo film: l'ambientazione è perfetta e lo stile degli attori nell'immedesimarsi nelle loro parti è molto buono. Un film che, a mio parere, gioca molto sull'immedesimazione dello spettatore nella parte di Virgil (uno splendido Geoffrey Rush). La trama è perfettamente scorrevole e, in maniera impeccabile, mantiene lo spettatore con il fiato sospeso, fino all'immancabile finale, degno della trama scritta da Tornatore. Ben strutturata la storia, con il protagonista che soffre sentimentalmente e che vive solo per l'arte, che improvvisamente si trova coinvolto in una storia d'amore che non avrebbe mai immaginato, con una ragazza che lo seduce solo con la sua voce e con il mistero della sua esistenza. Una storia che gli cambierà la vita.
In poche parole, uno dei più bei film che abbia mai visto. Le location sono ben integrate nella storia, la mano del regista si vede, visto che nulla è stato lasciato al caso, illuminazione e predisposizione delle stanze riflettono la realtà, in una storia chiaramente dei giorni nostri.
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pepito1948
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mercoledì 9 gennaio 2013
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un'offerta deludente
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Tornatore in un’intervista ci dice di aver voluto girare una storia d’amore come un thriller. Prima osservazione: da un’attenta analisi dell’intero film risulta che al contrario il regista ha impostato un racconto a suspance, prendendo lo spunto da un innamoramento progressivo del protagonista, battitore d’asta alieno dai contatti con l’altro sesso che tuttavia si alimenta di immagini femminili virtuali, quali quelle di una immensa raccolta di anonimi ritratti d’autore; il finale, che sorprende, scardina la convinzione di un happy end e sconvolge e “delude” le aspettative, dimostra questo assunto. Fatta questa premessa, i protagonisti della storia, oltre all’esperto di opere d’arte, sono un suo vecchio amico -complice di poco limpide operazioni affaristiche-, un automa che pezzo dopo pezzo viene composto in parallelo con lo sviluppo della vicenda centrale, un ragazzo esperto di meccanica incaricato dell’assemblaggio dei pezzi, ed una donna agorafobica e quindi reclusa in casa.
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Tornatore in un’intervista ci dice di aver voluto girare una storia d’amore come un thriller. Prima osservazione: da un’attenta analisi dell’intero film risulta che al contrario il regista ha impostato un racconto a suspance, prendendo lo spunto da un innamoramento progressivo del protagonista, battitore d’asta alieno dai contatti con l’altro sesso che tuttavia si alimenta di immagini femminili virtuali, quali quelle di una immensa raccolta di anonimi ritratti d’autore; il finale, che sorprende, scardina la convinzione di un happy end e sconvolge e “delude” le aspettative, dimostra questo assunto. Fatta questa premessa, i protagonisti della storia, oltre all’esperto di opere d’arte, sono un suo vecchio amico -complice di poco limpide operazioni affaristiche-, un automa che pezzo dopo pezzo viene composto in parallelo con lo sviluppo della vicenda centrale, un ragazzo esperto di meccanica incaricato dell’assemblaggio dei pezzi, ed una donna agorafobica e quindi reclusa in casa. O meglio ciò che è percepibile di lei, la sua voce, che, filtrando attraverso una porta, si veste alle orecchie ed alla mente del battitore d’asta del classico fascino dell’assente-presente, arricchendo visita dopo visita l’immaginario da tempo represso del malcapitato e trasformando un oggetto di interesse in una travolgente ossessione, poi confermata dall’epifania dell’attraente signora. Le interazioni con i vari soggetti coinvolti nella sua avventura proseguono su strade che sembrano convergere verso l’obiettivo finale della conquista, che appare acquisita con il pensionamento dell’attempato collezionista di ritratti, ma…….A questo punto Tornatore lascia il pennello del fine narratore ed impugna il martello distruttivo del colpo di scena che tutto capovolge e confonde, come potrebbe osservare un malato in una sfera terapeutica roteante. Il tempo impazzisce, va e torna indietro, la mente s’inebria e si fa labirintica. La realtà con tutte le sue molteplici incognite vince sulla fantasia, sul desiderio, sui meandri del microcosmo del pensiero e delle emozioni, che nello scontro diventano inerte ferraglia.
I Cahiers du cinema, in un articolo di dicembre 2012, mettono in evidenza alcuni limiti (tare) del cinema d’autore degli ultimi decenni. Tra questi la tendenza dell’Autore ad esibirsi più che a raccontare; l’Autore è talmente consapevole (o meglio convinto) delle proprie qualità che i suoi film diventano auto-commenti del proprio sistema narrativo, la sceneggiatura è usata per affermare se stesso più che per esporre un contenuto; l’immagine va “oltre”, traspare la tendenza a strafare, a dilatare i contorni ai limiti della retorica del narcisismo. Tutto questo ben si attaglia al film di Tornatore, che aveva già rivelato segni premonitori di questa tendenza: dal Pianista sull’oceano al recente Baaria, è evidente la perdita del contenuto equilibrio narrativo dei primissimi film, grande assente, insieme alla magica poesia di Nuovo Cinema Paradiso, nell’ultima fatica del regista (che è anche autore di soggetto e sceneggiatura). Con la conseguenza che eccelle l’eleganza della confezione, il perfezionismo dei dettagli, la precisione dei meccanismi, la rigorosa partitura dello scritto del copione ma a scapito dell’immediatezza, dell’umiltà comunicativa, della capacità di trascinare emozionalmente pur in presenza di una montante storia d’amore. Sicchè il risultato finale pecca di autenticità e denota freddezza, nonostante l’impeccabilità formale dello sviluppo narrativo ed alcuni risvolti psicologici interessanti (come il rapporto tra l’uomo misogino e la donna assente). Inutile sottolineare la grandezza di Geoffrey Rush, uno dei migliori attori viventi, la cui interpretazione vale buona parte del prezzo del biglietto.
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[+] deludente per i poveri di spirito
(di marezia)
[ - ] deludente per i poveri di spirito
[+] spiace dirlo
(di tumau)
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[+] il mondo è bello perchè è vario
(di sergiolino63)
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manganini
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mercoledì 9 gennaio 2013
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una buona idea ... ma non tiene ...
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L'idea di base di questo film è davvero molto buona, purtroppo ad un certo punto salta fuori una debolezza di trama e di ahimè, regia, che la storia precipita in alcuni punti, mandando in confusione e annoiando lo spettatore. Il regista si ispira al cinema americano ma non riesce a mantenere la tensione necessaria per seguire questa vicenda intricata e particolarmente ambigua. Da subito si intuisce qualcosa di strano, di anomalo .. si respira in tutto il film un'atmosfera di ambiguità, di mistero che sarà svelato fortunatamente fino alla fine.
Le ambientazioni, i colori, il lusso, i privilegi di una classe sociale particolare sono indovinate, la recitazione del protagonista Jeffrey Rush, è perfetta, entra nel personaggio talmente che pare autentico, grazie a lui che il tutto mantiene vivo l'interesse.
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L'idea di base di questo film è davvero molto buona, purtroppo ad un certo punto salta fuori una debolezza di trama e di ahimè, regia, che la storia precipita in alcuni punti, mandando in confusione e annoiando lo spettatore. Il regista si ispira al cinema americano ma non riesce a mantenere la tensione necessaria per seguire questa vicenda intricata e particolarmente ambigua. Da subito si intuisce qualcosa di strano, di anomalo .. si respira in tutto il film un'atmosfera di ambiguità, di mistero che sarà svelato fortunatamente fino alla fine.
Le ambientazioni, i colori, il lusso, i privilegi di una classe sociale particolare sono indovinate, la recitazione del protagonista Jeffrey Rush, è perfetta, entra nel personaggio talmente che pare autentico, grazie a lui che il tutto mantiene vivo l'interesse. Molto deboli gli altri attori.
In definitiva si può vedere nonostante i momenti di caduta.
La località dove viene girato questo film è Vienna dove al centro della storia c'è una bellissima anche se decadente villa attorno alla quale ruota la storia.
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jackie blake
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domenica 15 dicembre 2013
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"in ogni falso si nasconde sempre qualcosa d vero"
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Cast e location interamente straniere per La migliore offerta, ultimo film di Giuseppe Tornatore.
La storia racconta di Virgil/GeoffryRush, un battitore d'aste amante dell'antiquariato e dei bei quadri (al femminile). La sua vita monotona e solitaria inizierà a subire un cambiamento nel momento in cui riceverà una telefonata proveniente da Claire/Sylvia Hoeks, un insolita ragazza che chiede a Virgil di fare una valutazione degli oggetti preziosi che arredano la sua villa.
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Cast e location interamente straniere per La migliore offerta, ultimo film di Giuseppe Tornatore.
La storia racconta di Virgil/GeoffryRush, un battitore d'aste amante dell'antiquariato e dei bei quadri (al femminile). La sua vita monotona e solitaria inizierà a subire un cambiamento nel momento in cui riceverà una telefonata proveniente da Claire/Sylvia Hoeks, un insolita ragazza che chiede a Virgil di fare una valutazione degli oggetti preziosi che arredano la sua villa.
E' molto bello vedere il confronto delle fobie dei vari personaggi. Virgil che non riesce ad avere un normale contatto con le persone e non vuole nessun coinvolgimento emotivo, fedele solo ai suoi guanti e ai suoi quadri. Claire che in un certo senso ha il problema di Virgil, solo in maniera amplificata. Molto interessante anche il carattere dei personaggi meno presenti nelle scene: Robert/Jim Sturgess, un personaggio macchinatore nel lavoro e nella vita e Billy/Donal Sutherlan, fedelissimo amico di Virgil, con un a parer suo, innato talento per la pittura.
Un thriller insolito, che non sembrerà tale fino alla fine. Un lavoro magistrale di Tornatore che offre allo spettatore di poter ammirare oggetti antichi e capolavori su tela, che anche per chi non ne capisce molto (come me) ne rimane rapito e estasiato. Da elogiare anche la sceneggiatura, molto curata e filosofica, interpretata dai personaggi in maniera impeccabile.
Consiglio a tutti di vederlo, è un film che ti coinvolge appieno nella storia, e offre talmente tante sfaccettature che difficilmente se ne rimane delusi.
- Chiara Blake
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