Uno studio serrato e denso di spunti di riflessione, per una partecipazione più consapevole. Documentario, USA2020. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Donald Trump è adatto per il ruolo di presidente degli US? Esperti di salute mentale rivelano le loro impressioni e i derivanti pericoli che ne conseguono. Espandi ▽
Il 20 gennaio 2017, a poche ore dalla sua elezione come Presidente degli Stati Uniti, Donald John Trump fa sapere alla stampa tramite il suo portavoce di essere insoddisfatto della copertura mediatica dell'evento, a suo parere distorta perché avrebbe evidenziato una partecipazione minore di cittadini rispetto all'insediamento di Obama. È il primo atto di una strategia di comunicazione aggressiva e compulsiva, fatta di toni autoritari, mimica mussoliniana e linguaggio rozzo e semplificato, dal vivo e sui social, che respinge le ricostruzioni e le tesi diverse dalle proprie come "fake news" e che per tutta la sua presidenza occuperà i media e preoccuperà i democratici di ogni latitudine. All'approssimarsi delle elezioni di novembre 2020, il regista e produttore Dan Partland interpella diversi psichiatri, psicologi, storici e comunicatori politici per individuare e contestualizzare i motivi che rendono il quarantacinquesimo presidente americano inadatto ("unfit") al proprio ruolo istituzionale. In maniera clamorosa ma soprattutto pericolosa per la nazione, quindi per il pianeta. Recensione ❯
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Un "sogno realistico" per mostrare alla figlia un futuro migliore porta il regista australiano Damon Gameau alla scoperta delle possibili soluzioni al cambiamento climatico. Espandi ▽
Il docufilm è una lettera visiva indirizzata alla figlia del regista e agli spettatori di tutto il mondo per metterli in guardia circa i rischi dell’inquinamento ambientale e per mostrare che un futuro migliore è in realtà possibile. Quello che Damon Gameau intende mettere in pratica è un «sogno realistico», capace di prospettare un 2040 più equo e sostenibile grazie all’utilizzo di soluzioni già disponibili nel 2019. Pieno di speranza, 2040 – Salviamo il pianeta! cerca di informare rivolgendosi a tutta la famiglia, offrendo al pubblico un prodotto che faccia riflettere, lasciando però delle sensazioni piacevoli e positive. Il linguaggio utilizzato è quindi semplice e immediato, così che possa essere comprensibile da tutti e smuovere l’animo di grandi e piccini. Proprio per questo, 2040 – Salviamo il pianeta! può risultare a tratti banale e semplicistico - talvolta anche eccessivamente retorico - ma se ne può facilmente cogliere il motivo: il film vuole infatti arrivare a un pubblico più ampio possibile e lo fa anche grazie all’impiego di espedienti volti a coinvolgere in maniera immediata l’emotività di chi guarda. Recensione ❯
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Dianne Whelan si e immersa per quaranta giorni nell'affascinante microcosmo del campo base a 5.400 metri d'altezza da cui ogni anno circa ottocento alpinisti partono per raggiungere la cima dell'Everest. Con uno stile vicino al cinéma veriteé in cui le affascinanti immagini delle cime imbiancate si fondono con le pagine dei diari dei protagonisti, il documentario delinea un intrigante e intimo ritratto di tre gruppi di scalatori (fra loro un disabile, un uomo affetto da una grave patologia cronica e un sedicenne) e delle diverse motivazioni che li spingono a sfidare la cima più alta del pianeta. Recensione ❯
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Il racconto del più grande fallimento nella storia della NSA, delle logiche economiche che l'hanno permesso e delle conseguenze che ci riguardano tutti. Documentario, Biografico, Storico - Austria2015. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
William Binney, al centro del caso Snowden, analizza i flussi di dati, verità nascoste emergono, ma non troppo facilmente. Espandi ▽
William Edward Binney è un critto-matematico, decodificatore, analista dell'intelligence ed ex Direttore Tecnico della National Security Agency degli Stati Uniti. Dopo la fine della guerra fredda, e dopo aver dimostrato le sue geniali capacità interpretative durante la guerra del Vietnam, Bill Binney comincia a sviluppare un programma in grado di tracciare collegamenti precisi tra due miliardi e mezzo di telefoni, che pian piano si allargano a coprire la quasi totalità di individui e mezzi di comunicazione sul globo terrestre. Il programma si chiama Thin Thread e sarebbe stato probabilmente in grado di sventare l'11 settembre, come ha dimostrato un esperimento successivo, subito secretato. Ma poche settimane prima della data fatidica, Thin Thread veniva chiuso, spento, proibito, nonostante la sua efficace funzione di sorveglianza, perché troppo economico. Il software rivale, incapace di gestire la mole di dati in arrivo senza sosta, costava però mille volte di più e dunque offriva ai vertici della NSA l'occasione di domandare al Congresso gli ingenti fondi a cui aspirava per costruire il suo impero. Con buona pace dello scopo militare per cui veniva proposto. Recensione ❯
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Un docufilm che ripercorre il percorso artistico e umano del grande attore attraverso le voci vive dei colleghi ed esperti nostalgici del teatro di Totò. Espandi ▽
Un
viaggio nella vita e nell'arte del principe della risata Totò, attraverso la sua
lunga carriera artistica, con un approfondimento sull'improvvisa cecità,
avvenuta sul palcoscenico del Politeama di Palermo la sera del 3 maggio 1957.
Elemento cardine del docufilm, candidato al Premio Nastri d'Argento 2020, è la
ricostruzione, in bianco e nero, dell'intervista rilasciata da Totò a Giovanni Di
Girolamo proprio quando la cecità colpì l'artista napoletano. Il giornalista Di
Girolamo è interpretato da Ferdinando Chifari mentre il ruolo di Totò è affidato a
Gianfranco Ponte, grande studioso di Antonio De Curtis e attore egli stesso che,
con i suoi spettacoli, veste gli immortali panni di Totò, intrattenendo il pubblico
con i suoi più celebri sketch. Recensione ❯
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La pellicola, prodotta da Index Production e Cineteca Milano, racconta vivide esperienze che tracceranno per sempre un solco nella storia contemporanea. Espandi ▽
Il docufilm parte dalla Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio e Campania, ma è soprattutto il racconto di un viaggio all'interno di un territorio devastato dalla pandemia ma che grazie al coraggio dei dirigenti sanitari, dei medici e degli infermieri, delle forze dell'ordine, degli imprenditori e dei suoi cittadini, ha saputo reagire e arginare il devastante espandersi del virus. Recensione ❯
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Documentario naturista incentrato su due famiglie feline e su come insegnano ai loro cuccioli a vivere nella natura. Espandi ▽
Nella riserva naturale di Masai Mara, in Kenya, vivono in prossimità di un lungo fiume un gruppo di leoni e una famiglia di ghepardi. A nord del fiume vive Sita, una femmina di ghepardo adulta che ogni giorno deve provvedere a procacciare il cibo per i suoi cuccioli appena nati e a difenderli dalle altre creature della savana. A sud vive invece il branco di Fang, un coraggioso leone con un dente rotto impegnato a difendere la vecchia leonessa Layla e i suoi piccoli cuccioli dagli attacchi di un gruppo di grossi felini che minaccia l'integrità del branco. Recensione ❯
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Una spedizione che parte dalla costa atlantica della Namibia per giungere alla cima del Kilimangiaro alla scoperta della varietà degli ecosistemi dell'Africa. Espandi ▽
Un documentario dedicato alle bellezze della fauna e della flora africane. Una spedizione straordinaria che parte dalla costa atlantica della Namibia per giungere alla cima del Kilimangiaro alla scoperta della varietà degli ecosistemi dell'Africa. Il film è diretto da Ben Stassen, acclamato regista d'animazione e specialista del 3D, che ha realizzato le immagini attraverso le migliori tecniche stereoscopiche che ritraggono, incredibilmente da vicino, leoni impegnati in battute di caccia, la migrazione dei più grandi mammiferi del mondo, la marcia dei 15 milioni di pipistrelli di Kansaka, l'ecosistema dell'Okavango, tra gli ecosistemi marini più straordinari della Terra. I più remoti e incredibili angoli dell'Africa si svelano in African Safari 3D anche grazie all'uso di piattaforme di ripresa e telecamere speciali messe a punto dal direttore della fotografia Sean Phillips, di videocamere ad infrarossi, di una fotocamera controllata da lontano, di un aereoplano ultraleggero, e di una mini mongolfiera. Voce narrante del film sarà Pino Insegno, tra i più importanti e stimati doppiatori del panorama cinematografico italiano. Recensione ❯
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Proiezione sul tema dell'era del "dopo lavoro": molti spunti provocatori per un saggio suggestivo. Documentario, Svezia2023. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il doc di Gandini intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Espandi ▽
Come sarà la vita nell'era del post-lavoro? Cioè: quando l'umanità avrà automatizzato così tanti processi da rendere inessenziale la prestazione lavorativa, l'uomo come impiegherà quel "tempo libero"? È pronto ad affrontare una routine in cui il tempo lavorativo sarà quanto meno ridimensionato? Sarà in grado di abituarsi e di conferirgli un valore per l'individuo e per la società?
L'autore Erik Gandini è concentrato sulla ricerca della felicità umana, con un gusto spiccato per il paradosso, il contrasto smaccato e splendente tra opposti, come nella vistosa immagine di locandina, nella quale un automa scintillante, seduto su una sdraio in spiaggia, sembra apprezzare la lettura di un libro di carta. Il tocco e le ottiche di Fredrik Wenzel, direttore della fotografia abituale di Ruben Östlund, conferiscono alla narrazione un aspetto affascinante, glaciale e misteriosamente sospeso.
After Work intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Ne aspettiamo il seguito. Recensione ❯
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Un documentario dedicato alla figura dello scrittore Alessandro Manzoni. Espandi ▽
La casa di via Morone, dove lo scrittore visse per sessant'anni è lo scenario trasversale. La visitarono le più grandi personalità europee: Balzac, grande scrittore, ma un po' arrogante; William Gladstone, tante volte primo ministro inglese; Goethe, anziano mandò il figlio; Walter Scott, l'autore di "Ivanhoe", romanzo storico per eccellenza, al quale Manzoni si era ispirato; Mary Shelley, la geniale madre di Frankenstein. E ancora l'americano Egdar Allan Poe. Intensi e commoventi gli incontri con Verdi e Garibaldi. E ancora il re Vittorio Emanuele che offrì allo scrittore la carica di senatore. Recensione ❯
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L'omaggio a un genio che ha 'tagliato' la sua epoca e la materia vivente, inventando una bellezza senza tempo. Documentario, Gran Bretagna2018. Durata 111 Minuti.
La celebrazione di un genio radicale e ipnotico che ha avuto un'influenza profonda sul panorama artistico contemporaneo. Espandi ▽
L'universo di Alexander McQueen è complesso. Creatore fuori norma, figlio di un tassista londinese divenuto stella dell'alta moda, McQueen ha ridefinito la moda e i suoi codici attraverso le problematiche contemporanee. I due registi tornano sulla carriera folgorante del bad boy della moda, dai suoi debutti alla Saint Martin's School di Londra fino alla leggendaria sfilata Plato's Atlantis, offrendo una griglia di lettura a un sistema di pensiero esuberante e a un'immaginazione smisurata. Il documentario 'cuce' un ritratto con ago e filo di parole, scompone e ricompone un artista estremo e appassionato, consumato dal suo genio e costretto a rincorrere una pace interiore che non troverà mai. Recensione ❯
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Un repertorio eloquente, con un montaggio affollato di voci e archivi originali, per ragionare sulle culture urbane di strada. Documentario, USA2022. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un periodo in cui i marciapiedi di New York prosperavano grazie a due subculture di riferimento che hanno iniziato a integrarsi: hip-hop e skateboard. Espandi ▽
La direzione di All the Streets Are Silent è pienamente dichiarata dal sottotitolo originale: "the convergence of hip hop & skateboading". Vuole indicare cioè l'intersezione tra hip hop, inteso sia come genere musicale che come movimento artistico nato dalla strada, e cultura degli skaters. Il set è New York, gli anni quelli a cavallo tra Ottanta e Novanta. In un'era pre YouTube e pre social, che quindi sembra lontanissima dall'ipercondivisione dei tempi attuali, e a pochi anni dalla rivoluzione di MTV, il film catapulta lo spettatore all'interno di due sottoculture nate spontaneamente ai margini, socioeconomici ma anche geografici della città, e poi deflagrate.
Spinte, in particolare, da un club aperto a più generi musicali e a una clientela di ogni ceto sociale e discendenza, il Mars di Yuki Watanabe, da un programma radio notturno condotto da Dj Stretch e Bobbito Garcia, e a partire dal '93, dallo Zoo York e Supreme, negozi pionieri e punti d'incontro. Espressioni artistiche rese mainstream, in una seconda fase, dal mercato, discografico e della moda, secondo una parabola già sperimentata da molti altri fenomeni culturali.
Più autocelebrazione e omaggio a una città che sistematica rielaborazione dei processi di integrazione tra culture, All the Streets Are Silent è un repertorio eloquente per ragionare sulle culture urbane di strada. Recensione ❯
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