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Tra favola contemplativa e film sociale, l'epopea di un giovane cowboy alla riconquista del proprio destino. Drammatico, USA2017. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A seguito di un incidente un uomo abbandona il Rodeo per riscoprirsi estraneo in un'America totalmente diversa da quella cui era abituato. Espandi ▽
Nella riserva di Pine Ridge, nel South Dakota, Brady Blackburn è una stella nascente del rodeo, che dopo una brutta caduta scopre di non poter più cavalcare. A fianco della sorellina e in lotta col padre, piegato dal lavoro e dalle responsabilità, cerca una nuova ragione di vita in un Paese che non fa sconti. Senza lacrime o accenti di denuncia l'autrice, cinese traslocata a New York, racconta un'epopea autobiografica dentro paesaggi sublimi, a cavallo tra finzione e documentario, tra favola contemplativa e film sociale. The Rider è un western di cavalieri a terra che si rialzano, meno performanti ma più accaniti nel provare a riprendersi in mano il proprio destino e a definire cosa significhi essere un uomo nel cuore dell’America. Recensione ❯
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Una mirabile operazione di filologia del cinema e un documentario esilarante. Documentario, USA2013. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Frank Pavich ricostruisce il caso clamoroso di un capolavoro mai realizzato, in un documentario presenato nella "Quinzaine des réalisateurs", a Cannes 2013. Espandi ▽
Questo documentario girato tra Francia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti, racconta il tentativo donchisciottesco di adattare il romanzo di fantascienza "Dune" dal regista Alejandro Jodorowsky nel 1974 .
Dopo due anni e milioni di dollari di spesa, questo gigantesco progetto alla fine è saltato. Tuttavia, gli artisti raccolti da Jodorowsky intorno a questo leggendario progetto hanno continuato a lavorare insieme. Questo gruppo, i "guerrieri", come li ha soprannominati Jodorowski, ha dato una connotazione alla fantascienza nel cinema moderno, lavorando a film come Alien, Blade Runner, Guerre Stellari e Total Recall. Recensione ❯
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La storia di una pioniera che ha dovuto superare il sessismo, il razzismo e la malattia mentale . Documentario, USA2018. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il viaggio dell'artista Yayoi Kusama dall'educazione conservatrice in Giappone alla sua notorietà in America negli anni '60. Espandi ▽
Alla fine degli anni sessanta Yayoi Kusama (1929), determinata e ossessionata dal fare arte, giunge a New York dal Giappone. Il contesto culturale qui è vivido, energico e interessante. La città americana è davvero la capitale del sistema. Tutti gli artisti sono lì. Leo Castelli aveva da poco realizzato le prime mostre agli emergenti Andy Wharol, Robert Rauschenberg o Roy Lichtenstein; Peggy Guggenheim già aveva scoperto e portato alle stelle gli espressionisti americani del secondo dopoguerra, come Jackson Pollock o Willem De Kooning. Mary Boone e gli altri galleristi stavano già guadagnando come mai prima d'allora.
In questo ambito, una donna giovane, pittrice e per di più giapponese, seppure esotica agli occhi affascinati degli americani, non aveva tante chance in un mondo dove imperversavano gli artisti uomini come quelli della pop art o della minimal art, capeggiata da Donald Judd e Carl Andre - i "machi" dell'arte per eccellenza. Recensione ❯
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Un ritratto agrodolce della senilità costruito su volto e corpo di un grande attore. Drammatico, USA2017. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Lucky ha quasi 90 anni e non ha mai avuto problemi di salute. Quando accidentamente cade comincia a temere per la sua vita. Espandi ▽
Alla soglia dei novant'anni Lucky tiene fede al suo nomignolo. Pur fumando un pacchetto di sigarette al giorno e bevendo alcolici, le sue diagnosi mediche sono impeccabili. Ma dopo una caduta comincia a temere la morte e la solitudine. Omaggio cinefilo a un'icona del cinema, Lucky è film di attori, anzi di uno solo: un Harry Dean Stanton alle prese con la performance di una vita, in cui infonde elementi autobiografici e schegge delle maschere indossate in passato, come quella con David Lynch che qui interpreta un anziano solitario, più eccentrico e meno cinico di Lucky. Un film semplice, schietto, all'antica, che si serve di un attore maiuscolo per raccontare una parabola sulla paura della morte e su come affrontarla per ritrovare interesse e stupore nella vita. Recensione ❯
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Un'opera pacata, romantica e dal gusto retrò che ha come sfondo uno spaccato dell'America di oggi. Drammatico, USA2023. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza cerca una comunità all'interno di Fremont, una città della Bay Area. Espandi ▽
Piccolo film esistenzialista dalle venature surreali, la quarta regia di Babak Jalali indaga il senso di stasi e lenisce le angosce dell’esperienza umana. Lo fa attraverso la storia di Donya, che nel vissuto autentico dell’attrice principale Anaita Wali Zada mette in risalto il tema dell’Afghanistan, delle difficoltà dell’immigrazione, e dell’ingiusto destino di tante figure che hanno pagato a caro prezzo la loro collaborazione con le forze americane nel corso degli anni. Tutto ciò rimane però sullo sfondo, perché Fremont non è un dramma che prende di petto il reale, e alle amarezze della vita e della Storia preferisce alludere soltanto. Ne esce fuori un’opera pacata dal gusto retrò, fatta di composizioni ordinate e impreziosite da un bel bianco e nero. Al suo cuore c’è un certo romanticismo e una fede incrollabile in un destino migliore, il cammino verso il quale è tappezzato da una galleria di personaggi sempre vividi e ottimisti. Recensione ❯
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Un commovente inno alla libertà come diritto umano inalienabile e una struggente presa di coscienza da parte di sette anime . Documentario, USA2015. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il documentario è la storia choc ma veramente accaduta di 6 fratelli rimasti chiusi in un appartamento per anni. Il film ha vinto il Premio della giuria U.S. Documentary al Sundance 2015. Espandi ▽
I sette fratelli Angulo, di madre statunitense e padre Inca peruviano, sono cresciuti nel Lower East Side di Manhattan come su un'isola deserta: per anni infatti hanno vissuto segregati in casa, uscendo un massimo di nove volte l'anno, e qualche anno non uscendo mai. Papà Oscar era l'unico a possedere le chiavi di casa, a decidere come e quando ci si potesse spostare all'interno dell'appartamento, ad assicurarsi che moglie e figli non venissero "contaminati" dal mondo esterno. Sui suoi famigliari l'uomo, seguace del culto Hare Krishna, aveva un potere assoluto. Del resto per i suoi sei figli maschi e la sua unica figlia femmina, nonché per la consorte, Oscar era Dio: un dio intransigente, a volte violento, spesso ubriaco e fuori controllo, sempre onnipresente. Recensione ❯
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Un'opera folgorante, ampia e profonda sulla filologia dell'identità-del-diverso e dei conflitti ad essa collegati. Documentario, USA, Francia2016. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Lo scrittore James Baldwin si è sempre occupato del razzismo in America. Il documentario prende in esame la sua opera. Espandi ▽
Pensato in una vita e lasciato ai posteri come manoscritto incompleto, "Remember This House" di James Baldwin non è mai stato pubblicato. Raoul Peck ne ha acquisito i diritti per realizzarne un documentario "testamentario" sulla secolare questione dei neri, mescolando materiali d'archivio al proprio girato sullo sfondo dell'inedito testo letto da Samuel L. Jackson. Aveva uno sguardo indimenticabile James Baldwin. Forse per questo Raoul Peck l'ha messo in primo piano sulla locandina del suo film I Am Not Your Negro, gemma preziosa estratta - e rielaborata con cura - dalla miniera d'oro degli scritti del grande attivista/pensatore/scrittore nato ad Harlem nel 1924 e morto in Francia trent'anni fa. Recensione ❯
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Un diario potente che celebra la fiducia nelle possibilità del singolo e insieme la potenza del gruppo. Documentario, Gran Bretagna, USA2021. Durata 107 Minuti.
L'incredibile storia del salvataggio di dodici ragazzi e del loro allenatore di calcio dalle profondità della grotta thailandese di Tham Luang. Espandi ▽
Distretto di Mae Sai, Thailandia. Il 23 giugno del 2018 un'improvvisa, violentissima pioggia, sorprende dodici ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Stanno festeggiando con il loro allenatore di calcio e si riparano dentro la grotta di Tham Luang, dove rimangono bloccati, mentre il livello dell'acqua si innalza a una velocità impressionante. La prima preoccupazione dei soccorritori è pompare l'acqua fuori e deviare il corso di quella pluviale; salvare il gruppo sembra un'impresa impossibile. Il governo e le forze armate thailandesi si mobilitano, ma né i Navy Seals, il reparto speciale dell'Esercito Reale Thailandese, né le unità speciali dell'aviazione statunitense hanno l'esperienza che quel tipo di intervento richiede.
Il caso rimbalza nei programmi d'informazione nel mondo, centinaia di volontari si attivano e un gruppo spontaneo e amatoriale di speleologi subacquei si mette a disposizione: vorrebbero tentare di immergersi per capire se i tredici sono ancora vivi e se si può riportarli in superficie. Con gli occhi di tutto il mondo addosso e la minaccia di critiche in caso di fallimento, il governo deve decidere se affidare loro l'impresa.
Con un'alta definizione delle immagini e l'andamento diaristico lungo un arco di diciotto giorni tesissimi, The Rescue definisce e circoscrive con la stessa precisione le caratteristiche psicologiche, le paure e l'altruismo della squadra di volontari. Recensione ❯
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Un repertorio eloquente, con un montaggio affollato di voci e archivi originali, per ragionare sulle culture urbane di strada. Documentario, USA2022. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un periodo in cui i marciapiedi di New York prosperavano grazie a due subculture di riferimento che hanno iniziato a integrarsi: hip-hop e skateboard. Espandi ▽
La direzione di All the Streets Are Silent è pienamente dichiarata dal sottotitolo originale: "the convergence of hip hop & skateboading". Vuole indicare cioè l'intersezione tra hip hop, inteso sia come genere musicale che come movimento artistico nato dalla strada, e cultura degli skaters. Il set è New York, gli anni quelli a cavallo tra Ottanta e Novanta. In un'era pre YouTube e pre social, che quindi sembra lontanissima dall'ipercondivisione dei tempi attuali, e a pochi anni dalla rivoluzione di MTV, il film catapulta lo spettatore all'interno di due sottoculture nate spontaneamente ai margini, socioeconomici ma anche geografici della città, e poi deflagrate.
Spinte, in particolare, da un club aperto a più generi musicali e a una clientela di ogni ceto sociale e discendenza, il Mars di Yuki Watanabe, da un programma radio notturno condotto da Dj Stretch e Bobbito Garcia, e a partire dal '93, dallo Zoo York e Supreme, negozi pionieri e punti d'incontro. Espressioni artistiche rese mainstream, in una seconda fase, dal mercato, discografico e della moda, secondo una parabola già sperimentata da molti altri fenomeni culturali.
Più autocelebrazione e omaggio a una città che sistematica rielaborazione dei processi di integrazione tra culture, All the Streets Are Silent è un repertorio eloquente per ragionare sulle culture urbane di strada. Recensione ❯
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Un documento incandescente che pone tantissime domande e altrettante ne suscita. Documentario, USA2019. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Steve Bannon, stratega di Donald Trump fino alla sua estromissione nell'estate del 2018 e ideologo della nuova destra estremista statunitense. Espandi ▽
Dopo i commenti ai violenti fatti di Charlottesville, Virginia (11 agosto 2017), sede del raduno di neonazisti bianchi, Steve Bannon, consigliere strategico di Donald Trump, è costretto a dimettersi. Lo si vede nei primi minuti di The Brink, documentario in stile cinéma-vérité costellato di dati e materiali giornalistici. Un pedinamento autorizzato, durato oltre un anno, tra 2017 e 2018: grazie alla mediazione della produttrice Marie Therese Guirgis, che ha collaborato in passato con Bannon, la filmmaker Alison Klayma ha potuto tallonarlo tra spostamenti ai comizi per le elezioni di midterm, incontri con la stampa, dietro le quinte, meeting privati in camere d'albergo. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Un film che produce e conserva memoria, un bene oggi purtroppo in disuso. Documentario, USA2018. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia dell'archivio di Emanuel Ringelblum, un documento fondamentale per la storia dell'Olocausto. Espandi ▽
Sessantamila pagine di diari, manifesti, fotografie e oggetti costituiscono il lascito dell'Oyneg Shabbes Archive ("La gioia del Sabbath"). Raccolti dal Dottor Emanuel Ringelblum nella Varsavia ebraica prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, durante l'occupazione nazista e fino alla rivolta del ghetto, sono stati studiati dal dottor Samuel Kassow. Questa docu-fiction è ispirata al suo libro e ne riporta anche la testimonianza diretta. Recensione ❯
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Uno studio serrato e denso di spunti di riflessione, per una partecipazione più consapevole. Documentario, USA2020. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Donald Trump è adatto per il ruolo di presidente degli US? Esperti di salute mentale rivelano le loro impressioni e i derivanti pericoli che ne conseguono. Espandi ▽
Il 20 gennaio 2017, a poche ore dalla sua elezione come Presidente degli Stati Uniti, Donald John Trump fa sapere alla stampa tramite il suo portavoce di essere insoddisfatto della copertura mediatica dell'evento, a suo parere distorta perché avrebbe evidenziato una partecipazione minore di cittadini rispetto all'insediamento di Obama. È il primo atto di una strategia di comunicazione aggressiva e compulsiva, fatta di toni autoritari, mimica mussoliniana e linguaggio rozzo e semplificato, dal vivo e sui social, che respinge le ricostruzioni e le tesi diverse dalle proprie come "fake news" e che per tutta la sua presidenza occuperà i media e preoccuperà i democratici di ogni latitudine. All'approssimarsi delle elezioni di novembre 2020, il regista e produttore Dan Partland interpella diversi psichiatri, psicologi, storici e comunicatori politici per individuare e contestualizzare i motivi che rendono il quarantacinquesimo presidente americano inadatto ("unfit") al proprio ruolo istituzionale. In maniera clamorosa ma soprattutto pericolosa per la nazione, quindi per il pianeta. Recensione ❯
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Giudice di ferro, contro ogni discriminazione: un ritratto legittimamente celebrativo di Ruth Bader Ginsburg. Documentario, USA2018. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna dalla parte dei diritti delle donne, la Ginsburg ha sempre promosso la parità dei sessi. Espandi ▽
Nata a New York nel 1933, Ruth Bader Ginsburg (per brevità RBG) è stata la seconda donna - dopo Sandra Day O'Connor, in carica dal 1981 al 2005 - a essere nominata, da Bill Clinton, nel '93, tra i nove componenti della Corte Suprema. Negli ultimi anni quest'anziana, minuta signora, voce vellutata e occhi che inceneriscono, è oggetto di molta attenzione da parte dei mass media nazionali. Il fronte democratico vede in lei - che su Trump si è espressa con un certo scetticismo fin dal 2016, ancora prima che venisse eletto - un simbolo della resistenza alla deriva ultraconservatrice e autoritaria della sua presidenza. Ma già nel 2015 le era stato dedicato un tumblr, seguito dal libro Notorious RBG di Irin Carmon e Shana Knizhnik. Che, parafrasando il nome d'arte del celebre rapper Notorious B.I.G., originario anche lui di Brooklyn, la consacra anche tra le giovani generazioni come esempio di emancipazione civile («Mia madre non faceva che ripetermi due cose: sii gentile e sii indipendente», racconta la giudice). Recensione ❯
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La dichiarazione d'amore della regista turca ai gatti della sua Istanbul. Documentario, USA, Turchia2016. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il profilo di una città antica e della sua gente, visti attraverso gli occhi degli animali più misteriosi e amati mai conosciuti dall'essere umano. Espandi ▽
Centinaia di migliaia di gatti turchi vagano per la metropoli di Istanbul. Da tempo immemorabile gironzolano, entrano ed escono dalle vite degli abitanti, portando gioia e voglia di vivere a chi sceglie di adottarli. Ceyda Torun, attraverso lo sguardo dei felini, ci mostra gli angoli più nascosti, gli scorci dimenticati, i nascondigli segreti. Istanbul svela il fascino decadente di una città in continuo cambiamento in cui il nuovo si aggiunge al vecchio senza mai sostituirlo. Sari, Bengu, Aslan, Psikopat, Gamsiz, Deniz e Duman. Ogni gatto ha il suo carattere, il suo quartiere, le sue abitudini. La regista ne immortala l’eleganza nella luce di albe e tramonti, celebrando il loro mistero sullo sfondo della sua Istanbul. Recensione ❯
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