2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
continua»
Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un capolavoro assolutodi cinemalifeFeedback: 1529 | altri commenti e recensioni di cinemalife |
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venerdì 26 agosto 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
2001 è pura storia del cinema fantascientifico e mondiale. Non vi sono paragoni né passati né futuri. Non possono esservi perché non esistono altre pellicole girate e narrate in maniera così visionaria, futurista ed estremista come era solito lavorare Kubrik. 2001 narra l’umanità intera poiché avvolge ogni cosa sul piano temporale (dai primi stadi della vita umana a un lontano futuro rispetto all’anno in cui è stato girato il film), spaziale (dalla Terra allo spazio, alla Luna, a Giove) e interpretativo (lo stesso regista lascia libertà assoluta allo spettatore). Il film risulta complessivamente molto lineare a eccezione del finale, a libera interpretazione dello spettatore. La prima parte è ambientata agli albori dell’evoluzione umana, quando sulla Terra compare un monolito nero. L’ellissi più celebre della storia del cinema catapulta lo spettatore nel 2001. In una base lunare viene portato alla luce un monolito identico a quello che milioni di anni prima aveva sconvolto gli ominidi. Il contatto con la luce ne provoca l’accensione e l’invio di alcuni segnali verso il pianeta Giove, facendo supporre l’esistenza di forme di vita extraterrestri. Viene quindi organizzata una spedizione alla quale partecipano gli astronauti David e Paul assieme ad altri tre che sono stati ibernati prima della partenza per ridurre il loro consumo di ossigeno e di energia all’interno della nave spaziale e il computer HAL 9000 in grado di interagire con l’uomo. Nessuno a eccezione dell’elaboratore sa, tuttavia, il vero scopo della missione, che è stato mantenuto nascosto per motivi di sicurezza sociale. L’inconfessabile segreto provoca un irreparabile scontro nella sua matematica mente, che comincia a impazzire segnalando anomalie inesistenti. I due astronauti pensano quindi di disattivarlo per evitare di compromettere il completamento della missione, ma il calcolatore, che è ingegnosamente riuscito a captare le loro intenzioni, uccide dapprima Frank, poi i tre astronauti ibernati e infine impedisce a David di rientrare nella base dopo una sua momentanea uscita dall’astronave. Quest’ultimo riesce, comunque, a rientrarvi e a disattivare HAL 9000. Lo spettacolare finale si svolge in prossimità del pianeta Giove, dove David capta un altro monolito nero ed entra in una dimensione spazio-temporale a lui sconosciuta che lo porta a rinascere sotto un altro corpo. Si ritrova Kubrik nelle riprese, nel montaggio, nelle celeberrime colonne sonore, nella sinteticità dei dialoghi, qui estremizzata all’essenziale. Il film è raccontato attraverso i supremi effetti speciali (che gli valsero l’Oscar) e le lunghe e mute sequenze nelle quali prevale il colore, il silenzio, la spettacolarità, la consapevolezza che quarant’anni fa il cinema era già capace di tutto questo. Drammatico il messaggio che intende comunicarci: la prevalenza dell’uomo sulle macchine sta per capovolgersi e le stesse nostre invenzioni finiranno col travolgerci, schiavizzandoci. Futuro catastrofico? Sì, ma oggi questo futuro non è più così lontano, nonostante Kubrik già alla fine degli Anni Sessanta lo avesse scadenzato con l’arrivo del nuovo millennio.
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