Riservato, schivo di natura, Tom Wilkinson ha raggiunto il successo silenziosamente, senza clamori o pettegolezzi. Attore versatile, sfrutta il tocco 'british' in ogni sua interpretazione, uscendone sempre in modo raffinato, sia che si metta alla prova in commedie che in film drammatici.
La formazione in stile 'british'
Nato in Gran Bretagna, si trasferisce presto in Canada con la famiglia, emigrata all'estero per problemi economici. Ritornato in patria, si laurea in letteratura alla University of Kent di Canterbury e decide di iscriversi all'Accademia Reale d'arte drammatica di Londra. Dalla metà degli anni Settanta in poi è attivo sia in televisione che al cinema; il debutto ufficiale nel mondo del grande schermo avviene grazie all'ingaggio del polacco Andrzej Wajda che lo vuole in La linea d'ombra (1976), tratto dal romanzo omonimo di Joseph Conrad. Negli anni Ottanta prende parte a numerosissimi film per la tv (per citare i più importanti, Sharma and Beyond, A Pocket Full of Rye o ancora, Primo fra tutti, serie di successo dedicata alla vita di quattro politici) che, grazie anche alle sue intense interpretazioni, conquistano il favore del pubblico. Nel frattempo sposa l'attrice Diana Hardcastle, dalla quale avrà due figlie.
Tanta tv e i primi film cinematografici
Durante i primi anni Novanta continua a seguire la strada della fiction televisiva ma comincia anche a interessarsi maggiormente al mondo del cinema. Nel 1991 prende parte all'inquietante Anestesia letale, al quale seguono una miriade di partecipazioni televisive, alcune di qualità come la pluripremiata Prime Suspect con Helen Mirren, altre meno come la commediola A Very Open Prison.
Ottiene una piccola parte in Nel nome del padre (1993) ed entra nel cast di Prince of Jutland (1994), rivisitazione shakespeariana rimasta inedita in Italia. Fa appello al lato comico della sua personalità per riproporlo durante le riprese della commedia romantica A Business Affair (1994), poi riprende lo stile drammatico nel successivo Il prete (1994), dov'è il parroco di un quartiere popolare di Liverpool.
Onorato dalla regina e dai grandi registi
Nel 1995 viene nominato dalla regina Elisabetta nell'OBE per meriti artistici, premio prestigioso riservato a pochi. Lo vediamo poi in cinque episodi della miniserie drammatica Martin Chuzzlewit (1994), poi ritorna al cinema con Ragione e sentimento (1995), seguito dall'intenso Il senso di Smilla per la neve (1996) e dall'avventuroso Spiriti nelle tenebre (1996). Trova la sua consacrazione a livello mondiale con l'esilarante Full Monty - Squattrinati organizzati (1997) di Peter Cattaneo, campione d'incassi che ha sbancato al botteghino inglese, dove Wilkinson è uno degli improvvisati spogliarellisti di Sheffield. Conferma il successo di pubblico nei panni del farmacista aspirante attore di Shakespeare in Love (1998), nel curioso La governante (1997) e nel divertente Rush Hour - Due mine vaganti (1998). Continua a collezionare ingaggi in tv che alterna all'attività cinematografica ma è il grande schermo a dargli maggiore visibilità e lo spazio adatto per esprimersi. Dopo il minore Molokai: The Story of Father Damien (1999), lo ritroviamo in Cavalcando con il diavolo (2000) di Ang Lee e al fianco di Mel Gibson in Il patriota (2000) di Roland Emmerich.
In the Bedroom e altri successi
Affronta il thriller Essex Boys (2000) per poi conquistare una nomination all'Oscar come protagonista del drammatico In the Bedroom (2001), dov'è un padre accecato dal desiderio di vendetta. Scivola sul demenziale Black Knight (2001) ma recupera con i raffinati L'importanza di chiamarsi Ernest (2002) e con La ragazza con l'orecchino di perla (2003). Lavora ancora al fianco di Scarlett Johansson nel film tutto al femminile Le seduttrici (2004), poi fa un salto nella Londra seicentesca con Stage Beauty (2004), finendo a far parte del mondo surreale e strampalato di Michel Gondry che lo vuole in Se mi lasci ti cancello (2004).
Diventa Carmine Falcone nel movimentato Batman Begins (2005) e affronta i poteri malefici di Satana in The Exorcism of Emily Rose (2005), dove interpreta Padre Moore, rappresentante della fervente Chiesa cattolica.
La consacrazione con Allen e Polanski
Offre una grandissima prova di recitazione nel dramma borghese Un giorno per sbaglio (2006), seguito dall'altrettanta intensa performance in Sogni e delitti (2007) di Woody Allen, così come anche in Michael Clayton (2008) che gli vale la seconda nomination all'Oscar, stavolta come miglior attore non protagonista.
Ormai attore di rilievo, apprezzato dai grandi maestri, viene ingaggiato anche da Roman Polanski in L'uomo nell'ombra (2010), e da Landis per Ladri di cadaveri - Burke & Hare (2010). Nel 2011 collabora nuovamente con Gondry in The Green Hornet e viene diretto da Robert Redford nello storico The conspirator, nel quale recita accanto a Robin Wright e James McAvoy. Nello stesso anno partecipa al drammatico Il debito, di John Madden, mentre dopo Marigold Hotel, del 2012, lo troviamo in The Lone Ranger (2013) di Gore Verbinski. Dopo Grand Budapest Hotel (2014) recita in Affare fatto (2015) di Ken Scott e ne La verità negata (2016) di Mick Jackson.