Titolo originale | The Importance of Being Earnest |
Anno | 2002 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA, Gran Bretagna, Francia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Oliver Parker |
Attori | Rupert Everett, Colin Firth, Reese Witherspoon, Judi Dench, Tom Wilkinson, Frances O'Connor . |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,27 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 10 giugno 2016
Rupert Everett protagonista di una nuova trasposizione cinemetografica della commedia di Oscar Wilde. In Italia al Box Office L'importanza di chiamarsi Ernest ha incassato 546 .
L'importanza di chiamarsi Ernest è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Londra, fine dell'800. Jack Worthing, nonostante i suoi dubbi natali (è stato trovato dentro una borsa da un ricco benefattore) è divenuto un gentiluomo irreprensibile e un perfetto tutore di Cecily, nipote di chi l'aveva adottato. L'incontro con Gwendolen, ragazza dell'alta società, e il conseguente innamoramento darebbero una svolta alla sua vita. Ma la ragazza ha la ferma intenzione di sposarsi solo con qualcuno che si chiami Ernest, nonostante sua madre - la gelida e vittoriana lady Bracknell - abbia progetti ben diversi. Il bello è che anche Cecily ha la stessa fissazione, e il suo spasimante Algenorn è costretto a ricorrere allo stesso trucco di Jack. Vale a dire fingere di chiamarsi Ernest. Ma la cosa darà il via ad una serie sempre più scatenata di equivoci e a una incredibile rivelazione finale...
Dopo Un marito ideale Oliver Parker torna all'evidentemente prediletto Wilde, ottenendo anche stavolta una riuscita brillante. Teatro filmato, certo, e poco altro: ma, vuoi per la bravura degli interpreti, vuoi per i brillanti dialoghi, vuoi infine (e questo è esclusivo merito del regista) per una perfetta scelta dei tempi comici, il film si segue con piacere. E per una volta non ci si vergogna di ridere.
L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNEST (UK/USA, 2002) diretto da OLIVER PARKER. Interpretato da COLIN FIRTH, RUPERT EVERETT, FRANCES O'CONNOR, REESE WITHERSPOON, JUDI DENCH, TOM WILKINSON, ANNA MASSEY, EDWARD FOX Inghilterra, età vittoriana: Algernon Moncrieff e Jack Worthing sono due amici di vecchia data, il primo vive in città e il secondo in campagna, ed entrambi conducono una [...] Vai alla recensione »
Si tratta della trasposizione cinematografica di una commedia scritta da Oscar Wilde per il teatro. La rappresentazione teatrale in effetti sembra più adatta. La pellicola ne paga il prezzo, come anche paga il dato anagrafico dell'opera di Wilde. Infine la versione in lingia italiana paga l'ulteriore scotto di perdere alcuni elementi umoristici legati a giochi di parole in lingua inglese, [...] Vai alla recensione »
Gran film, non pensavo sarebbe stato così divertente! Qualcuno può spiegarmi il finale? cioè Jack scopre di chiamarsi realmente Ernest, poi la zia apre il libro e c'è scritto che il padre si chiamava John...quindi Jack ha mentito?
ho visto il film quasi per gioco solo perchè c'era colin firth..mentre andavo avanti con la visione avevo come l'impressiione di averlo già visto ma questo era impossibile..come impossibile era aver letto il libro..mai fatto e ne sono certa!!ad un tratto l'illuminazione!!9 anni facevo parte del gruppo teatrale del paese..teatro dialettale!!la prima commedia a cui ho preso parte è presa pari pari da [...] Vai alla recensione »
Tutto il film è gradevole ma senza molte pretese. Interessante la trama e belle le immagini. Sempre bravo Rupert Everett! Buon film
Questa sera ho visto in tele su Iris Il film tratto da una commedia di Oscar Wilde. Ero diffidente, ma fin dalle primissime scene la diffidenza si è sciolta perchè il film è realizzato bene, i personaggi sono tutti azzeccati,centrata l'ambientazione. Un film, finalmente, che sarebbe piaciuto anche all'autore della commedia.
Dopo "Un marito ideale" Parker torna al cinema con l'adattamento di un capolavoro di Wilde, ma, pur concedendosi una regia più libera e meno teatrale (o frose proprio per questo!), realizza un opera inferiore alla precedente. Sceneggiatura strepitosa con il suo corredo di citazioni, aforismi e dialoghi serrati di stampo teatrale, ma in fondo è bastato adattare senza nessuna variazione il testo originale. [...] Vai alla recensione »
La fonte letteraria del terzo film di Oliver Parker è una garanzia assoluta del calibro de L'importanza di chiamarsi Ernesto, ovvero l'opera più frizzante della limitata produzione drammatica di Oscar Wilde, una tetralogia comprendente anche Un marito ideale, Il ventaglio di Lady Windermere e Salomé. Il regista, Oliver Parker, è inoltre un esperto di traslazioni dal teatro al cinema, avendo esordito [...] Vai alla recensione »
Oscar Wilde, lo sappiamo, diceva di aver messo il genio nella vita e solo il talento nel lavoro. Nonostante la falsissima modestia dell'autore, del genio nelle sue opere ce n'era, eccome, dolorosissimo nel De profundis, fin troppo profuso nel Ritratto di Dorian Gray, acuminato e caustico nelle commedie borghesi che tracciavano un ritratto sotterraneamente velenoso della società edoardiana.
Che cosa non si fa per una sottana: deciso a tutto per conquistare una dama bella e ricca dell'aristocrazia londinese di fine Ottocento, che smania per un nome maschile altero e seduttivo, lo spavaldo Jack simula di chiamarsi Ernesto. Nella giostra di equivoci si mette in mezzo anche l'amico squattrinato a caccia di matrimonio con dote. È forse la commedia più riuscita di Wilde, che puntava a dimostrare [...] Vai alla recensione »
Secondo Colin Firth "deve esplodere come una pistolettata, L'importanza di chiamarsi Earnest", citando così la risposta di Oscar Wilde a chi suggerì che quella sua commedia era come "un elegante mosaico". Arrivato sui palcoscenici londinesi nel 1889, pochi giorni prima che Wilde venisse rinchiuso in prigione (per oscenità), The Importance of Being Earnest - dopo la versione cinematografica che il bravo [...] Vai alla recensione »
Non contento di aver portato sullo schermo Un marito ideale, Oliver Parker ha riconvocato Rupert Everett per una nuova versione della più nota tra le commedie del divino Wilde. È l'unico Oscar che Parker vedrà, perché il nuovo adattamento appartiene al tipo di film che (per parafrasare il drammaturgo), quando li hai visti una volta, non te li ricordi mai più.