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Sergei Polunin

Sergei Polunin. Data di nascita 20 novembre 1989 a Cherson (Ucraina). Sergei Polunin ha oggi 34 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

Il cattivo ragazzo della danza classica

A cura di Fabio Secchi Frau

Più di 20 milioni di visualizzazioni.Nel 2015, Sergei Polunin, il ballerino da molti considerato il migliore della sua generazione, l'étoile più giovane che il Royal Ballet di Londra avesse mai avuto, decise di dire addio alla danza classica. Ma prima un ultimo ballo. Quello filmato dal celebre fotografo David LaChapelle sulle note di "Take Me to Church" di Hozier.
Quattro minuti di durata. L'amico intimo Jade Hale-Christofi a curarne la coreografia. Poi un numero impressionante di visite... Cambiò idea. Non si ritirò più. "È incredibile vedere quante persone hanno visto. È incredibile come una piccola opera d'arte possa essere una cosa così potente per le persone", dichiarò.
Il pezzo avrebbe anche segnato il culmine di Dancer, un documentario sulla sua vita, prodotto da Gabrielle Tana e diretto dal regista americano Steven Cantor, che avrebbe poi aperto il Festival dei Popoli di Firenze.
La sua storia è tutta in quei frame. L'infanzia in Ucraina. Il trasferimento a Londra da adolescente per studiare con il Royal Ballet. Il posto di primo ballerino nella compagnia a soli diciannove anni. Il pubblico che comincia a comprare i biglietti con ben due anni di anticipo per vederlo.
C'è poi tutta una narrazione formata attorno al suo personaggio pubblico. Polunin il cattivo ragazzo del balletto. Polunin il talentuoso. Un animale da festa tatuato che ha sabotato la sua carriera a ventidue anni. Quando decide di dimettersi dal Royal Ballet per trasferisi in Russia. Tuttavia, lui racconta anche una storia diversa, altrettanto ben focalizzata nel documentario. Le dinamiche familiari che Polunin subì crescendo, per esempio. Il senso di responsabilità e di colpa per aver visto sua nonna e suo padre lasciare il Paese e svolgere lavori molto umili nell'Europa occidentale solo per poter sostenere la sua istruzione nel balletto. Le pressioni che gli stessi gli fecero per avere successo. La separazione dai suoi genitori a tredici anni, quando da solo dovette trasferirsi nel Regno Unito, e l'impotenza di fronte al loro divorzio. Un'angoscia esistenziale che nel film e nella vita di Polunin è un tema importante. In più, la paura per il futuro. Una volta raggiunti tutti i propri obiettivi, cosa viene dopo? Cosa rimane? Cosa fai quando raggiungi l'apice nel tuo campo? Cosa fai quando lo hai raggiunto prima dei vent'anni? Cosa fai se non hai mai conosciuto altra arte che quella?
Le riprese di "Take Me to Church" quasi asciugano tutta quest'ansia. In David LaChapelle, Polunin trova un amico. "È una persona speciale nella mia vita, che mi ha davvero influenzato in un modo molto diverso". LaChapelle intuisce il suo malessere. Lo prende da parte in quei cinque giorni di riprese alla Hawaii e, familiarizzando con lui, gli spiega che un ballerino non è solo mai un ballerino. È un artista. E ogni artista può essere qualsiasi cosa. Una star del cinema, un coreografo, un creatore. "Ha iniziato a farmi dubitare della danza. E io amavo la danza sopra ogni altra cosa". Così, Polunin ha cominciato a guardare la sua vita da una diversa angolazione e, più ispirato, si è buttato dentro nuovi progetti: recitazione, servizi fotografici, altra danza. "Vorrei poter costruire, costruire, costruire. Forse, se avessi avuto i giusti consiglieri, i giusti mentori, probabilmente l'avrei già fatto o fatto in maniera diversa...". Polunin si lamenta del troppo tecnicismo della danza classica. Di quanto così ossessivamente curino il ballerino, ma non ciò che il ballerino in quanto artista, essere umano in crescita, ha dentro. "Non molti insegnanti di danza lo capiscono, ma se si aprissero all'ascolto invece di essere così ottusi e superbi, forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di allenarsi metodicamente ogni giorno per fare sempre la stessa cosa".
Intanto, è approdato anche al cinema come attore. Ama i film. Soprattutto quelli con Sylvester Stallone, Mickey Rourke, Jean-Claude Van Damme, Dolph Lundgren e Arnold Schwarzenegger. Gli attori degli action movies. Chi come lui ha messo in scena il corpo. Lo ha reso pesante, narrativamente sovrascrivibile, necessario per la rappresentazione. Lo ispirano, lo ipnotizzano. Quando è sbarcato a Hollywood, li ha voluti conoscere tutti, legando particolarmente proprio con Rourke che, per il suo compleanno, gli ha regalato i pantaloni che usava nel film The Wrestler.

Il prodigio sulle punte
Nato a Cherson, un'ottocentesca città dell'Ucraina, muove i suoi primi passi nel mondo del movimento seguendo i corsi di ginnastica in una scuola sportiva a soli quattro anni. All'età di otto, entra nella scuola di danza "Yuventa" della sua città, passando poi all'Istituto di Coreografia di Kiev. Nel 2003, si trasferisce a Londra per studiare alla scuola del Royal Ballet. Laureatosi quando aveva diciassette anni, inizia a lavorare nella medesima compagnia e ne diventa, a diciannove, il più giovane ballerino della sua storia.
Deciderà poi di lasciare tutto. Entra in un periodo in cui le droghe recuperate alle feste, eroina e cocaina, sono le uniche cose che lo fanno portanto più in alto di certi salti sul palcoscenico. Infine, segue il suo desiderio di tornare in Russia, accettando l'invito di lavorare nelle compagnie di balletto gestite dal ballerino, coreografo e direttore artistico Igor Zelenskij.

Il documentario-confessione
Prende comunque distanze dal martellante mondo della danza classica che tutto ingloba, tutto assilla, tutto rende maniacale. Raccoglie la proposta di Gabrielle Tana affinchè si realizzi un documentario su di lui. Attraverso interviste e filmati d'archivio, viene così raccontata la sua straordinaria storia di ragazzo prodigio della danza. Geniale e controverso, Polunin diventa il simbolo di tutti i danzatori dell'epoca contemporanea. Dancer diventa un racconto intimo che traccia piroette nello spettacolo di una vita che si voleva liberare dalle costrizioni altrui.

I film
Hollywood punta gli occhi su di lui e nel 2017 lo fa entrare nel cast di Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh, nel ruolo del diplomatico e conte ungherese Rudolph Andrenyi. L'anno successivo, recita in The White Crow, è Konstantin in Red Sparrow e ha un ruolo minore ne Lo schiaccianoci e i quattro regni.

Vita privata
Sergei Polunin è fidanzato con la sua collega Natal'ja Osipova.

Ultimi film

Spionaggio, Thriller - (USA - 2018), 139 min.

News

Da protagonista del documentario Dancer a Lo schiaccianoci e i quattro regni.
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