Titolo originale | Anatomie d'une chute |
Titolo internazionale | Anatomy of a Fall |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 150 minuti |
Regia di | Justine Triet |
Attori | Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis Jehnny Beth, Saadia Bentaïeb. |
Uscita | giovedì 26 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Teodora Film |
MYmonetro | 3,70 su 36 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 16 ottobre 2023
Una donna è sospettata dell'omicidio del marito. Il loro figlio cieco dovrà affrontare un dilemma morale essendo l'unico testimone. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai David di Donatello, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, 7 candidature e vinto un premio ai BAFTA, 4 candidature agli European Film Awards, 10 candidature e vinto 5 Cesar, ha vinto un premio ai British Independent, a National Board, 7 candidature e vinto 3 Lumiere Awards, 3 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, ha vinto un premio ai Spirit Awards, ha vinto un premio ai Goya, a Cahiers du Cinéma, In Italia al Box Office Anatomia di una caduta ha incassato 2 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La scrittrice tedesca Sandra Voyter sta rilasciando un'intervista nello chalet sulle montagne vicine a Grenoble dove vive insieme al marito Samuel Maleski e al loro figlio non vedente Daniel. La conversazione fra lei e la giovane giornalista divaga, ed è infine interrotta dalla musica a tutto volume suonata da Samuel. Qualche ora dopo Samuel viene trovato morto sul selciato innevato davanti allo chalet: si è gettato o è stato ucciso? Sarà questo il dilemma da risolvere attraverso un'indagine minuziosa e un processo complicato e seguitissimo dai media. Ad assistere Sandra, principale indagata, è l'avvocato Vincent Renzi, suo amico di lunga data, e ciò che emergerà dalle indagini, prima ancora che un verdetto, è il problematico rapporto coniugale fra Sandra e Samuel, che ha trovato il punto di rottura nell'incidente all'origine della cecità di Daniel.
Anatomy of a Fall utilizza i meccanismi del film di indagine quelli del "courtroom drama" per parlare d'altro: infatti non va valutato come esempio riuscito dei due generi, dei quali non ha la coerenza ermetica, ma come esplorazione metaforica di una relazione di coppia come questione supremamente percettiva.
La valutazione delle scelte di Sandra e Samuel diventa talmente divergente da formare due realtà parallele, e in mezzo c'è Daniel, che non può che pagare lo scotto della reciproca cecità fra i suoi genitori. La falsariga lungo la quale si muove la narrazione è quella fra finzione e realtà anche perché Sandra è una scrittrice di successo che attinge al suo privato (e alle idee del marito) con indelicata leggerezza, mentre Samuel vorrebbe esprimersi attraverso la scrittura ma non ne trova il tempo, lo spazio e la determinazione (e forse non ne ha neppure la capacità).
La regista francese Justine Triet alza parecchio il tiro rispetto al suo precedente Sibyl - Labirinti di donna nel creare una storia (scritta insieme all'attore e sceneggiatore Arthur Harari) tesa e inquietante che compie una scelta fondamentale: quella di ribaltare i ruoli di coppia tradizionali, non solo perché lei è un'autrice di successo e lui resta a casa ad occuparsi del figlio, ma perché le rimostranze dell'uno verso l'altra, scandagliate chirurgicamente in una delle scene principali del film, di solito vengono applicate a generi invertiti.
L'altro asso nella manica di Triet sono due superbi attori: Swann Arlaud nel ruolo dell'avvocato Renzi e soprattutto Sandra Huller in quello della protagonista sua omonima (il che fa venire il sospetto che la parte sia stata scritta su di lei): la sua risata, allo stesso tempo salvifica e ferina, è al centro di una caratterizzazione magistrale.
Sandra Voyter non si relaziona alle persone se prima non ne ha individuato l'archetipo animale, e quale sia l'archetipo di Samuel lo si capirà solo alla fine. Nel frattempo emergerà tutta la disfunzionalità di una coppia in cui le rinunce dell'uno in nome dell'altra (e viceversa) sono vissute come imposizioni mal tollerate, e di un sistema giudiziario che preferisce soffermarsi sul come che sul perché di certe derive destinate a finire in tragedia.
Trier dirige avvicinandosi e allontanandosi dai suoi personaggi, talvolta oscurandoli e poi riportandoli in piena luce, altre volte dissociando l'immagine dal suono, senza abbandonarsi a inutili virtuosismi ma mettendosi a servizio di una storia di doppie verità e di invisibilità a se stessi, senza scene madri ma attraversata da mille piccoli scollinamenti morali. Anche i "trending topic" della contemporaneità - la fluidità di genere, le pari (o dispari) opportunità - sono gestiti con parsimonia, e spesso indicati più come manipolazioni retoriche che come circostanze rilevanti.
Perché la verità, suggerisce Triet, è scomoda e sottile, crea dissociazione e disagio. E la vita secondo la regista è "un caos in cui tutti siamo persi", dove la compulsione a giudicare è superiore alla disponibilità a comprendere, e tutti si sentono in credito: di attenzione, di riconoscimento, e soprattutto di amore privo di condizioni e giudizi.
ANATOMIA DI UNA CADUTA disponibile in DVD o BluRay |
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È un film ambizioso, intelligente, recitato benissimo, con una solidissima sceneggiatura, e al tempo stesso indigesto, a volte insopportabile, proprio come la musica a tutto volume che in esordio udiamo in sottofondo, fin quasi a far scomparire i dialoghi. Immediatamente uno si chiede come mai Samuel, il marito della protagonista Sandra, voglia rompere i timpani e non solo, con tutti quei decibel. [...] Vai alla recensione »
Anatomia di una caduta indaga , attraverso la magistrale interpretazione della sua attrice protagonista , Sandra Huller, alcuni dei temi fondamentali della nostra contemporaneità: la coppia e i rapporti familiari nella difficile ricerca di un nuovo equilibrio tra i sessi ; il rapporto tra la rappresentazione della realtà, la finzione e l'oggettività dei fatti ; l’abuso [...] Vai alla recensione »
Direzione differente, rispetto ai suoi lavori precedenti, per la 46enne regista francese Justine Triet che per una volta abbandona i toni da commedia riuscendo a mantenere incollato alla poltrona del cinema ogni spettatore grazie a una sceneggiatura originale, scritta a quattro mani con il compagno Arthur Harari, nella quale spiccano due linee narrative sulle quali si muove il film.
Anatomia di una caduta è un legal movie contemporaneo, un film notevole, diretto con ottima professionalità e ben sostenuto da attori eccellenti. Il film descrive il processo intentato a una donna sospettata dell'omicidio del marito. La regista affronta il tema con approccio realistico e scrupoloso (anche grazie a una fotografia finalmente libera dalle manipolazioni digitali e dai [...] Vai alla recensione »
Samuel, un insegnante/scrittore quarantenne, viene ritrovato a terra dopo una caduta dall’ultimo piano dello chalet dove vive nei pressi di Grenoble, con una ferita alla testa. La moglie Sandra viene incriminata per omicidio. Il figlio 11enne ipovedente Daniel durante il processo dovrà assistere al disvelare dei particolari anche intimi e scabrosi di un rapporto di coppia complesso e conflittua [...] Vai alla recensione »
Una linea sempre più sottile separa ormai Cinema e TV. Film che durano, come questo, due ore e mezza, sono diventati la normaa, dimenticando l'aurea regola che ci ricorda che la nostra attenzione, e la nostra pazienza, decadono dopo novanta minuti. Qui si riesce a sopravvivere grazie all'abile mano della regista Justine Triet, ma ci si chiede se davvero il film avrebbe perso significato [...] Vai alla recensione »
Ispirato sin dal titolo a un vecchio film "processuale" come Anatomia di un omicidio, l’ultimo lavoro di Justin Triet è un’opera molto attuale tanto nei significati quanto nella conduzione solo apparentemente austera, che fotografa la solitudine dei figli in un mondo dominato dall’individualismo, ma si sofferma lucidamente pure sulla confusione etica dei nostri tempi, [...] Vai alla recensione »
Una scrittrice di nome Sandra, famosa per romanzi in cui mescola liberamente autobiografia e finzione, viene intervistata nel suo chalet di montagna, vicino a Grenoble. C’è ancora la neve intorno. La casa è senza lussi (si dirà poi di alcune difficoltà finanziarie). Sandra è imbacuccata in un maglione pesante.
Dopo la formidabile sequenza iniziale dominata sensorialmente dalla versione strumentale di P.I.M.P. sparata a tutto volume da un personaggio assente dalla scena e, cosa rara per un film e che lascia ben sperare, la colonna sonora è protagonista e non ancella delle immagini, Anatomia di una caduta si rivela una delusione totale, una sintesi non riuscita tra Scene da un matrimonio in versione bignami [...] Vai alla recensione »
Il vero cuore del film, non è il presunto femminismo che va tanto di moda in quesa epoca, ma l'impossibilità di conoscere la verità degli eventi ed il cuore degli uomini, da parte di tutti i protagonisti della storia, inquisitori e difensori compresi. Ed infatti, nonostante i svariati flash back, non vedremo mai come si sono effettivamente svolti i fatti.
Applausi da tutte le parti per questo film-teatro. Nessuna voce minimamente critica. Non sarò certo io, misero me, a negare che siamo di fronte a un'opera ineccepibile sul piano < tecnico>. Direi perfetta, nell'deazione e nello svolgimento. Eppure confesso che non vedevo l'ora che finisse. Per 2 ragioni: 1) il doppiaggio.
Buon film, ben recitato e diretto. Struttura classica da legal thriller, che però non aggiunge nulla al filone. Durata di 2h30 che poteva essere ridotta senza rinunciare a nessun contenuto. Valido ma non all'altezza delle aspettative create a Cannes.
Se penso al film francese vincitore due anni fa (Titane) devo dire che i cugini d'Oltralpe segnano il passo. Azzeccato il titolo, dove in un processo quantomeno strano viene sezionata la vita di una coppia, per scoprire la verità sulla morte del coniuge. Film lunghissimo, pedante, con l'attrice principale bravissima a sostenere tutta la pellicola.
Riflettevo leggendo critiche e commenti entusiasti sulle ragioni per le quali un film riceverà una diversa accoglienza rispetto al contesto. Ci è a volte capitato di vedere film incoronati in festival e rassegne che alla prova della distribuzione suscitano non poche riserve. Ed anzi, devo dire che molto raramente ho avuto modo di riscontrare nelle scelte delle giurie l'indicazi [...] Vai alla recensione »
Altro film di cui non si capisce il successo. Montalbano in confronto è un'opera di Bergman. Come pompare film mediocri..
Riporto uno stralcio di una critica letta : "L'esperienza con questo film può variare a seconda del livello di coinvolgimento, poiché sarà fortemente influenzata da quanto questo film può attirarti nel suo mondo, nei suoi personaggi e nelle loro sfumature::" I film dipendono certamente dal livello di coinvolgimento e non esiStono film solo per [...] Vai alla recensione »
Film lineare e piatto sulla scia dei classici d'autore senza colpi di scena con un finale minimalista e compiacente verso il publico già schierato e consapevole.A tratti saporifero noioso , a tratti interessante nell'interpretazione e scalpitante nella recitazione ma pur sempre steso su una trama semplice.Personalmente non ci ho visto il capolavoro di cui parlano gli [...] Vai alla recensione »
Film che lo definiscono GIALLO , ma di giallo non ha nulla . E' il film del dubbio : come sono andata le Vicende? e si assiste ad un lungo supplizio di un processo infinito! bravi gli attori ma nient'altro. Mi stupisco solo a perchè sia stato preferito allo stupendo film IO capitano di Garrone . questo è il vero MISTERO!
Per i film che vincono Cannes c'è sempre una reverenza ostentata, come se solo in Francia possano capire qual è il vero Cinema, quello che vale la pena di vedere, e quale no. Per "Anatomia di una caduta" vale lo stesso principio: ha vinto Cannes e non se ne può parlar male. E invece grazie a Mymovies sì. Un infinito film sbrindellato, incentrato su un [...] Vai alla recensione »
Seguendo la trama di un legal thriller il film è invece uno studio autoptico degli attuali rapporti tra uomo e donna nella nostra società.C'è solo antagonismo,senso di colpa, ostilità e sofferenza.Brava l'attrice protagonista e non male gli altri.Regia a tratti approssimativa (movimenti inconsulti della camera).Ritmo molto lento ma intenso.
Anatomia della caduta di una regista che voleva volare alto e inciampa sempre nei propri piedi.
Anatomia di una caduta è un film che riconcilia col futuro del cinema: un'opera potente e disturbante, che non sfigurerebbe accanto ai grandi capolavori del cinema francese. La tragedia iniziale del film, e il processo che ne segue, sono la pista che ci guida nell'esplorazione, sempre più disturbante perché condotta senza sconti e senza compromessi, degli abissi e [...] Vai alla recensione »
Justin Triet il suo terzo lungometraggio della carriera che a mio avviso è anche il primo convincente. Un Court drama puro, con una notevole messa in scena e personaggi per caratterizzati. Ogni minuto che passa si scopre una nuova sfaccettatura dell protagonista e il montaggio è in pieno stile europeo con il film che scorre lentamente e si prende i suoi tempi.
Ho comprato il dvd senza essere andato a vederlo al cinema ed uno dei film più deludenti che abbia mai visto. Com'è possibile che abbia vinto la palma d'oro? Adesso vado subito a vendere il dvd al mercatino sperando che qualche sprovveduto lo compri e di ricavarne almeno euro 2,50 che nemmeno li vale
Film francese, recitato in inglese con sottotioli in italiano. Ritmo lentissimo ed esasperante con inquadrature che indugiano all'infinito sulle espressioni monocorde della protagonista. Tutti i temi più ritriti del femminismo concentrati nella scena di una banale litigata quotidiana che finisce per assumere l'importanza di un trattato di filosofia esistenziale.
Grande film tenuto conto che è francese, ma non mi è piaciuto il fatto che gran parte del dibattimento è in lingua straniera con i sottotitoli. Avrei preferito vederlo integralmente in lingua originale oppure tutto in italiano.
due ore di tensione e suspence. Grande prova attoriale
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I fatti si snodano in maniera un po' tediosa, il freddo é il denominatore comune a paesaggi e mood narrativo. Si entra nel vivo quando si entra in aula, dove avvocato e, soprattutto, pubblico ministero ci ipnotizzano con la loro narrazione; tra i facondi, come nella migliore tradizione del genere, l'anima innocente (?) irrompe decisiva.
Gran film da vedere in lingua originale Teso,avvincente nella introspezione
Dopo aver visto il film ho verificato se la regista fosse belga visto che sono belgi i registi dei due film che mi sono piaciuti di più in questo ultimo anno - Close e Le otto montagne -, e invece no :) Oltre al talento eccezionale di tutti gli attori e anche all' ambientazione (le montagne innevate di Grenoble), mi ha colpito soprattutto l' estremo rigore dell'analisi fatta dai magistrati incaricati [...] Vai alla recensione »
Non è il primo di questo tipo di film che vince al Festival di Cannes: seguendo le orme di The Square di Ruben Östlund del 2017, gli ingredienti che possono dare questo esito sono: 1) una regia stilisticamente impeccabile; 2) dei bravi attori (di suo); 3) una storia, o più storie, di relazioni (etero, bisex, o omosessuali) della nostra società occidentale “opulenta” [...] Vai alla recensione »
Tra le molte barzellette che Slavoj Zizek suole raccontare, ce n'è una che ricorre in modo particolarmente frequente: Esterno notte. Un lampione acceso. Un tizio sta frugando nel fascio di luce che viene dal lampione. Gli si avvicina un altro tizio. "Hai perso qualcosa?" "Sì le chiavi di casa" "E le hai perse in questa strada?" "No le ho perse in un vicolo completamente privo di illuminazione un paio [...] Vai alla recensione »
Uno chalet di montagna, una coppia e il loro figlio: Sandra è una scrittrice famosa, Samuel si divide tra insegnamento e scrittura, il dodicenne Daniel è ipovedente dopo un incidente che gli ha lesionato il nervo ottico. Il corpo di Samuel (da vivo lo conosceremo solo attraverso i racconti) viene ritrovato sulla neve, davanti casa: è precipitato dalla finestra della soffitta.
Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes, boom al botteghino francese e soprattutto oggetto di numerose polemiche perché non è stato scelto dalla Francia come rappresentante ai prossimi Oscar, arriva anche da noi il (presunto) thriller «Anatomia di una caduta». La regista Justine Triet ci catapulta in una location asettica tra le Alpi Francesi vicino a Grenoble per raccontarci la devastazione dell'animo [...] Vai alla recensione »
In uno chalet sui monti vicino a Grenoble risiedono la scrittrice Sandra Voyter e suo marito Samuel Maleski, anche lui romanziere. Lei è tedesca, lui francese: fra loro parlano in inglese come terreno neutro. Oltre al legame matrimoniale e al comune impegno intellettuale, a unirli c'è anche il figlio Daniel, preadolescente ipovedente a causa di un incidente avvenuto anni prima.
Nel salotto della sua casa sulle Alpi francesi, una scrittrice (Sandra Hüller, strepitosa) sta rilasciando compiaciuta un'intervista, quando dal piano di sopra il marito alza al massimo il volume della musica con l'evidente intento di disturbare. Poco più tardi, quando il figlio adolescente (e ipovedente) della coppia rientra da una passeggiata, trova il padre schiantato al suolo, morto sulla neve [...] Vai alla recensione »
Che cosa gli vuoi dire, a un film così? Una storia solidissima dal punto di vista drammaturgico, che parte da una morte misteriosa e comincia a scavare nel prima e nel dopo attraverso l'indagine, i personaggi, gli eventi. Il gioco con lo spettatore è ovvio quanto riuscito: a chi crediamo? e perché? con quali pregiudizi? Al centro una figura di donna: non per forza piacevole, non per forza simpatica, [...] Vai alla recensione »
Sandra, scrittrice di successo, vive con il marito Samuel, che ha scelto di insegnare, e con il figlio non vedente Daniel in un remoto chalet di montagna sulle Alpi francesi. Quando Samuel muore in circo- stanze misteriose, Sandra viene accusata di omicidio e il processo mette a nudo la relazione tumultuosa che aveva con il marito, nonché la sua personalità ambigua.
Ha due volti, Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute, Francia, 2023, 152'). Il primo è quello di Sandra (Sandra Hüller) e Samuel (Samuel Theis), e del loro rapporto complesso. Ma ci sono rapporti di coppia che non siano complessi? Il secondo è il volto del piccolo Daniel (Milo Machado Graner), costretto a scegliere da che parte stare, se con l'affetto per la madre o con l'affetto per il padre. [...] Vai alla recensione »
Palma d'oro a Cannes, da vedere subito (fidatevi, è gente che ha fatto buon uso degli aiuti governativi). La moglie romanziera sta facendo un'intervista, il marito nella soffitta dello chalet spara la sua musica a volume altissimo. Fine dell'intervista, senza apparente rancore verso il maleducato. Che - aggravante - l'ha conosciuta a Londra e portata a vivere dalle parti di Grenoble, dove lui è nato, [...] Vai alla recensione »
A inaugurare il film è una musica assordante, che disorienta lo spettatore e disturba il dialogo fra la scrittrice Sandra Voyter e una giovane intervistatrice. È il modo roboante con cui Samuel, il marito di Sandra, segnala la sua presenza al piano di sopra. Non passa molto che costui viene trovato morto davanti allo chalet di proprietà della coppia; con tutta evidenza, è precipitato: incidente, omicidio [...] Vai alla recensione »
Per il suo primo film, Julie Lerat-Gersant si è immersa per dieci settimane in un casa famiglia, come osservatrice partecipante. La sua conoscenza del luogo e delle dinamiche interne le ha permesso di collocare la storia di finzione di Camille dentro una cornice di autenticità e di poterla restituire con uno stile quasi documentaristico. Camille (Pili Groyne) è una sedicenne che scopre di essere incinta [...] Vai alla recensione »
Basterebbe quell'inizio: con quella musica sparata a mille che non permette nemmeno una normale conversazione, con la voce che si alza - e trema - ma non basta a frenare, e tanto meno a sovrastare, il mai così insostenibile «P.I.M.P.», brano cult del rapper 50 Cent, che invade l'inquadratura, la riempie, la scuote fino all'insofferenza. Basterebbe quella scena - e la curiosa sequenza dei titoli di [...] Vai alla recensione »
Un corpo che cade, il corpo del padre. Un bambino che quasi non ci vede, ma è il primo a trovare il padre caduto dal secondo piano della loro baita sulle Alpi francesi. Una madre sospettata. Tedesca. Scrittrice nota e stimata, sposata a quell'uomo con cui parlava per lo più inglese, non avendo mai imparato bene il francese. La polizia indaga. La fine di Samuel (Samuel Theis) è un mistero.
Con Anatomia di una caduta, il suo quarto lungometraggio vincitore della Palma d'oro a Cannes, Justine Triet fa un film giudiziario non tanto per giocare sulla suspense quanto per perfezionare il suo stile, che non è mai sembrato così vicino alla perfezione. Ci sono frasi pronunciate e tagliate a metà, rubate alle nostre orecchie e a quelle dei personaggi come prove confuse.
Un uomo viene trovato morto sotto la finestra della sua baita. Apparentemente sembra tutto semplice, un po' come il delitto di Garlasco, dove c'era solo una persona viva sulla scena del crimine. Qui, la moglie della vittima e il figlio non vedente. Morte accidentale o omicidio... Lo spettatore lo scoprirà al culmine di sorprendenti indagini che non finiscono nemmeno all'ultimo fotogramma.
"La finestra sul cortile" incontra "Storia di un matrimonio" nel mystery alpino "Anatomia di una caduta" della francese Triet che ha vinto la Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes. Si tratta di un film più femminista dei tanti film femministi per contratto che prevede l'analisi di un ménage coniugale accreditando nel contempo l'ipotesi che non potremo mai comprendere pienamente nessuno tranne noi [...] Vai alla recensione »
Samuel, scrittore e insegnante francese, viene trovato morto sulla neve davanti al proprio chalet sulle Alpi francesi, vicino a Grenoble, dove vive con la moglie tedesca Sandra, anche lei scrittrice, e il figlio undicenne Daniel che, a quattro anni, è diventato ipovedente a causa di un incidente. La mattina della morte, Sandra è l'unica persona a trovarsi in casa con Samuel: Daniel è uscito per una [...] Vai alla recensione »
Una donna con carriera di successo - bionda, elegante, sensuale, complicata, credibilmente a suo agio in un matrimonio intellettualmente stimolante e con un figlio che cresce circondato di affetto. È l'enigmatica protagonista di Anatomia di una caduta di Justine Triet, Palma d'oro a Cannes 2023, interpretata da Sandra Huller (quest'anno anche protagonista di Zone of Interest di Jonathan Glazer).
Papà cade dalla finestra in montagna. Accusata di omicidio, mamma è davvero innocente come dice? A 11 anni il piccolo Daniel, non vedente con metaforone psico-pedagogico, viene coinvolto nelle maglie intricatissime del processo dove la madre, personaggio sfaccettato per una Hüller disinvolta, eccezionale mattatrice, deve aprire il diario della sua vita.
Dopo aver rilasciato un'intervista disturbata dalla musica a tutto volume sparata dal marito Samuel al piano superiore, la nota scrittrice Sandra si ritira a riposare. Più tardi, tornando allo chalet (sulle Alpi nei pressi di Grenoble) con il cane, Daniel, il figlioletto non vedente della coppia, scopre sul selciato innevato il corpo senza vita del padre.
La prima regista normanna a vincere la Palma d'oro di Cannes è la 45enne Justine Triet che nel '23 ha battuto tutti con Anatomia di una caduta, un giallo classico, ma anche atipico, di 150 minuti, categoria inferno coniugale. Non spoilero nulla, inizia subito col protagonista, scrittore in crisi, trovato esanime al suolo, caduto dal secondo piano dello chalet sulle Alpi svizzere, dove abita con la [...] Vai alla recensione »
Anatomia di una Palma d'oro. Premessa: non fatevi troppo prendere dal dubbio, schierandovi tra innocentisti o colpevolisti. Non è questo il vero interesse E in questo il film diventa molto chiaro subito. La faccenda "gialla" è un espediente narrativo, ciò che innesca la storia, il McGuffin, come lo chiamava Hitchcock, maestro assoluto di questo escamotage.
Anatomia di una caduta, il film di Justine Triet premiato all'ultimo Festival di Cannes con la Palma d'Oro, è un'opera emotivamente un po' asettica ma di fascino indubbio. La narrazione segue una minuziosa indagine e un complicato processo che hanno al centro una donna sospettata dell'omicidio del marito, andando a sviscerare un problematico rapporto coniugale.
Arriva al Cinema il film vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes 2023: Anatomia di una Caduta (Anatomie d'une chute), un thriller psicologico glaciale, intrigante e ambiguo. Non fatevi intimorire dalla durata: due ore e mezza. La regista Justine Triet, già autrice del bellissimo, e doloroso, La Bataille de Solférino, conosce bene il suo mestiere; pur mantenendo una distanza dal (proprio) [...] Vai alla recensione »
Alture sopra Grenoble. C'è un cadavere, a terra, sulla neve. È il corpo di uno scrittore in crisi, proprietario di una casa fuori dal mondo, abitata insieme alla moglie tedesca (scrittrice di maggior successo), l'undicenne figlio (ipovedente a causa d'un incidente - causato dal padre?), e un cane (che poi - spoiler innocente - risulta cruciale). La caduta è dal terzo piano, il punto è la dinamica taciuta [...] Vai alla recensione »
Capita spesso, purtroppo, che nell'ambito di prestigiosi festival nazionali e internazionali vengano assegnati premi "politici", che cavalcano l'ondata del momento per quanto riguarda determinate tematiche o trend. Il fatto che Anatomy of a Fall, l'ultima fatica della regista francese Justine Triet, sia stato insignito addirittura della Palma d'Oro al 76° Festival di Cannes (benché in molti fossero [...] Vai alla recensione »
Una Palma d'Oro decisamente sorprendete, Anatomie d'une chute, ultima fatica della regista francese Justine Triet. Già, perché, se, di fatto, il lungometraggio, presentato in anteprima mondiale in concorso al 76° Festival di Cannes ha colpito piacevolmente soprattutto la stampa francese, considerando il concorso nella sua interezza, potremmo (erroneamente?) considerare il film più "modesto" rispetto [...] Vai alla recensione »
Un cadavere tra la neve. È il corpo di uno scrittore in crisi, proprietario di una casa fuori dal mondo (ma nel suo luogo d'origine), abitata insieme alla moglie tedesca, scrittrice di maggior successo, e il figlio, ipovedente a causa d'un incidente (causato dal padre?). Suicidio, omicidio o morte accidentale? Il processo nei confronti della donna (una Sandra Hüller da Palma, già protagonista di The [...] Vai alla recensione »
Anatomie d'une Chute (Anatomy of a Fall) di Justine Triet è il film vincitore della Palma d'oro del 76° Festival di Cannes, legal drama su una relazione di coppia con Sandra Hüller (Vi Presento Toni Erdmann, 2016). Il film sarà distribuito in Italia da Teodora Film. Sandra, Samuel e il loro figlio di 11 anni non vedente, Daniel, vivono da un anno in montagna lontano da tutto.
Nel quarto lungometraggio di Justine Triet c'è tutto quello che ci deve essere. Un'ottima scrittura, attori perfetti, un se- greto ben custodito, un'atmosfera ambigua. E anche qual- cosa in più, in questo film che esamina le angosce di una coppia di scrittori, uno dei quali è trovato morto. Omicidio o suicidio? Non lo sapremo mai, ma il cammino lungo questo mistero è un appassionante compendio di cinema. [...] Vai alla recensione »
Una scrittrice sta concedendo un'intervista seduta su una poltrona del suo chalet nelle Alpi francesi. È sorridente, sorseggia un calice di vino con atteggiamento seduttivo. Improvvisamente una musica ad alto volume rompe l'atmosfera: è il marito che, al piano di sopra, si è messo a lavorare alla ristrutturazione della casa con un accompagnamento sonoro che interrompe la conversazione.
Come altri film in Concorso a Cannes anche Anatomie d'une chute, quarto lungometraggio della regista francese Justine Triet, affronta il labirinto della verità e la difficoltà di definirla in maniera condivisa per non dire oggettiva. Difficile farlo anche di fronte alla ricostruzione di un evento come il decesso di un uomo, Samuel (Samuel Theis), trovato morto una mattina dal proprio figlio perché [...] Vai alla recensione »
La caduta di un corpo nel vuoto. Un volo che si arresta sul terreno innevato di fronte a uno chalet lasciando sul bianco alcune tracce di sangue. Insieme a quel corpo nel vuoto precipitano anche una coppia, una famiglia, l'infanzia di un bambino. La caduta, come dice il titolo, è il centro stesso dell'idea narrativa di Anatomie d'une chute di Justine Triet, che da lì - ricostruendo come l'uomo sia [...] Vai alla recensione »
C'è ancora un altro volto di donna nel cinema di Justine Triet. Anche Anatomie d'une chute potrebbe avere il nome della protagonista nel titolo come era già successo con Victoria e Sybil. Proprio dal suo precedente film arriva il personaggio di Sandra Hüller che interpretava il ruolo della regista. E in effetti anche qui potrebbe essere il motore della messinscena, lo sguardo parallelo di Justine Triet, [...] Vai alla recensione »
Il film Anatomie d'un Chute (tit. internazionale Anatomy of a Fall) ha vinto la 76.ema edizione del festival di Cannes e si porta a casa la Palma d'oro. È il quarto lungometraggio della regista francese Justine Triet,a partire da La Bataille de Solférino (2013) che viene presentato nelle varie sezioni del Festival sulla Croisette. Quest'anno la manifestazione francese aveva annunziato con orgoglio [...] Vai alla recensione »