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Anatomia di una caduta, una tesa e inquietante storia di doppie verità che ribalta i ruoli di coppia tradizionali

La regista francese Justine Triet alza parecchio il tiro rispetto al suo precedente Sibyl con un'opera che utilizza i meccanismi del “courtroom drama” per parlare d’altro. Palma d'Oro a Cannes e dal 26 ottobre al cinema.
di Paola Casella

lunedì 22 maggio 2023 - Cannes Film Festival

Anatomia di una caduta utilizza i meccanismi del film di indagine quelli del “courtroom drama” per parlare d’altro: infatti non va valutato come esempio riuscito dei due generi, dei quali non ha la coerenza ermetica, ma come esplorazione metaforica di una relazione di coppia come questione supremamente percettiva.

La regista francese Justine Triet alza parecchio il tiro rispetto al suo precedente Sibyl nel creare una storia (scritta insieme all’attore e sceneggiatore Arthur Harari) tesa e inquietante che compie una scelta fondamentale: quella di ribaltare i ruoli di coppia tradizionali.

L’altro asso nella manica di Triet sono due superbi attori: Swann Arlaud nel ruolo dell’avvocato Renzi e soprattutto Sandra Huller in quello della protagonista sua omonima (il che fa venire il sospetto che la parte sia stata scritta su di lei): la sua risata, allo stesso tempo salvifica e ferina, è al centro di una caratterizzazione magistrale.
 

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