lucio di loreto
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martedì 12 febbraio 2019
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il classico blockbuster all’americana che non può
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Esattamente 27 anni dopo la dipartita dell’icona Freddie Mercury è finalmente arrivato sul grande schermo il tanto agognato e meritato tributo. Perchè tutto questo tempo? Racchiudiamo in due frasi le considerazioni personali: attendere un cinema iper conformista e magistralmente tecnologico/scenografico e trovare un produttore (meglio se 2) che potesse rappresentare e testimoniare quell’epoca. Per questi motivi nessuno può uscire deluso dalla sala, tranne i fan della prima ora, ai quali un po' troppi bocconi amari saranno andati di traverso. Il mito Queen risalta in tutta la sua eccellenza grazie ad una fotografia colorata e impattante che rispecchia in pieno la teatralità del quartetto londinese, l’ineguagliabile e seminale glamour e il loro maestoso sapersi esibire dal vivo, come rappresentato magnificamente dai quasi 20 minuti del Live Aid, riportato fedelmente e senza uso di filmati originali: un miracolo dei giorni moderni.
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Esattamente 27 anni dopo la dipartita dell’icona Freddie Mercury è finalmente arrivato sul grande schermo il tanto agognato e meritato tributo. Perchè tutto questo tempo? Racchiudiamo in due frasi le considerazioni personali: attendere un cinema iper conformista e magistralmente tecnologico/scenografico e trovare un produttore (meglio se 2) che potesse rappresentare e testimoniare quell’epoca. Per questi motivi nessuno può uscire deluso dalla sala, tranne i fan della prima ora, ai quali un po' troppi bocconi amari saranno andati di traverso. Il mito Queen risalta in tutta la sua eccellenza grazie ad una fotografia colorata e impattante che rispecchia in pieno la teatralità del quartetto londinese, l’ineguagliabile e seminale glamour e il loro maestoso sapersi esibire dal vivo, come rappresentato magnificamente dai quasi 20 minuti del Live Aid, riportato fedelmente e senza uso di filmati originali: un miracolo dei giorni moderni. Inoltre il make up, aiutato da prestazioni attoriali impeccabili, ha fatto il suo, con Gwilym Lee\Brian May e il quasi futuro Oscar Rami Malek\Farrokh Bulsara su tutti. La nascita del mito, il sound amplificato e l’interpersonale rapporto Mercury\Austin sono da apprezzare. Certo che l’ingombrante presenza di May e Taylor (quelli veri) nella produzione fa si che il film venga rigirato secondo gli standard moderni del Blockbuster commerciale, il filmone alla Titanic o Avatar che non può non piacere. Ma se questi due giustificano per la trama di cui trattano un massiccio uso di frasi e climax a sensazione uniti ad una scenografia fantasmagorica, nella pellicola di Bryan Singer e Dexter Fletcher si rischia di modificare la serie degli eventi reali e portare una storia di semplici uomini che hanno fatto la storia a un accumulo di fanta eventi che servono a rafforzare un qualcosa già forte di suo, rendendolo quasi robotico. La presenza del chitarrista e batterista nelle stanze di comando fa racchiudere a pochi minuti l’invece interessante conflitto familiare del giovane parsi, così come il fondamentale suo inizio di carriera e la “trasformazione” da timido dentone impacciato a sfacciato iconoclasta. La velocità di “arrivare al sodo” fa si che anche la sceneggiatura ne risenta, coi dialoghi nella prima mezzora vicini al grottesco e una serie di inesattezze accettate dal duo per trasformare un ottimo film in una sorta di oracolo. Lo stravolgimento della discografia, il casuale incontro con la band, la rivelazione della malattia, un ostacolo come manager e gli errori nelle date delle canzoni e di alcune performance sono dei cambiamenti dei quali non se ne capisce il motivo, così come inventarsi gelosie e isterie di gruppo proprio prima del Live Aid, per preparare il mastodontico finale. Il film resterà nella storia e farà incetta di oscar ma non rimarrà assolutamente negli annali come puro e reale visto che non è riuscito a fare la cosa più semplice: rendere immortale il mito di Freddie!! A meno che non fosse questo lo scopo dei suoi due ex compagni..
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paola d. g. 81
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lunedì 11 febbraio 2019
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sublime
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Non ci sono parole, bisogna vederlo. Più e più volte.
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venerdì 8 febbraio 2019
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gusti di film orribili
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Come fa sto film ad avere il 97% delle persone a cui e piaciuto senza offesa ma avete dei gusti in fatti di film veramente orribili
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alexlaby
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martedì 5 febbraio 2019
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mi aspettavo di più
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3 stelle, ma solo grazie alla musica dei Queen che vale 5 stelle e fa media con 1 stella che vale il film al netto del sonoro. La storia di Mercury e dei Queen poteva essere rappresentata meglio. Sono uscito dal cinema deluso dal film, ma un po' rinfrancato per aver ascoltato i pezzi dei Queen.
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sabato 2 febbraio 2019
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emozionante
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giugy.canoa4ever
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sabato 2 febbraio 2019
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this is the best film i've ever seen
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Questo è il film più belli che io abbia mai visto. Lo sono andata a vedere ben 2 volte e nn vedo l'ora che esca il dvd!!! Gli attori sono stati fantastici, ceh, sono uscita dal cinema con le lacrime agli occhi! Non si può esprimere un parere su una cosa che è semplicemente DIVINA. Io i prima persona penso che quel film sia qualcosa di inumano, è spero che in un futuro tutte le nuove generazioni possano vederlo. Io grazie a quel film ho "capito" chi sono i Queen e mi ha reso in un certo modo più sensibile all'AIDS, che una volta sapevo poco o niente su di esso.
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mercoledì 30 gennaio 2019
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mi sa che è entrata nella sala sbagliata e ha visto un altro film.
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È stato un viaggio indimenticabile che trascende gli eventuali difetti dell’operazione in nome di un flusso potentissimo che riempie i sensi. Interpreti eccezionali, film ricco e rispettoso. La sua recensione è lontana dal cuore con cui e per cui il film è stato creato.
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martedì 29 gennaio 2019
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film fatto veramente male
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Non potevano fare scelta così errata ma così errata e assurda di mettere un attore come quello per interpretare Freddie tanto valeva mettere "Rowan Atkinson" come protagonista che avrebbe avuto una somiglianza 100 volte superiore a Freddie. Un attore completamente sbagliato per questo film la cui somiglianza con il Freddie originale è pari a -100 (i veri intenditori e amanti di Freddie capiranno).
La vera soluzione era "Sacha Baron Cohen" quasi la copia di Freddie Mercury, una vera perdita che non sia stato lui il protagonista secondo le notizie in rete infatti:
"Il film su Freddie Mercury di Sacha Baron Cohen sarebbe stato oltraggioso nei termini della sua omosessualità e vietato ai minori di 16 anni.
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Non potevano fare scelta così errata ma così errata e assurda di mettere un attore come quello per interpretare Freddie tanto valeva mettere "Rowan Atkinson" come protagonista che avrebbe avuto una somiglianza 100 volte superiore a Freddie. Un attore completamente sbagliato per questo film la cui somiglianza con il Freddie originale è pari a -100 (i veri intenditori e amanti di Freddie capiranno).
La vera soluzione era "Sacha Baron Cohen" quasi la copia di Freddie Mercury, una vera perdita che non sia stato lui il protagonista secondo le notizie in rete infatti:
"Il film su Freddie Mercury di Sacha Baron Cohen sarebbe stato oltraggioso nei termini della sua omosessualità e vietato ai minori di 16 anni.......Sacha voleva fare un film davvero oltraggioso, immagino che Freddie Mercury avrebbe approvato. Esagerato nei termini della sua omosessualità e oltraggioso in termini di infinite scene nude. Sacha ha amato tutto questo. “
quel film sarebbe stato la vera storia di Freddie e dei Queen e inoltre:
“...non una persona vedrà un film in cui il protagonista muore di AIDS a metà film e poi continua la visione della seconda metà per vedere cosa succede agli altri membri. Ci sono storie incredibili su Freddie Mercury. Il ragazzo era selvaggio. Voglio dire aveva uno stile di vita estremo. Ci sono storie di persone con piatti di cocaina in testa che giravano tra gli ospiti dei suoi party.” Disse Cohen all’epoca.
A mio parere una vera rovina e catastrofe di film, finto con una storia piatta e stupida con un attore errato che sarebbe stato un signor film con la presenza di Cohen e invece distrutto dalla volontà dei membri stessi dei Queen che hanno voluto raccontare la vita di Freddie come quella di Biancaneve invece di mostrare al mondo il vero Freddie, folle geniale e disinibito e lontano anni luce da qualunque schema ordinario di vita; meglio andare a vedere un bel documentario e cercare di ricordare quello, che andare a sperperare soldi per questo film assolutamente pessimo, piatto e deludente!!
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marezia
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martedì 29 gennaio 2019
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classico esempio di recensione d'ingresso ingannevole. da non pubblicare neanche.
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Ho letto con molta fatica il Suo articolo perché a più riprese la disapprovazione stava prendendo il sopravvento, ma il rispetto che nutro per chi, avendo un titolo, ha l'onere di presentare a chi ancora non ha visto, in questo caso, una pellicola, mi ha fatta proseguire. Giunta alla conclusione, posso dire che questo elaborato NON RISPECCHIA MINIMAMENTE IL FILM: non solo si nutre della tendenza, purtroppo assai diffusa, a giudicare secondo confronti con altro che si pensa affine, ma non fa neanche lo sforzo di interpretare quello che ha visto! Eh sì, Gandolfi: INTERPRETARE. Bohemien Rapsody è un film che racconta CON ESTREMA VIVIDEZZA E PRECISIONE SOSTANZIALE il vissuto di un uomo, sul palco istrione come nessuno mai prima e dopo di lui, ma fuori di esso, nella vita reale, vulnerabile.
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Ho letto con molta fatica il Suo articolo perché a più riprese la disapprovazione stava prendendo il sopravvento, ma il rispetto che nutro per chi, avendo un titolo, ha l'onere di presentare a chi ancora non ha visto, in questo caso, una pellicola, mi ha fatta proseguire. Giunta alla conclusione, posso dire che questo elaborato NON RISPECCHIA MINIMAMENTE IL FILM: non solo si nutre della tendenza, purtroppo assai diffusa, a giudicare secondo confronti con altro che si pensa affine, ma non fa neanche lo sforzo di interpretare quello che ha visto! Eh sì, Gandolfi: INTERPRETARE. Bohemien Rapsody è un film che racconta CON ESTREMA VIVIDEZZA E PRECISIONE SOSTANZIALE il vissuto di un uomo, sul palco istrione come nessuno mai prima e dopo di lui, ma fuori di esso, nella vita reale, vulnerabile. Tanto vulnerabile quanto forte, talmente forte da sopravvivere ai propri errori regalando al mondo fino all'ultimo istante la sua magnifica sensibilità. Questo vuol dire INTERPRETARE, chiaro? Se ha tempo, si guardi, E CON ATTENZIONE, "Freddy Mercury-The story untold (2000) Part 1-13" e capirà perché le tappe scelte da coloro che lo hanno costruito sono state quelle e non altro. Dopodiché lo riscriva. Le verrà sicuramente meglio.
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marezia
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martedì 29 gennaio 2019
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un'avventura umana oltre ogni previsione
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E mi spiego: film sviluppato A TAPPE VOLTE A FOCALIZZARE I MOMENTI SALIENTI DELLA VITA di Freddy Mercury in relazione al suo privato. Detto questo, ad integrazione (e chi lo vedrà capirà quanto la scenegiatura di questo film sia stata NELLA SOSTANZA fedele alla realtà), esiste un docufilm intitolato "Freddy Mercury- The untold story (2000) Part 1-13". Il suo talento, la sua ambizione nata dalla consapevolezza di sé, il suo bisogno di reiventarsi anche attraverso esperienze forti e rischiose, la scoperta della sua sessualità e il vortice di follia suicida in cui cadde per poi riprendersi grazie ai veri affetti sono resi DIVINAMENTE. Se poi chi critica è talmente cretino da essersi aspettato ogni data a puntino e una cantata dal primo all'ultimo pezzo, beh, peggio per lui.
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E mi spiego: film sviluppato A TAPPE VOLTE A FOCALIZZARE I MOMENTI SALIENTI DELLA VITA di Freddy Mercury in relazione al suo privato. Detto questo, ad integrazione (e chi lo vedrà capirà quanto la scenegiatura di questo film sia stata NELLA SOSTANZA fedele alla realtà), esiste un docufilm intitolato "Freddy Mercury- The untold story (2000) Part 1-13". Il suo talento, la sua ambizione nata dalla consapevolezza di sé, il suo bisogno di reiventarsi anche attraverso esperienze forti e rischiose, la scoperta della sua sessualità e il vortice di follia suicida in cui cadde per poi riprendersi grazie ai veri affetti sono resi DIVINAMENTE. Se poi chi critica è talmente cretino da essersi aspettato ogni data a puntino e una cantata dal primo all'ultimo pezzo, beh, peggio per lui. Per fortuna non lo sono stati gli altri! Ah, ancora una cosa: il film si chiude con il Live Aid del 1985 e non col funerale del 1991 passando dal Magic Tour del 1986, il successo di The Great Pretender del 1987 fino alla collaborazione con la Caballè con l'ultima esibizione sul palco dell'8 ottobre 1988 perché quello che vuole comunicare è il conceto di eternità. Un mito è eterno. Freddy Mercury essendo un artista voleva divertire ma lasciando il segno; essere visto da folle oceaniche e acclamato come un performer, non come un semplice esecutore quindi, nell'apoteosi di quel momento, era POETICO far sentire allo spettatore in sala il brivido dell'eternità. Niente ermellino con corona ma occhi puntati sul futuro e un bacio al cielo, alla madre, per chi non lo avesse capito. Tanto difficile?
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