Bohemian Rhapsody

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Un film tra Essere ed Appartenere: la mia Psicorecensione

di Erica Villafranca


Feedback: 10 | altri commenti e recensioni di Erica Villafranca
martedì 12 marzo 2019

Questo film racconta la storia di Farrokh (un ragazzo, un uomo, un essere umano, una persona) che segue la sua forte spinta ad Essere, Esprimersi e Realizzarsi ben lontano dai canoni di tradizione familiare e culturale di appartenenza. Anche se il conseguimento del successo e della popolarità nella prima parte del film rappresentano la meta positiva raggiunta dal protagonista, nella seconda parte emerge chiaramente il Dilemma del protagonista: “Essere o Appartenere?” già anticipato nelle prime scene. La storia del Mito Freddie Mercury e l’emergere del Dilemma umano di Farrokh vengono qui presentati attraverso l’osservazione delle caratteristiche psicologiche e dei vissuti evidenziati nella regia di questo film.
Il Dilemma “Essere o Appartenere” rimane sullo sfondo di una storia di successo e non ha spinte né motivazioni sufficienti per essere risolto efficacemente nella vita del suo protagonista nella prima parte della storia filmata, dove la decisione sul dilemma si limita ad un’attribuzione di priorità all' “Essere”, trascurando il valore e l’importanza che l’”Appartenere” riveste rispetto al proprio benessere.
Solo con l’affacciarsi del Dramma nella sua Vita e quindi attraverso un contatto con il proprio mondo interiore di sofferenza ci saranno gli elementi che saranno di supporto al protagonista per una presa di decisione creativa e integrativa di “Essere e Appartenere”. Emergerà una nuova consapevolezza da Sé e per Sé rispetto alle scelte ed alle relazioni professionali ed affettive.

La necessità di separarsi dalla famiglia per conquistare la propria autonomia ed il proprio successo.
Farrokh non viene incoraggiato dalla famiglia, in particolare dal padre, che si mostra scettico e ostile verso le inclinazioni artistiche di quel figlio. Attraverso una grande motivazione all'autonomia e al successo, ispirato dalla creatività, da incredibili doti canore e da una espressività decisamente anticonvenzionale diventa Freddie Mercury, il leader e front man del Gruppo (i Queen) che lo accoglierà e lo rispecchierà per valori, comportamenti e modalità espressive. Farrokh diventa Freddie, un vero Idolo con fan in tutto il mondo.
Per Essere sé stesso, Farrokh si ribella a imposizioni ed aspettative e diventa Freddie, rispecchiando quel che vuol Essere. Non cede ai giudizi, alle critiche ed alle costrizioni commerciali che ostacolerebbero la sua creatività e spontaneità e, con grande coraggio, insieme al suo Gruppo, porta avanti un unico e speciale progetto rappresentato emblematicamente dalla canzone Bohemian Rhapsody, manifesto del successo di Freddie dei Queen.
Farrokh sa quali sono le sue capacità, sa che può realizzare il proprio sogno e progetto. Ha una buona dose di fortuna: è la persona giusta, nel posto giusto e nel momento giusto. Ma la sola fortuna non basta in una storia di successo. Il successo di Farrokh è qui raccontato come un processo quasi inevitabile, e assolutamente non casuale. Non è solo una questione di fortuna, ma di saperla cogliere attivamente come la scintilla iniziale. Lui e solo lui sa cogliere l’opportunità di un evento fortuito. La situazione del posto giusto nel momento giusto è l’arena di un uomo presente a sé stesso e al mondo che lo circonda che attiva intenzionalmente il proprio successo e lo fa diventare un esito di consapevolezza, progettazione e costruzione. Farrokh è la persona giusta poiché possiede l’autostima necessaria per essere quel che è, ha spirito di iniziativa, coraggio e spontaneità nel cercare e trovare i suoi alleati, sa di poter contare su competenze e coraggio necessari per affrontare le sfide e gli ostacoli.
La prima parte della storia di Farrokh parla quindi del suo successo (Essere e Autorealizzarsi) e di come questo processo possa compiersi naturalmente quando ve ne sono le basi.

L’Apoteosi e il Dramma: la Responsabilità della propria VIta
Veniamo alla seconda parte del film.
Il coraggio espressivo e l’autodeterminazione del protagonista, nella prima parte della sua storia sono necessari per raggiungere il successo che fanno diventare l’uomo un culto. L’uomo di successo diventa un idolo, quasi una divinità immortale. Ma la natura dell’uomo… immortale non è.
Il culto di sé stesso e degli aspetti che sono stati necessari al successo, portano Farrokh ad allontanarsi dalla vera natura umana e dai suoi basilari . Non tiene conto degli aspetti di fragilità inevitabili della sua condizione umana cui è comunque esposto, nonostante tutta la ricchezza, tutto il successo e tutto il potere accumulato. Tutto quel che è servito a Farrokh per diventare Freddie viene continuamente e spasmodicamente alimentato fino ad ottenere una vera e propria idolatria nei confronti di una immagine incompleta e falsata rispetto al suo sentire umano e fragile. Senza rendersene conto il protagonista arriva e si trova a condurre una Vita piena di illusioni, dove l’illusione principale e inconsapevole è la divina immortalità.
La Vita da portare avanti è quella di una immagine divina e diventa una trappola. Si rivela infatti insoddisfacente per la persona umana e sofferente, che ancora vive e abita dentro quella immagine con il suo bisogno di amore, di vicinanza, di fiducia e di protezione rimasti immutati ma ora trascurati.
L’ostinazione grandiosa nel prendersi cura della sua immagine alimenta una illusione ben lontana da sé stesso, diventa catalizzatrice di solitudine e disperazione che vengono negate, evitate ed accantonate fino a fare cadere Farrokh in una spirale che lo condurrà forzosamente a prendere atto del Dramma della Vita Umana (non Divina e non Eterna).
Una volta illuso, l’unico modo per sperimentare la drammatica realtà è passare per la delusione, sentendo la sua condizione umana nella paura, nella solitudine, nel tradimento umano della fiducia e nella fragilità.

Ascoltare e comprendere le proprie emozioni e i sentimenti. Decidere.
Il ragazzino eccentrico e dotato che avevamo visto all’inizio del film attraversa un Dramma e diventa Adulto. Si ripulisce dell’inutile e dannoso per Sé (l’idolatria e l’illusione), riprende parti dimenticate (i suoi bisogni umani di amore e appartenenza) e le unisce a quelle riscattate (la sua autorealizzazione ed il riconoscimento sociale). Finalmente intero e pieno nel sapere e sentire Chi è.
Il culmine del cambiamento è una presa di decisione importante sulla sua Vita ed è frutto di un travolgimento e coinvolgimento emotivo che non può più essere evitato con altre illusioni. E’ una spinta vitale di fronte al dramma della malattia e della morte che gli permette di arrivare ad una nuova lucida conoscenza e di agire in piena consapevolezza di Sé.
Attraverso la delusione, la disperazione, la paura e la solitudine ha un insight che gli consente di distinguere chiaramente tra l’ascoltare profondamente sé stesso e il vedere la propria immagine.
Di fronte alla chiarezza delle due alternative possibili, può scegliere. Il Cambiamento si attua come una decisione che riporta Farrokh dove immaginiamo di averlo lasciato, prima di raggiungere il suo successo e dove ora sente di aver bisogno di tornare con nuova consapevolezza. Farrokh ritorna alle origini, al suo bisogno di amare e di appartenere. Sente che non è più tempo di allontanarsi, si è allontanato e si è ritrovato. Ora è tempo di far ritorno portando con sé ciò che è diventato. Ormai si accetta e sa di poter essere accettato. E queste sono le qualità che gli sono necessarie per amare ed appartenere là dove non ci sono più idoli, ma solo persone adulte e fragili come lui.
Farrokh decide che non può bastare a sé stesso, che la vicinanza non può essere ottenuta solo attraverso il successo. L’importanza delle relazioni umane che erano sullo sfondo diventano figure di rilievo. E l’importanza del successo che era in primo piano diventa una cornice preziosa di questo film meraviglioso.
Successo e bisogno di relazioni autentiche si muovono insieme, i due portavoce di Essere e Appartenere.
Esse sono interdipendenti e si muovono dentro Farrokh e dentro ciascuno di noi. Misurarne e sentirne l’intensità, ricercarne l’equilibrio e l’armonia è un fatto assai personale, è una questione di ascolto di sé stessi, è un’opportunità per poter essere felici e vivere sereni, nonostante la Vita…nonostante il Dramma.
Essere e Appartenere sono i due motori dell’animo umano che ritroviamo nel vivere sociale di una persona di successo. Ogni Vita e ogni storia è diversa per i tempi con cui vengono azionati i due motori, chi parte con uno, chi con l’altro, chi di uno o entrambi ha troppa paura e non parte mai.

Così per Farrokh, giunto alla fine del film ma non ancora della sua Vita è il tempo di negoziare, non di subire né di imporre; è il tempo di chiedere e trovare ciò di cui ha sempre avuto ed ha ancora bisogno senza rinnegarlo e senza pretenderlo.
E’ il tempo di integrare il successo, tutto quello possibile, ad una Vita e ad una necessità decisamente più umane.

E’ il tempo di salire sul palco di Wembley e di godersi lo spettacolo del pubblico insieme all’amore della famiglia a cui sente e vuole appartenere.

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