scarface9
|
venerdì 30 novembre 2018
|
brividi!!!!!!!
|
|
|
|
Film a dir poco emozionante, girato e montato come meglio non si può chiedere ad un film musicale, buone recitazioni, tanto spazio alle canzoni ed alle origini di queste. Dico solo che mai avevo sentito applausi, a cui mi sono unito, a fine proiezione di un film. Probabilmente si può discutere sul fatto di non aver affrontato per niente gli ultimi anni di vita di Freddie oppure del fatto di aver anticipato cronoligicamente la confessione della propria malattia, che avvenne in realtà nell''87 quindi dopo il concerto di Wembley, ma credo che quando un film provochi così tante emozioni si possa lasciar andare qualche inesattezza o speculazione, è stato fatto molto di peggio, cinematograficamente parlando.
[+]
Film a dir poco emozionante, girato e montato come meglio non si può chiedere ad un film musicale, buone recitazioni, tanto spazio alle canzoni ed alle origini di queste. Dico solo che mai avevo sentito applausi, a cui mi sono unito, a fine proiezione di un film. Probabilmente si può discutere sul fatto di non aver affrontato per niente gli ultimi anni di vita di Freddie oppure del fatto di aver anticipato cronoligicamente la confessione della propria malattia, che avvenne in realtà nell''87 quindi dopo il concerto di Wembley, ma credo che quando un film provochi così tante emozioni si possa lasciar andare qualche inesattezza o speculazione, è stato fatto molto di peggio, cinematograficamente parlando. Consigliatissimo, da vedere e rivedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a scarface9 »
[ - ] lascia un commento a scarface9 »
|
|
d'accordo? |
|
bontropi
|
sabato 1 dicembre 2018
|
ricordate: è “solo” un film...
|
|
|
|
Giungere a conoscenza, grazie a Bohemian Rhapsody, di quanti intenditori dei Queen si celassero da anni in territorio italiano, lo ammetto, è stata un’esperienza catartica: ho scoperto quantità enormi di infinite specie di “queenologi” che non credevo neanche esistessero. Si va dalla fan infoiata che proclama competenze e titoli accumulate a partire dalla tenera età di 6 anni, prima ancora di diventare capace di intendere e di volere, per poi passare al fan che necessita di ripetere come Freddie Mercury sia un’icona Gay dalle 16 alle 29 volte al giorno, di cui 11 necessariamente prima dei pasti, fino ad arrivare all’ immancabile critico dotato di linguaggio arguto e corrosivo in puro stile Scanzi.
[+]
Giungere a conoscenza, grazie a Bohemian Rhapsody, di quanti intenditori dei Queen si celassero da anni in territorio italiano, lo ammetto, è stata un’esperienza catartica: ho scoperto quantità enormi di infinite specie di “queenologi” che non credevo neanche esistessero. Si va dalla fan infoiata che proclama competenze e titoli accumulate a partire dalla tenera età di 6 anni, prima ancora di diventare capace di intendere e di volere, per poi passare al fan che necessita di ripetere come Freddie Mercury sia un’icona Gay dalle 16 alle 29 volte al giorno, di cui 11 necessariamente prima dei pasti, fino ad arrivare all’ immancabile critico dotato di linguaggio arguto e corrosivo in puro stile Scanzi...
Sì, perché, quando si parla di Queen, e quando si parla in specie di un “film” sui Queen, non ci facciamo mancare nulla.
Tra le tante inesattezze, castronerie, grossolane pretese e bislacche critiche che ho letto fin qui, sembra che nessuno si sia preoccupato di sottolineare il fulcro del discorso: Bohemian Rhapsody è un “film”.
Un film, in specie un film biografico, racconta una storia che, per forza di cose, non può (e forse non deve...) essere necessariamente attinente ai fatti realmente accaduti ai quali si ispira. E le ragioni, come detto, possono essere le più disparate: esigenze di copione, limitata disponibilità temporale nella quale condensare accadimenti verificatisi nell’arco di trent’anni, cercare di conferire alla storia un senso di compiutezza, con un inizio ed una fine, e via dicendo...
Bohemian Rhapsody racconta la storia dei Queen, e lo fa concentrandosi sulla storia di Freddie Mercury più nel particolare: ci sono tante inesattezze storiche? Si, ci sono.
Ci sono fatti inventati di sana pianta? Si, ci sono.
Il film poteva esser fatto meglio? Si, certamente: poteva esser fatto meglio.
Ma tutto questo mi porta a poter dire che Bohemian Rhapsody sia un brutto film? No, assolutamente no.
Perché Bohemian Rhapsody è una pellicola che funziona perfettamente: incanta, emoziona e perfino commuove nei terremotanti 15 minuti finali, durante i quali, chi è cresciuto con la musica dei Queen, non potrà fare a meno di rivivere emozioni indescrivibili.
Le licenze poetiche, le inesattezze cronologiche, sono anzi funzionali alla storia, e le conferiscono un’epicitá d’insieme che difficilmente sarebbe stata raggiunta se i fatti fossero stati narrati nella loro crudezza storica.
Detto questo, il film merita senz’altro la visone, Malek è un credibilissimo Freddie Mercury, e la musica dei Queen è il vero valore aggiunto di questa pellicola.
Consigliato senza riserve.
[-]
[+] un biopic non è solo un film
(di colette84)
[ - ] un biopic non è solo un film
[+] un biopic non è solo un film
(di colette84)
[ - ] un biopic non è solo un film
[+] bohemian rhapsody è un film
(di erika)
[ - ] bohemian rhapsody è un film
|
|
[+] lascia un commento a bontropi »
[ - ] lascia un commento a bontropi »
|
|
d'accordo? |
|
ale
|
martedì 4 dicembre 2018
|
come nasce una stella
|
|
|
|
Decidere di andare al cinema per guardare un film che parla di musica provoca sempre spunti di riflessione: sarà il racconto fedele ai fatti accaduti?
Saranno gli attori all’altezza ?
Quanta licenza poetica si sarà presa la produzione ?
Ancor di più se si parla di un film sui Queen, un film che parla di Freddie Mercury, tra i più grandi frontman mai esistiti, dotato di una voce magica, un talento cristallino, un mostro di bravura.
E sopratutto pensare: come si comporterà Rami Malek nell’intercalarsi del ruolo?
Potrà il signor Mr.Robot provare ad avvicinarsi alla stella di Freddie?
Ebbene sì, Rami ha passato l’esame a pieni voti, perché il suo Freddie Mercury è davvero ben riuscito, non tanto per l’aspetto fisico, ma per le movenze e per il modo di porsi sul palco: a tratti ricordava davvero lo scomparso Mercury e sopratutto emozionava; emozionava per la sua genialità nel comporre musica, emozionava per la sua sicurezza in se, emozionava per la sua fragilità, emozionava per la sua solitudine, emozionava al sopraggiungere della malattia, emozionava insomma e a tratti tanto!
Si percepisce come l’attore abbia studiato nei minimi dettagli la mimica, ma a mio parere, ha cercato di far suo il Freddie interiore, il Freddie sbruffone, il Freddie uomo non solo l’artista, ed è questo quello che piace di questa interpretazione.
[+]
Decidere di andare al cinema per guardare un film che parla di musica provoca sempre spunti di riflessione: sarà il racconto fedele ai fatti accaduti?
Saranno gli attori all’altezza ?
Quanta licenza poetica si sarà presa la produzione ?
Ancor di più se si parla di un film sui Queen, un film che parla di Freddie Mercury, tra i più grandi frontman mai esistiti, dotato di una voce magica, un talento cristallino, un mostro di bravura.
E sopratutto pensare: come si comporterà Rami Malek nell’intercalarsi del ruolo?
Potrà il signor Mr.Robot provare ad avvicinarsi alla stella di Freddie?
Ebbene sì, Rami ha passato l’esame a pieni voti, perché il suo Freddie Mercury è davvero ben riuscito, non tanto per l’aspetto fisico, ma per le movenze e per il modo di porsi sul palco: a tratti ricordava davvero lo scomparso Mercury e sopratutto emozionava; emozionava per la sua genialità nel comporre musica, emozionava per la sua sicurezza in se, emozionava per la sua fragilità, emozionava per la sua solitudine, emozionava al sopraggiungere della malattia, emozionava insomma e a tratti tanto!
Si percepisce come l’attore abbia studiato nei minimi dettagli la mimica, ma a mio parere, ha cercato di far suo il Freddie interiore, il Freddie sbruffone, il Freddie uomo non solo l’artista, ed è questo quello che piace di questa interpretazione.
Cosa dire degli altri attori? In questo film certamente comprimari, ma nella realtà non era così: i Queen non erano niente senza Freddie Mercury , ma Freddie Mercury non era artisricamente completo senza i Queen.
Alla fine, dopo l’esibizione per il LIVE AID del 1985 dove Rami da il meglio di se, cala il sipario sulla vita di Freddie, stroncato da AIDS, ma inizia la sua leggenda e iniziano gli applausi nella sala in cui assisto al film; sala non al completo, perché è un lunedì, ma certamente affollata, sala con un anagrafica che va dai più giovani ai meno, ma quasi tutti alla fine cantano trascinati da questo BOHEMIAN RAPSODY.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ale »
[ - ] lascia un commento a ale »
|
|
d'accordo? |
|
daniele marsero
|
lunedì 3 dicembre 2018
|
il mito continua
|
|
|
|
Un film atteso da tantissimi anni, pensato, ripensato, lavorato e ricomposto numerose volte con l’obiettivo di portare sul grande schermo la vita professionale e privata dei Queen e del suo frontman. Il lavoro di questa pellicola ricorda la costruzione affannosa e magistrale della hit Bohemian Rhapsody, che dà volutamente il titolo al film, quasi a volerne sottolineare la difficoltà dell’impresa. Se da un lato ha avuto un pathos e una gestazione faticosa, con cambio di regia, sceneggiatura e attori, dall’altro l’impegno profuso nel raccontare una storia così complessa c’è.
E’ impossibile inserire in due ore di nastro il travaglio di Mercury e il carisma dei Queen, snocciolare ogni singolo momento di vent’anni di attività, incidere in particolari privati inutili ai fini della conoscenza.
[+]
Un film atteso da tantissimi anni, pensato, ripensato, lavorato e ricomposto numerose volte con l’obiettivo di portare sul grande schermo la vita professionale e privata dei Queen e del suo frontman. Il lavoro di questa pellicola ricorda la costruzione affannosa e magistrale della hit Bohemian Rhapsody, che dà volutamente il titolo al film, quasi a volerne sottolineare la difficoltà dell’impresa. Se da un lato ha avuto un pathos e una gestazione faticosa, con cambio di regia, sceneggiatura e attori, dall’altro l’impegno profuso nel raccontare una storia così complessa c’è.
E’ impossibile inserire in due ore di nastro il travaglio di Mercury e il carisma dei Queen, snocciolare ogni singolo momento di vent’anni di attività, incidere in particolari privati inutili ai fini della conoscenza. I 134 minuti sono sufficienti però a regalare allo spettatore un sommario e ben fatto biopic, al netto di alcune imprecisioni che non cambiano però il senso che si voleva assegnare a quello che rimane un film, una pellicola di celebrazione di una delle più grandi rock band della Storia.
La sceneggiatura finale di McCarten risulta monca, costretto a rinchiudere una sorta di storia magica e complicata in poco spazio e terminandola nel 1985. Il lavoro arduo è però ricompensato da un racconto abbastanza fedele, a tratti lieve e delicato, a tratti solo in superficie ma mai superficiale. La fedeltà cade su alcuni errori evidenti di date, ma che non cambiano l’osservazione generale della pellicola.
La regia di Singer, licenziato a quasi fine riprese, è terminata da Fletcher, che contribuisce in piccola parte: il regista punta a un biopic commerciale e a una ricerca di celebrazione totale, con riprese classiche senza azzardi e con la costante paura dell’errore. Riesce nell’intento e trasporta la sceneggiatura in modo pedissequo. L’ultima parte, forse lo zampino di Fletcher, ha rilanci più energici.
La fotografia di Sigel è perfetta, senza sbavature e intercetta le emozioni nei tempi giusti.
Il montaggio di Ottman segue il regista e forse si poteva fare di più, se non fosse stato impegnato anche alla colonna sonora: le musiche ripensate insieme ai Queen toccano i più grandi successi e fanno sognare.
La scenografia di Haye, interamente ricostruita in modo ostinato e perfetto, viaggia in coppia con i costumi di Julian Day: tutto identico come nella realtà. Il tentativo del trucco di Hounslow è il massimo che si poteva fare sui personaggi ed è ricompensato da alcune angolazioni che fanno venire i brividi per la somiglianza.
Le interpretazioni sono tutte ottime: Ben Hardy, Gwilym Lee, Joseph Mazzello sanno fare il loro lavoro e lo fanno con trasporto, portando una copia meravigliosamente identica dei Queen. Ma la vera star della pellicola è quel tumultuoso sussulto teatrale di Rami Malek che riesce a indossare -in panni stretti- il fisico scultoreo di Mercury, seguendone mosse, cadenze, passi, espressioni e sguardi che lo potrebbero portare immediatamente a un desiderato e meritato Oscar come miglior interpretazione maschile.
Gli ultimi venti minuti del film si ricongiungono ai primi, immergendo lo spettatore in quello che rimane uno degli eventi live più incredibili della storia della musica; al termine le frasi a nero riempiono i sei anni mancanti e mettono alcuni dei puntini sulle “i” che difettavano nel lavoro, lasciando il groppo in gola su The Show Must Go On, quasi a volersi scusare di ciò che non si è potuto concludere.
Quasi a voler dire: il mito continua.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a daniele marsero »
[ - ] lascia un commento a daniele marsero »
|
|
d'accordo? |
|
lucio di loreto
|
martedì 12 febbraio 2019
|
il classico blockbuster all’americana che non può
|
|
|
|
Esattamente 27 anni dopo la dipartita dell’icona Freddie Mercury è finalmente arrivato sul grande schermo il tanto agognato e meritato tributo. Perchè tutto questo tempo? Racchiudiamo in due frasi le considerazioni personali: attendere un cinema iper conformista e magistralmente tecnologico/scenografico e trovare un produttore (meglio se 2) che potesse rappresentare e testimoniare quell’epoca. Per questi motivi nessuno può uscire deluso dalla sala, tranne i fan della prima ora, ai quali un po' troppi bocconi amari saranno andati di traverso. Il mito Queen risalta in tutta la sua eccellenza grazie ad una fotografia colorata e impattante che rispecchia in pieno la teatralità del quartetto londinese, l’ineguagliabile e seminale glamour e il loro maestoso sapersi esibire dal vivo, come rappresentato magnificamente dai quasi 20 minuti del Live Aid, riportato fedelmente e senza uso di filmati originali: un miracolo dei giorni moderni.
[+]
Esattamente 27 anni dopo la dipartita dell’icona Freddie Mercury è finalmente arrivato sul grande schermo il tanto agognato e meritato tributo. Perchè tutto questo tempo? Racchiudiamo in due frasi le considerazioni personali: attendere un cinema iper conformista e magistralmente tecnologico/scenografico e trovare un produttore (meglio se 2) che potesse rappresentare e testimoniare quell’epoca. Per questi motivi nessuno può uscire deluso dalla sala, tranne i fan della prima ora, ai quali un po' troppi bocconi amari saranno andati di traverso. Il mito Queen risalta in tutta la sua eccellenza grazie ad una fotografia colorata e impattante che rispecchia in pieno la teatralità del quartetto londinese, l’ineguagliabile e seminale glamour e il loro maestoso sapersi esibire dal vivo, come rappresentato magnificamente dai quasi 20 minuti del Live Aid, riportato fedelmente e senza uso di filmati originali: un miracolo dei giorni moderni. Inoltre il make up, aiutato da prestazioni attoriali impeccabili, ha fatto il suo, con Gwilym Lee\Brian May e il quasi futuro Oscar Rami Malek\Farrokh Bulsara su tutti. La nascita del mito, il sound amplificato e l’interpersonale rapporto Mercury\Austin sono da apprezzare. Certo che l’ingombrante presenza di May e Taylor (quelli veri) nella produzione fa si che il film venga rigirato secondo gli standard moderni del Blockbuster commerciale, il filmone alla Titanic o Avatar che non può non piacere. Ma se questi due giustificano per la trama di cui trattano un massiccio uso di frasi e climax a sensazione uniti ad una scenografia fantasmagorica, nella pellicola di Bryan Singer e Dexter Fletcher si rischia di modificare la serie degli eventi reali e portare una storia di semplici uomini che hanno fatto la storia a un accumulo di fanta eventi che servono a rafforzare un qualcosa già forte di suo, rendendolo quasi robotico. La presenza del chitarrista e batterista nelle stanze di comando fa racchiudere a pochi minuti l’invece interessante conflitto familiare del giovane parsi, così come il fondamentale suo inizio di carriera e la “trasformazione” da timido dentone impacciato a sfacciato iconoclasta. La velocità di “arrivare al sodo” fa si che anche la sceneggiatura ne risenta, coi dialoghi nella prima mezzora vicini al grottesco e una serie di inesattezze accettate dal duo per trasformare un ottimo film in una sorta di oracolo. Lo stravolgimento della discografia, il casuale incontro con la band, la rivelazione della malattia, un ostacolo come manager e gli errori nelle date delle canzoni e di alcune performance sono dei cambiamenti dei quali non se ne capisce il motivo, così come inventarsi gelosie e isterie di gruppo proprio prima del Live Aid, per preparare il mastodontico finale. Il film resterà nella storia e farà incetta di oscar ma non rimarrà assolutamente negli annali come puro e reale visto che non è riuscito a fare la cosa più semplice: rendere immortale il mito di Freddie!! A meno che non fosse questo lo scopo dei suoi due ex compagni..
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lucio di loreto »
[ - ] lascia un commento a lucio di loreto »
|
|
d'accordo? |
|
umberto
|
venerdì 30 novembre 2018
|
boehmian rapsody
|
|
|
|
BOHEMIAN RAPSODY... Esperimento molto rischioso da realizzare visto la band e la il personaggio di cui si andava a raccontare la vita. Partendo dalla nascita dei Queen si arriva fino al memorabile Live Aid a Wembley, passando per gli anni in cui la musica detta i tempi tra il successo della band e gli eccessi di Freddy. Infatti, con la stessa velocità e grandezza con cui aumenta la popolarità dei Queen e, in modo particolare, del suo frontman, così Freddy si inoltra nella solitudine cercando di uscirne attraverso sesso, droga e feste. Azzeccatissima la scelta degli attori, Rami Malek su tutti, che risultano molto simili agli originali. Da non perdere gli ultimi 15 minuti, anche se si poteva fare meglio su qualche effetto speciale.
[+]
BOHEMIAN RAPSODY... Esperimento molto rischioso da realizzare visto la band e la il personaggio di cui si andava a raccontare la vita. Partendo dalla nascita dei Queen si arriva fino al memorabile Live Aid a Wembley, passando per gli anni in cui la musica detta i tempi tra il successo della band e gli eccessi di Freddy. Infatti, con la stessa velocità e grandezza con cui aumenta la popolarità dei Queen e, in modo particolare, del suo frontman, così Freddy si inoltra nella solitudine cercando di uscirne attraverso sesso, droga e feste. Azzeccatissima la scelta degli attori, Rami Malek su tutti, che risultano molto simili agli originali. Da non perdere gli ultimi 15 minuti, anche se si poteva fare meglio su qualche effetto speciale. I fan non rimarranno delusi.
Voto: 9
[-]
|
|
[+] lascia un commento a umberto »
[ - ] lascia un commento a umberto »
|
|
d'accordo? |
|
tiziano
|
venerdì 4 gennaio 2019
|
indimenticabile freddie....cosa ti hanno fatto
|
|
|
|
Il film, purtroppo, è andato oltre ogni mia aspettativa e in negativo s’intende.
Premetto che sono un cultore della musica dei Queen e di Mercury in primis dal lontano 1984.
[+]
Il film, purtroppo, è andato oltre ogni mia aspettativa e in negativo s’intende.
Premetto che sono un cultore della musica dei Queen e di Mercury in primis dal lontano 1984.
Ero un ragazzino e Radio Ga Ga, legò le mie mani, il mio sentire ed il mio giovane cuore, per sempre, alle gesta delle 4 regine.
Il film, non solo non è stato in grado di far pervenire al grande pubblico, la profondità artistica e umana di Mercury, ma è addirittura riuscito a sminuire sia il contenuto emozionale della leggendaria performance del Live Aid, sia di tutta la musica e la passione di cui trasudano le note ed ogni cantato di Freddie.
Sceneggiatura a parte, con errori storico-temporali MACROSCOPICI, dove vabbè lasciar licenza poetica e d’errore, ma certe gaffe, sono proprio improponibili.
Qui i Queen, o quello che ne rimane (Bryan e Roger), ne escono zucchero filato dolcissimo, adatto anche ai più piccini, e dove le poche ombre e bocconi indigesti della loro storia, cadono solo sulle spalle del povero Freddie.
I dialoghi del film sono didascalici e patetici, potrebbero andare bene per raccontare il nuovo matrimonio di Ridge e Broke (vedasi Beautiful), ma non per far conoscere la storia di un artista leggendario come Mercury.
Lasciamo perdere la regia..... inquadrature trite e ritrite (Singer caduto in basso).
Iconografia, retorica e una superficialità inaudita, questo è ciò che la gente vedrà al cinema, o ciò che ha già visto.
La cosa più grave è soprattutto che questo è opera di May e Taylor, autori di splendide canzoni e virtuosistici assoli musicali, ma che qui, hanno reso per intero evidente, che senza l’incontro con il genio di Freddie, negli anni 70, sarebbero rimasti come la neve che cade di questi tempi ...... superficiali ed effimeri.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tiziano »
[ - ] lascia un commento a tiziano »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 29 gennaio 2019
|
film fatto veramente male
|
|
|
|
Non potevano fare scelta così errata ma così errata e assurda di mettere un attore come quello per interpretare Freddie tanto valeva mettere "Rowan Atkinson" come protagonista che avrebbe avuto una somiglianza 100 volte superiore a Freddie. Un attore completamente sbagliato per questo film la cui somiglianza con il Freddie originale è pari a -100 (i veri intenditori e amanti di Freddie capiranno).
La vera soluzione era "Sacha Baron Cohen" quasi la copia di Freddie Mercury, una vera perdita che non sia stato lui il protagonista secondo le notizie in rete infatti:
"Il film su Freddie Mercury di Sacha Baron Cohen sarebbe stato oltraggioso nei termini della sua omosessualità e vietato ai minori di 16 anni.
[+]
Non potevano fare scelta così errata ma così errata e assurda di mettere un attore come quello per interpretare Freddie tanto valeva mettere "Rowan Atkinson" come protagonista che avrebbe avuto una somiglianza 100 volte superiore a Freddie. Un attore completamente sbagliato per questo film la cui somiglianza con il Freddie originale è pari a -100 (i veri intenditori e amanti di Freddie capiranno).
La vera soluzione era "Sacha Baron Cohen" quasi la copia di Freddie Mercury, una vera perdita che non sia stato lui il protagonista secondo le notizie in rete infatti:
"Il film su Freddie Mercury di Sacha Baron Cohen sarebbe stato oltraggioso nei termini della sua omosessualità e vietato ai minori di 16 anni.......Sacha voleva fare un film davvero oltraggioso, immagino che Freddie Mercury avrebbe approvato. Esagerato nei termini della sua omosessualità e oltraggioso in termini di infinite scene nude. Sacha ha amato tutto questo. “
quel film sarebbe stato la vera storia di Freddie e dei Queen e inoltre:
“...non una persona vedrà un film in cui il protagonista muore di AIDS a metà film e poi continua la visione della seconda metà per vedere cosa succede agli altri membri. Ci sono storie incredibili su Freddie Mercury. Il ragazzo era selvaggio. Voglio dire aveva uno stile di vita estremo. Ci sono storie di persone con piatti di cocaina in testa che giravano tra gli ospiti dei suoi party.” Disse Cohen all’epoca.
A mio parere una vera rovina e catastrofe di film, finto con una storia piatta e stupida con un attore errato che sarebbe stato un signor film con la presenza di Cohen e invece distrutto dalla volontà dei membri stessi dei Queen che hanno voluto raccontare la vita di Freddie come quella di Biancaneve invece di mostrare al mondo il vero Freddie, folle geniale e disinibito e lontano anni luce da qualunque schema ordinario di vita; meglio andare a vedere un bel documentario e cercare di ricordare quello, che andare a sperperare soldi per questo film assolutamente pessimo, piatto e deludente!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 30 novembre 2018
|
bohemian rhapsody
|
|
|
|
Il film è ben realizzato nonostante alcune imprecisioni storiche e temporali (non gravi e certamente adattate per esigenza di copione) tuttavia la pellicola è godibile e appassionante per chi ha apprezzato la loro carriera. La trama ruota attorno alla nascita del complesso musicale e termina con uno dei loro momenti più importanti. La vita di Freddy è in primo piano e ci sta: insomma lui è il solista, lo showman, e come egli stesso dice spesso "ha dato agli spettatori ciò che volevano", ovvero le curiosità che può suscitare un personaggio del genere raccontata in poco più di 2 ore di pellicola. Che dire, tanta musica, vien voglia di cantare per tutta la durata del film e sembra di rivivere quei momenti assieme alla folla esaltata dei concerti.
[+]
Il film è ben realizzato nonostante alcune imprecisioni storiche e temporali (non gravi e certamente adattate per esigenza di copione) tuttavia la pellicola è godibile e appassionante per chi ha apprezzato la loro carriera. La trama ruota attorno alla nascita del complesso musicale e termina con uno dei loro momenti più importanti. La vita di Freddy è in primo piano e ci sta: insomma lui è il solista, lo showman, e come egli stesso dice spesso "ha dato agli spettatori ciò che volevano", ovvero le curiosità che può suscitare un personaggio del genere raccontata in poco più di 2 ore di pellicola. Che dire, tanta musica, vien voglia di cantare per tutta la durata del film e sembra di rivivere quei momenti assieme alla folla esaltata dei concerti. Gli attori sono uguali agli originali, davvero, secondo me perfetti. Io lo consiglio a tutti coloro che amano questo storico gruppo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
martedì 11 dicembre 2018
|
emozione pura
|
|
|
|
Non sono un appassionato dei Queen, preferisco un altro genere di musica. Ma come tutti i cinquantenni so quanto siano trascinanti le loro canzoni e conosco il carisma di Freddy Mercury. Con questo spirito entro nella sala di un cinema grande, tanti pop corn, finalmente una sala piena e un pubblico quanto mai eterogeneo. Giovani, giovanissimi, e, incredibile, non sono nemmeno di quelli più avanzati con l’età; inizia il film, una sorta di musical con la musica dei Queen come colonna sonora; in sala non si sente volare una mosca, solo qualche singhiozzo di tanto in tanto, la storia di Freddy Mercury e della sua band appassiona, emoziona, come la loro musica; il film va avanti, il silenzio della sala diventa assordante, anche se i singhiozzi sono sempre più frequenti; vicino a me ci sono due ragazzine letteralmente in lacrime.
[+]
Non sono un appassionato dei Queen, preferisco un altro genere di musica. Ma come tutti i cinquantenni so quanto siano trascinanti le loro canzoni e conosco il carisma di Freddy Mercury. Con questo spirito entro nella sala di un cinema grande, tanti pop corn, finalmente una sala piena e un pubblico quanto mai eterogeneo. Giovani, giovanissimi, e, incredibile, non sono nemmeno di quelli più avanzati con l’età; inizia il film, una sorta di musical con la musica dei Queen come colonna sonora; in sala non si sente volare una mosca, solo qualche singhiozzo di tanto in tanto, la storia di Freddy Mercury e della sua band appassiona, emoziona, come la loro musica; il film va avanti, il silenzio della sala diventa assordante, anche se i singhiozzi sono sempre più frequenti; vicino a me ci sono due ragazzine letteralmente in lacrime. Il film finisce, applauso e commenti entusiasti del pubblico, quasi tutti con gli occhi lucidi. E’ un film semplice, emozionante, che fa leva sui sentimenti, non ha pretese intellettuali; probabilmente ci sono anche alcuni errori biografici; ma chi se ne frega. A volte basta poco, come dice un altro che il performer lo sa fare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
|