alberto
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mercoledì 5 dicembre 2018
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è un film..... e che film!
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Da “vecchio” fan dei Queen posso dire che hai fatto un’analisi accurata e giusta, è un film è come tale va preso; chi poi non conosce la carriera dei Queen e vuole approfondire, ha 1000 canali a cui accedere e “illuminarsi”.
Restando sul film posso dire che è ben fatto, ben diretto e soprattutto ben interpretato.
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speculare7
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mercoledì 5 dicembre 2018
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una lunga puntata di tale & quale
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Forse saranno state le aspettative, forse una conoscenza dei Queen non maniacale, ma ritengo che il film sia rimasto fermo ad una riproposizione virtuosistica ed un grande spolvero di mezzi tecnici, senza scavare proprio nulla... bene gli aneddoti sull'origine di alcune hit, ma vogliamo dire quale fosse il vissuto di un uomo che ha scritto un testo come quello di Bohemian Rapsody o Somebody to Love?? sembra che l'unica qualità artistica dell'Artista fosse l'essere gay, che è un punto di partenza ma mai una destinazione; un docufilm di parziale fantasia, in bilico tra un'interminabile puntata di Tale & Quale e un video di Dagospia prodotto dalla Disney! Certo, emozionanti i brani, ma non c'era bisogno di un film per saperlo.
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no_data
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mercoledì 5 dicembre 2018
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da vedere!
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bellissimo, da quando sono uscita dal cinema continuo ad ascoltare Freddy!
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yoadrian
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mercoledì 5 dicembre 2018
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vale la pena
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CHIARAMENTE è un film per i non "accaniti",perché un vero fan certe inesattezze non le può accettare. CHIARAMENTE Brian May e Roger Taylor non smentiscono la loro tendenza a descriversi migliori di quello che sono(umanamente parlando).Ma,ancora una volta CHIARAMENTE,vale decisamente la pena. Coinvolgente,ben girato,con un protagonista che ha davvero svolto i compiti. Che sia discutibile o meno l'esattezza dei fatti i brividi sono comunque assicurati. La nostra Regina indiscussa stringe sempre il cuore.
[+] io non posso perdonare may e taylor
(di colette84)
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clavius
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mercoledì 5 dicembre 2018
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ciò che conduce a divenire un'icona
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La ricostruzione dell'esistenza di Freddy Mercury (in particolare soffermandosi sulla sua inarrestabile ascesa artistica) permette di sondare le mille sfaccettature dell'essere uomini. E c'è il rischio di strizzare l'occhio al pubblico ben oltre il consentito, avvalendosi in modo spregiudicato dell'attacco di qualche pezzo musicale arcinoto per mascherare l'incedere magari zoppicante di una sceneggiatura politically correct. Non nego infatti che il film rischi in molti momenti di scivolare nell'agiografia, ma ha comunque il merito di restituire in svariati passaggi una certa genuinità di Mercury e del suo rapporto con la musica così come con la vita tout cour.
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La ricostruzione dell'esistenza di Freddy Mercury (in particolare soffermandosi sulla sua inarrestabile ascesa artistica) permette di sondare le mille sfaccettature dell'essere uomini. E c'è il rischio di strizzare l'occhio al pubblico ben oltre il consentito, avvalendosi in modo spregiudicato dell'attacco di qualche pezzo musicale arcinoto per mascherare l'incedere magari zoppicante di una sceneggiatura politically correct. Non nego infatti che il film rischi in molti momenti di scivolare nell'agiografia, ma ha comunque il merito di restituire in svariati passaggi una certa genuinità di Mercury e del suo rapporto con la musica così come con la vita tout cour. Fin dagli esordi si assiste all'emergere di un istrionismo sfrenato a cui si accompagna una sorta di ingenuità che hanno reso Mercury, nell'immaginario collettivo, un unicum della storia del rock.
Il film evita purtroppo allo spettatore gli ultimi dolorosi anni di questo performer che fu capace di accomiatarsi dal suo pubblico con una discreta dose di teatralità romantica. Ci sarebbe stato ottimo materiale per un'altra ora buona di film. Ma la scelta di concludere la pellicola là dove era iniziata (cioè nella iconica esibizione al live aid del 1985) è un comprensibile tentativo di rendere omaggio al punto più alto della sua carriera. Ad un momento capace di consacrare per sempre un interprete. Quell'indimenticabile performance nel tramonto londinese, fece impallidire le esibizioni di tutte le band che seguirono. E qui l'energia di Mercury, tanto teatrale quanto genuina, ha giocato un ruolo determinante. In questo il film riesce a restituire fedelmente quella forza, quell'elettricità capace di sconquassare le masse.
Se un difetto si può ascrivere a questa pellicola, è quello di aver tutto sommato privilegiato la sfera pubblica di questa star e di essersi immersa solo parzialmente nelle dinamiche private che vengono certo evocate, senza mai riuscire davvero a raccontare pienamente i contrasti e le ambiguità di questo uomo poliedrico.
Inutile ricordare che la colonna sonora, praticamente dominata dai successi dei Queen, è bellissima. Nota di merito anche per gli interpreti, tutti molto somiglianti agli originali.
*** 1/2
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bluedo
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martedì 4 dicembre 2018
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entusiasmante
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Bellissimo percorso che parte dalla vita dell'artista e ne spiega l'evoluzione psicologica attraverso il suo rapporto con gli altri musicisti del gruppo, la sua fidanzata, il mondo dello spettacolo, infine la sua bisessualità. Il film è lungo ma ti tiene inchiodato allo schermo dall'inizio alla fine e fa capire molto bene anche la storia delle canzoni. La sala era piena zeppa e alla fine del film tutto il pubblico presente ha applaudito, cosa più unica che rara!!!
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ale
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martedì 4 dicembre 2018
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come nasce una stella
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Decidere di andare al cinema per guardare un film che parla di musica provoca sempre spunti di riflessione: sarà il racconto fedele ai fatti accaduti?
Saranno gli attori all’altezza ?
Quanta licenza poetica si sarà presa la produzione ?
Ancor di più se si parla di un film sui Queen, un film che parla di Freddie Mercury, tra i più grandi frontman mai esistiti, dotato di una voce magica, un talento cristallino, un mostro di bravura.
E sopratutto pensare: come si comporterà Rami Malek nell’intercalarsi del ruolo?
Potrà il signor Mr.Robot provare ad avvicinarsi alla stella di Freddie?
Ebbene sì, Rami ha passato l’esame a pieni voti, perché il suo Freddie Mercury è davvero ben riuscito, non tanto per l’aspetto fisico, ma per le movenze e per il modo di porsi sul palco: a tratti ricordava davvero lo scomparso Mercury e sopratutto emozionava; emozionava per la sua genialità nel comporre musica, emozionava per la sua sicurezza in se, emozionava per la sua fragilità, emozionava per la sua solitudine, emozionava al sopraggiungere della malattia, emozionava insomma e a tratti tanto!
Si percepisce come l’attore abbia studiato nei minimi dettagli la mimica, ma a mio parere, ha cercato di far suo il Freddie interiore, il Freddie sbruffone, il Freddie uomo non solo l’artista, ed è questo quello che piace di questa interpretazione.
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Decidere di andare al cinema per guardare un film che parla di musica provoca sempre spunti di riflessione: sarà il racconto fedele ai fatti accaduti?
Saranno gli attori all’altezza ?
Quanta licenza poetica si sarà presa la produzione ?
Ancor di più se si parla di un film sui Queen, un film che parla di Freddie Mercury, tra i più grandi frontman mai esistiti, dotato di una voce magica, un talento cristallino, un mostro di bravura.
E sopratutto pensare: come si comporterà Rami Malek nell’intercalarsi del ruolo?
Potrà il signor Mr.Robot provare ad avvicinarsi alla stella di Freddie?
Ebbene sì, Rami ha passato l’esame a pieni voti, perché il suo Freddie Mercury è davvero ben riuscito, non tanto per l’aspetto fisico, ma per le movenze e per il modo di porsi sul palco: a tratti ricordava davvero lo scomparso Mercury e sopratutto emozionava; emozionava per la sua genialità nel comporre musica, emozionava per la sua sicurezza in se, emozionava per la sua fragilità, emozionava per la sua solitudine, emozionava al sopraggiungere della malattia, emozionava insomma e a tratti tanto!
Si percepisce come l’attore abbia studiato nei minimi dettagli la mimica, ma a mio parere, ha cercato di far suo il Freddie interiore, il Freddie sbruffone, il Freddie uomo non solo l’artista, ed è questo quello che piace di questa interpretazione.
Cosa dire degli altri attori? In questo film certamente comprimari, ma nella realtà non era così: i Queen non erano niente senza Freddie Mercury , ma Freddie Mercury non era artisricamente completo senza i Queen.
Alla fine, dopo l’esibizione per il LIVE AID del 1985 dove Rami da il meglio di se, cala il sipario sulla vita di Freddie, stroncato da AIDS, ma inizia la sua leggenda e iniziano gli applausi nella sala in cui assisto al film; sala non al completo, perché è un lunedì, ma certamente affollata, sala con un anagrafica che va dai più giovani ai meno, ma quasi tutti alla fine cantano trascinati da questo BOHEMIAN RAPSODY.
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federicapizzardo
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martedì 4 dicembre 2018
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bohemian rapsody
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Bel film bravo il cast tante emozioni!!!
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al
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lunedì 3 dicembre 2018
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piatto superficie scontato noioso
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* Non insegna nulla sui Queen: raccontata non fedelmente. Molti saluti e buchi e parti inventate. * Non da emozioni, non intrattiene e non passa nessuna morale /visione che fa crescere lo spettatore Non approfondisce le emozioni il lato umano le relazioni. ANNOIA
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