no_data
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martedì 13 dicembre 2016
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sully: il film perfetto!
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Siamo di fronte ad un capolavoro vero e proprio, una storia raccontata in modo semplice, diretto, quasi come se fosse un docu-film. Non sbaglia il regista Clint Eastwood, donandoci così un film che ripercorre fedelmente ciò che è successo in quel 15 Gennaio 2009. E scelta migliore non poteva essere quella di scegliere come attore protagonista Tom Hanks. Quest'ultimo incarna alla perfezione Sully, il Comandante dell'aereo 'US Airways 1549', eroe per l'intera nazione dopo per aver salvato 155 passeggeri con un atterraggio aereo sul fiume Hudson.
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Siamo di fronte ad un capolavoro vero e proprio, una storia raccontata in modo semplice, diretto, quasi come se fosse un docu-film. Non sbaglia il regista Clint Eastwood, donandoci così un film che ripercorre fedelmente ciò che è successo in quel 15 Gennaio 2009. E scelta migliore non poteva essere quella di scegliere come attore protagonista Tom Hanks. Quest'ultimo incarna alla perfezione Sully, il Comandante dell'aereo 'US Airways 1549', eroe per l'intera nazione dopo per aver salvato 155 passeggeri con un atterraggio aereo sul fiume Hudson. Un personaggio che però è messo al muro da una giuria di esperti che lo attacca per aver rischiato inutilmente con un ammaraggio pericoloso e incosciente. E il film arriva proprio a questo snodo cruciale che diventa così la parte essenziale di tutta la storia. Attorno ad essa c'è una sceneggiatura che non cade mai nell'effetto americano di dare toni enfatici nelle scene ad alta quota. Tutto sembra così normale e reale che anche la paura della morte, viene trasmessa al pubblico dal silenzio tragico dei passeggeri. Non ci sono grida o preghiere cinematografiche dell'ultim'ora, ma c'è l'adrenalina dell'impatto, la razionale scelta di un comandante che comprende che è rimasto poco tempo e che bisogna rischiare per continuare a vivere. Allora tutto diventa emozionante, quasi come se al film ci si accorgesse di prendere parte di una pagina importante della storia dell'umanità. Da queste pagine noi lo diciamo convinti: Sully dovrebbe vincere l'Oscar!
Voto 10
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fragola
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lunedì 12 dicembre 2016
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film splendido
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Poteva essere una tragedia, ma la capacita' del pilota riesce ad evitarla! Il film tratta questa storia vera
con grande maestria e riesce a coinvolgere emotivamente. Veramente eccezionale l'interpretazione di
Tom Hansk nella parte del pilota .Il film merita assolutamente di essere visto!
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elpanez
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lunedì 12 dicembre 2016
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conosciamo già la storia, ma ora la racconta clint
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Andare a vedere un film di cui si sanno già tutti gli avvenimenti risulta scontato e banale, ma non se alla regia c’è un’artista come Clint Eastwood. Ed è proprio la regia a fare da trainante a tutta l’opera rendendo Sully un film spettacolare e profondo.
La regia non segue un tracciato cronologico, ma nei momenti giusti ci catapulta nel passato del protagonista rendendo la pellicola estremamente godibile dall’inizio alla fine. Infatti, in modo piuttosto inaspettato e geniale, il film si concentra più il trauma e lo stato d’animo post-tragedia del pilota aeronautica piuttosto che la tragedia in se e la scelta risulta più che azzeccata.
La sceneggiatura è di livello molto alto, con dialoghi naturali e sempre di un certo calibro, ci sono anche battute che tra una scena e l’altra strappano qualche sorriso senza divagare.
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Andare a vedere un film di cui si sanno già tutti gli avvenimenti risulta scontato e banale, ma non se alla regia c’è un’artista come Clint Eastwood. Ed è proprio la regia a fare da trainante a tutta l’opera rendendo Sully un film spettacolare e profondo.
La regia non segue un tracciato cronologico, ma nei momenti giusti ci catapulta nel passato del protagonista rendendo la pellicola estremamente godibile dall’inizio alla fine. Infatti, in modo piuttosto inaspettato e geniale, il film si concentra più il trauma e lo stato d’animo post-tragedia del pilota aeronautica piuttosto che la tragedia in se e la scelta risulta più che azzeccata.
La sceneggiatura è di livello molto alto, con dialoghi naturali e sempre di un certo calibro, ci sono anche battute che tra una scena e l’altra strappano qualche sorriso senza divagare. Un difetto va ad un paio di scene che sono belle e sensate ma troppo fine a se stesse, senza alcuna profondità.
La fotografia complessivamente è buona con delle ottime luci e alcuni frame che sembrano quadri.
La colonna sonora è azzeccata, i temi coinvolgono al cento per cento lo spettatore, forse leggermente scarsa in alcuni punti. Avrei preferito sentire un brano in più che esaltasse maggiormente determinate scene.
Tom Hanks è fenomenale (come sempre) riuscendo ad interpretare il suo personaggio in modo elegante e sublime facendoti trasmettere a pieno tramite le sue realissime espressioni il trauma e la pressione dei media da lui vissuto. Un merito va anche ad Aaron Eckhart che è riuscito più volte a rubare la scena a Tom.
Infine un film di qualità per nulla banale e scontato nonostante tutti sapessimo già la storia. Una scena viene addirittura ripetuta due volte, ma la cosa risulta stranamente molto funzionale. Ritengo che il tema che voglia lanciare Clint sia quello dell’errore umano che fino alla fine del film non viene preso da conto e che, come in molte catastrofi accadute, le accuse riportate verso colui che si assume la responsabilità di tali avvenimenti sono facili da scaricare quando non si scava a fondo su come si sentiva il soggetto al momento dell’accaduto. L’errore umano può quindi rivelarsi fatale, a meno che non ci sia il cervello umano a rimediare tutto, ed è per questo che lo stato d’animo va sempre preso da conto.
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franci9292
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domenica 11 dicembre 2016
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un film pulito, lineare ed emozionante
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Da sempre abituata a un Tom Hanks dal viso pulito e lo sguardo ingenuo, sono rimasta piacevolmente colpita da questa nuova interpretazione. Capello bianco, baffo e viso segnato non tradiscono il talento di Hanks. Interpretare il pilota Sullenberger (l'eroe del volo US Airways 1549) non sarebbe stato semplice per nessuno. Incertezza, inquietudine e paura sono solo tre delle emozioni che si nascondono dietro il successo di un pilota chi salva 155 vite con un atterraggio di emergenza, e Tom Hanks è entrato perfettamente nella parte. Pochi sorrisi, tanta responsabilità e passione per il proprio lavoro. Merito anche al grande Clint Eastwood; credo che riportare sul grande schermo una storia realmente esistita sia sempre un rischio per il regista, che deve attenersi ai fatti e dare poco credito alla propria immaginazione.
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Da sempre abituata a un Tom Hanks dal viso pulito e lo sguardo ingenuo, sono rimasta piacevolmente colpita da questa nuova interpretazione. Capello bianco, baffo e viso segnato non tradiscono il talento di Hanks. Interpretare il pilota Sullenberger (l'eroe del volo US Airways 1549) non sarebbe stato semplice per nessuno. Incertezza, inquietudine e paura sono solo tre delle emozioni che si nascondono dietro il successo di un pilota chi salva 155 vite con un atterraggio di emergenza, e Tom Hanks è entrato perfettamente nella parte. Pochi sorrisi, tanta responsabilità e passione per il proprio lavoro. Merito anche al grande Clint Eastwood; credo che riportare sul grande schermo una storia realmente esistita sia sempre un rischio per il regista, che deve attenersi ai fatti e dare poco credito alla propria immaginazione. Eastwood ha dato, per l'ennesima volta, prova del suo talento, creando un film lineare, pulito ed emozionante.
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writer58
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domenica 11 dicembre 2016
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heroes
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I, I will be king
And you, you will be queen
We can beat them, just for one day
We can be heroes, just for one day
(David Bowie)
La filmografia di Eastwood è costellata da eroi, come anche l'immaginario americano. Eroi positivi celebrati in tutto il mondo (Invictus), eroi controversi (American Sniper), antieroi (Gran Torino), eroi sconfitti (The Millon dollar baby), autoironici (Space cowboys), poliziotti-giustizieri (Ispettore Callaghan), pistoleri solitari (la saga di Sergio Leone, ormai 50 anni fa). Sully appartiene alla categoria deglii "eroi per un giorno" o, per meglio dire, persone normali che compiono azioni eroiche facendo il proprio lavoro.
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I, I will be king
And you, you will be queen
We can beat them, just for one day
We can be heroes, just for one day
(David Bowie)
La filmografia di Eastwood è costellata da eroi, come anche l'immaginario americano. Eroi positivi celebrati in tutto il mondo (Invictus), eroi controversi (American Sniper), antieroi (Gran Torino), eroi sconfitti (The Millon dollar baby), autoironici (Space cowboys), poliziotti-giustizieri (Ispettore Callaghan), pistoleri solitari (la saga di Sergio Leone, ormai 50 anni fa). Sully appartiene alla categoria deglii "eroi per un giorno" o, per meglio dire, persone normali che compiono azioni eroiche facendo il proprio lavoro. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi, ma, d'accordo con l'aforisma di Brecht "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi", tutto questo proliferare di imprese eccezionali compiute dai moderni semidei mi appare come un schermo difensivo e una proiezione, un modo per occultare una quotidianità povera, stereotipata, ripetitiva e dominata dalle leggi implacabili del profitto, dell'appartenenza. e del gradimento sociale.
Il cinema che enfatizza i "super eroi" (nelle sue differenti varianti) mi sembra un po' come Matrix disvelato: la realtà è fatta di loculi accatasati, mentre ciò che percepiamo come reale è puro universo di rappresentazione.
Tornando a "Sully", mi è parso un buon film, non certo un capolavoro. Manca il pathos di opere come "The Millon dollar baby" o "Gran Torino", la narrazione è corretta, ma priva di intensità emotiva (tranne nella scena dell'ammaraggio e del successivo salvataggio). La storia è nota ai più: Sullenberger, comandante di un aereo di linea dall'aeroporto di La Guardia a Charlotte, decide, dopo un incidente che ha messo fuori uso entrambi i motori, di ammarare sul fiume Hudson. Non c'è tempo di accedere a un aeroporto vicino. La manovra incredibilmente riesce e Sully riesce a salvare 155 persone, tra passeggeri ed equipaggio. Celebrato in tutto il paese come un eroe, il comandante viene sottoposto a inchiesta da parte del "National Transportation Safety Board". Gli viene contestata la decisione di ammarare, ci sono delle simulazioni che proverebbero che avrebbe potuto tornare in aeroporto. In realltà si tratta di.ricostruzioni fiittizie che non tengono conto del fattore umano e che verranno smascherate dal comandante nell'udienza finale.
Ho apprezzato in "Sully" l'affetto genuino che la popolazione riserva al comandante e la narrazione che interseca le conseguenze dell'evento sulla vita del protagonista con una efficace ricostruzione dell'incidente. Mi sono parse meno convincenti le parti finali, in cui il comandante smonta in due battute l'accuse contro di lui, ristabilendo la verità dei fatti, d'accordo con le esigenze di un "happy end" e in omaggio al principio che "il sistema funziona".
In ogni caso, Eastwood si conferma come uno dei più grandi registi attualmente in circolazione, è riuscito a produrre opere che rimarranno nella storia del cinema. Forse non "Sully", ma la carriera dell'autore è disseminata di grandi prove, persino stupefacenti nella loro maturità stilistica.
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[+] la guardia
(di bob70)
[ - ] la guardia
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sabato 10 dicembre 2016
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sully
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Riciclando un vecchio adagio usato per le canzoni, si tratta del film, non del regista. Se l’ha preso in considerazione Tom Hanks, possiamo farlo anche noi, tanto più che, se le opinioni politiche dello zio Clint sono chiare e conosciute da tempo, difficilmente traspaiono nei suoi lavori, lasciando invece spazio a quelle ben note qualità dietro la macchina da presa che non sembrano per nulla intaccate dall’aver doppiato da un po’ la boa delle ottanta primavere.
Una delle specialità di casa Eastwood è prendersi dei rischi riguardo alle storie che si vogliono raccontare riuscendo quasi sempre a vincere la scommessa: se non più tardi di due anni fa molti avevano discusso ‘Jersey boys’, musical ingiustamente sottovalutato, ora c’è questa vicenda a forte rischio di agiografia in cui si narra dell’ammaraggio sull’Hudson dell’A320, comandato da Chesley ‘Sully’ Sullenberger, dopo che uno stormo di uccelli aveva reso inutilizzabili entrambi i motori.
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Riciclando un vecchio adagio usato per le canzoni, si tratta del film, non del regista. Se l’ha preso in considerazione Tom Hanks, possiamo farlo anche noi, tanto più che, se le opinioni politiche dello zio Clint sono chiare e conosciute da tempo, difficilmente traspaiono nei suoi lavori, lasciando invece spazio a quelle ben note qualità dietro la macchina da presa che non sembrano per nulla intaccate dall’aver doppiato da un po’ la boa delle ottanta primavere.
Una delle specialità di casa Eastwood è prendersi dei rischi riguardo alle storie che si vogliono raccontare riuscendo quasi sempre a vincere la scommessa: se non più tardi di due anni fa molti avevano discusso ‘Jersey boys’, musical ingiustamente sottovalutato, ora c’è questa vicenda a forte rischio di agiografia in cui si narra dell’ammaraggio sull’Hudson dell’A320, comandato da Chesley ‘Sully’ Sullenberger, dopo che uno stormo di uccelli aveva reso inutilizzabili entrambi i motori.
La sceneggiatura, scritta da Todd Komarnicki partendo dal libro firmato dal protagonista, sceglie di evitare una rievocazione sequenziale dei fatti rivelandosi vincente da due punti di vista fondamentali: non piazzando l’incidente all’inizio si tiene viva la tensione mentre l’intersezione dei piani temporali – scanditi dai dubbi dell’assicurazione, ma riflessi sullo stesso Sully, su eventuali errori – evita la fabbricazione di un santino, rendendo la figura del comandante a tutto tondo con una profondità che ne esalta il lato umano. Gli incubi e le ricostruzioni nella memoria di quanto accaduto lo aiutano a opporre le obiezioni definitive nell’udienza che ne deve analizzare il comportamento, ma fino ad allora egli rimane come leggermente staccato dalla realtà laddove la sua mente rielabora in continuazione i duecentootto secondi decisivi: non lo toccano le manifestazioni di entusiasmo della gente comune – peraltro ridotte al minimo dal regista, un bacino, un abbraccio, sempre di fretta – e la famiglia deve restarne fuori, così che i non semplici dialoghi con la moglie avvengono solo via telefono.
Durante le conversazioni, è netto lo stacco tra il caldo ambiente familiare e le stanze d’albergo dove il protagonista è costretto a rimanere fino alla conclusione dell’inchiesta: una delle tante intuizioni che dimostrano la perizia di Eastwood con la messa in scena – la fotografia è di Tom Stern – confermata da una New York fredda e di preferenza notturna (con un paio di autocitazioni sui cartelloni pubblicitari), dall’orchestrazione delle scene del salvataggio che esaltano il montaggio di Blu Murray e, soprattutto, dall’utilizzo ottimale degli angusti spazi della cabina di pilotaggio. Qui gli attimi fatali vengono rivisitati due volte, la prima inserita nella più corale narrazione dell’ammaraggio e la seconda, rivissuta di nuovo dal comandante, asciugata di qualsiasi riferimento esterno con solo Sully e il primo ufficiale Skiles alla ricerca di una soluzione al ‘problema’: un’abile variazione sul tema che ben si adatta alla passione di Clint per il jazz.
Come si deduce da quanto appena descritto (oltre che dal titolo), il film non racconta l’evento, bensì il personaggio che l’ha vissuto e percchè risulti davvero credibile è necessaria un’interpretazione del tutto all’altezza: Hanks, al viso del quale i capelli e i baffi bianchi sostituiscono la bonarietà con la gravità, restituisce con sottigliezza i tormenti del vero pilota, a conferma di una bravura che non ha più bisogno di controprove. Al suo fianco, contribuisce ad alleggerire almeno in parte l’atmosfera Aaron Eckhart nei panni di Skiles mentre attorno si muove un buon numero di solidi professionisti fra i quali è doveroso se non altro citare Laura Linney come Lorraine, la moglie del capitano impegnata a coglierne da lontano gli stati d’animo
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vincenzo ambriola
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sabato 10 dicembre 2016
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delicato e intenso
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La storia di un incidente aereo, l'ammaraggio nel fiume Hudson di un Airbus della US Airways, trasforma Chesley Sullenberger (detto Sully) in un eroe nazionale. Ma prima di ottenere questo titolo, Sully deve attraversare le forche caudine del National Transportation Safety Board, che gli contesta la decisione di ammarare anziché provare ad atterrare a Newark o in un altro aeroporto vicino. Un film delicato e intenso che conferma la solidità della regia di Clint Eastwood e le straordinarie capacità recitative di Tom Hanks.
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the wild bunch
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venerdì 9 dicembre 2016
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c'è chi ha la pistola carica e chi plana
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Sully? Ma è il nome o il cognome ? Questa è la prima domanda che mi sono fatto quando mi sono seduto in sala. Lo devo ammettere, dopo i primi venti minuti che seguivo il film, ho cominciato ad intravedere delle analogie con un altro film Plane Crash di qualche anno fa. Ero lì che immaginavo un finale già visto e per la prima volta mettevo in dubbio Clint Eastwood. Poi però, la svolta. Il film comincia a filare via, armonioso nelle immagini e nei dialoghi. La fotografia all'altezza dell'argomento e l'ironia, il sarcasmo del regista che si apprezzano in molte scene e che danno al film il tocco personale.
Il capitano Sully, ma sorprattutto la persona Sully, sta al centro dell'opera.
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Sully? Ma è il nome o il cognome ? Questa è la prima domanda che mi sono fatto quando mi sono seduto in sala. Lo devo ammettere, dopo i primi venti minuti che seguivo il film, ho cominciato ad intravedere delle analogie con un altro film Plane Crash di qualche anno fa. Ero lì che immaginavo un finale già visto e per la prima volta mettevo in dubbio Clint Eastwood. Poi però, la svolta. Il film comincia a filare via, armonioso nelle immagini e nei dialoghi. La fotografia all'altezza dell'argomento e l'ironia, il sarcasmo del regista che si apprezzano in molte scene e che danno al film il tocco personale.
Il capitano Sully, ma sorprattutto la persona Sully, sta al centro dell'opera. La persona con le sue paure, che il regista mette a nudo magistralmente.
Che dire degli attori? Credo che del pilota d'aereo Tom Hanks se ne riparlerà al gran galà di Febbraio, ma credo che una menzione vada fatta al vice in cabina, interpretato da un Aaron Eckart in forma smagliante, che affianca Hanks, la vera stella del film, riuscendo nell'ardua impresa di non essere messo in disparte dall'aura che il collega/amico emana.
Un film Americano, un film alla Clint, un film che riesce a trasmettere agli spettatori dei sentimenti verie profondi.
Grazie ancora sig. Eastwood
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elpiezo
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venerdì 9 dicembre 2016
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elegante!!!!!
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Nel gennaio del 2009 un aereo in avaria è costretto ad un disperato quanto mai risolutivo ammaraggio nel fiume Hudson.
Tom Hanks, lucido ed esemplare, è impeccabile nella parte dell'eroico capitano Sully, chiamato a rispondere delle sue azioni davanti ad una commissione federale. Magistralmente diretto da Clint Eastwood, il meticoloso ritratto di un comune individuo americano divenuto eroe, un intrinseco viaggio nell'animo umano, vessato da logoranti crisi di coscienza.
Un lavoro intimo ed introverso dal quale emerge quella raffinatezza da tempo assente in parecchie opere cinematografiche.
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emanuele 1968
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venerdì 9 dicembre 2016
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bello, 95 minuti volati.
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Bello, fa piu rumore un albero che cade che non una foresta che crescie? mah...., senza parole, si vedono situazioni che lasciano veramente perplessi. Anche Agnus dei, personalmente e bello, questi film autobiografici in generale mi fanno da sempre riflettere, peccato che quando finiscie il film ognuno va sempre per i fatti suoi.
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