albydrummer
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venerdì 9 dicembre 2016
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stupendo!!
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E Clint non sbaglia un film!!..Un altro capolavoro!!
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lbavassano
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giovedì 8 dicembre 2016
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cinema già classico: eastwood-hanks
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C'é sempre un'idea forte dell'individuo al centro del cinema di Clint Eastwood, un'idea forte dell'essere umano, tanto più forte quanto più si trova a fare i conti con le proprie debolezze e fragilità, con i propri dubbi proprio quando deve compiere le scelte più importanti e difficili, impossibili da differire ("Gran Torino" ma anche "American Sniper"). Tanto più forte in questo film, ove il "nemico" non ha un volto preciso ma è un sistema, un'ideologia, una fede, quella nella tecnologia, nella realtà virtuale della simulazione che con l'essere umano, con le sue debolezze ed il rischio di sbagliare, con le sue autentiche grandezze, rischia di perdere il contatto.
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C'é sempre un'idea forte dell'individuo al centro del cinema di Clint Eastwood, un'idea forte dell'essere umano, tanto più forte quanto più si trova a fare i conti con le proprie debolezze e fragilità, con i propri dubbi proprio quando deve compiere le scelte più importanti e difficili, impossibili da differire ("Gran Torino" ma anche "American Sniper"). Tanto più forte in questo film, ove il "nemico" non ha un volto preciso ma è un sistema, un'ideologia, una fede, quella nella tecnologia, nella realtà virtuale della simulazione che con l'essere umano, con le sue debolezze ed il rischio di sbagliare, con le sue autentiche grandezze, rischia di perdere il contatto.
La classicità si sta sempre più dimostrando la chiave del cinema di Clint Eastwood, nel perfetto equilibrio della narrazione, nel saper allargare e restringere il punto di vista da quello dell'"eroe" a quello di chi con l'eroe convive, è costretto a convivere, ha la fortuna di convivere. Assolutamente all'altezza, e forse oltre, l'interpretazione di Tom Hanks, convincentissimo erede dei mostri sacri che hanno fatto il grande cinema.
Un'americanata? Bisognerebbe pensarci bene prima di usare tale termine nel paese degli Schettino, perché non si può non pensare al nostrano Schettino nelle scene del dopo-ammaraggio. Un ottimo film americano, già classico.
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carlo02
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giovedì 8 dicembre 2016
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un solido ma normale film americano
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Mi accodo ai tanti che ritengono Sully un film sopravvalutato pur , devo riconoscerlo , in presenza di un solido , classico film americano d'inchiesta .
Come spesso succede le aspettative determinano , sia nel bene che nel male , il giudizio finale sul film ed in questo caso le aspettative erano alte : un recente fatto di cronaca non cruento nell'epilogo ,diretto da un grande regista quasi novantenne ed interpretato da uno degli attori più amati e bravi di Hollywood .
Durante la visione ho aspettato che scattasse quel "guizzo"che ti permette di riconoscere la mano del regista , quel "guizzo" che ti fa emozionare per la storia ma la vana attesa ha generato la delusione odierna
Pur riconoscendo le notevoli qualità tecniche , penso che al film manchi la firma autoriale del regista : dipenderà forse dal fatto che la storia , come già scritto da altri , non fornisce la materia sufficente per un film ?
Amici appassionati di volo mi hanno confermato l'assoluta mancanza di difetti nelle scene aeree anche se ad essere pignoli l'unica inconguità sta nel fatto che la NTSB non avrebbe mai condotto un'inchiesta inquisitoria come quella mostrata nel film .
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Mi accodo ai tanti che ritengono Sully un film sopravvalutato pur , devo riconoscerlo , in presenza di un solido , classico film americano d'inchiesta .
Come spesso succede le aspettative determinano , sia nel bene che nel male , il giudizio finale sul film ed in questo caso le aspettative erano alte : un recente fatto di cronaca non cruento nell'epilogo ,diretto da un grande regista quasi novantenne ed interpretato da uno degli attori più amati e bravi di Hollywood .
Durante la visione ho aspettato che scattasse quel "guizzo"che ti permette di riconoscere la mano del regista , quel "guizzo" che ti fa emozionare per la storia ma la vana attesa ha generato la delusione odierna
Pur riconoscendo le notevoli qualità tecniche , penso che al film manchi la firma autoriale del regista : dipenderà forse dal fatto che la storia , come già scritto da altri , non fornisce la materia sufficente per un film ?
Amici appassionati di volo mi hanno confermato l'assoluta mancanza di difetti nelle scene aeree anche se ad essere pignoli l'unica inconguità sta nel fatto che la NTSB non avrebbe mai condotto un'inchiesta inquisitoria come quella mostrata nel film .
L'Ente si occupa di sicurezza del volo e di prevenzione , non di possibili implicazioni assicurative.
Forse è questo il vero difetto del film ovvero un inchiesta su un fatto inesistente e che si conclude senza pathos
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mercoledì 7 dicembre 2016
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il 156° passeggero
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Due anni dopo l'ottimo "Americn Sniper" Clint Eastwood torna alla regia con "Sully" dimostrando (nonostante la veneranda età) di avere ancora smalto da vendere.
Il film parla dell'impresa di Chesley Sullemberg, che il 15 gennaio 2009, al comando del volo "Kaktus" 1549, a seguito di un guasto ad entrambi i motori, fu costretto ad ammarare nel fiume Hudson pochi minuti dopo il decollo (salvando 155 persone tra passeggeri ed equipaggio) e dell'inchiesa che ne seguì.
Il risultato è un film lineare diretto con maestria, una regia senza fronzoli che già dai primissimi minuti di visione catapulta lo spettatore nel vivo del racconto facendolo entrare nell'animo del protagonista, il comandante Sully, eroe suo malgrado per l'opinione pubblica, tormentato dal pensiero di aver messo a repentaglio la vita di 155 persone inclusa la propria e costretto a difendersi dalle accuse di incompetenza ed imperizia nonostante una vita passata al comando di aerei.
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Due anni dopo l'ottimo "Americn Sniper" Clint Eastwood torna alla regia con "Sully" dimostrando (nonostante la veneranda età) di avere ancora smalto da vendere.
Il film parla dell'impresa di Chesley Sullemberg, che il 15 gennaio 2009, al comando del volo "Kaktus" 1549, a seguito di un guasto ad entrambi i motori, fu costretto ad ammarare nel fiume Hudson pochi minuti dopo il decollo (salvando 155 persone tra passeggeri ed equipaggio) e dell'inchiesa che ne seguì.
Il risultato è un film lineare diretto con maestria, una regia senza fronzoli che già dai primissimi minuti di visione catapulta lo spettatore nel vivo del racconto facendolo entrare nell'animo del protagonista, il comandante Sully, eroe suo malgrado per l'opinione pubblica, tormentato dal pensiero di aver messo a repentaglio la vita di 155 persone inclusa la propria e costretto a difendersi dalle accuse di incompetenza ed imperizia nonostante una vita passata al comando di aerei.
La storia si sviluppa dal punto di vista del protagonista, qui (inutile dirlo) magistralmete interpretato da Tom Hanks, facendo trasparire tutte le inquietudini e le angosce che lo accompagnano per la durata della vicenda. La narrazione tramite l'uso del flashback è quanto mai azzeccata, essendo completamente funzionale alla trama, dà ritmo alla vicenda e trasmette le vicende dai differenti punti di vista; l'azione e l'adrenalina cede coraggiosamente il passo alla psicologia e all'introspezione dei personaggi, allontanandosi, fortunatamente, dai tipici stilemi Holliwoodiani.
Un film che sebbene di breve durata (meno di 100 minuti) riesce a trasmettere un grandissimo messaggio di umanità e che, a visione ultimata (già durante i titoli di coda), lascia la piacevole sensazione di non essere stato un semplice spettatore ma il 156° passeggero a bordo del volo del capitano Clint Eastwood.
E' questo il cinema che ci piace.
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step666
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mercoledì 7 dicembre 2016
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un eroe più umano!
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Un gran bel film anche questo di Eastwood, ormai il suo nome è una certezza di gran film.
Mi è piaciuto il fatto di mostrare l'incidente in tanti modi ognuno diverso dall'altro in base ai vari punti di vista che si andavano a scoprire. Un eroe eastwoodiano che differisce dagli altri per la sua vulnerabilità più marcata, qui eastwood ci fa veramente entrare nel mondo del personaggio, tramite ellissi che ci riportano alla carriera del pilota,tramite incubi e rapporti sociali con la famiglia e con la burocrazia che con calcoli algoritmici vorrebbe potere risolvere qualsiasi cosa, ed è proprio il protagonista a riportare tutto nella giusta ottica delle cose: Gran film, ho dato 4 stelle perché è un piccolo capolavoro ma 5 stelle per me sono troppe, perché seppur è fatto in modo magistrale qualcosina manca.
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nerone bianchi
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mercoledì 7 dicembre 2016
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quota bassa
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Debbo onestamente dire che sono uscito un pò di deluso da questo film, non perchè fosse brutto, tutt'altro, credo per le troppe aspettative dovute all'ammirazione per altri film di Eastwood. La vicenda, benchè narrata su diversi piani temporali, scorre e non annoia, il fatto è che non esplode mai, tiene una quota e su quella continua fino alla fine. Forse la vicenda attorno a cui tutto ruota non è così complessa e articolata, tanto che in un'ora e mezzo tutto si conclude, forse non c'era materiale sufficiente e tale da giustificare un film. La questione del fattore umano contrapposto alla freddezza dei dirigenti che processano il capitano Sully, da sola non può bastare a tenere in piedi l'edificio.
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Debbo onestamente dire che sono uscito un pò di deluso da questo film, non perchè fosse brutto, tutt'altro, credo per le troppe aspettative dovute all'ammirazione per altri film di Eastwood. La vicenda, benchè narrata su diversi piani temporali, scorre e non annoia, il fatto è che non esplode mai, tiene una quota e su quella continua fino alla fine. Forse la vicenda attorno a cui tutto ruota non è così complessa e articolata, tanto che in un'ora e mezzo tutto si conclude, forse non c'era materiale sufficiente e tale da giustificare un film. La questione del fattore umano contrapposto alla freddezza dei dirigenti che processano il capitano Sully, da sola non può bastare a tenere in piedi l'edificio. L'epilogo è ampiamente prevedibile e nonostante la bravura di Tom Hanks si esce con la sensazione che questa volta si sia volato più basso del solito.
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clarca
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mercoledì 7 dicembre 2016
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emozionante
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aragornvr
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martedì 6 dicembre 2016
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bella americanata.
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Poche parole: dare quasi 5 stelle a questo film è decisamente esagerato. Ben fatto, ben narrato, ottima recitazione, ma la patina americana e, soprattutto, un finale quasi comico, in cui giorni di processo e ostilità da parte delle Autorità vengono sciolti in una battuta e sorrisetti, danno al film un buon livello, ma che è decisamente molto, molto lontano dai film che meritano 4 stelle. Poi, de gustibus on est disputandum.....
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vanessa zarastro
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lunedì 5 dicembre 2016
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un piccolo grande uomo
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Gli ultimi film di Clint Eastwood partono sempre da storie vere. Narrano di eroi/antieroi in cui il protagonista spesso può essere visto e giudicato in modi diversi, che nel suo animo è molto solo, ma ostinato nel fare la “cosa giusta”. Sia il cecchino di American Sniper sia il pilota di Sully hanno il convincimento di aver ragione, e sono supportati da una grande professionalità.
La vicenda narrata nel film è di pochi anni fa. Il 15 gennaio del 2009, il pilota Chesley Sullenberger detto "Sully" (uno straordinario Toma Hanks) sull’orlo della pensione, ha appena decollato - con un airbus A-320 e con 155 passeggeri a bordo - dall’aeroporto newyorkese di La Guardia diretto a Charlotte, North Caroline, quando uno stormo di uccelli entra in entrambi motori danneggiandoli irreparabilmente.
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Gli ultimi film di Clint Eastwood partono sempre da storie vere. Narrano di eroi/antieroi in cui il protagonista spesso può essere visto e giudicato in modi diversi, che nel suo animo è molto solo, ma ostinato nel fare la “cosa giusta”. Sia il cecchino di American Sniper sia il pilota di Sully hanno il convincimento di aver ragione, e sono supportati da una grande professionalità.
La vicenda narrata nel film è di pochi anni fa. Il 15 gennaio del 2009, il pilota Chesley Sullenberger detto "Sully" (uno straordinario Toma Hanks) sull’orlo della pensione, ha appena decollato - con un airbus A-320 e con 155 passeggeri a bordo - dall’aeroporto newyorkese di La Guardia diretto a Charlotte, North Caroline, quando uno stormo di uccelli entra in entrambi motori danneggiandoli irreparabilmente. Dopo aver inizialmente pensato di poter tornare indietro, Sully si rende conto che non ce l’avrebbe fatta quindi, nel giro di pochi secondi, decide di tentare un ammaraggio di emergenza sul fiume Hudson. Porterà a compimento la manovra con successo: nessun morto né disperso, solo una hostess riporterà una lieve ferita a una gamba. Sully vanta nervi saldi, una preparazione impeccabile e una grande esperienza maturata in ben 42 anni di volo. A spalleggiarlo, il convinto e fedele copilota Jack (interpretato da un bravo Aaron Eckhart) che ha vissuto con lui in cabina quei sofferti 208 secondi.
Considerato un eroe per aver salvato miracolosamente la vita a tutti i passeggeri, una volta a terra, sarà oggetto di un’approfondita indagine, accusato di aver rischiato un atterraggio di fortuna invece di aver seguito il protocollo di inversione rotta. Sully subirà l’assalto dei giornalisti, passerà il calvario delle inchieste, delle simulazioni di volo, del processo davanti al National Transportation Safety Board, ma alla fine, da accusato tornerà a essere considerato un valoroso pilota, perfino dagli inquirenti. E indovinate come sfoga il nervosismo Sully in attesa del processo? Facendo footing lungo le strade downtown Manhattan.
Le immagini di New York sono fantastiche e, oltre ai tradizionali grattacieli di Manhattan, al suo sempre seduttivo skyline e agli interni dell’hotel New York Marriots Dowtown dove soggiornano i piloti in attesa di processo, il regista ci fa apprezzare inquadrature di luoghi molto meno aulici, come il porto e gli scali aereoportuali.
Nel film c’è spazio anche per uno squarcio familiare suburbano intuito attraverso le mille telefonate tra Sully e sua moglie - descritta come una perfetta housewife tutta prese da problemi casalinghi - con il soliti scambi mielosi e rassicuranti di vari I love you.
Tom Hanks è da Oscar, le sue ultime interpretazioni sono straordinarie, molto diverse da loro: il compiaciuto avvocato de Il ponte delle spie di Steven Spielberg e lo schivo pilota di Sully: sono prestazioni eccezionali.
La scelta dei personaggi di Clint Eastwood ricade sempre su “uomini duri” con poche capacità comunicative, abnegazione nel lavoro e gran senso del dovere, destinati a prendere decisioni in assenza di tempo (che sia sparare o sia ammarare), eroi per caso, piccoli grandi uomini.
Il film è un vero prodotto americano, nel bene e nel male: grande fiducia nell’individuo, alta professionalità degli attori, notevole maestria nei movimenti di macchina con le inquietanti scene del salvataggio e un’ottima fotografia. Attraverso Sully il regista lancia un monito al popolo americano suggerendo di ripartire sempre dalle piccole cose e dall’etica del lavoro di un uomo comune che riconosce, inoltre, il merito delle operazioni al lavoro di squadra.
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luigi chierico
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lunedì 5 dicembre 2016
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strepitoso
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Un magnifico film non con una trama,ma con una pagina di storia vissuta in cui non solo si riconoscono i veri protagonisti ma gli stessi spettatori. Non racconto il film nei dettagli,per non togliere allo spettatore il piacere di assistere alla proiezione. Al di là dell’avvincente episodio portato sullo schermo vi sono ben altre considerazioni che meritano l’attenzione. Clint Eastwood produttore ha diretto uno spettacolo grandioso, tanto diverso da altri come“I ponti di Madison County”,che lasciavano vibrare le corde del cuore con le note dell’amore.Questa volta arriva ancora una volta al cuore ma attraverso momenti d’altissima emozione a cui si resta attoniti,silenziosi mentre si vorrebbe applaudire.
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Un magnifico film non con una trama,ma con una pagina di storia vissuta in cui non solo si riconoscono i veri protagonisti ma gli stessi spettatori. Non racconto il film nei dettagli,per non togliere allo spettatore il piacere di assistere alla proiezione. Al di là dell’avvincente episodio portato sullo schermo vi sono ben altre considerazioni che meritano l’attenzione. Clint Eastwood produttore ha diretto uno spettacolo grandioso, tanto diverso da altri come“I ponti di Madison County”,che lasciavano vibrare le corde del cuore con le note dell’amore.Questa volta arriva ancora una volta al cuore ma attraverso momenti d’altissima emozione a cui si resta attoniti,silenziosi mentre si vorrebbe applaudire.Il regista, entrato oramai tra i più grandi del cinema americano dopo 45 anni d’attività che gli ha fatto vincere diversi Oscar,ha affrontato quest’opera con una partecipazione assoluta,non tralasciando nulla di quanto ci si può attendere da una grande regista.I tempi sono calcolati con una maestria che solo Hitchcock era abituato a dare ai suoi gialli.Questa storia è vera non è un giallo ma la suspense è reale, continua e corre su due binari paralleli la vita di 155 persone e la fine di uno solo,vittima delle oche in cielo o dei falchi in terra! Un angelo protettore con due ali o un folle spericolato alla mercé dei simulatori.Tutta una storia che il regista fa rivedere più volte senza mai stancare, anzi lasciando lo spettatore col fiato sospeso sino a giungere a fasi e momenti di una grande potenza emotiva da far strappare le lacrime. La fotografia spettacolare,non c’è bisogno di colonna sonora c’è da ascoltare il fragoroso ammaraggio a cui si assiste quasi dal vivo. I tempi le pause,i silenzi e le immagini di quel che si verifica in soli 238 secondi decisivi sono stati studiati da Clint Eastwood ed affidati alla bravura eccezionale del grande Tom Hanks che fa sue le ansie ed i momenti drammatici di quei 238 secondi del comandante pilota Chesley Sullenberger “Sully”.
Non da meno interpreta mirabilmente l’angoscia di subire un giudizio tremendamente negativo sul suo operato, da altri osannato. Ancora una volta il film è ricco di un’altra terribile tensione, come sempre si parteggia per una tesi o per l’altra e sol la fine del film porrà termine ad una suspense durata oltre 90 minuti. Accanto a Tom Hanks il bravo Aaron Eckhart nella parte del secondo pilota Jeff Skiles.Non di particolare rilievo la presenza femminile della moglie di “Sully” interpretata da Laura Linney. Andando oltre alla storia non si può fare a meno di considerare l’aspetto estetico ed etico del film, non ci sono inutili scene tanto comuni ai film americani in presenza di catastrofi annunziate, non vi è l’apoteosi dell’eroe immaginario anzi quest’ultimo è messo in dubbio;un “eroe” è un fanatico, un incosciente,un folle, o chi in dispregio della vita se la gioca per quella degli altri?
Dietro lo sfarzo delle luci e della pubblicità nell’America dei grattaceli sempre illuminati, tra le strade affollate di gente, tra belle auto che corrono lungo interminabili strade si nasconde ancora una volta l’indifferenza, l’interesse economico pronto a spegnere quella scintilla che nel cuore di Sully, pensando al suo profondo senso di responsabilità verso gli altri, prima ancora che per la propria famiglia, gli ha consentito di passare alla storia. Bella la melodia che accompagna alcuni momenti, bellissime le canzoni. Finale nuovo ma li pubblico va via, lo spettacolo è terminato.
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