Alterna riflessione critica, parole, immagini del maestro al lavoro. Come sempre, nelle interviste Argento si rivela sornione e sfuggente, in equilibrio come il suo cinema tra ingenuità e consapevolezza del proprio stile, dei propri effetti, della propria condizione di manierista tardivo, celebrando al contempo la spontaneità delle proprie visioni e l'assoluta necessità narrativa ed emotiva delle proprie scelte di regia e difendendo instancabilmente il primato espressivo della caméra stylo.