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Festival di Roma: una serata con Al Pacino

Al Pacino riceve il prestigioso Marco Aurelio d'Oro a Roma.
di Désirée Colapietro Petrini

Inaugurazione con un ospite d'eccezione
Al Pacino (Alfredo Jacob Pacino) (84 anni) 25 aprile 1940, New York City (New York - USA) - Toro. Regista del film Chinese Coffee.

giovedì 23 ottobre 2008 - News

Inaugurazione con un ospite d'eccezione
Davanti a un pubblico di appassionati e un parterre di ospiti illustri, tra cui il patron di casa Gian Luigi Rondi, il presidente della Bnl Luigi Abete, il sottosegretario per i Beni e le Attività culturali Francesco Giro, Luca Barbareschi, un'elegantissima Sandra Milo con la figlia Azzurra De Lollis, Simona Ventura, Andrea Osvart e Valeria Marini con Vittorio Cecchi Gori, ieri sera Al Pacino, ospite d'onore della terza edizione del Festival cinematografico della capitale, ha ricevuto, in rappresentanza dell'Actor's Studio di New York, il prestigioso Marco Aurelio d'Oro per mano di Andrea Mondello, presidente della Camera di Commercio di Roma. Accolto nella Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica da un lunghissimo applauso, l'indimenticabile premio Oscar di Scent of a woman (in riferimento al quale ha detto di non aver voluto vedere prima della fine delle riprese la grande interpretazione di Vittorio Gassman nel film di Dino Risi per non esserne condizionato) si è intrattenuto per oltre un'ora raccontando, con l'aiuto della bravissima ed impeccabile interprete Bruna Cammarano, più di qualche aneddoto della sua vita e commentando alcune scene tratte da alcuni dei suoi film più noti e selezionate dai critici Mario Sesti e Antonio Monda: da Scarface a Carlito's Way, da Lo spaventapasseri a Il Padrino. Barba incolta e completo scuro, Al Pacino ha raccontato, proprio in merito a quest'ultimo, che inizialmente sia lui che Marlon Brando non erano gli attori che Francis Ford Coppola intendeva chiamare, scoraggiato soprattutto dall'idea di prendere, per il ruolo di Michael Corleone, un ragazzo semisconosciuto al mondo del cinema. Un personaggio cui, secondo l'attore, era invece in qualche modo destinato: solo qualche anno dopo la sua interpretazione, infatti, seppe da sua nonna che il nonno era originario proprio del piccolo comune del palermitano.

Confessioni d'attore
Quanto all'interpretazione di Lee Strasberg, direttore dell'Actor's Studio dal 1950 al 1982, chiamato sul set de Il Padrino - Parte II per vestire i panni di un gangster, Al Pacino ha detto di essere stato lui ad organizzare l'incontro tra il grande attore e Coppola: una cena, una specie di banchetto in cui Strasberg, dopo aver tenuto un monologo davanti ad alcune persone, venne avvicinato dallo stesso regista. "Presentarli a quel punto non fu più necessario. Quando Francis si avvicinò a lui, sapeva già dentro di sé che nessun altro avrebbe potuto interpretare Hyman Roth". Tra piacevoli racconti e confessioni, Al Pacino, che della recitazione ha detto di amare soprattutto quel senso di abbandono che, così come per un poeta o uno scrittore, non sai mai dove ti conduce e che per questo riconosce nei registi la straordinaria capacità di vedere oltre quello che tu pensi di poter fare, ha poi presentato sette minuti inediti del suo film Salomaybe?, tratto dalla piece "Salomè" di Oscar Wilde, già portata con successo al Wadsworth Theater di Los Angeles e a Broadway dove, al fianco di Marisa Tomei, l'attore ha vestito i panni del Re Erode. Al termine del filmato, Al Pacino è poi rientrato in sala per presentare Chinese Coffee, pellicola indipendente del 2000 da lui diretta ed interpretata. Ed è stato proprio sulle prime scene del film che il sessantottenne attore ha lasciato l'Auditorium per dirigersi nei meravigliosi giardini di Villa Medici, elegante palazzo dell'Accademia di Francia a Roma cui è spettato il compito di organizzare la festa ufficiale di apertura per il grande attore americano. Un party esclusivo che già dai giorni passati aveva scatenato una febbre da invito e cui hanno partecipato, tra gli altri, oltre agli ospiti d'onore dell'Auditorium, anche il biondissimo Matthew Modine con Gisella Marengo, l'immancabile principe Carlo Giovannelli, Emanuele Malenotti di Belstaff, Adriano Giannini, Giorgio Pasotti, la famiglia Agag, Nancy Brilli, Ettore Scola, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, e, dulcis in fundo, l'amico Mickey Rourke che, nel più silente anonimato, ha raggiunto Pacino al tavolo allestito nella sala interna davanti al quale, per l'intera serata, non si è fatto altro che assistere a una vera e propria processione.

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