Titolo originale | A Hologram for the King |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Germania, Gran Bretagna, Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Tom Tykwer |
Attori | Tom Hanks, Sarita Choudhury, Tom Skerritt, Tracey Fairaway, Jay Abdo, Jane Perry Megan Maczko, Dhaffer L'Abidine, Omar Elba, Janis Ahern, Khalid Laith, David Menkin, Jon Donahue, Christy Meyer, Waleed Elgadi. |
Uscita | giovedì 15 giugno 2017 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 16 giugno 2017
Torna sul grande schermo l'accoppiata Tom Hanks - Tom Tykwer dopo Cloud Atlas (2013). In Italia al Box Office Aspettando il Re ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 242 mila euro e 112 mila euro nel primo weekend.
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Alan Clay è un uomo d'affari americano la cui vita è andata a rotoli: ha perso la casa, il matrimonio, la stima del padre, non sa come pagare gli studi della figlia ed è afflitto dai sensi di colpa per aver chiuso uno stabilimento americano in favore di una delocalizzazione in Cina - che alla lunga non ha nemmeno ripagato. Ora cerca di rifarsi vendendo un sistema di teleconferenza via ologramma al Re dell'Arabia Saudita, nella città di KMET, che è ancora in realtà solo un progetto e di fatto consiste in una palazzina di uffici in mezzo al deserto. Ha inoltre una preoccupante ciste sulla schiena, che potrebbe anche essere un linfoma, e per curarsi finisce per conoscere una locale dottoressa che, insieme al suo autista, lo aiuta a ritrovare un po' di fiducia in se stesso e gioia di vivere.
Tratto dal romanzo di Dave Eggers "Ologramma per il Re", quello di Tom Tykwer è un adattamento di lusso, con Tom Hanks al centro di una crisi personale che è emblematica di quella del sogno americano e del ruolo della superpotenza ai tempi della globalizzazione.
Se il tono surreale è efficace, non lo sono però i momenti più hollywoodiani, a partire dalla storia d'amore che risulta consolatoria e tutt'altro che approfondita, scadendo nei consueti cliché dell'esotismo.
Non aiuta l'autenticità che i due principali personaggi arabi siano interpretati da un'inglese di discendenza indiana e da un americano di discendenza egiziana, mentre si può scusare che le riprese siano state effettuate in Marocco, visto che né l'Arabia Saudita né i vicini Emirati Arabi hanno acconsentito. Proprio questo però è un dato tutt'altro che peregrino, emblematico di un marcato gap culturale che il film risolve invece con eccessiva facilità. Se Tom Hanks fa il possibile per incarnare come al suo solito l'americano medio e in fondo di buon cuore, tipico per altro della sua carriera, il mondo che ha intorno sembra fin troppo ben disposto nei suoi confronti. Certo c'è qualche inghippo burocratico, ma basta la sua buona educazione per avere la meglio più o meno su tutto, tanto che si invaghiscono di lui prima una bella danese (interpretata da Sidse Babett Knudsen) e poi la dottoressa araba, la cui relazione con lui è così improbabile da far a tratti sospettare che sia frutto di allucinazioni.
Per fortuna il romanzo di Eggers non manca di fornire qualche buona staffilata, come la telefonata al padre e un finale in parte beffardo, ma nel complesso il racconto della globalizzazione come crisi esistenziale e politica finisce sacrificato alla tipica storia dell'anglosassone di una certa età che si rigenera nel Paese esotico, come una volta succedeva agli inglesi in vacanza in Italia. Uno schema logoro e un po' stucchevole, che comunque non vanifica tutto: funzionano le diverse situazioni da teatro dell'assurdo, con attese che potrebbero durare per sempre, e soprattutto lo scenario della città che non c'è in mezzo al deserto ha la sua efficacia cinematografica. Per altro esiste veramente, anche se in realtà si chiama King Abdullah Economic City, e si è davvero sviluppata negli ultimi anni.
Lascia infine l'amaro in bocca il ritratto politico dell'Arabia Saudita, dove le pochissime critiche arrivano da poche battute dell'autista. Eggers diceva di non aver scritto il romanzo da un punto di vista giornalistico e di essersi calato nella prospettiva di un protagonista che è lì per affari, inoltre spiegava in varie interviste che la città in costruzione era in un certo senso un'oasi liberal rispetto al resto del Paese. D'altra parte però se la letteratura è ricca di testi in materia di Medio Oriente, il cinema - e tantomeno quello americano - non si avventura che molto raramente in Arabia Saudita. Dunque rimane il rammarico per l'occasione sprecata da Tykwer, che ha ulteriormente alleggerito i toni rispetto al libro.
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Tom Hanks si toglie i panni del pilota che fu in Sully, per indossare quelli di un impiegato, Alan Clay, di una nota società informatica, disilluso negli affetti e sull’orlo della bancarotta. Mandato dalla società in cui lavora in Arabia Saudita per ottenere l'appalto di fornitura dei servizi informatici per una città avveniristica in costruzione nel mezzo del deserto, [...] Vai alla recensione »
"Aspettando il Re" è il titolo dell'ultimo film in cui compare l'attore Tom Hanks che, inviato per lavoro nella città di Kmet, inm Arabia Saudita, cerca in ogni modo di incontrare, appunto il re, al fine di proporgli la propria offerta lavorativa. In un complesso di uffici dove pare sia tutto fermo o in una fase di un' iniziale installazione, il protagonista [...] Vai alla recensione »
Quando è uscito il film nel 2017 tratto da un romanzo ho cercato di andarlo a vedere, ma nei cinema l'hanno proiettato per pochi giorni, in questi giorni ho potuto vederlo in TV. In effetti nella realtà è stato un grosso flop commerciale a fronte di un budget di 30 milioni di $ ne ha incassati solo circa 12. Prima di dare il giudizio la trama: inizia come un spot pubblicitari [...] Vai alla recensione »
Alan Clay, venditore di sistemi informatici, da Boston giunge in Arabia per convincere i sauditi, e magari uno sfuggente re in persona, ad acquistare un nuovo rivoluzionario sistema di comunicazione a distanza mediante ologrammi. Clay si porta pero' dietro un pesante bagaglio di esperienze esistenziali negative e tutti i prodotti di scarto di un decadente e stanco Occidente: crisi della famiglia [...] Vai alla recensione »
Aspettando il re racconta il superamento di una crisi personale del protagonista cinquantenne Alan (Tom Hanks), attraverso una storia già raccontata molte volte nel suo schema di fondo (l’uomo maturo in crisi che si rigenera a contatto con nuove realtà), con una sceneggiatura che, tutto sommato, fila liscia e coinvolge, almeno in certa misura, lo spettatore.
Dopo aver smesso i panni dell'eroe nei vari Sally, Il ponte delle spie, e Inferno, in questo film Tom Hanks veste quelli di un americano sconfitto proprio nei principi di vita americana. La famiglia è sfasciata, la moglie arrabbiata è diventata una nemica che gli fa vendere la casa e lo giudica un fallito perché non riesce a pagare il college alla figlia.
Dalle parti del cittadino apolide in crisi di mezz'età già portato sul grande schermo nello spielberghiano 'The Terminal', il viaggio della speranza dell'ultimo commesso viaggiatore in balia del caso del divo Tom (Castaway) è un dramma grottesco che il teutonico Tykwer (Lola corre ; Profumo - Storia di un assassino) utilizza come usuale metafora per descrivere l'ineffabile alterità di un potere globalizzato [...] Vai alla recensione »
Due stelle e mezza per un film di scarso interesse dove si possono comprendere meglio gli usi e costumi arabi, ricchi di controsensi e di nonsensi, ma dove, purtroppo, non succede quasi nulla dall'inizio alla fine. Bravo Hanks ma non basta ad arrivare alla sufficienza.
Uno dei miei attori preferiti, Tom Hanks, in un film molto lento e a tratti noioso. Se vogliamo scusare la lentezza che serve per far comprendere meglio lo standard di vita mediorientale totalmente opposto a quello occidentale, non possiamo tollerare la ripetizione di alcune scene molto simili tra loro e in cui non succede praticamente niente. Senza contare il fatto che finisca un po' in aria, [...] Vai alla recensione »
un film che poteva uscire solo a giugno, non tanto per le sue qualità (o difetti) ma perché è il classico prodotto americano che si produce con un grande attore ma poi non sai che fartene... Con questo caldo preferisco il mare!
bravissimo Tom Hanks ma bellissime le scene e la fotografia!!! Film piacevole e simpatico che dà spazio alla fantasia e alla scoperta sia esteriore (viaggio in Arabia Saudita con tutte le sue contraddizioni), sia interiore (psicologia del personaggio e indagine sul confronto fra stile di vita occidentale e abitudini della cultura islamica). Mi è piaciuto moltissimo!
Tom Hanks. E il film e vale il biglietto. Sensibilità, simpatia e potere di scena, modulati nel suo personale equilibrio tra Cary Grant e Paul Newman, in età matura gli permettono di portare lo spettatore dove e come vuole, e qui questo flauto magico, nel ruolo di un americano medio in crisi di appartenenza, ci regala un altro giro sulla sua gentile e profonda giostra di sentimenti.
Ecco finalmente un titolo italiano azzeccato: perché il nuovo film di Tom Hanks evoca Aspettando Godot di Beckett, anche se ricontestualizzato nell'epoca della crisi economica globale e in una regione desertica dell'Arabia Saudita. Quello originale, più descrittivo ma meno efficace, era Un ologramma per il re: lo stesso del romanzo scritto da Dave Eggers prima del più famoso The Circle.
Si può essere totalmente disorientati in Medio Oriente? Alan Clay (Tom Hanks) risponderebbe di sì. Lo vediamo arrivare in Arabia Saudita a ridosso della grande recessione del 2008 e in anticipo rispetto alla Primavera Araba del 2010. Ha una canzone dei Talking Heads in testa (Once in a lifetime, capolavoro di scherzosa amarezza) e come obiettivo quello di incontrare il Re per vincere un appalto di [...] Vai alla recensione »
Alan (Hanks) vola in Arabia per concludere con il governo saudita, l'affare della sua vita, la vendita di un futuristico sistema di teleconferenze basato sugli ologrammi, che gli permetterebbe di evitare la bancarotta. Dovrà scontrarsi, però, con l'esasperante burocrazia, aiutato da un autista ciarliero e da una dottoressa musulmana. Un film che mischia vari generi, senza mai perdere il delicato equilibrio [...] Vai alla recensione »