giulio andreetta
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venerdì 25 settembre 2020
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capolavoro di sean penn
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Ci troviamo di fronte probabilmente al capolavoro di Sean Penn, che supera se stesso in qualità di regista e offre al mondo un film complesso, dalle molteplici letture... L'influenza letteraria di scrittori come Thoureau, Tolstoj etc. è evidente, come è evidente la profonda conoscenza del regista di Christopher McCandless, un ragazzo realmente esistito che, insoddisfatto del modello sociale consumistico e borghese, decide di lasciare tutto e tentare la fortuna come girovago squattrinato. Tra le sue peregrinazioni finirà per approdare in Alaska, tra i ghiacci e una meravigliosa natura incontaminata.
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Ci troviamo di fronte probabilmente al capolavoro di Sean Penn, che supera se stesso in qualità di regista e offre al mondo un film complesso, dalle molteplici letture... L'influenza letteraria di scrittori come Thoureau, Tolstoj etc. è evidente, come è evidente la profonda conoscenza del regista di Christopher McCandless, un ragazzo realmente esistito che, insoddisfatto del modello sociale consumistico e borghese, decide di lasciare tutto e tentare la fortuna come girovago squattrinato. Tra le sue peregrinazioni finirà per approdare in Alaska, tra i ghiacci e una meravigliosa natura incontaminata... A metà tra road movie e film d'avventura, passando ovviamente per il genere biografico, questo film segna certamente un unicum nel panorama cinematografico mondiale, sia per la profondità dei contenuti e dei valori di liberazione che propone, sia per la sottigliezza con cui questi valori vengono soppesati, essendo ben coscienti che una fuga utopistica dalla realtà non è del tutto possibile, come sempra palesarsi nel magnifico finale. Sotto il profilo tecnico-esecutivo è da sottolineare una magnifica fotografia, con m.d.p. tenuta spesso a mano, a sottolineare il realismo e l'immediatezza della narrazione, e la splendida ormai celebere colonna sonora di Eddie Vedder. Emile Hirsch, l'attore protagonista, è perfettamente concentrato, e teso ad interpretare un ragazzo dalla personalità complessa e unica, ma allo stesso tempo portavoce di una ribellione interiore simile a quella di molti altri ragazzi della sua generazione e di quelle successive. 5 stelline.
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elibook
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martedì 28 aprile 2020
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terre selvagge.
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"Vorrei non aver mai sparato a quell'alce" ragazzo, quelle montagne, quei fiumi canyon e praterie .. bhe, non ci sei nato, hai quindi due scelte o restare e crepare prima o poi con una gamba rrotta ecc, o fare cio' per cui ti hanno settato fin da quando sei nato, vivere in un cliche' chiamato societa' !!
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dosius
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martedì 3 marzo 2020
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selvaggiamente bello
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Sean Penn non è solo un attore accattivante (“Mystic River”, “Milk”), ma anche un regista molto bravo. Dirige il film in maniera ottima e con pochissimi buchi di scena, riesce ad appassionare il pubblico e la critica grazie a un ottima colonna sonora di Eddie Vedder (cantante dei Pearl Jam), ma soprattutto con un cast eccezionale: non che E. Hirsch sia un attore famoso, ma qui da il meglio di se e i risultati si vedono. L’amore e la paura per la natura selvaggia è uno dei temi centrali del film, insieme ai problemi sociali del mondo. Sono rimasto perplesso, come molte altre persone, quando ho visto che il film è vietato ai minori di 14 anni! Per quale motivo? Forse perché fa scandalo vedere lo squartamento di un’alce o una scena di nudo di pochi secondi, o molto probabilmente questo film quando è uscito ha creato un po’ di fastidi allo stato americano: il motivo per cui non ha vinto molti Oscar e in particolare come miglior film è miglior regia.
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Sean Penn non è solo un attore accattivante (“Mystic River”, “Milk”), ma anche un regista molto bravo. Dirige il film in maniera ottima e con pochissimi buchi di scena, riesce ad appassionare il pubblico e la critica grazie a un ottima colonna sonora di Eddie Vedder (cantante dei Pearl Jam), ma soprattutto con un cast eccezionale: non che E. Hirsch sia un attore famoso, ma qui da il meglio di se e i risultati si vedono. L’amore e la paura per la natura selvaggia è uno dei temi centrali del film, insieme ai problemi sociali del mondo. Sono rimasto perplesso, come molte altre persone, quando ho visto che il film è vietato ai minori di 14 anni! Per quale motivo? Forse perché fa scandalo vedere lo squartamento di un’alce o una scena di nudo di pochi secondi, o molto probabilmente questo film quando è uscito ha creato un po’ di fastidi allo stato americano: il motivo per cui non ha vinto molti Oscar e in particolare come miglior film è miglior regia. Infatti non era nemmeno tra le nomination di questi due premi. Ha vinto tutto nel 2007 “The Departed” che è un bel film, ma sinceramente anche se è completamente diverso, non può neanche sperare di essere bello come il grande “Into the Wild”. Il film è puro e interessante perché rischia il tutto per tutto con una storia che tocca.
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balordo
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lunedì 23 luglio 2018
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non ci speravo più
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Incredibile, una voce fuori dal coro! Dopo la pioggia di stelle per questo film, non mi è parso vero di leggere il tuo commento. Aggiungerei alle tue considerazioni altre due cose che mi hanno urtato per tutta la durata del film, e cioè il totale menefreghismo verso la sorella, con la quale invece sembrava essere in buoni rapporti, ed il fatto che oltre a dare l'idea di essere un borghesuccio annoiato, fanno passare per normale, se non addirittura eroica, la decisione di vivere di caccia e pesca in territori dove la temperatura arriva a -40, apprendendo qualche nozione allo spizzico magnifico sulla sopravvivenza in questi luoghi selvaggi, semplicemente parlando con qualcuno qui e là e leggendo qualche libro.
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Incredibile, una voce fuori dal coro! Dopo la pioggia di stelle per questo film, non mi è parso vero di leggere il tuo commento. Aggiungerei alle tue considerazioni altre due cose che mi hanno urtato per tutta la durata del film, e cioè il totale menefreghismo verso la sorella, con la quale invece sembrava essere in buoni rapporti, ed il fatto che oltre a dare l'idea di essere un borghesuccio annoiato, fanno passare per normale, se non addirittura eroica, la decisione di vivere di caccia e pesca in territori dove la temperatura arriva a -40, apprendendo qualche nozione allo spizzico magnifico sulla sopravvivenza in questi luoghi selvaggi, semplicemente parlando con qualcuno qui e là e leggendo qualche libro. Sembra sia morto di fame, bè, più che farci un film avrebbero dovuto candidarlo ai Darwin Awards.
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fargo?
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venerdì 22 giugno 2018
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società, verità, felicità: into the wild
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La spietatezza della società, il rapporto tra uomo e natura, la solitudine di quest'epoca: sono solo alcuni dei temi che "Into the wild", tradotto "Nelle terre selvagge", tocca e fa toccare allo spettatore. Il senso di estraneità che l'uomo oggi vive dentro questa società, la nostra società, conduce a prima vista verso le due sole strade che il fervore giovanile può conoscere: accettare, consapevolmente o inconsapevolmente, o rifiutare di far parte della soceità. Christopher McCandless non accetta di farne parte e, una laurea in tasca, sceglie di partire e di vivere con ciò che il mondo offre giorno per giorno, perché estraniarsi dalla società, fuggire dai suoi modelli, dai suoi vincoli comportamentali che sembrano tracciare la tua strada ancor prima che sia stata percorsa, è l’unica via, oggi, per far parte della nostra esistenza, della nostra vita: è decidere, è vivere.
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La spietatezza della società, il rapporto tra uomo e natura, la solitudine di quest'epoca: sono solo alcuni dei temi che "Into the wild", tradotto "Nelle terre selvagge", tocca e fa toccare allo spettatore. Il senso di estraneità che l'uomo oggi vive dentro questa società, la nostra società, conduce a prima vista verso le due sole strade che il fervore giovanile può conoscere: accettare, consapevolmente o inconsapevolmente, o rifiutare di far parte della soceità. Christopher McCandless non accetta di farne parte e, una laurea in tasca, sceglie di partire e di vivere con ciò che il mondo offre giorno per giorno, perché estraniarsi dalla società, fuggire dai suoi modelli, dai suoi vincoli comportamentali che sembrano tracciare la tua strada ancor prima che sia stata percorsa, è l’unica via, oggi, per far parte della nostra esistenza, della nostra vita: è decidere, è vivere. E’ vivere davvero. Le avventure e le emozioni si susseguono, le amicizie, gli incontri ravvicinati con la natura, i pensieri, la famiglia, il passato, il futuro: gli spettatori guardano con attenzione. Tra loro c’è chi coglie e ammira il coraggio di Christopher; a questo spettatore, che vede la scelta del protagonista molto lontana dalla quotidianità o dalla praticabilità dell’uomo comune e finisce per collocarla nella categoria del puro anticonformismo o semplicemente della rappresentazione cinematografica, il film parla direttamente; a questo spettatore parla la storia di McCandless. La distanza che separa Christopher McCandless da Alexander Supertramp è la stessa che corre tra lo spettatore e il protagonista del film. Non è (solo) il coraggio; è la verità, la ricerca della verità, quella del contatto con ciò che ci circonda, con la natura, a guidare lo spirito dell’uomo. Ma non può essere solo questo. Il contatto tra le persone, che trasforma la felicità da idealizzata a felicità reale in quanto condivisa, è un inno alla fondazione di una nuova società di cui il film e soprattutto la vita di McCandless sono fautori.
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martedì 18 ottobre 2016
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bah!
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Sean Penn ha realizzato un film alla "Spielberg", utilizzando esclusivamente il lato emotivo del pubblico per fare incasso. La pellicola ha un'infinità di difetti, a partire dalla sua eccessiva durata, dalla sua mostruosa lentezza, dalle frasi ad effetto messe lì un po a caso,dalle continue e ridondanti inquadrature al paesaggio e dall'assenza di una vera colonna sonora. Ma la cosa che ho più odiato di questo film è il fatto che sia una biografia, ma di biografia ha ben poco, i personaggi che Penn inserisce non sono stati realmente incontrati da Christopher nella vita reale.
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Sean Penn ha realizzato un film alla "Spielberg", utilizzando esclusivamente il lato emotivo del pubblico per fare incasso. La pellicola ha un'infinità di difetti, a partire dalla sua eccessiva durata, dalla sua mostruosa lentezza, dalle frasi ad effetto messe lì un po a caso,dalle continue e ridondanti inquadrature al paesaggio e dall'assenza di una vera colonna sonora. Ma la cosa che ho più odiato di questo film è il fatto che sia una biografia, ma di biografia ha ben poco, i personaggi che Penn inserisce non sono stati realmente incontrati da Christopher nella vita reale. Il peggio è stato raggiunto nel momento in cui un anziano vedovo ( guarda caso), mai conosciuto prima,si offre di prendersi cura di Chris.
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renaf
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venerdì 22 aprile 2016
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bellissimo
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Bellissimo e che SKY lo ha gia proposto 8000 volte !
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ragindo
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mercoledì 23 settembre 2015
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un occasione sprecata drammaticamente
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Tremendamente triste è scoprire il vero valore prezioso della vita a 20 anni e non poterla vivere.
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shirub
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mercoledì 23 settembre 2015
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concorde
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Concorde con l'opinione di Darjo più sopra. Aggiungo solamente: più che una ricerca di sè stesso è una fuga sgangherata da una situazione familiare che indubbiamente ha coinvolto nel profondo il protagonista. Una forma di ribellione terminata in tragedia. Sia per lui che per le persone a lui care. Più che un viaggio di avventura, pur essendo tuttavia innato il desiderio del protagonista di estraniarsi dalla civiltà, diviene quindi una fuga, ammessa infine dallo stesso in punto di morte: l'uomo è un essere sociale. Concordo inoltre con l'enorme carne sul fuoco posta da Penn sotto forma di aforismi e citazioni che cercano di mostrare una profondità tuttavia superficiale nel protagonista.
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Concorde con l'opinione di Darjo più sopra. Aggiungo solamente: più che una ricerca di sè stesso è una fuga sgangherata da una situazione familiare che indubbiamente ha coinvolto nel profondo il protagonista. Una forma di ribellione terminata in tragedia. Sia per lui che per le persone a lui care. Più che un viaggio di avventura, pur essendo tuttavia innato il desiderio del protagonista di estraniarsi dalla civiltà, diviene quindi una fuga, ammessa infine dallo stesso in punto di morte: l'uomo è un essere sociale. Concordo inoltre con l'enorme carne sul fuoco posta da Penn sotto forma di aforismi e citazioni che cercano di mostrare una profondità tuttavia superficiale nel protagonista. Un pò come leggere le esperienze proferite da alti autori (i suoi preferiti) e farle proprie, assodate, senza però averle mai vissute. Con i social questo fenomeno è sempre più in voga e lascia trasparire esclusivamente quanto ognuno di noi debba scoprire la "propria" verità attaverso l'esperienza della vita, per poterla raccontare con parole proprie. Ottima la fotografia, film per nulla noioso e coinvolgente il soundtrack. 3 stelle perchè il film ha dato comunque da riflettere.
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lucadm_96
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giovedì 1 gennaio 2015
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nelle terre selvagge
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135 minuti fatti di poesia, filosofia ed emozione.
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