Il viaggio che descrive Sean Penn sarebbe troppo banale interpretarlo considerando solo il suo lato materiale e pratico: un ragazzo che abbandona la famiglia e la società e si rifugia nelle remote e sperdute lande dell'Alaska per contestare la società e i suoi meccanismi stritolatori, per sottrarsi al bigottismo e all'ipocrisia del sentimentalismo borghese. Sarebbe troppo banale e, se questo fosse stato l'intento, Penn avrebbe fallito lo scopo. Chris si addentra nell'Alaska per trovare quello cerca, ma soprattutto per trovarsi. La natura è metafora di una ricerca interiore che ha come obiettivo la scoperta dell'autentico e del vero. Penn utilizza il viaggio di Chris in chiave simbolica, ma più che manifestare intenti di critica politica indica una strada. [+]
Il viaggio che descrive Sean Penn sarebbe troppo banale interpretarlo considerando solo il suo lato materiale e pratico: un ragazzo che abbandona la famiglia e la società e si rifugia nelle remote e sperdute lande dell'Alaska per contestare la società e i suoi meccanismi stritolatori, per sottrarsi al bigottismo e all'ipocrisia del sentimentalismo borghese. Sarebbe troppo banale e, se questo fosse stato l'intento, Penn avrebbe fallito lo scopo. Chris si addentra nell'Alaska per trovare quello cerca, ma soprattutto per trovarsi. La natura è metafora di una ricerca interiore che ha come obiettivo la scoperta dell'autentico e del vero. Penn utilizza il viaggio di Chris in chiave simbolica, ma più che manifestare intenti di critica politica indica una strada. Ed è la strada dell'interiorità, la strada maestra dell'umanità, quella che da tempo abbiamo abbandonato, la strada del "conosci te stesso". Chris non è un isolato, ma cerca di essere "solo". Solo per sentire la sua voce più autentica. Disseminare la storia delle citazioni di Thoreau, Tolstoj e London è una chiara dimostrazione che l'intento del regista è quello di indicare "un nuovo modo di vedere le cose". Sarebbe stato facile cadere in suggestioni new age se avesse troppo chiaramente alluso ad un'illuminazione di tipo buddista. Ma la scena finale, con Crhis che muore sorridendo, è una vera e propria illuminazione. La grandezza di Penn, secondo me, sta proprio dalla sua capacità di raccontare una storia di "trasformazione interiore" attraverso un percorso che si dipana lungo il continente americano, la cui geografia è tradizionalmente metafora della conquista di spazi interiori. Era il vero intento di Kerouac, andando oltre la strada come retorica dell'autostop, della droga e della libertà, come libertà da divieti. Era la vera inclinazione di Thoreau, Emerson e dello stesso Henry Miller. Qualcosa di profondamente radicato nella tradizione americana e che in London ha la sua espressione più "selvaggia e naturale". Sentendo i commenti all'uscita del cinema si capisce a chi dà fastidio questo film. Dà fastidio a chi ci vuol vedere una possibile "soluzione" per tutti. A chi legge il percorso di Chris come un gesto "politico", nel senso di indicare una nuova strada a tutti. Invece è solo la vicenda di Chris, una persona che si è interrogata sulla natura dei rapporti sociali e sull'inautenticità che può pervaderli, una persona che sceglie la strada della solitudine (e non dell'isolamento) per trasformarsi interiormente e per trovare una nuova consapevolezza. Raggiuntala, vorrebbe tornare nel mondo e condividerla. E' questo il messaggio di Penn: la condivisione. Chris, novello Cristo, dopo il deserto vuole diffondere la lieta n
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arthur rimbaud
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martedì 11 marzo 2008
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cosigli, seti è piaciuto leggi il giovane holden!!
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pienamente daccordo!! io sono un adolescente è il passaggio da adolescenza a età adulta dovrebbe significare la mia rinascità interiore, il mio "conoscere me stesso", ma mi sto rendendo sempre di conto che nella nostra società diventare adulti significa sapersi adattare alla società stessa, capirne i suoi falsi e ipocriti meccanismi illusorii .
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arthur rimbaud
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martedì 11 marzo 2008
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on the road
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p.s... hai letto il giovane holden? se nn lo hai fatto ti consiglio di leggerlo
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vagabondo del dharma
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martedì 11 marzo 2008
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ciao, rimbaud
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Si, l'ho letto "Il giovane Holden". E' vero l'età adulta coincide spesso con un adattamento alla società, però anche all'interno dei meccanismi ipocriti e falsi di cui parli è possibile ritagliarsi spazi di libertà molto ampi senza per forza andarsene in Alaska e fuggire da tutto e tutti. Quella è la scelta di Chris, che peraltro sarebbe, se avesse potuto, ritornato tranquillamente nella società e lì avrebbe condiviso quello che aveva capito in condizioni estreme. Conoscere noi stessi, lo capirai piano piano e gradualmente, è un processo lento e impegnativo: ma già mettersi alla ricerca di una maggiore autenticità, anche nella vita di tutti i giorni, può rappresentare una conquista, senza gesti estremi e plateali.
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sonam djalpo
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sabato 12 aprile 2008
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da vagabondo a vagabondo del dharma
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Cercati una via piu' semplice!Il film è ....banale, adatto agli americani.
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