Contatto fisico: Chris sembra seguire un percorso iniziatico, direi messianico, tant’è che viene paragonato a Gesù. In quest’ottica il viaggio è solitario e ridimensiona lo scambio interpersonale su un piano più astratto e solo in parte emotivo. Si fa fatica a notare il contatto fisico e l’unica occasione in cui Chris può tradurre la relazione interpersonale in una passione sessuale si imbatte in un ostacolo morale insormontabile (anche se la differenza di età tra i due non è poi così proibitiva). Dunque è possibile solo un casto abbraccio prima della partenza. Anche nel rapporto con i due hippy il contatto con la donna si manifesta solo tra le onde, elemento comunque meno vincolante, che riporta a echi inconsci e primordiali. Viceversa l’addio con la donna, assurta a madre putativa nel corso della vicenda, non lascia spazio all’abbraccio che forse avrebbe trattenuto Chris. Anche il vecchio che incontra nel deserto, che vorebbe diventare davvero il suo padre-nonno adottivo, non riesce ad ottenere un pegno da Chris, e neanche lui un abbraccio. Infine i genitori, figure distanti, opprimenti e aggressive che accompagnano i ricordi di Chris, solo alla fine possono assaporare un abbraccio, seppure vituale, e senza condividere l’apoteosi dell’ascesa spirituale di Chris, che prima di morire vede Dio, e nelle ultime sue parole riconosce che questo suo estremo sacrificio era l’unica via per giungere a quell’estasi, che in nessun altro modo, neppure con l’abbraccio liberatorio dei suoi genitori, avrebbe potuto raggiungere.
L’acqua: Ci sono diversi momenti. Il bagno con la signora hippy, in cui le onde, come desideri inconsci, sembrano risvegliare la voglia di vivere e di amare. L’inondazione quando era in macchina a dormire, momento in cui si disfa definitivamente dei suoi averi. La discesa sul gran Canyon, vero passaggio iniziatico (del resto PROIBITO dalle autorità) per incominciare il viaggio verso la purificazione definitiva (non a caso è il momento in cui Chris ha avuto più paura). Il Fiume che segna l’abbandono definitivo della civiltà o cumunque della grigia quotidianità che ti costringe a stare come i pesciolini rossi in un’ampolla di vetro (per citare il libro “L’eleganza del riccio” che sto leggendo). Prima di attraversarlo, Chris lascia appeso quello che forse è il regalo più sentito che ha ricevuto lungo la peregrinazione, e cioè il berreto. Come un filo di Arianna per poter rientrare e tentare di riaffacciarsi alle relazioni, al contatto fisico, al sesso. Quando in effetti si rende conto che la vita è anche queste cose, ormai e troppo tardi, ed è sempre l’acqua che sancisce l’irreversibilità della sua scelta: mi fa venire in mente PADRE PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO, ma ormai l’amaro calice (…i semi avvelenati?) è stato bevuto e la morte-redenzione è inevitabile.
L’Orso: Chris è quasi allo stremo, e quest’incontro primordiale suggerisce quasi il confronto con la parte più intima di sè, svuotata anche dalle pulsioni di cacciare e mangiare la preda. Un solo urlo liberatorio della bestia, nessun contatto, quasi immobili, il ritorno definitivo alla purezza e alla verginità per poter vedere Dio.
Retorico? Certo si fa uso di metafore inflazionate e luoghi comuni. Ma anche questa presunta retorica alimenta le braci di una rabbia e di un'insofferenza che spero con tutto il cuore, possano spingerci verso una costante ricerca, verso una ribellione di pensiero, perchè l’ampolla dei pesci è terribilmente noiosa, e Chris aveva voglia di nuotare!
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