E' un bel film.Una frase semplice,probabilmente anche scontata,ma che esaurisce ogni sterile polemica da parte di chi si è lasciato andare ad invettive contro questa pellicola.Un ritmo non lento,ma "naturale";la storia di un viaggio che non è una fuga ma un percorso di formazione,attraverso tappe che segnano un rito di passaggio,la trasformazione di un ragazzo in un uomo.E' da questo punto che voglio partire;i miei amici hanno sviscerato il film da ogni punto di vista,ne hanno analizzato i tanti pregi e i pochi difetti...Quindi io posso concentrarmi sulla storia di Chris.Prima di vedere il film,lo confesso,questo ragazzo non mi stava simpatico,nè condividevo il concetto di "fuga dalla civiltà".Non apprezzavo poi (e non apprezzo tuttora) alcuni commenti che trovo al limite del delirio,autentici pistolotti moraleggianti che aborro da sempre.Però vedendo "Into the wild" ho percepito la sua vicenda da un'altra prospettiva,che è l'unica possibile per me:quello di un ragazzo,di un figlio che non si sente amato dai genitori...Steve McQueen diceva che quando uno non si sente amato da padre e madre si convince che qualcosa in lui sia sbagliato,ma in Chris è scattato un meccanismo inverso,quello della repulsione non solo verso la famiglia,ma verso l'intera società "borghese" (quanto odio questo termine!),verso le sue regole,addirittura verso i rapporti sociali.Chris non fugge dalla società,ma semplicemente va alla ricerca di un mondo ideale che non esiste,e che lui identifica nella natura selvaggia,nel mito dell'Alaska.Il problema è che la natura è selvaggia ma ostile tanto quanto la società,e come la società ha le sue regole spietate e dettate da una logica incontrovertibile;secondo questa logica chi è debole muore,chi è forte sopravvive.Non c'è spazio per i sentimenti,per la pietà,per la commozione,e la libertà agognata diventa un concetto abbastanza effimero e virtuale,perchè una eccessiva identificazione con la natura diventa,se non controllata,una regressione ai primordi della civiltà,e questo Chris lo capisce,anche se in ritardo.Ho letto carrellate di commenti,di approvazione o disapprovazione,verso il comportamento del protagonista...Io non me la sento di giudicarlo.Per sapere come mi sarei comportato al suo posto avrei dovuto vivere la sua stessa vita:negli anni ho imparato che è troppo facile commentare dall'esterno.Più in generale io dico che è sbagliato cercare di cambiare le persone a seconda delle proprie esigenze:si può anche non condividere del tutto un comportamento,ma prima bisogna provare a capirlo.Io posso dire di aver capito Chris,e mi dispiace che il suo rito di passaggio,il suo percorso formativo che inaspettatamente per lui gli ha fatto riscoprire il valore di quei rapporti sociali che pensava di poter annullare,si sia concluso in questo modo,perchè il mondo avrebbe avuto un grande uomo in più.Un uomo capace di apprezzare i veri sentimenti e le vere emozioni,che non sono il vento gelido in faccia,una vista mozzafiato o una discesa spericolata giù per il fiume Colorado,ma il calore rappresentato dall'affetto delle persone che ti vogliono bene.Alla fine il film mi ha portato a riflettere su questo.Su quanto cioè sia importante manifestare i propri sentimenti,esprimerli,ricambiare l'affetto che si riceve.E' questo il rimpianto,o il rimorso, che io potrei avere,quello di aver risposto gelidamente (come una statua di marmo) o con indifferenza (come un orso) a chi ha provato a renderti felice.
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lilli
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lunedì 23 marzo 2009
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belle riflessioni..
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Questo film nel bene e nel male porta a riflettere..ed è interessante notare il fatto che le riflessioni di ognuno di noi siano differenti: significa che abbiamo tratto tutti gli insegnamenti che sentiamo più vicini a noi stessi. Bella recensione, Reiver...la scriverò anch'io
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luccc
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lunedì 23 marzo 2009
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io più che il film...
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... recensii l'atteggiamento dello spettatore di questo film, successivamente alle recensioni di maryluu e andrea, nel lontano febbraio 2008, quando ero brillante... la mia recensione la confermo e nei vari commenti (a volte esilaranti) fu detto già molto. ricordo il mio incontro con sean penn: "sto scrivendo dalla villa di sean penn in riva alla piscina, sono circondato da 8 figliole naturiste che non mi lasciano in pace...cosa?...ah, ok...sean mi manda a ringraziare voi alternativi, il film sta incassando bene...sean, no! ma che fai?...si è acceso un sigaro con una banconota da 1000 dollari, che buontempone!"... vabbè, dai, sdrammatizziamo...
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reiver
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lunedì 23 marzo 2009
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io voto robin wright
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Ciao Luc.Sì,ricordo benissimo quella recensione sulla "psicologia dell'ammiratore di Chris".Molto brillante,e non posso dire di non condividerla,perchè criticava non tanto Chris ma chi del suo comportamento ha visto lati "eroici" assolutamente fuori luogo.Non credo che la sua intenzione fosse questa,credo invece che se la sua famiglia lo avesse tenuto nella giusta considerazione la sua vita avrebbe preso un'altra piega.Non quella della normalità o della banalità,ma quella della giusta considerazione delle cose.Riguardo a Penn,il discorso sarebbe un pò lungo.Sarebbe stato deprecabile se la pellicola avesse avuto intenti moralizzatori,ma a me non ha dato questa impressione,credo anzi che anche la retorica sia giustamente dosata e mai fastidiosa.
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Ciao Luc.Sì,ricordo benissimo quella recensione sulla "psicologia dell'ammiratore di Chris".Molto brillante,e non posso dire di non condividerla,perchè criticava non tanto Chris ma chi del suo comportamento ha visto lati "eroici" assolutamente fuori luogo.Non credo che la sua intenzione fosse questa,credo invece che se la sua famiglia lo avesse tenuto nella giusta considerazione la sua vita avrebbe preso un'altra piega.Non quella della normalità o della banalità,ma quella della giusta considerazione delle cose.Riguardo a Penn,il discorso sarebbe un pò lungo.Sarebbe stato deprecabile se la pellicola avesse avuto intenti moralizzatori,ma a me non ha dato questa impressione,credo anzi che anche la retorica sia giustamente dosata e mai fastidiosa.E poi Penn sarebbe uno sciocco a tradire Robin Wrightdove la ritrova una donna così?
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reiver
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lunedì 23 marzo 2009
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brava lilli!!!
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Vaaaiii che ci mancavano le tue recensioni!comunqueè vero,è un film che fa riflettere.E' una virtù che non si può negare,a prescindere dalla valutazione artistica e a quella relativa alla vita del protagonista.Ciao!
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francescav
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lunedì 23 marzo 2009
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tormentato chris
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Non si può di certo affermare che sia un brutto film, ne riconosco le qualità, sia tecniche che comunicative, ma... Eh sì, devo confessare che non mi ha coinvolta particolarmente, non sono riuscita ad affezionarmi a Chris, comunque rispettandolo; penso ci fosse qualcosa che non andasse in lui, non tanto per la sua fuga dalla civiltà, comprensibile, piuttosto per la meta scelta e per il voler restare solo in condizioni estreme. Come si può idealizzare un mondo tanto "lontano" dall'uomo moderno? Com'è possibile non sentire il desiderio di condividere con qualcuno ciò che si è appreso e vissuto lungo il cammino? Che rabbia! Chris e il film hanno il pregio di farci riflettere su quanto ci siamo allontanati dalla natura, dalle sue leggi, dalla sua asprezza.
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Non si può di certo affermare che sia un brutto film, ne riconosco le qualità, sia tecniche che comunicative, ma... Eh sì, devo confessare che non mi ha coinvolta particolarmente, non sono riuscita ad affezionarmi a Chris, comunque rispettandolo; penso ci fosse qualcosa che non andasse in lui, non tanto per la sua fuga dalla civiltà, comprensibile, piuttosto per la meta scelta e per il voler restare solo in condizioni estreme. Come si può idealizzare un mondo tanto "lontano" dall'uomo moderno? Com'è possibile non sentire il desiderio di condividere con qualcuno ciò che si è appreso e vissuto lungo il cammino? Che rabbia! Chris e il film hanno il pregio di farci riflettere su quanto ci siamo allontanati dalla natura, dalle sue leggi, dalla sua asprezza. Tutti elementi che un tempo eravamo in grado di dominare...riuniti in clan o tribù, mai soli. Non giudico Chris, ma non posso fare a meno di pormi delle domande.
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luccc
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lunedì 23 marzo 2009
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eh, francescav...
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...mi sa che a chris la "cosa" non gli piaceva molto... ho visto altri film che in fatto di scelte alternative condivido di più (il bounty, fandango, salvador). ma non condivido questa visione della natura "terrifica": nell'epoca delle mode di sinistra si eccedeva con una visione idilliaca della natura (e si rifiutava la cultura, non senza ipocrisia), ma ora, epoca della moda di destra, si eccede nel terrore della natura e quindi nell'accettazione pecoronica della cultura. l'alaska era quasi disabitato e milioni di "indios" vivevano nelle zone climaticamente ed economicamente migliori, esattamente dove viviamo noi oggi (certo è difficilmente visibile, causa sterminio) e vivevano in società. quindi le condizioni "terrifiche" del passato sono un'esagerazione "romantica" volta a farci accettare le condizioni odierne.
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audreyh
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lunedì 23 marzo 2009
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bella recensione...
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...prometti ke nn t metti a urlare se t dc ke nn ho visto qst film?
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reiver
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lunedì 23 marzo 2009
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chris,natura di destra,natura di sinistra
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Francesca,neppure io ho condiviso le scelte e i comportamenti di Chris,ma il suo personaggio e il film mi hanno comunque affascinato;inoltre penso che la sua tormentata storia familiare abbia inciso non poco nell'adozione del suo nuovo stile di vita.Questo non vuol dire evidentemente che chiunque abbia problemi debba andare in Alaska,ma sottolinea in ogni caso la su sensibilità.Luuuuuc:natura di destra,natura di sinistra?Eh eh eh...Una delle mie nature "cinematografiche" preferite è quella di "Un tranquillo weekend di paura"...Che vuol dire questo?Eh eh eh...No,io credo di avere una visione obiettiva della natura.Non molto tempo fa (150 anni or sono) c'erano persone che interrompevano ogni legame con la civiltà,per il piacere del rischio e il gusto dell'ignoto (senza rinunciare però ad avere mogli indiane):erano i "trappers",i cosiddetti cercatori di pellicce.
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Francesca,neppure io ho condiviso le scelte e i comportamenti di Chris,ma il suo personaggio e il film mi hanno comunque affascinato;inoltre penso che la sua tormentata storia familiare abbia inciso non poco nell'adozione del suo nuovo stile di vita.Questo non vuol dire evidentemente che chiunque abbia problemi debba andare in Alaska,ma sottolinea in ogni caso la su sensibilità.Luuuuuc:natura di destra,natura di sinistra?Eh eh eh...Una delle mie nature "cinematografiche" preferite è quella di "Un tranquillo weekend di paura"...Che vuol dire questo?Eh eh eh...No,io credo di avere una visione obiettiva della natura.Non molto tempo fa (150 anni or sono) c'erano persone che interrompevano ogni legame con la civiltà,per il piacere del rischio e il gusto dell'ignoto (senza rinunciare però ad avere mogli indiane):erano i "trappers",i cosiddetti cercatori di pellicce.Roschiavano la vita ogni giorno ma,a differenza di Chris,avevano più esperienza e più strumeni per vivere in un mondo affascinante ma ostile.Ostile sì,perchè qualsiasi mondo lo è,quello della società moderna o quello della natura selvaggia.
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reiver
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lunedì 23 marzo 2009
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audreyh
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No che non urlo...Pensa che io l'ho visto solo qualche tempo fa su Sky.Grazie dei complimenti!
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francescav
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lunedì 23 marzo 2009
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luc o luccc?questo è il problema
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Credi che Chris non fosse attratto dal sesso? Molto probabile. Se dovessi cambiare vita sicuramente opterei per una meta differente, per qualcosa di un po' più "sanguigno". Ricercherei la tranquillità, la lentezza, ma non l'isolamento: mi piace osservare la gente e socializzare... Ho capito il tuo discorso relativo alla natura, io in realtà pensavo (addirittura) agli uomini paleolitici vissuti durante le Glaciazioni, non mi riferivo in modo particolare all' Alaska. Ma c'è gente, secondo te, che riesce ad accettare le condizioni odierne? A questo punto non so chi è più fuori di testa: io o loro?
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maryluu
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lunedì 23 marzo 2009
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into the wild
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BRAVissimo rambino... è bello leggerti su questo film, eccelsamente come sempre. Per me ha un grande valore perchè proprio dopo il grande dibattito nelle nostre recensioni ci siamo conosciuti tutti meglio. E' un occcasione per risalutare gli amici Alba, Andry e Luc!!!!;) Salutoniii
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reiver
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lunedì 23 marzo 2009
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ciao rambina
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ti ringrazio del commento,come vedi le nostre valutazioni coincidono.E' vero,questo forum ha ospitato un mega-mitico dibattito,che a rileggerlo in certi punti ci si rotola dalle risate...ciao...
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andrea d
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lunedì 23 marzo 2009
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bentornati "into the wild"
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Innanzitutto faccio i complimenti a Reiver per la recensione spontanea e sincera. Io tempo fa ho riletto la mia, e non mi è piaciuta come quando l'avevo scritta. Il film è bello, non c'è dubbio, e al contrario di motli che lo attaccano, ritengo che riesca bene ad evitare una retorica che qualche altro regista avrebbe portato all'estremo. Certo, ci sono road movies migliori (vedi il capolavoro "The Straight Story" di Lynch, che Reiver adorerebbe), ma questo mi ha preso moltissimo emotivamente, quando l'ho visto un anno fa, e anche rivedendolo. Non condivido l'andarsi ad isolare, ma mi piace lo spirito avventuroso di Chris. La felicità è vera se condivisa in quei casi, come dice il protagonista.
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Innanzitutto faccio i complimenti a Reiver per la recensione spontanea e sincera. Io tempo fa ho riletto la mia, e non mi è piaciuta come quando l'avevo scritta. Il film è bello, non c'è dubbio, e al contrario di motli che lo attaccano, ritengo che riesca bene ad evitare una retorica che qualche altro regista avrebbe portato all'estremo. Certo, ci sono road movies migliori (vedi il capolavoro "The Straight Story" di Lynch, che Reiver adorerebbe), ma questo mi ha preso moltissimo emotivamente, quando l'ho visto un anno fa, e anche rivedendolo. Non condivido l'andarsi ad isolare, ma mi piace lo spirito avventuroso di Chris. La felicità è vera se condivisa in quei casi, come dice il protagonista. Non c'è motivo di salutare tutto e tutti per vivere di avventura. In ogni caso, l'ho trovato un film sincero, e non alla Jovanotti, come qualcuno ha detto all'epoca dei dibattiti. Poi che Penn sia milionario, pazienza, non è detto che egli condivida il comportamento di Chris, come io stesso lo trovo stupidamente esagerato ad un certo punto, ma non si può non riflettere.
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luccc
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martedì 24 marzo 2009
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luccc e non più luc (francescav e maryluu)
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finalmente siamo riusciti a liberarci di luc... l'iscrizione impone un nick di minimo 5 caratteri. MARYLUU: tu, in quanto rambina, te ne devi intendere di sopravvivenza nella natura ostile... come ti va la vita?
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francescav
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martedì 24 marzo 2009
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andrea
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Anche a me piace tantissimo "The Straight Story" di Lynch, finalmente qualcuno che l' ha visto! La caparbietà del vecchio protagonista nel portare a termine la sua missione è commovente. Una storia semplice ma straordinaria, di gente alla mano che ha tanto da insegnare. E la fotografia, i paesaggi, gli attori, le riflessioni sulla vita, la guerra e la vecchiaia: un gioiello.Lynch è incredibile, riesce a spaziare da "Una Storia Vera" a "INLAND EMPIRE", lo ammiro.
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andrea d
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martedì 24 marzo 2009
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è vero, francesca
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Non è un caso se il film si chiama "La storia lineare": Lynch ha voluto dimostrare di saper gestire benissimo storie surreali e contorte, come trame semplici e intense (anche "The Elephant Man"). Assolutamente toccante. Se ti interessa, io l'ho recensito un anno fa qui su Mymovies.
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francescav
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martedì 24 marzo 2009
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straight story:bravo andrea
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Ho letto la tua recensione: complimenti. Oltretutto la penso esattamente come te su tutta la linea. Inoltre, per me, Lynch è un grande e mi è simpatico. Per quanto riguarda le sue storie surreali e non lineari, infatti non riesco a stabilire fino a che punto si spingano la sua consapevolezza e la sua voglia di prenderci per il naso... Ma non importa, ciò mi diverte, mi intriga e ritengo sia giusto così.
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andrea d
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martedì 24 marzo 2009
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giusto
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Grazie, Francesca. Sicuramente si sarà divertito a prenderci per il naso, ma credo che sia proprio la sua personalità da regista-pittore (come dicevamo) a portarlo più spesso a trovare soluzioni non narrative e più orientate verso sensazioni visive e sonore. In questo è un maestro assoluto, e a maggior ragione lo è stato padroneggiando una storia lineare come quella di Straight Story, che è un film che consiglio assolutamente a tutti. Da vedere almeno una volta nella vita, anche per la stupenda colonna sonora country di Badalmenti.
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reiver
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mercoledì 25 marzo 2009
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andrea
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A me piacciono i film "on the road",quindi spero do poter vedere presto il film di Lynch.Su "Into the wild" concordo assolutamente con te,e trovo che molti dibattiti in questo forum abbiano fuorviato il messaggio contenuto nella pellicola.
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