Mi sono permesso di scomodare Eraclito nel lancio del mio titolo ,in quanto, il film in oggetto richiede di fare un minimo di ordine :
Dobbiamo anzitutto capire se Supertramp era un imbecille oppure un ricercatore di sbagli, in quanto chi cerca, nel tempo, inevitabilmente sbaglia . ( il divenire stesso rende errato il presente facendolo passato, questo non significa che una poesia di Shakespeare sia necessariamente sbagliata)
La pellicola è stupenda se giudicata nella sua parte filmica, fotografica e scenografico/documentaria.
E' invece al limite del grottesco se valutata sul piano della scrittura: retorica, banale, prolissamente semplice.
Eliminiamo subito l'alibi che Supertramp sia un giovane ... Ha passato i vent'anni, è laureato , sa quello che vuole. Supertramp vuole reinventarsi completamente, partendo da un nome e spogliandosi di tutto ciò che aveva dovuto essere ( si spoglia della sua debolezza )
Le musiche , è stato scritto, sono stupende e infatti lo sono, altro sono i testi, che , al cospetto del lettore serio e colto , sono poco più che scarabocchi scartati da un mediocre falegname.
Abbiamo davanti a noi le solite illusioni di Sean Penn, il quale nonostante l'età non si disincanta.
Resta il sospetto che potrebbe essere un tranello che tende allo spettatore. Infatti Supertramp muore lentamente disintegrato dalla Natura, sarei tentato di dire... Torturato
E' un film di paradossi come è stato acutamente recensito da Willow ( e poco capito ) ma non per quel paradosso che intende lui.
Supertramp è un conservatore per tutto il film e poi razzola da progressista quando dice : " L' essenza dello spirito umano è quello di fare nuove esperienze ".
Questo è ovviamente in contrasto col suo fuggire dalla civiltà del divenire.
In questa logica un architetto , secondo il suo agire, non dovrebbe disegnare grattacieli, però, al tempo stesso dovrebbe farlo in quanto " prova nuove esperienze ".
Insopportabile poi l'accampamento e la retorica dei " figli dei fiori " , espressione così bella , disintegrata dal suo abuso.
Supertramp ci parla di armonia nella Natura, di empatia e dell'amore della Natura.
Questa è un'ingenuità imperdonabile ... Ma quando mai la Natura è stata buona , giusta, amorevole.
Dal punto di vista delle stelle , da una visuale macrocosmica, tutto è bellissimo ... Ma quanto più ci si avvicina alle cose tanto più si nota come " la guerra " è la sostanza delle cose, tanto più che se gli atomi non si scontrassero tra di loro, di vita non ce ne sarebbe affatto.
La violenza, la forza, le volontà fanno il mondo.
L'abbraccio acquatico di una donna adulta e Supertramp , questo avvicinarsi entra subito in conflitto con la potenza dell'onda.
La paura salva Supertramp dallo sguardo ( e dalle fauci ) dell'orso , che non lo considera neppure degno del suo stomaco, davvero umiliante quell'incontro.
Uccide un alce, per niente ... Ma perchè non cacciava cose più piccole?
Anche quì viene subito demolito dall'indifferenza famelica dei lupi che sanno bene cosa farne dell'alce .
La sua morte , se ci pensate, è ridicola ... Muore per denutrizione e avvelenamento per un errore di pagina,la quale illustrava alcune bacche piuttosto che altre.
Ma sbaglio o ha viaggiato per tutto il film ? Ma allora perchè non andar via da quel posto se mancava la selvaggina ? In Alaska , quindi, non c'è arrivato. Cosa diavolo fosse per lui quell' autobus è un mistero che il piccolo Tramp si è portato nella tomba.
Non parliamo poi della continua svendita di moralismo all'ingrosso , che tutti, fra l'altro colgono a bocca aperta, come fosse venuto un messia ... In verità, il protagonista ha solo trovato sulla sua strada una manica di ignoranti che non sapevano rispondergli in nessun modo, a parte il vecchio, che mantiene una sua decorosa integrità, nonostante l'inquieto balbettìo.
Lui è con tutti e con nessuno, gli altri sono con qualcuno, appartengono a qualche microcosmo, lui vuole essere troppo e questa ingenuità lo ucciderà.
Ancora due cose: Deve aver travisato parecchio Jack London , il quale era sì un socialista, ma era pure un cultore della forza e della razza superiore, il quale non cadde nei trabochetti del destino ed era più a suo agio con gli indovinelli della vita di un sorridente Supertramp.
" La felicità è reale solo se condivisa " - Questa è l'unica , valorosa pillola letteraria del film, tutto il resto sono banalità di un giovanotto e canzoni col fiato corto.
E intanto ci chiediamo con che cosa va condivisa la felicità per essere reale? Con qualunque cosa è la risposta ... Anche con un pacchetto di caramelle
Sean Penn farebbe bene a lavorare meglio sulla scrittura dei dialoghi , o, ancor meglio, li riduca , perchè , ha grande talento visivo ( si veda il suo episodio del film "11 settembre 2001", ha firmato quello più bello, un muto, un capolavoro strabiliante ), ma come filosofo meglio affidarsi all'omeopata di quartiere .
" E se adesso vi corressi incontro e vi abbracciassi ... potreste vedere quello che vedo io?"dice il Super
Mi ricorda la frase di Gesù , quando dice al dice al discepolo : " Puoi bere il mio calice ?"
Frase che svela tutta la solitudine umana.
Diceva Benedetto Croce:
" Fino a diciotto anni le poesie le scrivono tutti, dopo i diciotto solo gli sciocchi o i veri poeti "
Supertramp aveva un eteronimo, ma non era un poeta .
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