Into the Wild - Nelle terre selvagge |
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Un film di Sean Penn.
Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone.
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Titolo originale Into the Wild.
Drammatico,
durata 148 min.
- USA 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 25 gennaio 2008.
MYMONETRO
Into the Wild - Nelle terre selvagge
valutazione media:
3,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Into the wild. Storia di una ricercadi Jacopo MenichettiFeedback: 0 |
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giovedì 7 febbraio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Christopher è un giovane che può ottenere ciò che molti desiderano: studiare legge in una celebre università, avere una macchina nuova, aspirare ad un futuro di benessere e successo. Fare soldi. Desideri condivisi da molti, rimpianti da altri, che hanno fallito l'ascesa sociale o che hanno potuto solo sognarla. Desideri diffusi, ma inautentici, aridi, imposti da norme sociali pervase di individualismo ed edonismo. Da questa consapevolezza nasce l'esigenza della rottura. Questa però, più che assumere la forma della fuga, si esprime nella volontà di una ricerca: è questo il significato del suo viaggio, almeno credo. Christopher cerca un'umanità autentica immergendosi nella natura profonda, allontanandosi dal mondo "civile" dei consumi e degli egoismi. Non scappa dai suoi simili, ciò che lo renderebbe egocentricamente snob: l'Alaska non è una nicchia, un'isola di incomunicabilità, ma un luogo di pace, di riflessione, di ascolto di sè. La scoperta della sua ricerca infatti è che una gioia è vera solo se condivisa. Ma cosa vuol dire condividere? Basta stare attorno al tavolo di un ristorante con la famiglia dopo la cerimonia del diploma per avere una gioia condivisa? A volte, per condividere, è necessario isolarsi. Ed è questo il senso del viaggio di Christopher. Guardando il film ho visto luoghi che suscitano stupore, rispetto, che chiamano all'attenzione un'umanità sempre più concentrata su se stessa, incapace di fermarsi e guardare, vedere. La cinepresa ti accompagna in spazi immensi, e poi ti schiude la visione di piccoli dettagli, esprimendo una ritrovata reciprocità tra uomo e mondo, nel dialogo incessante tra Christopher ed i luoghi che egli attraversa. Credo che non sia necessario per ognuno di noi compiere un viaggio simile per trovare o ritrovare l'autenticità profonda dell'essere umano. La storia di Christopher non è la narrazione di gesta straordinarie del tutto estranee agli orizzonti di ognuno di noi. Essa parla non alle nostre fantasie, ma alla nostra quotidianità.
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