Saturno contro

Rispondo a chi mi dice "non puoi dire questo...della religione". il proprio parere dovrebbe essere parte della tua religione, e il rispetto per le opinioni altrui uno dei tuoi comandamenti. Quindi, ti contraddici da solo, e tanto religioso non sei. Se come religione usassimo rispetto per gli altri, per l'ambiente, per noi stessi sarebbe già sufficiente, senza attaccarsi ad amuleti, frasi fatte, formule, obblighi e divieti. Non credi?

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bello,intimista che trasuda amore, tenerezza non ti accorgi ch si parla di amori gay tanto l'amore viene vissuto in modo pieno, totale ,universale

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meraviglioso spettacolare fotografia

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Provate a raccontare voi la storia di questo film. Vi verranno fuori situazioni, ma non una storia. Sceneggiatura carente, condotta su un filo che a volte sfugge agli autori stessi. Bravi gli attori, ma piu' con il mestiere che con la passione per il personaggio. Regia di routine, senza alti e senza bassi. A me non è piaciuto, mi sono annoiato.

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Ritengo che sia un film veramente bello, dove dimostra che a volte l' amore tra due uomini è più forte rispetto a quello tra un uomo e una donna. Intenso e forte il film. Federico.

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un film pietoso.

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Leggendo la recensione che la redazione inserisce nella presentazione devo dire che c'è molta cattiveria,gratuita e forzata. Io non so da che estrazione culturale venga la Sig. Gandolfi ma pensare ad un melodramma neoborghese mi fa lo stesso effetto di quelli che ritengono Gigi D'Alessio un cantante "neomelodico" collegandolo alla gloriosa tradizione napoletana. Oggi come oggi non c'è più la borghesia perché manca la nobiltà,la classe operaia si sta estinguendo,fa parte dell'archeologia industriale. Esiste la realtà,fatta di persone semplici quali ,forse,quelle che conosce ma non abbastanza e stia certa che nessuno di noi spettatori (in buona fede per indole) desidera e si compiace di “capri espiatori”,meno che meno poi di un giovane omosessuale a cui purtroppo,come può accadere (è la vita) manchi il tempo di consumarsi in una lunga e “romantica” agonia. [+]

Leggendo la recensione che la redazione inserisce nella presentazione devo dire che c'è molta cattiveria,gratuita e forzata. Io non so da che estrazione culturale venga la Sig. Gandolfi ma pensare ad un melodramma neoborghese mi fa lo stesso effetto di quelli che ritengono Gigi D'Alessio un cantante "neomelodico" collegandolo alla gloriosa tradizione napoletana. Oggi come oggi non c'è più la borghesia perché manca la nobiltà,la classe operaia si sta estinguendo,fa parte dell'archeologia industriale. Esiste la realtà,fatta di persone semplici quali ,forse,quelle che conosce ma non abbastanza e stia certa che nessuno di noi spettatori (in buona fede per indole) desidera e si compiace di “capri espiatori”,meno che meno poi di un giovane omosessuale a cui purtroppo,come può accadere (è la vita) manchi il tempo di consumarsi in una lunga e “romantica” agonia. Siamo oltre. [-]

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Il cinema di Ozpetec è intimista,utopista e di un realismo "magico". Si ha l'impressione di assistere ad una rappresentazione teatrale(ed è un miracolo che riesce a pochi)in cui tutto abbia un significato più ampio,tutto voglia dire qualcosa in più. C’è uno sforzo di andare oltre una realtà spesso brutta,caratterizzata dall’egoismo,dalla paura della diversità,dall’indifferenza per respirare un’aria pulita,fresca in una pausa di riflessione che può essere,a seconda delle sensibilità sollecitate,croce o delizia. Per me è sempre stata delizia ma oggi ancora più del solito perché questa volta l’elemento attorno a cui gira il microcosmo fino a quel momento tranquillo è universale (e perciò insidioso da trattare):la morte. [+]

Il cinema di Ozpetec è intimista,utopista e di un realismo "magico". Si ha l'impressione di assistere ad una rappresentazione teatrale(ed è un miracolo che riesce a pochi)in cui tutto abbia un significato più ampio,tutto voglia dire qualcosa in più. C’è uno sforzo di andare oltre una realtà spesso brutta,caratterizzata dall’egoismo,dalla paura della diversità,dall’indifferenza per respirare un’aria pulita,fresca in una pausa di riflessione che può essere,a seconda delle sensibilità sollecitate,croce o delizia. Per me è sempre stata delizia ma oggi ancora più del solito perché questa volta l’elemento attorno a cui gira il microcosmo fino a quel momento tranquillo è universale (e perciò insidioso da trattare):la morte. La morte improvvisa,che non si annuncia e che non chiede permesso. È una scossa emotiva che rimette in circolo la vita: la voglia di vivere anche quello che non si capisce fino in fondo,che non si riesce a etichettare ritorna prepotente,la voglia di comunicare un segreto che si è tenuto celato in fondo al proprio cuore anche a costo che ciò appaia agli occhi degli altri una dolce vendetta prende,tra mille imbarazzi. Il tentativo finale di riportare il colpito ad un passato gioioso,in cui si giocava tutti insieme intorno ad un tavolo da ping pong (nel silenzio,da notare)si inscrive in questa riappropriazione collettiva non a caso alla supervisione spirituale di una voce fuori campo,quella voce narrante che riafferma la voglia che tutto sia PER SEMPRE. Chiudo col dire che la scena centrale della “resurrezione” del giovane amico è un regalo che solo il CINEMA in quanto ARTE avrebbe potuto regalarci,nessuna descrizione avrebbe mai potuto rendere lo sguardo della sensibile e eccellente Ambra di fronte al freddo di una tavolo d’obitorio,accompagnata dalla struggente voce di un’altra scomparsa e indimenticata Gabriella Ferri. [-]

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Già il fatto che fra una compagnia di una decina di persone, la metà sia omosessuale, lascia qualche perplessità (almeno sociologico-statistica). Non mi pare nemmeno troppo reale la vicinanza coesa fino all'estremo di un gruppo, dove nessuno osa mai metterlo in discussione, il gruppo, che alla fine più che di coesione sa di coazione, in senso patologico. Penosa la scena in cui da un pianto disperato sull'orlo del suicidio, si passa a una partita di ping pong, dove tutti se la ridono... Bravi gli interpreti.

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sempre introspettivo, corale, mai banale

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