Saturno contro

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Un film di Ferzan Ozpetek. Con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero.
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Drammatico, - Italia 2006. - Medusa uscita venerdì 23 febbraio 2007. MYMONETRO Saturno contro * * 1/2 - - valutazione media: 2,72 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

il cuore incrinato Valutazione 5 stelle su cinque

di Silvia


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lunedì 26 febbraio 2007

Il cuore incrinato. Così forse si potrebbe riassumere lo stato d’animo che mi ha suscitato la visione di questo film poetico e malinconico. E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che una pellicola mi ha tramortita in questo modo, tant’è che dopo due giorni continuo a pensarci e a trovare nuovi spunti di riflessione. La trama oramai è nota: un gruppo di amici affiatati e diversissimi tra di loro che cercano di sopravvivere e andare avanti dopo la perdita dell’anello aggregante del gruppo, il giovane Lorenzo che dopo la prima mezz’ora di film cade in coma e segna la svolta drammatica del racconto. Mi sono avvicinata a Saturno contro con circospezione perché temevo che dopo avermi conquistata ed entusiasmata con La finestra di fronte e Cuore sacro Ozpetek potesse deludermi, anche perché non capivo il ritorno all’uso della coppia Accorsi-Buy. Invece ancora una volta ha saputo prendermi per mano e portarmi nella sua privata visione del mondo, dell’amicizia, dell’amore, del dolore e della perdita. Non ho mai pianto al cinema. Eppure Ozpetek ha saputo toccare alcune corde del mio animo evidentemente fragili e non ho saputo/voluto frenare le lacrime. La scena che ho impressa nella memoria è il momento in cui gli amici (e non a caso l’infermiere chiede: “Voi siete i parenti di Lorenzo?”, come a dire che da adulti sono gli amici che diventano la nostra famiglia, i nostri parenti, considerazione che condivido pienamente considerato che i miei amici sanno alcune cose della mia vita che la mia famiglia non verrà mai a sapere) vanno tutti insieme lungo i corridoi che li porteranno alla camera mortuaria dove giace senza vita il corpo di Lorenzo. E la musica! L’uso sapiente che fa Ozpetek della ballata triste e dolente di Gabriella Ferri, ‘Remedios’..! Numerosi altri momenti comunque hanno segnato il mio cuore e la mia mente. Per esempio la scena iniziale con Favino e Argentero girati di schiena che stanno cucinando per gli amici. Devo dire che in quel momento nella sala buia del cinema mi sono rilassata riconoscendo due elementi fondamentali dell’arte di Ozpetek: la cucina e l’intimità. Penso davvero che a questo grande regista basti un’unica inquadratura, anzi un unico fotogramma, per esprimere quello che sta pensando o che prova nei confronti dei suoi personaggi. E che dire di quella sicuramente scomodissima panchina di formica, come quasi non se ne trovano più negli ospedali, che viene mostrata per un breve momento dopo la morte di Lorenzo, ormai vuota?.. Simbolo dell’attesa, del dolore, della solidarietà, della speranza che ha unito questo gruppo di amici che hanno vegliato il giovane e tenero amico fino alla fine. Ancora Favino che si cucina un piatto di spaghetti insapori, solo nella sua cucina, immagine in antitesi con quella della tavola imbandita e colma di scherzi e risa quando il suo Lorenzo era in vita. Dunque la sua vita si è ridotta ad un piatto di pasta da consumare in piedi, da solo, nel silenzio di quella stanza che in precedenza aveva accolto così tanta vita?.. E quel tavolo da ping pong? La vita non è forse paragonabile ad una partita al tavolo da ping pong, con la pallina che va su e giù come gli avvenimenti delle nostre vite?.. Mi fermo qui, ma ci sarebbero molte altre scene da analizzare e da portarsi via da questo film. Una parentesi per gli attori. Splendidi, magnifici, dal primo all’ultimo. Accorsi, padre e marito distratto che chiede e pretende di essere riconosciuto come Antonio, come individuo, prima ancora che come padre, mi è piaciuto per l’incisività con cui è riuscito a ritrarre questa figura fragile e a volte superficiale (non chiede alla moglie dei figli, blatera del suo matrimonio che sta per fallire quando Favino sta per perdere il suo compagno). Mi ha molto colpito la scena in cui Accorsi guarda teneramente (per la prima volta) la moglie che per una volta tanto lascia cadere la maschera della perfezione e confessa agli amici di essersi invaghita di un collega qualche anno prima. Uno sguardo che è d’amore, forse rinnovato o ritrovato. Perché per riconquistare la persona che amiamo a volte è sufficiente farsi vedere per quello che siamo. La Buy, perfetta come in qualsiasi ruolo, che cerca di comunicare con i suoi pazienti ma fallisce totalmente nel tentativo di comunicare con la figlia preadolescente che mostra i segni di un’iniziale anoressia. Rivedendo la coppia Accorsi-Buy non ho pensato nemmeno una volta a Le fati ignoranti, cosa non da poco, vuol dire che i personaggi in questo nuovo film funzionano davvero. Fantastico Pierfrancesco Favino, perfetto nell’incarnare un uomo innamoratissimo del suo compagno e superbo nel rappresentare lo strazio fisico, emotivo e mentale della perdita dell’amato. Delicate e intense le scene in cui mostra la casa ai genitori di Lorenzo, con quel letto matrimoniale fin troppo eloquente che il padre fissa sbigottito e Davide che sostiene che “non c’è niente da capire”. Appunto. Cosa c’è da spiegare, da capire?! Erano due uomini che si amavano e avevano deciso di vivere insieme. Punto. Niente Pacs, né Dico, né il Vaticano a imporre regole, solo la vita che è più forte e valida di mille leggi. Mi sarebbe piaciuto vedere più a lungo sullo schermo Luca Argentero perché ho il sospetto che sia molto di più di un bellissimo ragazzo. Ovviamente è anche grazie alla sua bellezza indubbia che riesce a delineare il carattere dolce, gentile e amabile di Lorenzo, un attore poco attraente a mio avviso non avrebbe sortito lo stesso effetto, eppure ha saputo dare spessore al suo personaggio. Mi auguro di vederlo di nuovo al cinema. Grandi gli attori di contorno, la seppur poco sfruttata dal copione Isabella Ferrari, l’irresistibile Selma Yilmaz, attrice feticcio di Ozpetek (mi basta vederla sullo schermo per mettermi di buon umore), la vulnerabile e incasinatissima Ambra, un grande Fantastichini, frocio attempato ancora legato all’amore perduto. Mi è piaciuta molto la scelta di non far sprecare inutili parole di conforto per Davide da parte dei suoi amici: chi ha vissuto un lutto, chi è davvero amico di chi ha perso qualcuno, sa che NON esistono parole. E’ sufficiente essere vicini, far sentire la propria presenza, condividere il dolore. Ecco perché trovo magica la scena finale con Favino inizialmente affranto e Accorsi che gli lancia la pallina da ping pong, strappandogli un sorriso e invitandolo a giocare. Invitandolo a vivere, per quanto sarà dura e difficile. Perché così avrebbe voluto Lorenzo. Mi fermo qui ma avrei ancora tantissime cose da dire su questa pellicola indimenticabile e così emozionante. Lascio la mia mail per chiunque volesse discuterne: sunshinejc@libero.it Ancora due cose veloci. Secondo voi è verosimile la scena in cui la moglie e l’amante si incontrano? E ancora, che cos’è quel pesciolino dentro la pallina di plastica che Lorenzo lascia vicino ai vestiti puliti per Davide? Grazie mille e buona visione. Silvia

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unaspettatrice lunedì 26 febbraio 2007
silvia, d'accordo su tutto!
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Che dirti?Ho ritrovato tutto quello che penso di questo film nelle tue parole e non aggiungo altro.

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unaspettatrice lunedì 26 febbraio 2007
e...
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Secondo voi è verosimile la scena in cui la moglie e l’amante si incontrano? No, non direi, ma forse la scena serve per dimostrare quanto il personaggio di Accorsi sia vigliacco e insicuro.. Il pesciolino?Ci ho pensato tanto,ma non ho proprio capito

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ggggg mercoledì 28 febbraio 2007
pesce rosso
0%
No
0%

aiuto!anche io vorrei tanto capire quel pesce rosso cosa cavolo significa!! informiamoci!!!1

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caterin mercoledì 28 febbraio 2007
risp pesce rosso
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No
0%

secondo me significava che era convinto che fosse sano come un pesce e poi invece nel film putrtoppo succede qualcosa altro...

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