Anno | 2008 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Paolo Virzì |
Attori | Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Massimo Ghini Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Giulia Salerno, Elena Arvigo, Laura Morante, Edoardo Gabbriellini, Caterina Guzzanti, Paola Tiziana Cruciani, Raffaele Vannoli, Mary Cipolla, Astrid Meloni, Veronica Corsi, Filippo Velardi. |
Uscita | venerdì 28 marzo 2008 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,35 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 5 settembre 2022
Il precariato in Italia, le ansie, le aspirazioni, e i problemi quotidiani di una giovane laureata in filosofia in cerca di lavoro. Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, 4 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Tutta la vita davanti ha incassato 3,9 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Nel bel mezzo di una corale apertura onirica a suon di Beach Boys, la voce narrante di Laura Morante ci introduce cautamente nella favola nera di Marta, ventiquattrenne siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode, abbraccio accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica.
Umile, curiosa e un poco ingenua, Marta si vede chiudere in faccia le porte del mondo accademico ed editoriale, per ritrovarsi a essere "scelta" come baby-sitter dalla figlia della sbandata e fragile ragazza madre Sonia (interpretata con struggente intensità da Micaela Ramazzotti). È proprio questa "Marilyn di borgata" a introdurla nel call center della Multiple, azienda specializzata nella vendita di un apparecchio di depurazione dell'acqua apparentemente miracoloso.
Da qui inizia il viaggio di Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani, carini e "precariamente occupati" italiani: in una periferia romana spaventosamente deserta e avveniristica, isolata dal resto del mondo come un reality, la Multiple si rivela pian piano al suo sguardo ingenuo come una sorta di mostro che fagocita i giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti (sms motivazionali quotidiani della capo-reparto), training da villaggio vacanze (coreografie di gruppo per "iniziare bene la giornata") per poi punirli con eliminazioni alla Grande fratello. Un mondo plasticamente sorridente e spaventato, in cui vittime (giovani precari pieni di speranze come il fragile Lucio 2 di Elio Germano) e carnefici (Ghini e Ferilli, di nuovo insieme diretti da Virzì dopo La bella vita) sono accomunati da una stessa ansia per il futuro che si tramuta in folle disperazione. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto ma evanescente sindacalista Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) di cambiare idealisticamente un mondo che difficilmente può essere cambiato.
Prendendo spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", Virzì esplora con gli occhi di Marta, attraverso il viso curioso della fresca Isabella Ragonese (per adesso solo una piccola parte in Nuovomondo), l'inferno di questo precariato con tutta la vita davanti; e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo contraddistingue. Accentuando stavolta i toni tragicomici e grotteschi da commedia nera, il regista toscano dà vita a un'opera corale, matura e agghiacciante, che rivisita (attualizzandola) la miglior tradizione della commedia amara alla Monicelli, costruendo - grazie anche all'apporto del fido sceneggiatore Francesco Bruni - personaggi complessi e sfaccettati, teneri e feroci, comici e tragici a un tempo, ma tutti disperatamente umani e autentici. Con la stessa umiltà e onestà intellettuale di Marta, Virzì si muove tra le spaventose dinamiche del mondo moderno senza mai cadere nel facile giudizio, nel pietismo o - vista l'attualità del tema - nella trappola del film a tesi, mantenendo sempre in primo piano il suo amore per gli ultimi e una compassione per le sue creature disperate e perfide, figlie di una società malata, ma forse non ancora in fase terminale. E se Marta può ancora sognare un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter, un mondo che balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica, tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela sapientemente sotto una patina di sinistra comicità. Un'Italia dolce e amara quella di Tutta la vita davanti, che commuove e angoscia lasciandoci con un groppo in gola, come quell'ovosodo che non andava né su né giù.
TUTTA LA VITA DAVANTI disponibile in DVD o BluRay |
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La prima cosa che ho notato di questo film è stata la bravura e l'enfasi di Micaela Ramazzotti, per me aveva una parte complicat, ma l'ha eseguita in modo F A V O L O S O!Seconda cosa ok la precarietà ma la "vita lavorativa" all'interno del CallCenter mi è parsa un filino esagerata come rappresentazione!Cmq tutto sommato un bel lavoro, agli attori semi [...] Vai alla recensione »
Devo dire, per correttezza, che in genere non amo i film "buonisti", nè quelli stile Salvatores (per capirci), ma questo film di Virzì (che mi sta antipatico, senza un motivo) rappresenta un' ottima denuncia su cosa ormai riservi ai giovani (salvo fortunate eccezioni) da ormai più di 10-15 anni in Italia il "mercato del lavoro".
Hai tutta la vita davanti. Una frase fatta che ognuno di noi si è sentito rivolgere. Quale è, secondo Virzì, il presente dei giovani sul quale costruire tutta questa vita davanti? Ebbene per moltissimi è un presente precario come quello di Marta, brillante neo laureata in filosofia (da notare la commissione d’esame) la quale ben presto scopre che il suo patrimonio [...] Vai alla recensione »
Un altro bel film di Virzì. Il film racconta in maniera significativa l'esperenzia di tanti giovani,anche laureati con il massimo dei voti,come la protagonista,alle prese con la dura realtà quotidiana nei termini di precariato e di mancanza di lavoro. L'azienda in questione,come tante altre,purtroppo rispecchia la realtà,ovvero grandi scatole vuote pronte ad approfittare [...] Vai alla recensione »
Marta, giovane laureata con bacio accademico in filosofia, ha tutta la vita davanti. Il problema è il presente, con la chimera di un lavoro che non c’è; anche il fidanzato è un giovane e brillante laureato che non trova occupazione; e sceglie la strada più semplice, quella delle valigie e di un aereo verso un altro paese.
Da L'ultimo bacio in poi, quello di produrre film in chiave nevrotica e compulsiva per dipingere la società contemporanea, sembra essere diventato un Must del cinema italiano. Anche questa pellicola rientra in questa ampia cerchia, dove si estremizza, si ironizza e si drammatizza ma in modo ridicolo, la situazione della società odierna.
Film piacevole a volte crudo a volte bizzarro come la realtà della vita quotidiana.Brava la Ferrilli ma sopratutto brava Ragonese. Ho visto il film tutto di un fiato e sono andato a letto subito dopo portando con me nei miei sogni la sincerità, la purezza di Marta. Con il suo gesto di simpatia nei confronti di Sonia (guerra di molliche di pane a tavola) nell'ultima scena ha confermato quanto sia una [...] Vai alla recensione »
Nel bel mezzo di una surreale apertura, la calda voce di Laura Morante ci apre alla favola nera di Marta, siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode e abbraccio accademico. Umile, brillante e un poco illusa, Marta si vede sbattere in faccia tutte le porte editoriali, per ritrovarsi ad arrotondare i conti con due lavori, uno come baby-sitter della figlia della coetanea e sbandata Sonia (interpretata [...] Vai alla recensione »
film che mi ha intristito tantissimo, spero non sia qst la mia vita davanti...strepitosi tutti gli attori, dalla svampita Ramazotti alla garanzia Germano alla folle Ferilli. nel finale nn sono riuscita a trattenere le lacrime
Perfetto quadro di giovani d’oggi pieni di belle speranze che tentano(inutilmente???) la scalata al successo. Marta(Isabella Ragonese) è una ragazza laureata in filosofia cum laude che per mantenersi trova lavoro come baby-sitter e telefonista in un call center. In breve riesce a segnalarsi come la migliore del mese attirandosi l’invidia delle colleghe.
Virzì trova un perfetto equilibrio tra la commedia, il dramma, la farsa e la feroce critica sociale in questo che è uno dei suoi migliori film. Attori in forma straordinaria (la nuova generazione, Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti ed Elio Germano, quasi rubano la scena ai pur bravi Massimo Ghini e Sabrina Ferilli), sceneggiatura al vetriolo, dialoghi esilaranti e mai banali. Vai alla recensione »
Titolo del recensione tratto da "Tutta la vita davanti" di Paolo Virzì. Non a caso scelgo questa battuta, tra l’altro una delle migliori del film. Inizio da questo perchè a pronunciarla è la Ferilli nel ruolo di coatta di effimero successo. Con la Ferilli, da cinefila, ho un rapporto molto particolare; l’avevo amata in "La bella vita", sempre di [...] Vai alla recensione »
Film che tratta il tema del precariato con leggerezza, permettendo così al film di raggiungere un pubblico più vasto e quindi di informare un maggior numero di persone sulla vita delle ragazze/i dei call-center. "Tutta la vita davanti" "spiega" perchè non dovete mandare a fa***lo i vostri interlocutori telefonici e come è assurdo il mondo del lavoro moderno.
Bella full immersion nel mondo dei call center.Credo e spero che alcuni aspetti siano enfatizzati per renderli cinematograficamente efficaci,perchè se il ritratto che Virzì fa di questo mondo è completamente veritiero,siamo messi male.Sabrina Ferilli quando non fa i cinepanettoni è brava. Da vedere
Film molto amaro, anche se in parte mitigato da scene leggere. Un grande film, che mostra con disincanto perchè molti decidono di andarsene e trovare fortuna all'estero. A tratti ricorda la grande commedia agrodolce italiana di Monicelli. Lo consiglio di certo.
'Deja vu': questa è la definizione che credo meglio si addica ad un film come 'tutta una vita davanti'. Intendiamoci: io non discuto dell'INTENZIONE di Virzì di parlare degli abusi e sfruttamenti dei lavoratori in certe aziende di oggi (specie multinazionali); discuto delle REALIZZAZIONI FILMICHE di Virzì. Ed è su questo piano che reputo il film un'opera modesta.
Virzì ricade negli errori di "Ovosodo": per quanto mostri la realtà del "Call-center", non riesce ad evitare le sitazioni-tipo, come già in quest'ingiustamente commedia premiata a Venezia.La sceneggiatura, del resto, era il punto debole di "Io e NapoleonE", film con discreti dialoghi che poi(Non) risolve tutto nella commedia all'taliana.
Perchè tutto deve essere sempre trasformato in un format per la televisione? Non se ne può più! Come da oggetto, se proprio si vuol conoscere la triste (aimè) realtà del precariato meglio il film Fuga dal call center. Rimpiango i primi film di Virzì :(
Soliti attori, solite facce, solite storie, solita finta morale...insomma niente ma proprio niente di nuovo all'orizzonte ma si sa il regista è questo. E come lo si dice per alcuni che lavorano per i ben noti santi in paradiso, beh onestamente bisognerebbe ammetterlo anche per il Paolino livornese. Anche perchè chi vorrebbe farci credere che un call center è una secie di villaggio [...] Vai alla recensione »
Il punto di vista è il vero tesoretto dei registi e quello di Paolo Virzì potrebbe riassumersi nel motto «una risata vi seppellirà»... Che film riuscito, incisivo, divertente è «Tutta la vita davanti»! Peccato, o meglio per fortuna, che per apprezzarlo sia indispensabile dotarsi di cattiveria, compassione, fantasia e raziocinio in parti generose e abbondanti.
Attorno al diario-blog di Michela Murgia (ora libro "Il mondo deve sapere", Isbn), giovane neolaureata sarda che con ironia e sdegno ha confidato al mondo del web le sue allucinate esperienze in un call center, Paolo Virzì e il suo co-sceneggiatore storico Francesco Bruni hanno costruito un film corale, non tanto e non solo sul lavoro precario dei ventenni telefonisti a contratto cococo.
Tragicommedia divertente e seria. Al regista Paolo Virzì (livornese, 44 anni) piacciono i film che comprendono tutto: il mondo diviso tra affamati poveri e ricchi industriali del nulla, coralità e individualismo, Bene e Male, decadenza del sindacato e giovani senza futuro, ignoranza e cultura, l'Italia a rotoli e il lavoro che non c'è. Tutta la vita davanti (il titolo, naturalmente, è sarcastico) appartiene [...] Vai alla recensione »
È un film militante Tutta la vita davanti, commedia più agra che dolce sul precariato. Ma quella del regista Paolo Virzì non è militanza ideologica (la sua sinistra ne esce anzi piuttosto reale), ma umana. Virzì si schiera tutto dalla parte della sua protagonista Marta (Isabella Ragonese, molto brava). É una sorta di eroina perdente con tutti i valori al posto giusto (come il Nino Manfredi di C'eravamo [...] Vai alla recensione »
Bellissima apertura, il sogno di Marta (Isabella Ragonese), neolaureata in filosofia teoretica, che tutte le mattine dall'autobus vede il mondo ballare e cantare al ritmo della canzoncina socializzante del call center dove lavora. Poi, forse, un po' troppa voce fuori campo, ma passa presto e il film di Paolo Virzì si tuffa con generosità e bravura nella storia corale di questi ragazzi precari e smandrappati [...] Vai alla recensione »
Il manifesto di Tutta la vita davanti di Paolo Virzì è la parodia del Quarto stato di Pellizza da Volpedo? Il cosceneggiatore (con Virzì) Francesco Bruni dichiara che il film - ispirato da Il mondo deve sapere di Michela Murgia - guarda ai Compagni di Mario Monicelli? Per questa storia di sottoccupazione in un centro telefonico, versione attuale di quella che fu la fabbrica, i modelli sono alti.
Nel nuovo film di Virzì c'è un'umanità che balla allegra e inconsapevole sull'orlo del precipizio. Un'Italia da spot che ogni mattina procede compatta come il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo ma verso un futuro incerto. Per una manciata di euro e per ritagliarsi un posto nel mondo. Che intanto si accontenta di un posto al call center, al servizio della megaditta dove i nomi non hanno cognomi e che [...] Vai alla recensione »
Magari tanti risvolti sfuggiranno ai più. Magari Paolo Virzì e Francesco Bruni suo compagno fisso di sceneggiature, che dalla culla si sono abbeverati a sorsate ghiotte alla fonte della commedia italiana, si saranno scocciati di sentirselo ripetere. È un fatto che, nel suo esserne attuale e originale rilettura, Tutta la vita davanti è una gerla traboccante di omaggi a quella tradizione.
Per anni i precari sono stati fantasmi, soprattutto al cinema. Giravano leggende su una (perennemente) giovane generazione costretta a torture a cui nessuno credeva, soprattutto gli "adulti" che questo mondo gli aveva costruito e consegnato. "Hai tutta la vita davanti", si sentono sempre ripetere mentre alla loro età europei e americani diventano dirigenti, presidenti o magari solo felici.
La capotelefonista che tutte le mattine, prima di iniziare il lavoro, ti fa ballare e cantare «siete persone speciali e fate un lavoro speciale» e poi durante il turno viene a controllare quanti minuti stai in bagno. I ‘training motivazionali” dove devi tirare fuori l’aggressività e spaccare delle sedie per plasmare una ‘mentalità vincente”. Le graduatorie di rendimento con i premi per i più bravi [...] Vai alla recensione »
Stando a tanti dibattiti televisivi il precariato vale sicuramente una battaglia elettorale. Spostando, però, lo sguardo su un ironico e famoso regista cinematografico quale Paolo Virzì, scopriamo che può diventare il tema di un film moderno, movimentato e divertente. Ispirato dal libro "Il mondo deve sapere" di Michela Murgia, il cineasta toscano ha girato "Tutta la vita davanti" con un cast favoloso [...] Vai alla recensione »
Nel romanzo-reportage Mi spezzo ma non m'impiego, Andrea Bajani paragona le moderni agenzie di lavoro interinale alle tradizionali agenzie di viaggio. Già nelle vetrine scintillanti, con le offerte simili alle occasioni dei "last minute", sembrano proporre viaggi per evadere almeno per un po' dalla routine della disoccupazione: esperienze che durano poco nel tempo, qualche settimana proprio come le [...] Vai alla recensione »
Dal 1994 ("La bella vita"), Paolo Virzì scandaglia il Bel Paese della commedia all'italiana: terra promessa che non sa mantenersi, immensa provincia di metropoli cafone, piccole anime sorelle imbevute di Grande Fratello. Oggi vede il farsesco (?) dramma dei precari. L'eccellente Isabella Ragonese di "Nuovomondo", neolaureata in filosofia con abbraccio delle mummie docenti, frustrata dai lefaremosapere, [...] Vai alla recensione »
Tutta la vita davanti. Quante volte se lo sente ripetere Marta (Isabella Ragonese) laureata a pieni voti in filosofia con tesi su Hannah Arendt per finire nell'universo precario del nostro tempo. Fuori sede a San Lorenzo, Roma, col fidanzato che vola a San Francisco dopo qualche ipocrita lacrimuccia perché gli hanno offerto un posto a Berkley, e la mamma malata terminale che la sostiene con ripetuti [...] Vai alla recensione »
La Ferilli è la perfida e patetica dirigente di un cali center nell'ultimo film del regista: con Paolo do il meglio. Se ho fatto la bella vita lo devo a lui, altrimenti una parte così non l'avrei accettata. Perché un po', confesso, mi somiglia. Sabrina Ferilli torna al cinema d'autore nel1 e vesti, attillate e pantera te, di una Gloria Swanson de Woantri per il nuovo film di Paolo Virzì.
Neolaureata precaria nell'inferno del call center a motivazione para-nazi (grande la Ferilli-manager). Virzì mira altissimo, mena fendenti acidi, scontorna il presente, esonda nel grottesco tragico del bel cinema italiano che fu. La forma è irrisolta, diciamolo. Ma il pugno in faccia arriva. E fa storcere la bocca. DISCRETO ½ - PER LIBERISTI INDECISI Da ViviMilano, aprile 2008
«La Di Santo ti fa un culo tanto»: questo distico a rima baciata è un punto alto di Tutta la vita davanti (Italia, 2008, 117'). A beneficio del vasto pubblico ce ne son poi altri, e in quantità televisiva. Ossia: sufficiente a tener desta l'attenzione di chi al cinema vada senza tanto pensarci su, né prima né durante né dopo. Per esempio, c'è un geniale (nel suo genere) «Tu quoque Brutus filius mius», [...] Vai alla recensione »