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Prossimamente al cinema: Non è mai troppo tardi per un uomo qualunque

Interessanti uscite americane, da Penn a Lumet, ma anche commedie italiane di sicuro successo.
di Chiara Renda

Italiani alla riscossa

mercoledì 2 gennaio 2008 - Rubriche

Italiani alla riscossa
Il 2008 si apre all'insegna del cinema italiano, con due film già pronti a conquistare i cuori di adolescenti (e non solo) predisposti ai tumulti sentimentali: il best seller di Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore – dopo i 3 metri sopra il cielo diretto da Lucini e Ho voglia di te di Luis Prieto – questa volta viene portato sul grande schermo dal suo stesso creatore, il quale non è certo un dilettante di cinema, visti i suoi natali (è figlio del celebre Pipolo della coppia Castellano&Pipolo) e le sue passate esperienze sui set di Attila – Flagello di Dio e Classe mista 3^A. Ma è la prima volta che Moccia porta dalla carta alla pellicola il suo materiale personale: la storia è quella di un pubblicitario trentasettenne (Raoul Bova, che sostituisce qui il bello e dannato mocciano Scamarcio) e della sua sconvolgente storia d'amore con una diciassettenne (Michela Quattrociocche).
Se Scamarcio viene rimpiazzato da Raoul Bova, il pubblico adolescenziale può trovare pane per i suoi denti con il Nicolas Vaporidis di Questa notte è ancora nostra, becchino rocker che si trova coinvolto in un'aspettata storia d'amore interraziale. Una brillante commedia degli equivoci firmata dai due registi di Incantesimo napoletano e Nessun messaggio in segreteria, Paolo Genovese e Luca Miniero.
Da segnalare infine tra le uscite italiane anche il documentario Parole sante dell'uomo di teatro Ascanio Celestini, che dopo Senza paura torna a parlare di lavoro, precariato e sfruttamento attraverso le testimonianze di chi ha lavorato negli ultimi anni nel più grande call center italiano.

Americani tra dramma e commedia
Dagli Stati Uniti a fine gennaio arriva più di un film degno di nota: a cominciare da Into the wild, vincitore della Festa di Roma e nuova (riuscitissima) prova di Sean Penn dietro la macchina da presa: trasposizione del libro di Jon Krakauer "Nelle notti estreme", la pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante (nel film interpretato con un incredibile forza trasformistica da Emile Hirsch) che ha rinunciato a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all'interno della natura selvaggia dell'Alaska. Una fuga dal mondo civilizzato, ma anche un percorso drammatico, fisico e spirituale, alla ricerca di se stessi.
Il veterano Sidney Lumet ci offre invece una storia meno estrema, ma comunque drammatica, di due fratelli: Onora il padre e la madre (anch'esso presentato a Roma) vede Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman protagonisti di un thriller che si addentra nella mente (e nel cuore) della natura umana, esplorandone i conflitti. Un dramma familiare del quale Lumet è da anni maestro. Hoffman ritorna come fratello, questa volta di Laura Linney, anche ne La famiglia Savage di Tamara Jenkins, film che ha aperto l'ultimo Festival di Torino dopo aver commosso il Sundance lo scorso anno.
In questo film indipendente (nelle corde dell'attore emerso grazie a Paul Thomas Anderson e Todd Solondz) Hoffman interpreta un nevrotico professore universitario di drammaturgia che vive a Buffalo e che si ritrova a fare i conti col passato quando l'improvvisa malattia del padre lo riavvicina alla sorella. Un ruolo scomodo e complicato per il quale Hoffman – già splendido fastidioso Truman Capote - è stato candidato ai Golden Globe.

Commedie americane, dal grottesco al fantastico
Continuando con le uscite americane, le commedie si differenziano molto tra loro: se Rob Reiner (l'autore di autentici cult come Harry, ti presento Sally e il demenziale La storia fantastica) sceglie la commedia nostalgica e senile on the road in Non è mai troppo tardi, viaggio di due malati terminali (Jack Nicholson e Morgan Freeman) all'insegna delle "cose da fare prima di morire", Frank Cappello vira invece verso il grottesco con Un uomo qualunque. In questa dark comedy Christian Slater smette i consueti panni da cattivo per trasformarsi in Bob, un anonimo (e stempiato!) impiegato, che serba però delle sorprese quando mette in atto la sua personale vendetta contro i colleghi.
Un po' fuori stagione (post-natalizia) è invece l'uscita della commedia fantastica Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, una storia magica che vede il 243enne signor Magorium, un eccentrico Dustin Hoffman, proprietario di un negozio di giocattoli molto particolari. Quando l'uomo decide di affidare la sua bottega alla giovane assistente Molly Mahoney (Natalie Portman) i suoi burattini e i suoi animali di pezza reagiscono infatti in tutti i modi.

Il terrore arriva da Stati Uniti e Spagna
E finalmente dopo l'atteso Halloween di Rob Zombie esce nelle sale anche il quarto capitolo dell'horror più discusso degli ultimi tempi: Saw IV è firmato ancora una volta da Darren Lynn Bousman, già autore dei due precedenti episodi, e di certo non sarà meno truce, visto che secondo le indiscrezioni il creatore e regista del primo episodio, James Wan, sarebbe rimasto talmente impressionato dai racconti di Bousman da non riuscire ad ascoltarli fino alla fine. Staremo a vedere se la storia di Jeff il sopravvissuto, ancora una volta alle prese con gli enigmi di Jigsaw, sarà all'altezza delle aspettative dei fans. Assicurato è invece il terrore nel film di Jaume Balagueró e Paco Plaza Rec, presentato con inaspettato successo all'ultimo festival di Venezia: una pellicola spagnola low budget che fa della semplicità e della ristrettezza di mezzi il suo punto di forza. La storia è quella di una giovane giornalista e del suo cameraman, impegnati a seguire una notte di lavoro dei pompieri di Barcellona. Rimasti intrappolati in una palazzina insieme ai condomini, i due protagonisti si ritroveranno coinvolti in un terrificante gioco al massacro costantemente ripreso dall'inopportuno e costantemente mobile occhio della telecamera televisiva, unico testimone della tragedia (oltre che interessante e coraggiosa scelta registica). Un horror anche sociologico in cui non mancano attacchi ai media e all'attuale "società dello spettacolo".

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