Un avvincente spy drama che racconta la storia dei leggendari agenti segreti George Woodhouse e della sua amata moglie Kathryn. George si trova ad affrontare la prova definitiva: la fedeltà al suo matrimonio o al suo paese. Espandi ▽
Londra. L'agente segreto George Woodhouse deve svolgere una delicata missione; il suo superiore Meacham gli ha dato infatti una settimana di tempo per indagare sulla fuga di notizie di un software top-secret dal nome in codice Severus. Tra i cinque agenti del SIS sospettati, c'è anche sua moglie Kathryn. Così, per smascherare il traditore, invita gli altri quattro a cena a casa sua. I sospetti di George su sua moglie aumentano quando trova un biglietto del cinema nella spazzatura. Ma Kathryn è colpevole o la posta in gioco è ancora più alta?
C'è un'eleganza che non è mai forma. Il cineasta guarda anche variazioni del genere fine anni '90 ma qui oltrepassa l'audace sperimentazione che ha anche attraversato il suo cinema. I colpi improvvisi (il coltello da bistecca sulla mano di Freddie), sembrano come dei gesti improvvisi in un meccanismo narrativo collaudatissimo, ma che mostra come il cinema di Soderbergh può aprirsi a improvvise sorprese.
Il regista è l'unico, nel panorama statunitense, che può riprendere la lezione di Roger Corman dove in un film c'è parte che resta di quello (o di quelli) precedenti con momenti di grande e puro cinema, come il piano-sequenza iniziale con l'entrata di George dentro il locale. Recensione ❯
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Un anno dopo la misteriosa sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte. Espandi ▽
Un anno dopo la misteriosa sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte. Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono inseguiti da un assassino mascherato e vengono orribilmente uccisi uno dopo l'altro per poi svegliarsi e ritrovarsi all'inizio della stessa notte. Sono così costretti a rivivere l'incubo ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell'assassino è diversa, ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero limitato di volte e che l'unico modo per fuggire è sopravvivere fino all'alba.
Un viaggio orrorifico e coinvolgente per lo spettatore che, a sua insaputa, si ritrova a giocare come in un videogame (ma sul grande schermo).
È infatti ispirato all'omonimo videogioco per Playstation (anche qui presente come casa di produzione), Until Dawn - Fino all'alba cerca di portare sul grande schermo alcune dinamiche che hanno reso il videogame un piccolo cult nel suo genere e che hanno molto a che fare con lo slasher. Recensione ❯
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Il racconto di un padre premuroso di un bambino malato ma entusiasta della vita, un'onda di tenerezza e commozione. Espandi ▽
Austin, soprannominato Ace Man, ha 13 anni e all'attivo già 27 fratture: è affetto da osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che fa sì che le sue ossa particolarmente fragili si spezzino per un nonnulla. Austin ha anche una forma di autismo che lo rende logorroico e ipercinetico, un vulcano incontenibile di emozioni che la sua famiglia - composta dal padre Scott, la madre Teresa (a sua volta affetta da osteogenesi imperfetta) e il fratello minore Logan (che invece non ha nessuna patologia genetica) - fatica a gestire.
La storia di Il bambino di cristallo inizia durante la notte in cui "si è rotto proprio tutto": e questa frase non si riferisce allo scheletro fragile di Austin ma al padre Scott che, completamente ubriaco, ha schiantato l'auto contro un albero, con i due figli a bordo,, rivelando che ad essere fatti "di cristallo" in famiglia non erano solo Teresa e Austin.
L'interpretazione di Zachary Levy, attore alto oltre un metro e novanta e noto come il supereroe comico di Shazam!, è qui davvero commovente, proprio perché fa leva sull'inadeguatezza di un'immagine ostinatamente "leggera" e di un modo superficiale di affrontare la vita. Recensione ❯
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Viggo Mortensen rivisita i codici del western declinandoli al femminile e arricchendoli di suggestioni originali. Drammatico, USA2023. Durata 129 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Far West, anni '60 del 1800. Una coppia di immigrati tenta di costruirsi faticosamente una nuova vita in una San Francisco corrotta. Espandi ▽
Il punto di vista sulla conquista del West è femminile, una donna québécoise si stabilisce in Nevada nel 1860 e combatte la sua guerra mentre il suo uomo è al fronte a combattere quella assurda degli uomini. Viggo Mortensen si impegna in un processo di riflessione e di decostruzione del suo doppio fallocratico. Almeno nei film che sceglie di dirigere. Dopo aver interpretato un figlio gay (Falling - Storia di un padre), sceglie un'eroina alle prese con la vigliaccheria maschile in tutte le sue espressioni, che si tratti del marito assente o dei predatori che si aggirano come avvoltoi intorno alla vergine vestale. Uomo orchestra - è attore, sceneggiatore, regista e compositore -, l’attore rivisita i codici del genere, li declina al femminile e li arricchisce di suggestioni originali (i riferimenti ai cavalieri del romanzo arturiano, la cultura francese dell’eroina…), muovendosi tra passato e presente e interessandosi al destino di una donna che coltiva giardini, mette fiori nelle pistole e recide le ingiunzioni patriarcali. Recensione ❯
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Parabola di un antieroe in cerca di riscatto, infarcita di cliché dei film sulla boxe e schiacciata dal peso del suo stesso immaginario. Drammatico, USA2023. Durata 105 Minuti.
Il percorso di redenzione di un pugile tra passato e presente. Espandi ▽
In attesa di combattere un incontro al Madison Square Garden, Mikey Flanaghan, ex pugile di origini irlandese tornato a combattere dopo anni di lontananza dal ring, decide di sistemare i conti in sospeso della sua vita. Dalla mattina alla sera, l’uomo attraversa New York ripensando con dolore al passato (l’abbandono forzato della boxe, l’alcolismo, l’incidente che l’ha portato in prigione, la fine del matrimonio…) e incontrando le persone che ama: un amico di famiglia che lo aiutò dopo il suicidio della madre; un amico prete; l’ex moglie e la figlia nel frattempo diventata adolescente; il padre che lo sempre maltrattato. L’incontro sarà per Mikey l’occasione per dare un senso alla sua esistenza. C’è tutta la retorica del cinema sulla boxe, in Day of the Fight: l’autodistruzione del campione che ha portato la violenza del ring nella vita privata; il retaggio di un passato familiare che grava sull’anima del guerriero; l’insperata seconda occasione che offre la possibilità del perdono; il rimorso per peccati impossibili da cancellare; il combattimento come testimonianza di un coraggio e una forza indomiti; il mito della caduta, della rinascita e, forse, della salvezza. Tutto è ricalcato e greve, come se per il regista aderire al genere del film sulla boxe – com’è noto il più cinematografico degli sport, quello che meglio si adatta alla parabola dell’antieroe in cerca di riscatto – implicasse anche sobbarcarsi tutti i suoi cliché, senza alcuna ironia o senso della misura. Recensione ❯
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Dopo la morte prematura del marito, Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot si fa beffe delle convenzioni e prende le redini della nascente attività vinicola che aveva avviato con il consorte. Espandi ▽
Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot è una donna perdutamente innamorata di suo marito. Quando lui viene meno, si prenderà cura della sua vigna e resterà determinata a portare avanti la sua attività vinicola ad ogni costo.
Un film autobiografico insieme poetico e ribelle. È Widow Clicquot, il biopic sulla missione (im)possibile di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, passata alla storia come una delle pioniere dell'imprenditoria al femminile, nell'ambito del beverage e in particolare dello champagne.
Servendosi del talento espressivo di Haley Bennett, attrice profondamente innamorata dei film in costume, Thomas Napper firma un film d'epoca dal gusto moderno su quella che oggi definiremmo una "self-made woman”.
Menzione speciale per le musiche di Bryce Dessner, utili ad accompagnare, incorniciare e suggellare momenti cruciali della narrazione senza mai rivelarsi preponderanti, ingombranti o fuori posto. Recensione ❯
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Un capolavoro di controllo formale e understatement interpretativo con un monumentale Denzel Washington. Drammatico, Guerra, Storico - USA2021. Durata 105 Minuti.
Il primo film scritto e diretto da Joel Coen senza il contributo del fratello Ethan. Espandi ▽
Il regista Joel Coen, al suo primo film senza il fratello Ethan, mette in scena un testo quintessenzialmente teatrale che ha per coprotagonista la moglie Frances McDormand nei panni della sulfurea Lady Macbeth. Ma The Tragedy of Macbeth non si limita ad essere teatrale o cinematograficamente citazionista, e sceglie un’interpretazione originale della vicenda scespiriana, inserendo elementi nuovi come l’età dei due protagonisti, che da coppia relativamente giovane, e potenzialmente ancora fertile, diventano i sessantenni Denzel Washington e McDormand.Coprotagonista è dunque quel tempo che comincia a mancare e sottolinea le occasioni perdute, riflesso nella scelta degli autori di ridurre all’osso il testo della tragedia più breve di Shakespeare.Questo Macbeth è un capolavoro di misura e understatement interpretativo, soprattutto da parte del monumentale Washington che fa sembrare le parole del Bardo partorite spontaneamente dalla confusione esistenziale del suo protagonista. Recensione ❯
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Natale 1985. Un devoto padre e commerciante di carbone, Bill Furlong, scopre sorprendenti segreti custoditi dal convento della sua città, insieme ad alcune sue scioccanti verità. Espandi ▽
Nel convento dove consegna il carbone, Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno “in cura”, e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino. Al primo snodo di una nuova fase della sua carriera, quella del post-Oppenheimer, il magnetico attore irlandese sfrutta un po’ di quella visibilità globale per aiutare una piccola opera di straordinaria intimità e ammirevole precisione della messa in scena. Non epopea di sopravvivenza attraverso gli anni per le vittime, né sguardo storico postumo sugli effetti della vicenda; la regia del belga Tim Mielants è un’essenziale parabola natalizia, che nella sua brevità coglie il profondo di un singolo istante: quello in cui una persona come tante si chiede se sia davvero possibile far finta di non vedere cosa accade nel convento in fondo alla strada del paese, in cui le ragazze sono tenute nascoste e trattate come prigioniere. Recensione ❯
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Un racconto crepuscolare e straziante indebolito da un'organizzazione poco comprensibile della narrazione filmica. Drammatico, USA2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un disertore della guerra in Vietnam decide di raccontare tutti i suoi segreti. Espandi ▽
Leonard Fife è stato un documentarista di successo, specializzato in argomenti spinosi come l’utilizzo dell’agente arancio in Vietnam, la caccia di frodo delle foche o la pedofilia nella Chiesa; ma ora è anziano, malato terminale, e profondamente deluso da se stesso. Due suoi ex alunni, già vincitori di un Oscar per il documentario, arrivano nella casa che Leonard condivide da trent’anni con la moglie Emma per girare un film su di lui, e l’uomo si predispone a ciò che diventerà un testamento e una confessione. In passato infatti Leonard ha fatto cose delle quali non è affatto orgoglioso, sia nei confronti delle donne e dei figli che si è lascito alle spalle, che del gesto per cui è stato spesso lodato: sottrarsi all’arruolamento della guerra nel Vietnam emigrando dagli Stati Uniti al Canada. Basandosi sul romanzo omonimo (in originale “Foregone”) di Russel Banks, autore di cui Paul Schrader aveva già portato sullo schermo Affliction (in italiano “Tormenta”), è per molti versi la quintessenza del cinema dello sceneggiatore-regista: racconta infatti un uomo che deve confrontarsi con se stesso e i suoi peccati dopo un lungo diniego, tormentato da sensi di colpa e desiderio di redenzione. Recensione ❯
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Il film è ambizioso ma anche decisamente sentito e dà l'opportunità a Jesse Eisenberg di confrontarsi con le sue origini. Drammatico, USA2024. Durata 90 Minuti.
David e Benji, due cugini non in sintonia tra loro, che si ritrovano per un tour in Polonia in onore della loro amata nonna. Espandi ▽
Due cugini non in sintonia tra loro, che si ritrovano per un tour in Polonia in onore della loro amata nonna. L'avventura prende una svolta quando le vecchie tensioni della strana coppia riemergono sullo sfondo della loro storia familiare. Recensione ❯
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L'adattamento cinematografico del fumetto "Here" di Richard McGuire. Espandi ▽
Un terreno preistorico, e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterò generazioni di famiglie, dall'homo sapiens agli indigeni ai coloni, fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti.
Lo sguardo empatico di Robert Zemeckis li osserva, incastonandoli in rettangoli che scompongono e riproducono la dimensione geometrica del grande schermo, racchiudendo tutti in uno spazio che è a tratti rifugio e a tratti trappola, scrigno fatato e camera mortuaria, luogo di creazione - di arte, di progenie, di speranze - o di quieta implosione e rimpianto, in un film che è una scatola magica, un pop up book e una matrioska dell'esistenza umana.
Here è l'opera malinconica e dolcissima di un regista settantenne che è sempre stato affamato di vita. Zemeckis crea la parabola struggente della vita, affrontando anche l'inevitabilità della morte che arriva improvvisa, mai come ce la saremmo aspettata. Recensione ❯
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Un film divertentissimo con una dark side molto oscura, in cui Baker non perde la sua cifra autoriale. Drammatico, USA2024. Durata 138 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Anora, una giovane prostituta di Brooklyn, ha la possibilità di vivere una storia da Cenerentola quando incontra e sposa il figlio di un oligarca. Espandi ▽
Anora detta Ani è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan, un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan invita a casa sua, e Ani scopre che il ragazzo vive in una megavilla ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario. Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vega e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d’accordo, e mandano una piccola “squadra di intervento” a recuperare il figlio dissennato. Quella che seguirà è una rocambolesca avventura ricca di sorprese , che tuttavia non dimentica di avere un cuore e un occhio alla realtà anche all’interno dell’esagerazione comica. Con Anora il regista americano Sean Baker si cimenta con la “broad comedy” stile Una notte da leoni (indicativo il passaggio a Las Vegas) e la concitazione dei film dei fratelli Safdie, ma mantiene uno stile indie personale e un piglio autoriale riscontrabili in regia, scrittura e montaggio, tutti peraltro firmati personalmente da Baker, che è anche direttore di casting per il suo film: e il cast è responsabile di una parte importante della sua riuscita. Anora è un film divertentissimo ma con una dark side molto oscura, e accompagna il talento multiforme di Sean Baker nel suo passaggio ad un’accessibilità da grande pubblico, senza per questo fargli perdere la propria cifra autoriale e indipendente. Recensione ❯
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Freud e l'iconico autore C.S. Lewis aprono un un dibattito sull'esistenza di Dio. Espandi ▽
Freud, famoso psicanalista, discorre di massimi sistemi con C. S. Lewis, futuro autore di "Le cronache di Narnia". Uno non crede e non ha fede, l'altro sì profondamente. Nel frattempo intorno a loro tutto si disgrega, gli allarmi di bombardamento fanno tremare. C'è anche Anna Freud, figlia omosessuale di Sigmund Freud, con cui quest'ultimo ha un rapporto morboso e complesso. Sarà la pioniera della psicanalisi infantile.
Un film che si regge completamente sull'ennesima maestosa interpretazione di Anthony Hopkins.
Il film si attesta su un livello di didascalismo spinto, interessante giusto su un piano di puro approfondimento, e anche per delle chicche che riporta alla memoria dello spettatore, come la descrizione puntuale della curiosa collezione privata di reperti storici di Freud. Troppo ambizioso sulla carta, il film manca di coinvolgere davvero e finisce per sortire l'effetto di un compito senz'altro ben realizzato, studiato e curato in ogni minimo dettaglio, eppure irrimediabilmente senz'anima. Recensione ❯
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Un giovane paramedico si fa strada durante il suo primo anno di lavoro a New York City. Affiancherà uno dei migliori sul campo. Espandi ▽
Ollie Cross è un giovane paramedico alle prime armi con il sogno di superare l’esame di medicina, per il quale studia nel suo squallido appartamento di Chinatown. Il resto del tempo lo passa su’un ambulanza guidata da Rutkovsky detto Rut, un partner di consumata esperienza con una vita personale disastrata e la capacità di supplire ad un’istruzione limitata con grandi intuito e pragmatismo. L’area loro assegnata è East New York, il che significa che l’utenza con cui hanno a che fare è composta di tossici e spacciatori, mariti violenti e vittime di sparatorie fra gang rivali, malati di mente e criminali da strapazzo. Adattato da romanzo omonimo del romanziere ed ex paramedico americano Shannon Burke, Black Flies è firmato dal regista francese Jean-Stéphane Sauvaire che ha vissuto a lungo a New York e ne conosce la dark side. I riferimenti al cinema indipendente yankee non si contano, e le sottolineature di una storia per certi versi già vista anche sul piccolo schermo, dove le serie mediche abbondano in crisi esistenziali, sono troppo marcate, a cominciare dal nome del protagonista. Recensione ❯
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Johnny Depp alla regia di un biopic su Amedeo Modigliani. Tratto da un testo di Dennis McIntyre e adattato da Jerzy e Mary Kromolowski. Espandi ▽
Settantadue ore nella vita dell'artista bohémien Amedeo Modigliani (Riccardo Scamarcio)
- "Modi" per gli amici - in cui si susseguono un vortice di eventi nella Parigi del 1916, dilaniata
dalla guerra. In fuga dalla polizia, il desiderio di Modi di porre fine alla sua carriera e
abbandonare la città è ostacolato dai suoi colleghi Maurice Utrillo (Bruno Gouery) e Chaim
Soutine (Ryan McParland) e dalla sua musa Beatrice Hastings (Antonia Desplat). Modi
chiede così consiglio al suo amico e mercante d'arte Leopold Zborowski (Stephen
Graham). Tuttavia, dopo una notte di allucinazioni, il caos nella mente di Modi raggiunge
il culmine quando si trova di fronte a un collezionista americano, Maurice Gangnat (Al
Pacino), che ha il potere di cambiare la sua vita. Recensione ❯
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