Titolo originale | The Tragedy of Macbeth |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, Guerra, Storico |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Joel Coen |
Attori | Denzel Washington, Frances McDormand, Brendan Gleeson, Harry Melling, Brian Thompson Ralph Ineson, Corey Hawkins, Alex Hassell, Sean Patrick Thomas, Miles Anderson, Bertie Carvel, Matt Helm, Moses Ingram, Kathryn Hunter (II), Scott Subiono, Lucas Barker, Stephen Root, Robert Gilbert, Ethan Hutchison, James Udom, Richard Short, Jefferson Mays, Olivia Washington, Susan Berger, Wayne T. Carr, Jacob McCarthy, Nancy Daly, Kayden Alexander Koshelev, Ledger Fuller, T.K. Weaver. |
Uscita | mercoledì 16 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,91 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 febbraio 2022
Il primo film scritto e diretto da Joel Coen senza il contributo del fratello Ethan. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 4 candidature e vinto un premio ai Satellite Awards, Il film è stato premiato a National Board, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, 1 candidatura a ADG Awards,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Al coraggioso guerriero Macbeth le streghe pronosticano un'imminente ascesa al trono. Ma quando il re premia il suo eroismo con un titolo nobiliare invece che con la corona, Macbeth decide di realizzare da sé la profezia e uccide il monarca, prendendone il posto. Ad alimentare la sua ambizione è la moglie, ma per entrambi sarà l'inizio di una discesa nella follia della quale sono stati gli artefici. The Tragedy of Macbeth annuncia fin dal titolo la tragedia in divenire, pronta a dispiegare le sue ali nefaste come i corvi che abitano questa ennesima trasposizione cinematografica dell'opera di Shakespeare, il primo dei quali è una strega avvolta su se stessa che lentamente si srotola in movimenti innaturali: è la straordinaria Kathryn Hunter, e nell'incipit è enucleata tutta la storia a seguire.
Joel Coen, al suo primo film senza il fratello Ethan, mette in scena un testo quintessenzialmente teatrale che ha per coprotagonista la moglie Frances McDormand nei panni della sulfurea Lady Macbeth.
Con l'aiuto dello scenografo Stefan Dechant, Coen ha edificato un set negli studi losangelini che ricorda l'architettura razionalista e i quadri metafisici di de Chirico, il Titus di Julie Taymor come il Macbeth di Orson Welles. Anche il formato 1.19:1, usato dal cinema muto prossimo al crepuscolo, è una scatola quadrata per contenere l'esplosività di una storia di passioni represse, e la direzione della fotografia di Bruno Delbonnel (amato da Jeunet e da Tim Burton, ma anche dalla Taymor, dal Sokurov di Faust e dagli stessi Coen di A proposito di Davis), utilizza un bianco e nero a tratti così contrastato da creare l'effetto eclissi di sole, a tratti sfumato in infinite gradazioni (morali) che omaggiano le ombre espressioniste e il cinema noir.
Ma Macbeth non si limita ad essere teatrale o cinematograficamente citazionista, e sceglie un'interpretazione originale della vicenda scespiriana, inserendo elementi nuovi come l'età dei due protagonisti, che da coppia relativamente giovane, e potenzialmente ancora fertile, diventano i sessantenni Denzel Washington e McDormand: il che trasforma il racconto in un tentativo in zona Cesarini di ottenere quanto è stato loro negato dalla vita - il potere ed una discendenza, desiderio quest'ultimo pesantemente sottolineato nel recente Macbeth di Justin Kurzel e qui appena accennato, ma capace di togliere il respiro.
Coprotagonista è dunque quel tempo che comincia a mancare e sottolinea le occasioni perdute, riflesso nella scelta degli autori di ridurre all'osso il testo della tragedia più breve di Shakespeare. Anche i suoni - il bussare alle porte, le gocce che cadono sul pavimento - sono i rintocchi di un orologio biologico non solo femminile, sono i batti del Cuore rivelatore di Edgard Allan Poe, e i richiami di due coscienze arrivate a redde rationem.
Altro elemento di novità, profondamente Coe(n)rente, è un anelito spirituale negato, un desiderio di elevarsi che si trasforma in salto nel vuoto: Macbeth cerca di pregare e non ci riesce, il potere e la gloria sono riflessi elusivi in pozze d'acqua senza profondità, e il guerriero coraggioso diventa fabbro della sua sventura nel momento in cui smette di cercare qualcosa di più alto della propria ambizione materiale. In questo, più ancora che nel bianco e nero e nelle inquadrature composite, Joel Coen rimanda a Dreyer e Bergman, e veste uno dei personaggi meno delineati da Shakespeare, Ross, come una figura monastica affidandone il ruolo a un grande attore inglese, Alex Hassell, che nella vita è figlio di un vicario.
La stilizzazione elegante e l'estrema cura formale non sono mai meramente estetizzanti ma consentono al Macbeth di Washington, il cui colore della pelle diventa davvero irrilevante, di definirsi nella sua fallibilità umana e vibrare della propria scarsa autostima. La Lady Macbeth di McDormand da un lato lo provoca mettendone in questione la virilità, dall'altro ammutolisce dall'orrore nel vedere il suo uomo incapace di fermarsi una volta raggiunto lo scopo: perché se lei, da donna, avesse accesso al potere probabilmente lo saprebbe invece gestire con oculata misura. Coen fa leva sull'intimità tossica fra due coniugi che desiderano potenziarsi a vicenda e invece firmano la reciproca condanna, e i temi della ridefinizione identitaria del maschile e del potere negato dalla Storia al femminile brillano nell'assenza di un'agenda politica esibita.
Questo Macbeth è un capolavoro di misura e understatement interpretativo, soprattutto da parte del monumentale Washington che fa sembrare le parole del Bardo partorite spontaneamente dalla confusione esistenziale del suo protagonista. E l'ambiente in cui si muove è l'ennesimo diorama Coen per incastonarvi un dilemma morale irrisolvibile; un altro noir su un uomo che non c'è mai stato veramente e che cerca, in camera caritatis, di lasciare comunque il proprio segno.
Già uscito negli States a Natale, sembra da noi arriverà direttamente su Apple TV+ (ma speriamo anche abbia qualche uscita sala) il nuovo film di Joel Coen, che per la prima volta firma una regia senza il fratello Ethan. Dopo la parentesi del film a episodi per Netflix, La ballata di Buster Scruggs, affronta la tragedia shakespeariana di Macbeth in bianco e nero e in formato 1.19:1, quello degli ultimi anni del cinema muto. Fotografato da Bruno Delbonnel, il film guarda dichiaratamente a Fritz Lang ed è stato acclamato dalla critica americana. Tra le star coinvolte: Brendan Gleeson, la moglie del regista Frances McDormand e - per la prima volta in un film di Joel Coen - Denzel Washington.
Con Macbeth (The Tragedy of Macbeth), Joel Coen (una metà dei noti fratelli Coen) l’ha reimmaginato come un tableau in bianco e nero in cui la specificità dell’aspetto del film, unita a una ridda di immagini memorabili (e a volte macabre), si fa più importante della narrazione stessa. Per soddisfare le sue esigenze, Joel Coen ha ridotto e condensato la tragedia in [...] Vai alla recensione »
Joel Coen, senza la collaborazione del fratello Ethan, dirige questo nuovo, interessante adattamento filmico dell’opera di William Shakespeare dopo quelle di Akira Kurosawa, Orson Welles e Roman Polanski. Addentrando lo spettatore all’interno di quadri allucinati, geometrici e perturbanti tesi verso l’astrazione spettrale, soprannaturale e onirica, lo mette faccia a faccia con la [...] Vai alla recensione »
Dalla prima all'ultima immagine questo lavoro è praticamente senza difetti, tutto ha un senso, uno scopo narrativo, non c'è nulla di troppo o troppo poco. Direi che per me vale la visione solo per questi 3 elementi: le streghe che si fanno unico corpo nella splendida attrice veterana del Globe londinese, la complicità della coppia che, al contrario di Welles, non ci presenta [...] Vai alla recensione »
Ci sono mille motivi per parlare bene di questo film, ha una bellissima storia, e interpretato magistralmelte dagli attori soprattutto da Denzel Washington, è stato girato in bianco e nero e nei teatri di posa in modo impeccabile, è stato candidato a molti premi anche se purtroppo non li ha vinti, poi è vero pure che sono stato anche fortunato a non aver visto il Macbeth del 2015 [...] Vai alla recensione »
Joel Coen prova subito che, anche senza la collaborazione del fratello Ethan, sia in grado di proporre pellicole all'altezza. Anzi, possiamo dire tranquillamente che siamo di fronte al prodotto migliore della filmografia di casa Coen.Riesce a trasporre in modo molto fedele il romanzo di Shakespeare, permettendosi pure il lusso di soddisfare le moderne esigenze legate al politically correct proponendo [...] Vai alla recensione »
La presenza di un solo Coen non impedisce di parlare di coeniano pensando a entrambi: la cifra è così forte, la conosciamo, che ha attraversato agilmente i generi, le epoche, i deserti e le contraddizioni d'America, con un passaggio per Paris, je t'aime (2006), in oltre trent'anni di attività di regia, scrittura, produzione. Ma l'uscita dal binomio segna l'approdo a Shakespeare -«Se avessi lavorato [...] Vai alla recensione »
Joel Coen, orfano del fratello sceneggiatore Ethan, si rifugia in Shakespeare e impiglia Macbeth in un formalismo tanto ostentato quanto glaciale, consapevole della lettura di Orson Welles e imbevuto di suggestioni del cinema nordico (da Dreyer al Bergman più oscuro de L'Ora Del Lupo). Calato il dramma tra scenografie metafisiche e geometrie di luci e ombre (la notabile fotografia è di Bruno Delbonnel), [...] Vai alla recensione »
Nel corso degli anni è divenuta celeberrima la descrizione che Steven Spielberg fece in un'occasione di Akira Kurosawa, definito "the pictorial William Shakespeare of our time". Una illustrazione che ha l'abbrivio senza dubbio nella triplice rilettura del Bardo per mano del grande cineasta giapponese (Trono di sangue è Macbeth, I cattivi dormono in pace una rivisitazione moderna di Amleto, e Ran un [...] Vai alla recensione »
Macbeth è l'opera più corta dell'intero canone shakespeariano, una tragedia che precipita rapidissima verso il suo finale di inesorabile distruzione. Una messa in scena rapinosa della hybris che nella tragedia classica veniva mostrata come la tracotanza orgogliosa che portava l'eroe a sopravvalutare il proprio potere e a ribellarsi all'ordine delle cose, divino, naturale o sociale che fosse; sopravvalutazio [...] Vai alla recensione »
È in bianco e nero, questo Macbeth (The tragedy of Mac-beth, Usa, 2021, 115'). In Italia lo si vedrà solo nella miseria di uno schermo casalingo, su Apple Tv, senza neppure quel paio di giorni in sala che sono stati concessi ai parigini. In ogni caso, si tratta di uno splendido bianco e nero, che il direttore della fotografia, Bruno Delbonnell, ottiene quasi per sottrazione del colore, lasciandone [...] Vai alla recensione »
Una lettura che s'ispira a Orson Welles La lotta per il trono di Scozia non è mai stata così feroce. Per la prima volta i fratelli Coen non sono insieme dietro la macchina da presa, e a dirigere il nuovo adattamento di Macbeth è solo Joel Coen. Il risultato è magnifico. The Tragedy of Macbeth si ispira al capolavoro di Orson Welles del 1948, e restituisce a Shakespeare una dignità che sullo schermo [...] Vai alla recensione »
"La vita è solo un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora (....) Una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla". Non è pietà, è cinismo. L'immortale compianto funebre di Macbeth per la moglie defunta ha la stessa distratta disumanità del sicario di "Fargo" mentre tritura i resti della povera [...] Vai alla recensione »
Basato sull'omonima opera di William Shakespeare, Macbeth è l'ultimo film di Joel Coen che - questa volta senza la collaborazione del fratello - è alle prese con un compito particolarmente complesso: portare sullo schermo una storia conosciutissima, che nel corso degli anni è stata sottoposta a innumerevoli trasposizioni cinematografiche. Nonostante ciò, Coen vince a pieno la sfida.
Non c'è solo Shakespeare nell'adattamento di Macbeth firmato da Joel Coen. C'è un personale e intenso viaggio nella 'storia del cinema' da parte del cineasta statunitense, che per la prima volta scrive e dirige un film senza il fratello Ethan. Certamente è una tendenza che ha attraversato spesso il cinema di Coen, a volte anche come scolastico esibizionismo.
Rispetto al "Macbeth" verdiano che ha aperto la stagione della Scala, il "Macbeth" scespiriano di Joel Coen ( per la prima volta senza Ethan) fa scelte opposte. David Livermore sul palco si destreggiava tra il film "Inception" e la serie "Succession": lotte di potere oggi, tra grattacieli e intrighi da consiglio di amministrazione ( parliamo della versione per la tv, non la solita inquadratura fissa [...] Vai alla recensione »
E' un peccato mortale per il cinema che questo Macbeth che per la prima volta vede al lavoro solo uno dei fratelli Coen, Joel, sia programmato in Italia dal 13 aprile solo da Apple Tv+, benemerita s'intende, senza la possibilità della visione su grande schermo, come accade ormai sempre più spesso ai film che poi passano sulle piattaforme, mentre in America l'uscita in sala permette di concorrere all'Oscar. [...] Vai alla recensione »
Com'è noto - ne parlò a lungo nell'intervista di Bogdanovich - Orson Welles girò il suo Macbeth (anno 1948) in soli 23 giorni («Perché non sono riuscito a trovare i soldi per farlo in 24»), con un budget striminzito messogli a disposizione dalla Republic (che di norma produceva solo western), rispettando la teatralità dell'opera con lunghi piani sequenza, girando una sola scena di massa («.
Joel Coen adatta una delle più celebri storie di omicidio, follia, ambizione e astuzia furibonda, desolazione e violenza. Diretto con rigore e interpretato con vigore è una tragedia dal chiaroscuro psicologico, dove l'amore è "un patto criminale e motivo di vendetta e dove il potere non è temperato dalla misericordia". Joel Coen scrive (tagliando alcune parti dell'originale) e dirige (girando in bianco [...] Vai alla recensione »
Omicidio, follia, ambizione, astuzia e profezia. Sono questi gli ingredienti dell'eccellente adattamento cinematografico del Macbeth allestito da Joel Coen. Il regista si attiene al testo shakespeariano ma il livello dell'opera, in un bianco e nero che sembra rievocare tradizioni nordiche e cinematografiche del passato, è altissimo. Gli interpreti, Denzel Washington e Frances McDormand, versatili e [...] Vai alla recensione »
What's done is done, dice Lady Macbeth con la faccia cattiva delle donne insoddisfatte, e intende il peggio, tradimenti, assassinii di re e di fanciulli, il male che non si può rimediare. Quel che ho fatto ho fatto dice Joel Coen con l'orgoglio di chi, contro il parere di molti e sicuramente del fratello Ethan con cui ha sempre lavorato e che stavolta lo ha lasciato solo, ha voluto adattare allo schermo, [...] Vai alla recensione »
Cosa c'entra il cinema dei fratelli Coen, qui per la prima volta rappresentato dal solo Joel dietro la macchina da presa, con Shakespeare? Difficile dire "niente": commedie sulla tragicomica imperfezione umana o noir insanguinati da omicidi a catena, incapsulati in set artefatti e avulsi dal mondo reale, i film coeniani hanno col Bardo una sottile affinità; non è forse il Drugo Lebowski un Falstaff [...] Vai alla recensione »
Per la sua prima regia in solitaria, senza il consueto apporto del fratello Ethan, Joel Coen tenta la strada dell'ennesima trasposizione cinematografica della celeberrima tragedia shakespeariana. Non sposta di un millimetro il cuore letterario e teatrale che ne anima la portata, ma inghiotte nel formato 1:33 e nelle nebbie di un risucchiante e accecante bianco e nero - curato in maniera impeccabile [...] Vai alla recensione »
The Tragedy of Macbeth è un film già di diritto nella storia del cinema. Segna infatti la dissoluzione della coppia formata dai fratelli Joel e Ethan Coen, due tra i più geniali cineasti del cinema americano contemporaneo. Ethan ha deciso di dedicarsi ad altro e anche se la separazione non è mai stata ufficializzata, difficilmente rivedremo i due nomi insieme sullo schermo.