| Titolo originale | The Unbreakable Boy |
| Anno | 2024 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | USA |
| Durata | 109 minuti |
| Regia di | Jon Gunn |
| Attori | Zachary Levi, Meghann Fahy, Jacob Laval, Patricia Heaton, Drew Powell Gavin Warren, Todd Terry, Kevin Downes, Bruce Davis, Jim Henry, Mike Page, Charles Walker, Lisandro Boccacci, Michael Gibbons. |
| Uscita | giovedì 27 marzo 2025 |
| Distribuzione | Notorious Pictures |
| MYmonetro | 2,46 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 marzo 2025
Il racconto di un padre premuroso di un bambino malato ma entusiasta della vita, un'onda di tenerezza e commozione. In Italia al Box Office Il bambino di cristallo ha incassato 70,6 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Austin, soprannominato Ace Man, ha 13 anni e all'attivo già 27 fratture: è affetto da osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che fa sì che le sue ossa particolarmente fragili si spezzino per un nonnulla. Austin ha anche una forma di autismo che lo rende logorroico e ipercinetico, un vulcano incontenibile di emozioni che la sua famiglia - composta dal padre Scott, la madre Teresa (a sua volta affetta da osteogenesi imperfetta) e il fratello minore Logan (che invece non ha nessuna patologia genetica) - fatica a gestire. La storia di Il bambino di cristallo inizia durante la notte in cui "si è rotto proprio tutto": e questa frase non si riferisce allo scheletro fragile di Austin ma al padre Scott che, completamente ubriaco, ha schiantato l'auto contro un albero, con i due figli a bordo,, rivelando che ad essere fatti "di cristallo" in famiglia non erano solo Teresa e Austin.
L'osteogenesi imperfetta era già al centro di un film italiano (malgrado il titolo) per ragazzi, Glass Boy, a sua volta basato sul romanzo "Il bambino di vetro" di Fabrizio Silei, e anche Il bambino di cristallo (il cui titolo inglese è The Unbreakable Boy, ovvero "il ragazzo infrangibile") è l'adattamento cinematografico di un romanzo, anche se decostruisce la narrazione partendo appunto dal momento in cui "la bussola di Scott si è rotta, poiché sta fallendo come marito e come padre".
Di fatto, più che la storia di Austin, il film narra infatti quella di Scott, ed è questo l'aspetto più interessante di un racconto altrimenti un po' troppo zuccheroso, e in linea con altri film sulla disabilità giovanile come Wonder, o sul disagio adolescenziale come Diario di una schiappa, da cui Il bambino di cristallo prende a prestito le scritte in sovrimpressione e alcune animazioni.
Il tema del film non è tanto la disabilità in sé, ma la disabilità di un membro della famiglia come opportunità di crescita per tutti i suoi componenti, soprattutto quelli che hanno procrastinato la necessità di guardarsi dentro e affrontare i propri nodi. A Scott sembra succedere tutto per caso: il lavoro come rappresentante farmaceutico, la gravidanza di Teresa, il rapporto con i genitori, la malattia del figlio, l'alcolismo. Ha da sempre un amico immaginario che è l'unica persona cui confida i suoi pensieri e i suoi sentimenti più profondi, il che lo rinchiude in una sorta di autismo infantile ben più isolante di quello di Austin, e gestisce tutto ciò che gli accade senza mai guardare realmente in faccia le cose. Ma è una brava persona, e in qualche modo ci prova.
L'interpretazione di Zachary Levy, attore alto oltre un metro e novanta e noto come il supereroe comico di Shazam!, è qui davvero commovente, proprio perché fa leva sull'inadeguatezza di un'immagine ostinatamente "leggera" e di un modo superficiale di affrontare la vita. Il racconto, nonostante viri verso l'happy end e abbia momenti disneyanamente stucchevoli, non evita di mostrare le problematiche reali causate da una disabilità in famiglia, e l'impreparazione dei componenti ad affrontarle (nonché i costi astronomici, soprattutto negli Stati Uniti).
Il bambino di cristallo vede protagoniste persone smarrite di fronte a qualcosa di potenzialmente devastante, che invece può trasformarsi in una lezione di vita utile a tutti. Nota di merito particolare, oltre che per Levy, per il piccolo Gavin Warren, che interpreta Logan con più profondità e intelligenza di quanto gli sarebbe consentito dalla sceneggiatura.
Il 13enne Austin detto Ace Man è affetto da osteogenesi imperfetta e nella sua breve vita ha subito 27 fratture. Inoltre ha una forma di autismo che non lo fa stare fermo un attimo e lo rende logorroico. Papà e mamma gli vogliono tanto bene. Mamma gli ha trasmesso la malattia. Quanto a papà Zachary Levy, beve pesante. (C'è anche il figlio minore, Logan, che non ha alcuna patologia né genetica né d'altro [...] Vai alla recensione »
Nessun legame con il bestseller svedese di Kristina Ohlsson al quale il titolo italiano «Il bambino di cristallo» sembra ammiccare: non siamo nei territori del mystery, bensì nella schietta realtà, dove le sfide del quotidiano mettono alla prova una famiglia. «The unbreakable boy» (ovvero, il ragazzo indistruttibile) mette in scena quella di Austin, tredicenne affetto da osteogenesi imperfetta, che [...] Vai alla recensione »
Il senso di un film come «Il bambino di cristallo» emerge perfettamente dalle parole del sottotitolo del libro da cui è tratto: la paura di un padre, il coraggio di un figlio, la storia di un amore incondizionato. Dunque, prima di tutto, la vicenda (anche di crescita) di un padre: un genitore che affronta, ogni giorno, le difficoltà di seguire un bambino con osteogenesi imperfetta (malattia ereditata [...] Vai alla recensione »
Austin ha 13 anni e all'attivo già 27 fratture: è affetto da osteogenesi imperfetta, malattia genetica che rende le sue ossa particolarmente fragili. Il bambino ha anche una forma di autismo che i genitori e il fratellino gestiscono a fatica. Diretto da Jon Gunn, ispirato a una storia vera raccontata in un libro autobiografico, Il bambino di cristallo è la storia di una famiglia che trova la forza, [...] Vai alla recensione »
A qualche anno di distanza da Do You Believe? e The Case for Christ, Jon Gunn, l'autore dello script del recente Cosa mi lasci di te, torna dietro la macchina da presa per l'ottavo titolo di carriera, scegliendo ancora una volta di non allontanarsi di un passo rispetto al cinema "di fede" cui da sempre appartiene - e possiamo sottolinearlo ulteriormente - sempre apparterrà.
La prima volta che s'incontrano lei (Meghann Fahy, da White Lotus) è la bella commessa di un negozio di vestiti, lui (Zachary Levy, decisamente fuoriuscito dalla spensierata tutina di Shazam!) il cliente che acquisterebbe quattro paia di pantaloni identici pur di fare colpo. Al secondo appuntamento giocano ai videogame, al terzo si baciano (etc.), al quarto scoprono - sorpresa! - che diventeranno genitori: [...] Vai alla recensione »