Una storia familaire in cui andando alle radici si pongono le basi per il futuro. Espandi ▽
Il giudizio, lungometraggio di esordio di Gianluca Mattei e Mario Sanzullo, si sviluppa come una sorta di road movie dell’anima che attraversa il tempo e lo spazio e si colora di visioni e proiezioni più che di flashback e flash forward, destrutturando sistematicamente la narrazione. È un film che osa molto dal punto di vista della messinscena e della linea narrativa, ma compie parecchi errori, in primis nel creare una sceneggiatura talmente convoluta che si fa davvero fatica a comprenderne lo svolgimento. Ed è un peccato perché l’intenzione narrativa è interessante nella sua volontà di affrontare in modo originale l’incomprensione fra generazioni. È un peccato anche perché alcuni componenti del cast, in particolare Fortunato Cerlino e Sandra Ceccarelli che hanno il ruolo di Ettore e di sua moglie Maria, ma anche gli interpreti di ruoli minori come Federico Pacifici e Massimiliano Rossi, sono attori di grande spessore e qualità che meritano di mettere maggiormente a frutto le proprie capacità comunicative e il proprio innegabile talento.