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Birdman |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough.
continua»
Titolo originale Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance).
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 5 febbraio 2015.
MYMONETRO
Birdman   
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Birdman: come un giro sulle montagne russe
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| venerdì 6 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Alejandro González Iñárritu torna alla grande dopo quattro anni dal poco fortunato Biutiful. La nuova storia è come al solito un film non per gli spettatori moderni, più abituati a battute e ritmi veloci, ma una lunga sequela di scene e parole che si protrae per due ore sulla scia di una linea culturale perfetta, che si sposta sulle montagne russe della cinematografia. Ma forse conviene spiegarsi meglio e non riprendere lo stile del regista anche nella scrittura. Birdman è la storia di un attore in cerca di riscatto che sente una voce dirgli cosa fare per tornare ai fasti di un tempo. È quella della sua coscienza giovanile, della sua falsa superpotenza sullo schermo. Una figura apprezzata dal pubblico, per cui l'attore è famoso. Il problema è che ormai non sono più gli Anni '90, il fisico è quello che è e ora c'è un nuovo modo di fare cinema. L'unica soluzione sembra quella di rifarsi in teatro, campo dove però i critici sono più feroci e non amano gli artisti cinematografici. Qualcuno ha fatto ovviamente il binomio tra il protagonista e Michael Keaton(interpretazione magistrale, quasi da statuetta), ma lui ha affermato di non avere quella mentalità e di essere contento così, sebbene anche lui fosse diventato famoso venticinque anni fa grazie all'interpretazione di Batman. Gli americani, si sa, amano le "resurrezioni" e forse è anche per questo che il film ha ricevuto ben nove candidature agli Oscar. Ma non bisogna cadere nel tranello. Birdman è sì la storia della rinascita per il protagonista, ma non in quanto nuovo successo (per quello, di questi tempi, bisogna avere un profilo Twitter o rischiare di morire), ma bensì la consapevolezza che si può essere amati - e non solo apprezzati - per il proprio talento e non solo per quello che si mostra sullo schermo. È questa la differenza tra il teatro e il cinema. È questa la differenza tra la vita reale e quella sulla scena, che però qui si fondono. Iñárritu segue gli attori con infiniti piani sequenza che fanno scorrere la macchina da presa tra i corridoi e con un montaggio impercettibile ci portano a saltare il tempo, sempre rimanendo ancorati allo spazio, come appunto le montagne russe. Il cuore batte come un rullo di tamburi, suono (e presenza) costante e quasi assordante per gran parte del film. Ma il filo culturale, il binario su cui scorre l'intera vicenda, qual è? È quello proprio della differenza tra l'essere apprezzati ed essere amati. È quello della differenza tra un certo tipo di cinema (per esempio quello del regista messicano) che ha bisogno di intelletto e cultura, e di un altro che si ciba di esplosioni, mostri e supereroi. Da qui il perché del sottotitolo "Le imprevedibili virtù dell'ignoranza". Chi ignora, sta meglio apparentemente. Non si mette problemi. Chi si impegna intellettualmente avrà sempre qualcosa da analizzare, su cui ragionare. Questo è anche il cambiamento dall'essere giovani e famosi, al diventare vecchi e ormai poco riconosciuti. Questo è quello che prova un attore. Oggi il successo è decretato dai followers, dalle visualizzazioni. La differenza tra l'essere amati e apprezzati è sempre lì, che volteggia sulla testa, dietro le spalle, come un supereroe vestito da uccello. Animale libero per eccellenza. Libertà come la statua. Lo sfondo è infatti la New York di Time Square (fantastica la scena girata nella piazza) fatta di teatri brulicanti di cultura, ma anche di gente strana e palazzi dove i supereroi combattono e fanno esplodere i nemici, parlando poco, senza filosofeggiare troppo...perché tanto l'ignoranza ha le sue virtù.
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