Revenant - Redivivo |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck.
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Titolo originale The Revenant.
Avventura,
Ratings: Kids+16,
durata 156 min.
- USA 2015.
- 20th Century Fox Italia
uscita sabato 16 gennaio 2016.
MYMONETRO
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La volta buona per Leo
di GabryKeeganFeedback: 3108 | altri commenti e recensioni di GabryKeegan |
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lunedì 25 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando un film è tratto da dei fatti realmente accaduti parte già con una marcia in più, soprattutto quando quello che si racconta è fatto di rivalsa e voglia di vivere.Il protagonista è intelligente e buono d'animo, è tanto americano quanto rispettoso delle comunità indigene, tanto da aver avuto un figlio proprio da una donna del posto e averlo difeso a costo di uccidere un ufficiale del suo paese. Allo stesso tempo è un uomo coraggioso e con una forza d'animo incredibile, tanto da resistere a qualsiasi tipo di vessazione, sia umana, che animale, che naturale. Una natura impervia che è protagonista a sua volta. Lande desolate fatte di terra bruta, neve incessante e torrenti dalla potenza straripante. La scenografia (del grande Jack Fisk) è infatti uno dei fiori all'occhiello di quest'opera in cui c'è la storia statunitense agli albori della sua unificazione - ma ancora piena di scontri e accordi con le diverse tribù pellerossa - e in cui le foreste ricoprono ancora gran parte del territorio. La telecamera di Iñárritu riprende sentieri nascosti, alberi maestosi e corsi d'acqua a volte impervi e a volte vie di salvezza. La presenza del regista è costante. È come se fosse sempre attaccato agli attori. Diventa protagonista stesso quando segue chi scappa, quando si sposta se arriva una freccia, quando si appanna l'obiettivo se Di Caprio respira affannosamente o quando si sporca di sangue se qualcuno viene ferito. Il montaggio sonoro dà il ritmo alla narrazione, con le amate percussioni del regista messicano a scandire l'arrivo di un pericolo, il soffio potente del vento che spazza via qualsiasi sensazione o il sibilo delle frecce e dei proiettili. Tutto accompagnato dalla musica mai esagerata della coppia giappo-tedesca Nicolai-Sakamoto.Una sceneggiatura scritta bene e perfettamente sviluppata in due ore e mezzo lunghe ma sempre (redi)vive, dove la tensione non cala mai e se lo fa è per far godere lo spettatore della meraviglia della natura o per focalizzarsi sul protagonista, sempre in lotta tra vita e morte.Ecco, proprio Leonardo Di Caprio è ciò su cui poi converge non solo l'attenzione mediatica esterna al film, ma anche tutto ciò che ruota intorno a lui nella storia. Barbona incolta, capelli lunghi e gli occhi azzurri messi in risalto rispetto a una fisicità quasi sempre nascosta da ingombranti pelli animali.Hugh Glass viene quasi ucciso dall'orso e si trova in un limbo fatto di sofferenza, sangue e sudore. Il freddo lo accompagna per tutto il film, ma con un obiettivo ben preciso, la forza dell'affetto per i cari e un mix di coraggio americano e saggezza indiana che gli permettono di compiere un'impresa assurda.La prova di Di Caprio è stata possibile grazie ad anni di esperienza attoriale, a una caparbietà fuori dal comune e soprattutto a una determinazione fisica che gli ha quasi fatto provare le stesse sensazioni del personaggio reale.Pur parlando poco - ha già parlato tanto in tutti i film precedenti - riesce a far provare emozioni anche solo spalancando gli occhi o allargando le narici per respirare meglio. La sofferenza del freddo e delle ferite gravi è resa in maniera impressionante tramite una precisione maniacale del trucco, a dei movimenti precisi e alla costruzione del personaggio fatta insieme alle disposizioni di Iñárritu. In giro con pellicce pesanti decine di chili, in mezzo alla neve, bagnandosi, correndo, strisciando, cavalcando, saltando, sporcandosi da capo a piedi di qualsiasi cosa, mangiando carne cruda e addirittura dormendo dentro la carcassa di un cavallo, non poteva fare niente di più per dimostrare ancora una volta che è uno dei più grandi attori di sempre.Un vero e proprio capolavoro che va vissuto come se si fosse di fianco agli operatori che hanno ripreso il tutto, che mescola sensazioni in un vortice di rude sofferenza, tecnica cinematografica sublime e poesia di natura e umanità che si tengono per mano e corrono verso l'olimpo della storia filmica.
Ps: menzione speciale anche per Tom Hardy, fantastico antagonista e meritevole dei migliori elogi per una performance messa in secondo piano solo dalla straordinaria prova fisica di Di Caprio. Ancora una volta mostruoso nel recitare perfettamente la parte del cattivo, con espressività unica e movenze che in pochi si possono permettere con quella carica espressiva.
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