Revenant - Redivivo |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck.
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Titolo originale The Revenant.
Avventura,
Ratings: Kids+16,
durata 156 min.
- USA 2015.
- 20th Century Fox Italia
uscita sabato 16 gennaio 2016.
MYMONETRO
Revenant - Redivivo
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il grande freddo.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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venerdì 5 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Inarritu ci consegna una storia di frontiera solcata dalle Ombre Rosse di indiani che tornano a dare la caccia a qualsiasi cosa si muova (anche se muniti di motivazioni, a differenza dell'epoca Ford). Il regista non si accontenta della trama di sopravvivenza e vendetta che sta alla base della pellicola, ma aggiunge la sua cifra stilistica fatta di visioni oniriche, tra spiriti e meteoriti. Tra le pieghe dei sogni c'è, probabilmente, il vero messaggio nascosto della vicenda. Il problema è questi inserti, a parte il minutaggio, non aggiungono nulla alla storia in se finendo per appesantire una visione cruda al punto da essere quasi carnale in alcune sue fasi. Non è un caso che la parte migliore dell'opera sia probabilmente la prima, più lineare nel suo svolgimento, che dovrebbe essere solo l'atto di presentazione di personaggi e ambiente. Qui Inarritu sfoggia un altro classico del suo stile, ovvero il piano sequenza. Grazie a questo espediente tecnico il regista ci porta all'interno della storia, proiettandoci assieme ai suoi personaggi nel crudele mondo degli Stati Uniti centrali. Con riprese talmente ravvicinate da far appannare la telecamera con il fiato di uomini e bestie, si empatizza con i protagonisti, rimanendo disorientati dall'attacco dei fantasmi indiani e spaventati dalla violenza dell'orso. Poi prende potere il grande gelo e Inarritu sembra volerci allontanare dal suo lavoro con i suoi inserti onirici e con una storia che si dilata forse oltre misura. Qui a reggere il tutto, oltre all'opera di un regista che il suo mestiere lo sa fare bene, ci sono le interpretazioni. Di Leonardo si è già detto tutto. Ciò che mi stupisce è che nessuno citi mai Tom Hardy, ancora una volta perfetto nei panni del pazzo, questa volta anche egoista e distruttivo. Dopo aver assistito al finale, che contiene un nuovo messaggio che, tanto per cambiare, non ho capito, mi è rimasta l'impressione che Inarritu abbia girato un film altamente spettacolare e tecnicamente ineccepibile, ma che non è riuscito nel suo intento come poteva. La mia idea è che questo regista trovi una dimensione più adatta quando si tratta di raccontare storie raccolte. Nell'immensità degli spazi nord americani mi è sembrato smarrito, perso alla ricerca di un'intimità che, nonostante le tante doti del film, non è riuscito a trasmettermi.
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