Un poliglotta prestato al cinema
Figlio di Henry Bauchau, uno scrittore famoso che si è occupato di psicanalisi e filosofia e di madre russa, direttrice di una casa editrice, Patrick frequenta l'università ad Oxford, dove eccelle nelle lingue moderne (sa parlare perfettamente il francese, l'inglese, lo spagnolo, l'italiano, il tedesco e un po' di russo e di fiammingo). La passione per il cinema nasce da un'inclinazione artistica per il mondo della recitazione: esordisce nel 1963 con un film di Eric Rohmer, intitolato La carriera di Suzanne. Con lo stesso regista lo troviamo qualche anno dopo protagonista dello splendido racconto morale La collezionista, dove interpreta Adrien, un mercante d'arte alle prese con il fascino di una donna che fa collezione di uomini. Recita in italiano ne Il nodo alla cravatta (1981), poi si sposta in Portogallo dove si fa guidare dalle indicazioni del maestro tedesco Wim Wenders per interpretare una storia di sconfitte e delusioni nel difficile Lo stato delle cose (1982).
Un attore interculturale
Il desiderio di viaggiare di un attore poliglotta ed eclettico come Patrick lo porta in Francia dove si ferma per un lungo periodo, ricco di vicende personali e di ingaggi professionali: dopo Emmanuelle 4, nel 1984 è nel drammatico La femme publique di Andrzej Zulawski. Poi fa marcia indietro e ritorna in Italia con una parte nell'horror Phenomena di Dario Argento, seguito da un film tv di tutt'altro genere, Nucleo zero di Carlo Lizzani, incentrato sugli anni di piombo. Oltrepassa la Manica per finire in Gran Bretagna a girare 007 Bersaglio mobile, poi, nel 1985, diventa un amante borghese in Lola di Bigas Luna. Seguono numerosi film recitati in francese, tra cui spicca Consiglio di famiglia (1986) dove affianca Fanny Ardant, e Il maestro di musica (1988), dove interpreta un principe austero amante della canzone. Viaggia anche verso gli stati Uniti dove lo troviamo in Sacrificio fatale (1991) di Michael Tolkin, seguito da Giochi morbosi (1993) con Joanna Pacula.
Film commerciali e una serie tv di successo
Richiamato da Wim Wenders in Lisbon Story (1995), dove Patrick interpreta un regista di documentari, l'attore conquista definitivamente una popolarità nei circuiti del cinema d'autore. Ma è con Jarod il camaleonte (1996), serie televisiva d'azione di straordinario successo, che il suo volto diventa noto in tutto il mondo: il personaggio dello psicoterapeuta europeo che cura un supereroe è difficile da dimenticare. Da questo momento in poi la sua carriera ha una svolta verso film anche più commerciali rispetto a quelli a cui aveva abituato il suo pubblico: è in The Cell - La cellula (2000), dove affianca Jennifer Lopez e lo vediamo anche nel thriller Shade - Carta vincente (2003) e nel biopic Ray (2004), oltre che nella commedia Promised Land (2004) di Michael Beltrami.
Lars von Trier e l'amore per l'Italia
Rimane affezionato al cinema d'autore grazie al documentario Le cinque variazioni (2003) di Lars von Trier, poi ritorna all'horror con Vampires 3 (2005) e presta la sua bravura al piccolo film italiano La velocità della luce (2008) di Andrea Papini. Affianca Billy Boyd nello sci-fi Glenn di Marc Goldstein e alterna frequentemente la vita di attore cinematografico a quella di guest star nelle sit-com televisive.