Paolo, affetto da Alzheimer precoce, cerca di restare presente per il figlio e la moglie, mentre tenta di ricucire il legame col fratello perduto. Espandi ▽
Roma. Paolo è davanti lo specchio del bagno e sta insegnando al figlio Mattia a farsi la barba. Il loro rapporto è speciale. L’uomo, che ha poco più di 40 anni, è affetto da una rara forma di Alzheimer precoce e sta iniziando a perdere la memoria. Per questo vuole essere il più possibile presente nella vita del figlio undicenne e della moglie Michela. Al tempo stesso cerca di recuperare anche il rapporto con il fratello Nicola con cui non si parla da tempo. Il quinto lungometraggio diretto da Alessandro Aronadio, riesce a toccare le corde dell’intimismo familiare e quelle immagini di ‘ciò che resta’ sono al tempo stesso intense e spietate. Edoardo Leo è credibile nei panni di Paolo così come risulta spontaneo il modo in cui viene ricreato il rapporto col figlio Mattia, portato sullo schermo con naturalezza da Javier Francesco Leoni. Ma è soprattutto Teresa Saponangelo che regala una prova di grande intensità, evidente nei silenzi, nei rimpianti, ma anche nel modo con cui costruisce la complicità e l’intimità con il marito. Recensione ❯
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L'epico racconto di sette samurai che scelgono di difendere gli abitanti di un villaggio dalla violenza di briganti sanguinari. Drammatico, Giappone1954. Durata 207 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Da sempre e per sempre un punto di riferimento, il film vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Espandi ▽
Quando nel 1954 questo film arrivò in Occidente, il terreno era già predisposto. Quattro anni prima Kurosawa, regista massimo, aveva portato a Venezia il suo Rashomon, e aveva sconvolto il cinema. Ci accorgemmo che un cinema lontanissimo per cultura e geografia poteva contenere pronunciamenti morali e stilistici molto alti, con tanto di simboli, che sono indispensabili se si cerca la considerazione della critica. Rashomon era un grande film, affascinante, complicato e un po' contorto. I sette samurai era grande e bello, importante, rapido e divertente. Giappone 1500. Una banda deruba e uccide i contadini di un villaggio nella stagione del raccolto. Recensione ❯
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Un esuberante manifesto femminista che affonda unghie e denti nel cinema di Almodóvar e Tarantino, unendo commedia, thriller e surreale a temi attuali come la violenza di genere e il sessismo. Espandi ▽
Seconda regia per Noémie Merlant, furiosamente audace, che esplora il terreno sinuoso dei generi. Dramma, commedia, gore, ghost story, horror, il film debutta col tour di un’immobile che registra la violenza domestica e reagisce con una radicalità eclatante: quando è troppo è troppo, se un uomo è violento va liquidato. Senza se, senza ma e senza sconti di pena.
Mette in scena tre giovani donne che incarnano tre diversi approcci al maschile. Per Rosy è una relazione facile e frequente, per Nicole è difficile e rara, per Élise è terribilmente complicata. La sorellanza è lampante: parole in (grande) libertà, esposizione del corpo senza giudizio, sostegno morale, meteorismo, sesso, confidenze.
Un femminile come non lo abbiamo mai visto, o poco almeno, e la volontà dell’attrice di rappresentarlo libero dai codici imposti dall’industria del cinema. Noémie Merlant firma un film punk e ricorre a oltranza all’umorismo e all’assurdo, alleggerendo soltanto un po’ la realtà greve delle violenze sessiste e sessuali. Recensione ❯
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Una ballata folk che racconta il Boss - magistralmente interpretato da Jeremy Allen White - come paladino delle imperfezioni. Biografico, Drammatico - USA2025. Durata 120 Minuti.
Il viaggio di Bruce Springsteen nella realizzazione del suo album del 1982 Nebraska, emerso durante la registrazione di Born in the USA con la E Street Band. Basato sul libro di Warren Zanes. Espandi ▽
1981. Bruce Springsteen è reduce dal successo del River Tour e la sua casa discografica vorrebbe subito un nuovo LP per "battere il ferro finché è caldo". Ma lui è in piena crisi. Ovunque lo seguono l'ombra scura che gli sta alle calcagna e quel vuoto dentro del quale non riesce a liberarsi se non quando, in una stanza del suo modesto appartamento, compone i brani che faranno parte del suo LP meno noto e più rispettato - Nebraska - ben lontani da ciò che la casa discografica si aspetta.
Springsteen - Liberami dal nulla sceglie un momento particolare della vita e carriera del Boss per raccontare lo smarrimento identitario di un uomo e un artista che ha sempre avuto come priorità quella di non tradire se stesso.
Jeremy Allen White (interprete di tutte le canzoni in scena) si cala nel tormento di Springsteen. Il regista Scott Cooper evita saggiamente l'agiografia e gestisce bene l'alternanza fra arte e vita, facendo del suo film una ballata folk su un performer che ha sempre incarnato una parte ben precisa dell'identità statunitense: quella diseredata, blue collar, schietta e genuina. Recensione ❯
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La coraggiosa opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande
schermo una storia ambientata durante la pandemia. Drammatico, Italia2024. Durata 103 Minuti.
Un originale noir sentimentale, ricco di sorprese e sconvolgenti rivelazioni, in cui i ruoli di vittima e carnefice si ribaltano, dando vita a insoliti cambi di prospettiva. Espandi ▽
Quando inizia il lockdown a Roma, Luca (Riccardo Scamarcio), insegnante di filosofia del liceo, si ritrova a viverlo da solo perché la moglie Sara (Maria Chiara Giannetta), medico, vive praticamente in ospedale per fronteggiare l'emergenza. Mentre il mondo si ferma, la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda (Mariela Garriga). Quando il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa, Luca è travolto da una passione incontrollata che sconvolgerà la sua vita con conseguenze inaspettate. Durante il lockdown al protagonista del film accade qualcosa di travolgente con l'apparizione di Amanda che scatenerà una passione più pericolosa della stessa pandemia.
È in qualche modo coraggiosa l'opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande schermo una storia ambientata durante la pandemia nei confronti della quale, secondo studi recenti, è stato avviato un processo di rimozione nel discorso pubblico da una larga maggioranza di persone che, anche come meccanismo di difesa, non ne vuole più sentire parlare. Recensione ❯
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La storia vera di Lee Miller, modella e fotoreporter dall'anima inquieta. Espandi ▽
Elizabeth "Lee" Miller è stata una celebre modella, una fotografa di moda e la musa dell'artista surrealista Man Ray. Ha frequentato il mondo degli artisti e degli intellettuali nella Parigi degli anni Venti, ha conosciuto Pablo Picasso, Coco Chanel e Jean Cocteau: ma arrivata alla mezza età vuole confrontarsi con qualcosa di più autentico, e raccontare al mondo ciò che sta succedendo sul fronte della Seconda Guerra Mondiale. Dunque si reca in prima linea come fotoreporter e corrispondente di guerra, anche contro il volere dell'esercito, per testimoniare le condizioni dei prigionieri e il coraggio delle ausiliarie al fronte, rischiando la pelle e riportando a casa una sindrome da stress post traumatico che l'accompagnerà per tutta la vita.
Winslet è al centro di ogni scena e butta alle ortiche ego e vanità per farsi tramite della vicenda avventurosa di una donna impavida e determinata che si era posta come unica priorità quella di raccontare la verità delle cose, e in particolare di testimoniare una guerra di proporzioni mondiali. Recensione ❯
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Un film di cui ci si innamora. La storia di esseri umani fragili raccontati con uno sguardo empatico che commuove. Drammatico, Francia, Belgio2024. Durata 106 Minuti.
Tratto dal romanzo "L'Intimité" di Alice Ferney. Una storia di affetti incrociati, un'ode alla solidarietà di incredibile delicatezza. Espandi ▽
Sandra vive sola. Quando la sua vicina di casa molto incinta esce di corsa per andare a partorire, affidandole temporaneamente il figlio Elliott di cinque anni, Sandra lo accoglie a metà fra il disagio e la tenerezza. Purtroppo la madre di Elliott muore durante il parto (succede nei primi dieci minuti) ed Elliott dovrà crescere con la sorellina neonata Lucille e suo padre Alex - che non è il padre biologico del maschietto. E Sandra si ritroverà ad entrare nell'intimità famigliare di questo trio spaesato, lei più spaesata di loro.
L'attachement - La tenerezza di Carine Tardieu non commette mai l'errore fatale di accontentarsi della sua premessa narrativa e restare inchiodato lì, portando il pubblico a conclusioni prevedibili.
La storia si sviluppa lungo i primi due anni di vita della piccola Lucille e compie giri lunghi e larghi che vorremmo non finissero mai, per arrivare ad includerci. È un film di cui ci si innamora non perché sia perfetto, ma proprio perché racconta l'umana imperfezione con infinita empatia. L'ottima sceneggiatura incorpora imposizioni sociali che cambiano e situazioni che si complicano. Recensione ❯
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David Lynch al suo esordio firma questo horror sperimentale, girato in uno splendido bianco e nero, che descrive le allucinazioni, gli incubi e le vicende surreali e grottesche di un uomo pressoché minorato e della sua mostruosa progenie. Espandi ▽
Harry Spencer, strano ometto dall'acconciatura del tutto particolare, è un tipografo solitario piuttosto strambo che abita in un desolato appartamento nei sobborghi di una grande città che sembra essere chissà come sopravvissuta a qualche disastro o a qualche sfavorevole congiuntura economica o più probabilmente a una vera e propria apocalisse. Harry si vede costretto a sposare la fidanzata Mary, rimasta incinta. Quando il figlio nasce, è in sostanza un mostro e le cose, già complicate, si complicano ancora di più.
La trama, difficilmente riassumibile e talvolta anche indecifrabile nella sua apparente linearità, è probabilmente l'ultima cosa che conta in questo film, brillante contenitore di suggestioni, macabre inquietudini e acute riflessioni socio-psicologiche che si rincorrono tra loro ogni volta sorprendendo e turbando. Recensione ❯
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Il documentario ripercorre a dieci anni dalla scomparsa, la tappe fondamentali della vita e della carriera di Pino Daniele. Espandi ▽
"I Say I sto cca'", "A me me piace o' blues", "Quando chiove", "Voglio di pi?": sono solo alcune delle tracce di "Nero a met?", l'apprezzato album di Pino Daniele uscito nel 1980. Titolo quanto mai appropriato, che riflette la riuscita fusione linguistica e musicale tra la cultura afroamericana e le armonie incastonate nel dialetto di Partenope. Molte belle immagini d'archivio, soprattutto dei live televisivi, fanno da controcanto alle testimonianze contemporanee di un nutrito coro di musicisti e sodali, a ricordare Pino Daniele, morto il 4 gennaio del 2015.
Più che concentrarsi sulla genesi di quel disco, Pino Daniele - Nero a metà parte dai vicoli del quartiere dove il musicista era nato, per incontrare chi gli è stato vicino e strappare un ricordo. Nero a metà riesce meglio quando finalmente, e spesso all'aperto, con una macchina da presa più libera, lascia parlare la musica, mostrando come lo spirito di Daniele, l'universalità, il meticciato delle sue creazioni risplendano ancora magnificamente nelle reinterpretazioni dei suoi brani. Recensione ❯
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Ethan Hunt deve fermare un'IA ribelle che controlla tutto e minaccia l'umanità. Per farlo, deve recuperare il suo codice sorgente da un sottomarino affondato. Espandi ▽
La fine del mondo è vicina ma Ethan Hunt non è lontano e riparte da dove aveva lasciato. Recuperata una preziosa chiave crociata, deve raggiungere adesso il Sevastopol, un sottomarino nucleare russo, distrutto dall’Intelligenza Artificiale, che giace sotto la calotta polare. La chiave gli permetterà di recuperare il ‘codice sorgente’ dell’IA e di disinnescarla. Mentre Hunt cerca una soluzione, l’IA prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa. Il tempo stringe, non resta che correre. Ancora e ancora. Dopo aver salvato il cinema, Tom Cruise salva il mondo. Non stiamo esagerando, perché la sua nuova missione impossibile manifesta un (buon) senso di onnipotenza. Mai come in Mission: Impossible personaggio e uomo coincidono. Isolati dal sistema, è a loro che i servizi segreti come Hollywood ricorrono per garantire la longevità del pianeta o del cinema. E alla chiamata nessuna delle due star può resistere, offrendo lo struggente spettacolo di sé in due movimenti prodigiosi che rendono obbligatorio vedere The Final Reckoning sul grande schermo. Recensione ❯
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Realizzato in collaborazione con la Formula 1®, un film immerso nell'esilarante e cinematografico mondo della F1. Espandi ▽
Il pilota ultracinquantenne Sonny Hayes non bada più al circuito in cui corre, pensa solo ad accelerare e arrivare primo. Quando l'ex compagno di scuderia e amico Ruben lo contatta per tornare in Formula Uno e salvare la situazione del suo team APEXGP, Sonny inizialmente rifiuta. Poi ci ripensa e torna a salire su una monoposto, come seconda guida di Joshua, un talentuoso giovane pilota dominato da irruenza e arroganza.
Osservandolo come "operazione" anziché come film tout court, come mescolanza di marketing applicato al brand Formula Uno e oggetto di entertainment che prova a coniugare, nella maniera più virtuosa, spettacolarizzazione hollywoodiana e emozione dello spettatore, F1 - Il film svolge benissimo il suo sporco lavoro.
Considerate le perniciose commistioni di marketing industriale e contenuto di intrattenimento a cui abbiamo assistito in questi tempi di turbocapitalismo, poteva andarci molto peggio. Con F1 almeno il divertimento è garantito. Recensione ❯
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Harry ha scritto un libro autobiografico e ha messo in crisi tutti. Il mondo viene a sapere che seduce le pazienti della moglie, ha rapporti con la cognata, odia la sorella eccetera. Espandi ▽
Harry ha scritto un libro autobiografico e ha messo in crisi tutti. Il mondo viene a sapere che seduce le pazienti della moglie, ha rapporti con la cognata, odia la sorella eccetera. Tutti lo odiano. Fortuna che la sua vecchia università ha deciso di onorarlo. È una bella compensazione al blocco creativo che è sopraggiunto. E poi c'è la ragazzina che lo abbandona, gli analisti che lo vessano, e alla fine persino una visita all'inferno, perché Harry ritiene di meritarlo, essendo il peggiore di tutti gli esseri umani dopo Hitler, Goerings e Goebbels. Il regista ha dichiarato "è un momento felice della mia vita, non vado nemmeno dall'analista", in realtà questo film ha sostituito l'analista. Recensione ❯
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Tre amiche (Joan, Alice e Rebecca), i loro mariti, compagni e amori nelle diverse variazioni del sentimento. Espandi ▽
La Francia, come è noto, è la patria del marivaudage, quella forma teatrale in cui l’intreccio d’amore assumeva forme leggere, eleganti e al contempo anche molto raffinate. Il cinema ha trovato tra i suoi profondi cultori Eric Rohmer e oggi ha in Mouret il più qualificato estimatore.
È con grande sensibilità che vengono descritti e sviluppati i protagonisti legati da reciproca conoscenza che è data da legami di coppia, di amicizia oppure generati da nuovi incontri. Ognuno ha un mondo interiore ed affettivo che spesso si trattiene dal rendere noto, per i più diversi motivi, a chi è più vicino. Mouret ne osserva i nascondimenti, le rivelazioni, le fughe in avanti e il bisogno di stabilità spesso in agguato e desideroso di vantare la propria sussistenza.
Lo fa senza mai giudicare, piuttosto mettendosi a fianco di ognuno di loro disposto ad ascoltarne le ragioni e a comprenderne gli errori che sono dettati dal bisogno di dare un nuovo senso a quella parola (Amore) che si riteneva ormai definita e che invece presenta continuamente nuove possibili letture. Recensione ❯
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Un ex professore in pensione vive solo e in pace, finché la figlia tradita torna con i figli: la sua quiete svanisce e la vita cambia del tutto. Espandi ▽
Un ex professore di liceo trascorre gli anni della pensione nella sua grande casa vuota. Dopo le dipartite della moglie, che non c’è più, e della figlia Sofia, che vive in Germania, ha scelto di vivere serenamente da solo. Ma improvvisamente Sofia piomba a Roma dalla Germania con i due figli Olga e Tommaso perché il marito tedesco Helmut l’ha tradita. Helmut pentito, decide di raggiungere a piedi Roma dalla Germania, intraprendendo un percorso di espiazione nella speranza di ottenere il perdono della moglie.
Come ti muovi sbagli è una parabola sulla fragilità, a cominciare da quella del protagonista,
per continuare con quella di Sofia che crede di poter rimpiazzare il marito, e finire con quella di Helmut, il cui atto di debolezza non a caso è l’incipit del film. Sul tiro alla fune fra vita e morte si assesta il senso più profondo di questa ulteriore parabola di Di Gregorio, un autore che rallenta e li dilata i ritmi e i paradigmi del cinema contemporaneo per ricordarci che nel nostro tempo ci sono ancora spazi di umanità resistente, e narrazioni refrattarie ad ogni manuale di sceneggiatura. Recensione ❯
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Un film di grande ricchezza visiva con un gruppo di supereroi alle prese con problemi molto umani. Azione, Avventura, Commedia, Fantascienza - USA2025. Durata 115 Minuti.
Una delle famiglie più iconiche della Marvel torna sul grande schermo, i Fantastici Quattro. Espandi ▽
I fantastici 4 sono eroi celebrati in tutto il pianeta, vivono in una Terra diversa da quella che conosciamo, dove gli anni Sessanta non sembrano essere mai finiti e si sono invece evoluti. Ora però un'incognita turba l'intelligenza di Reed: Sue è infatti incinta e nemmeno lui sa prevedere quali problemi e poteri porterà con se il figlio di due superesseri.
I Fantastici 4 - Gli inizi mette il più intelligente degli eroi Marvel di fronte a due problemi più grandi di lui: la paura profondamente umana di diventare padre e la minaccia persino metafisica del Divoratore di Mondi. Matt Shakman, che già aveva dimostrato intelligenza nel ricostruire il passato iconico della Tv americana in WandaVision, valorizza le scenografie facendo di I Fantastici 4 - Gli inizi un film di grande ricchezza visiva.
L'incognita genetica del figlio è quanto di più profondamente umano si possa immaginare: la paura di Reed è quella di ogni padre, impotente di fronte alla crescita del figlio e ai suoi possibili disturbi. Pedro Pascal riesce a trasmettere tutto questo, ancorando il film a un istinto primordiale di protezione. Recensione ❯
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