Marcelo crede di prendere il posto del suo defunto mentore. Ma in università arriva un nuovo candidato. Espandi ▽
Marcelo è un professore dell'Università pubblica di Buenos Aires impegnato nell'insegnamento della filosofia. Un giorno viene a mancare il suo mentore, il professor Caselli, e la sua cattedra diventa vacante. Tra una gaffes e l'altra, scoprirà che c'è un altro collega che come lui ambisce a ottenerla: il "famoso" Rafael Sujarchuk, noto sia in ambito accademico che mediatico, per la sua relazione con una nota attrice. Mentre i due si contendono la cattedra, la situazione sociopolitica del Paese degenera e la forza del pensiero dovrà necessariamente trasformarsi in azione.
Il regista sa come mettere in scena le altalene di potere dello spietato mondo accademico, dove non contano solo la preparazione o i titoli per "arrivare". Marcelo, interpretato dal convincente e titanico Marcelo Subiotto, lo imparerà a sue spese, in quello che non vuole essere un film di denuncia, bensì una commedia con spunti di ilarità dichiaratamente chapliniani.
Si potrebbe quasi definire una commedia neorealista, tanto risulta efficace l'impronta di verosimiglianza nel racconto del reale, nel tratteggiare l'approccio individualista di chi pensa solo a se stesso e alla propria carriera, come l'approccio collettivo di chi invece percepisce l'università come una collettività. Recensione ❯
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Un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi. Per parlare di integrazione, tra attese e scoperte. Drammatico, Francia, Lussemburgo, Mauritania2024. Durata 110 Minuti.
Il ritorno di Abderrahmane Sissako, regista del capolavoro candidato agli Oscar Timbuktu, con una storia d'amore che non conosce limiti né frontiere. Espandi ▽
Aya ha lasciato dinanzi all'officiante colui che doveva diventare suo marito. Ha abbandonato poi la Costa d'Avorio per andare a vivere a Guangzhou (Canton) nel quartiere denominato "Chocolate City" perché abitato da numerosi immigrati africani. Qui lavora per Cai, un coltivatore e raffinato estimatore delle più diverse specie di piante del the. Tra i due nasce progressivamente un'intimità non priva di problemi.
Il ritorno al lungometraggio di Abderrahmane Sissako ci propone l'incontro tra due mondi culturalmente molto distanti ma che possono comunicare sul piano del sentire.
È un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi il suo, quasi che la realtà che viene rappresentata avesse poi l'urgenza di sfrangiarsi e di perdere quella lucidità e sequenzialità di tempi e di azioni che il rito del the richiede. Si ha allora l'inserimento di elementi sui quali lo spettatore viene spinto ad interrogarsi per poi ricevere una risposta che finisce con il porre nuovi quesiti. Recensione ❯
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Un'opera attuale sulla difficoltà, o addirittura impossibilità, di un dialogo. Vincent Lindon sempre una garanzia. Drammatico, Belgio, Francia2024. Durata 110 Minuti.
Pierre, operaio nelle ferrovie, ha due figli uno dei quali, il maggiore, si avvicina a gruppi di estrema destra che rappresentano l'esatto contrario dei principi del padre. Espandi ▽
Pierre, ferroviere cinquantenne, alleva i suoi due figli da solo. Quando Louis, il più giovane, lascia casa per studiare alla Sorbona di Parigi, Fus, un po' più grande e non molto bravo negli studi, diventa sempre più riservato. Affascinato dalla violenza, si ritrova coinvolto in gruppi di estrema destra, antitesi dei valori di suo padre. Recensione ❯
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Tre amiche (Joan, Alice e Rebecca), i loro mariti, compagni e amori nelle diverse variazioni del sentimento. Espandi ▽
La Francia, come è noto, è la patria del marivaudage, quella forma teatrale in cui l’intreccio d’amore assumeva forme leggere, eleganti e al contempo anche molto raffinate. Il cinema ha trovato tra i suoi profondi cultori Eric Rohmer e oggi ha in Mouret il più qualificato estimatore.
È con grande sensibilità che vengono descritti e sviluppati i protagonisti legati da reciproca conoscenza che è data da legami di coppia, di amicizia oppure generati da nuovi incontri. Ognuno ha un mondo interiore ed affettivo che spesso si trattiene dal rendere noto, per i più diversi motivi, a chi è più vicino. Mouret ne osserva i nascondimenti, le rivelazioni, le fughe in avanti e il bisogno di stabilità spesso in agguato e desideroso di vantare la propria sussistenza.
Lo fa senza mai giudicare, piuttosto mettendosi a fianco di ognuno di loro disposto ad ascoltarne le ragioni e a comprenderne gli errori che sono dettati dal bisogno di dare un nuovo senso a quella parola (Amore) che si riteneva ormai definita e che invece presenta continuamente nuove possibili letture. Recensione ❯
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Una sfida vinta: Enyedi affronta con originalità l'impresa di relazionare esseri umani con il mondo vegetale. Drammatico, Germania, Francia, Ungheria2025. Durata 145 Minuti.
Un vecchio albero racconta cosa accade intorno a lui. Espandi ▽
2020. Un neuroscienziato proveniente da Hong Kong giunge come visiting professor in un'università della Germania. La sua specializzazione consiste nello studiare la mente dei neonati. Qui inizia un esperimento sul grande albero mentre il Covid si diffonde.
1908. Sempre nello stesso ateneo assistiamo alla non facile ammissione alla facoltà di Botanica della prima ragazza. La stessa trova un impiego come assistente presso un fotografo e scopre tutte le potenzialità del mestiere.
1972. Due giovani studenti iniziano una relazione che vede al centro la cura e lo studio delle reazioni di un geranio a quanto gli accade intorno.
Ildikó Enyedi dà nuovamente prova della sua originalità affrontando un tema insolito sul quale innesta riflessioni sul ruolo dell'essere umano nel contesto della Natura. Non si presentava come semplice l'impresa di relazionare esseri umani con il mondo vegetale ma la regista ungherese c'è riuscita affrontando anche i mutamenti nella relazione maschio femmina nel corso del tempo. Recensione ❯
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Cronaca di sopravvivenza e romanzo di formazione. La regista si riappropria del proprio passato. Drammatico, Francia, Paesi Bassi2025. Durata 98 Minuti.
Un film tra l'autobiografico e il poetico in cui la protagonista rivisita traumi del passato e si chiede se sia possibile spezzare il ciclo della violenza. Espandi ▽
Rievocazione autobiografica degli eventi che hanno segnato l’infanzia della regista Vladlena Sandu, nata in Crimea e poi trasferitasi con i nonni a Grozny, in Cecenia.Tra deportazioni e scontri letali, la vita della ragazza verrà sconvolta e la costringerà a spostarsi ancora, stavolta nella Russia post-sovietica. Tramite il sapiente uso dei codici visivi e della prospettiva personale del voice over, la regista trova una chiave originale per dar voce alle sue memorie, in un trattato che è al tempo stesso romanzo di formazione e cronaca di sopravvivenza con un tocco di autoanalisi. Sfruttando un’accattivante estetica contemporanea l’autrice si riappropria del passato, mentre l’orrore viene raccontato in un presente ciclico. Pezzi eterogenei di un racconto che una volta assemblato ci appare come l’autopsia di un’infanzia, fatta di folklore rivisitato, simboli che ritornano, e di un’apprezzabile verve mimetica nella messa in scena. Recensione ❯
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Un giovane ragazzo è pronto per un viaggio alla scoperta di sé. Espandi ▽
Ari vive a Lille e fa l'insegnante di scuola materna. Un giorno in classe si accascia a terra, e per via di questo episodio sarà costretto a prendersi una pausa dal lavoro e a rimettere in esame il suo percorso di vita. Nei ventisette anni precedenti c'è stata la perdita della madre, un rapporto con il padre non sempre roseo, qualche amicizia e soprattutto un'ex compagna, Irene, con la quale la storia è finita in seguito a un'interruzione di gravidanza.
Intima e umanista, la terza regia di Léonor Serraille si stringe stretta attorno a un giovane che affronta la prima fase dell'età adulta in preda a un certo sbandamento. L'autrice francese disegna un ritratto sfaccettato, dalla scrittura delicata e intrisa di sentimento, che riesce ad elevarsi dal singolo individuo per toccare un coro di voci collettive.
La regia di Serraille sa di reale e di immediato, con una caratterizzazione modellata sugli interpreti e sull'improvvisazione, l'uso della pellicola in 16mm e uno stile di ripresa agile: un modo di arrivare dritta alla sostanza delle cose attraverso la semplicità. Recensione ❯
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Un'opera che sembra aver trovato la soluzione perfetta per equilibrare la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare. Drammatico, Islanda, Danimarca, Svezia, Francia2025. Durata 109 Minuti.
Anna e Maggi si separano lentamente, tra lavoro, figli e momenti condivisi. I gemelli, lasciati spesso soli, inventano giochi strani e rischiosi. Espandi ▽
Anna e Magnus, detto Maggi, si stanno separando: è un processo graduale, che la coppia porta avanti trascorrendo ancora del tempo insieme ai tre figli, in escursioni o in cene a casa. Quando i genitori non ci sono, i figli si dedicano a passatempi curiosi: in particolare i due gemelli, che tendono a creare giochi bizzarri e talora pericolosi per la loro incolumità. Il tipico gusto nordico per uno humour trattenuto, ma non per questo meno crudele, trova in Hylnur Pálmason un interprete di eccezione. The Love That Remains appare come la sua opera più compiuta sin qui, particolarmente sentita perché attinente all’esperienza di vita del regista e perché la giusta misura per mantenere un equilibrio di umori contrastanti – la commedia con un tocco di surreale e il dramma famigliare (mitigato dalla prima) – sembra aver trovato la soluzione perfetta.
Permane un senso di inafferrabilità nel film, la sensazione che la vita e le sue assurdità non si possano prevedere né comprendere e che, forse, un nucleo familiare possa meglio funzionare se disunito. Recensione ❯
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Una regia ispirata e la presenza scenica di Bruni Tedeschi per un film sul dubbio e sul fallimento. Biografico, Italia, Francia2025. Durata 120 Minuti.
Eleonora Duse, tornata sulle scene dopo la guerra, affronta crisi artistiche e familiari tra fallimenti teatrali, D'Annunzio e un'Italia in cambiamento. Espandi ▽
Sul finire della prima guerra mondiale, la “divina” Eleonora Duse è una star del teatro che manca dalle scene da quasi un decennio. La fine del conflitto e un ritrovato stato di salute, oltre alle difficoltà economiche, la spingono a rimettersi in gioco recitando Ibsen assieme alla sua troupe. Spinta dalle parole di Sarah Bernhardt, la Duse prova poi a intercettare il nuovo che avanza affidandosi a Giacomino. Lo spettacolo è un fallimento e metterà in crisi l’attrice, che tornerà ad avvicinarsi al “suo” D’Annunzio mentre la figlia Enrichetta continua a sentirsi trascurata da una madre che si consacra all’arte e alla recitazione. Lo spettacolo è un fallimento e metterà in crisi l’attrice, che tornerà ad avvicinarsi al “suo” D’Annunzio mentre la figlia Enrichetta continua a sentirsi trascurata. Pietro Marcello torna con un ritratto immaginato e finale della leggendaria Eleonora Duse. Un film sul dubbio e sul fallimento che cattura un breve momento storico in cui i personaggi sono paralizzati dal non saper decifrare il presente. Recensione ❯
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Un'opera che risponde alla necessità di non seppellire nell'oblio quanto accaduto in Brasile negli anni della dittatura. Thriller, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Germania2025. Durata 158 Minuti.
Negli anni '70 in Brasile un uomo torna nella propria città di origine essendo ricercato da chi lo vuole morto. Espandi ▽
1977. Il Brasile vive sotto un regime militare dittatoriale. Con il falso nome di Marcello un professore universitario torna con il figlio nel nordest del Paese per cercare notizie sulla madre in attesa di espatriare. Nel passato si è messo di traverso rispetto all’attività di un corrotto imprenditore di origini italiane ed ora due killer sono sulle sue tracce per eliminarlo. Kleber Mendonça Filho torna a Recife, sua città di nascita, per raccontare il clima di violenza che dominava nel Brasile degli anni della dittatura. Il film viene strutturato in capitoli come fosse un romanzo e inserito, da un certo punto in poi, nella ricerca che due giovani studentesse stanno svolgendo nel presente in un archivio al fine di far emergere storie del periodo della dittatura. Questa modalità di narrazione ci rimanda alle origini giornalistiche del regista offrendo anche occasione per un riferimento alla necessità di non seppellire nell’oblio quanto accaduto in quegli anni. Recensione ❯
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Una donna ha deciso di andare a cercare la nipote scomparsa da tempo. Espandi ▽
Lia, un'insegnante di storia georgiana in pensione, parte alla ricerca della nipote transgender Tekla, scomparsa da tempo, per esaudire l'ultimo desiderio della sorella. A Batumi viene a sapere da un giovane, Achi, che la ragazza ha attraversato il confine con la Turchia. Così Lia decide di mettersi in viaggio verso Istanbul e Achi si unisce a lei offrendosi di aiutarla. Per lui si tratta di un'occasione di fuga da una situazione familiare che gli sta stretta.
L'approccio documentario si fonde con il road-movie in Crossing Istanbul, quarto lungometraggio del cineasta svedese/georgiano Levan Arkin che si era fatto conoscere soprattutto con il precedente And Then We Danced dove aveva già affrontato tematiche LGBT mostrando l'attrazione tra due ballerini.
Per il regista è piuttosto l'occasione per un altro ritratto coerente di un cinema sull'identità e la memoria, di volti nella folla, che si forma sotto gli occhi dello spettatore e riesce ad avere una linea narrativa ondivaga. Recensione ❯
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Un'opera che affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica. Espandi ▽
Joseph è rimasto l'ultimo pastore a gestire un ovile di capre sulla costa in Corsica. Il suo terreno è necessario per completare un progetto di speculazione edilizia che trasformi quell'area in zona turistica. Joseph non vuole vendere. La mafia locale prova ad intimidirlo senza esito sino a quando, in una colluttazione, il boss locale viene ucciso dal pastore. Il quale è costretto alla fuga. Da poco però lo aveva raggiunto la nipote Vannina che, attraverso i social, ne sostiene l'innocenza e la lotta.
Frédéric Farrucci affronta il tema della cementificazione delle coste della Corsica prendendo spunto dalla realtà e trasformandola in necessaria leggenda.
La realtà, grazie ai social, diventa leggenda alla velocità della luce e in questo caso si finisce con il compiere un'opera utile a tenere viva la coscienza sociale di un popolo (nello specifico quello corso) che sente il peso del controllo francese nonché della malavita che si mette a disposizione di interessi che risiedono altrove. Recensione ❯
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Un uomo torna sulla spiaggia dove anni prima aveva incontrato sua moglie. Espandi ▽
2023. Sano torna a Izu, località in riva al mare, nel luogo in cui cinque anni prima ha conosciuto Nagi, la donna di cui si è innamorato e che ha sposato. Nagi è morta da poco e Sano è inconsolabile. Come cinque anni prima, ad accompagnarlo c'è Miyata, ma l'atmosfera romantica e disincantata di allora si è trasformata in amarezza e malessere. Intanto Sano cerca ossessivamente un cappellino rosso, a cinque anni di distanza, feticcio di un amore svanito e degli insondabili meccanismi del fato.
In una coproduzione franco-giapponese - co-produttore Damien Manivel, che collabora anche al montaggio - Kohei Iragashi erige un ponte ideale tra il gusto per il surreale nella vita quotidiana, tipicamente nipponico, e il romanticismo fatalista delle storie d'amore della tradizione europea.
Il risultato è un gradevole esercizio di nostalgia, che mescola le carte con una narrazione a ritroso (ma il flashback è abilmente dissimulato nel flusso del racconto). Recensione ❯
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Una commedia sognante su una donna in cerca di un nuovo amore. Espandi ▽
Agathe Robinson lavora nella storica libreria Shakespeare & Co a Parigi, è una grande fan di Jane Austen, sogna l'amore ideale e il Mr. Darcy di "Orgoglio e pregiudizio". Sente di non appartenere a questo secolo, ha una collezione di romanzi e scritti mai finiti. Decide di accettare l'invito della prestigiosa Jane Austen Residency nel Regno Unito per chiudersi in un'esperienza di scrittura che si rivelerà anche umana, esistenziale e sentimentale.
È una commedia buffa e deliziosa, Jane Austen ha stravolto la mia vita. Per il suo debutto ha scelto l'attrice francese Camille Rutherford come protagonista, una decisione appropriata, di pari passo con una direzione misurata. È chiamata a interpretare un'appassionata di letteratura di fatto poco in grado di vivere nel presente, di prendere decisioni sulla sua vita privata e professionale.
La commedia sentimentale, diventata già un caso negli Stati Uniti, si alterna con scene molto buffe, una slapstick comedy che avrà divertito senz'altro il pubblico americano, mentre quello europeo non faticherà a trovare più convincente e interessante la parte più esistenziale. Recensione ❯
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Ducournau si avventura di nuovo nel territorio dell'orrore corporale. Un film emozionante come una nascita e struggente come un lutto. Drammatico, Francia, Belgio2025. Durata 128 Minuti.
Alpha ha 13 anni e vive in un mondo minacciato da un virus che pietrifica gli uomini. Tra paure, segreti e tensioni familiari, cerca di salvarsi e capire. Espandi ▽
Alpha ha 13 anni e un’adolescenza tribolata. Figlia unica di una madre single, rientra da una festa con un tatuaggio sul braccio e il terrore negli occhi, perché da qualche tempo un misterioso virus trasforma gli uomini in pietra. La sindrome misteriosa è al centro delle ricerche di sua madre. A complicare il foyer domestico e il clima ansiogeno è Amin, lo zio di Alpha, tossico impenitente e redivivo. Julia Ducournau prosegue la sua esplorazione ossessiva del corpo, filmato come soggetto concreto e carnale - un grano di pelle, una goccia di sangue, un braccio bucato dalla siringa – ma anche fantasmagorico – una misteriosa malattia trasforma la gente in sculture di marmo. Alpha è il racconto di una mutazione, quella del corpo adolescenziale, che scopre l’alterazione e non sa cosa fare, e quella del corpo mortale, che la natura ci costringe a sopportare, nell’inferno della dipendenza dall’eroina o nell’inferno di un’età irrespirabile in cui non c’è quasi nulla da salvare. Recensione ❯
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